RADIOATTIVITA’ INDOTTA DA BOMBARDAMENTO DI NEUTRONI di Enrico Fermi

LA RICERCA SCIENTIFICAanno V, vol. II, N. 5, 15-31 marzo 1934    Desidero riferire in questa lettera sopra alcune esperienze destinate ad accertare se un bombardamento di neutroni non determini dei fenomeni di radioattività susseguente analoghi a quelli osservati dai coniugi Joliot con bombardamento di particelle alfa.    Il dispositivo che ho usato è il seguente: La sorgente di neutroni è costituita  da un tubetto di vetro contenente polvere di berillio ed emanazione. Usando circa 50 millicurie di emanazione, che mi sono stati forniti dal prof. G. C. Trabacchi che qui desidero ringraziare vivissimamente, si possono così ottenere oltre 100.000 neutroni al secondo, misti naturalmente a una intensissima radiazione gamma, che però non dà alcun disturbo per esperienze di questo genere. Dei cilindretti contenenti l’elemento in esame sono sottoposti per un tempo variabile da alcuni minuti ad alcune ore alle radiazioni di questa sorgente.    Essi vengono poi rapidamente disposti attorno ad un contatore a filo, la cui parete esterna è formata da una foglia d’alluminio di spessore di circa 0,2 mm, tale quindi da permettere l’ingresso di eventuali raggi beta nel contatore. Fino ad ora l’esperienza ha dato esito positivo per due elementi:    ALLUMINIO.- Un cilindretto di alluminio irradiato dai neutroni per un paio d’ore e posto successivamente attorno al contatore determina nei primi minuti un aumento assai considerevole degli impulsi, che crescono di 30 o 40 al minuto. L’effetto decresce col tempo riducendosi a metà in circa 12 minuti.    FLUORO.- Il fluoruro di calcio, irradiato per pochi minuti e portato poi assai rapidamente accanto al contatore determina nei primi momenti un aumento del numero degli impulsi. L’effetto si smorza rapidamente, riducendosi a metà in circa 10 secondi.    Una possibile interpretazione di questi fenomeni è la seguente. Il fluoro, bombardato coi neutroni, si disintegra emettendo particelle alfa. La reazione nucleare è probabilmente:F19 + n1 -> N16 + He.

    Si formerebbe così un azoto di peso 16 che, emettendo successivamente una particella beta può trasformarsi in O16. Una simile interpretazione potrebbe aversi per l’alluminio, conformemente alla possibile reazione nucleare:

Al27 + n1 -> Na24 + He4 .

    Il Na24 così formato sarebbe un nuovo elemento radioattivo e si trasformerebbe in Ca24 con emissione di una particella beta.
    Se queste interpretazioni sono corrette, si avrebbe qui la formazione artificiale di elementi radioattivi che emettono normali particelle beta, a differenza di quelli trovati dai Joliot che emettono invece positroni. In particolare nel caso dell’azoto si avrebbero due isotopi radioattivi: N13, trovato dai Joliot, che emettendo un positrone si trasforma in C13; ed N16 che, emettendo un elettrone si trasforma in O16.
    Sono in corso esperienze per estendere l’esame ad altri elementi e per studiare meglio le particolarità del fenomeno.

    Roma, 25 marzo 1934-XII.
 

                                                                                                                                                                    ENRICO FERMI



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