OPERAZIONE FOIBE A TRIESTE di Claudia Cernigoi (Capitoli 2 e 3)

CAPITOLO II

IL NOSTRO STUDIO

1.        I CRITERI E LE FONTI

2.        GLI SCOMPARSI PER ALTRE CAUSE

3.        ANALISI COMPARATA DEGLI ELENCHI DI PIRINA

1.      I CRITERI E LE FONTI

Una volta deciso di verificare l’attendibilità delle ricerche storiche di Marco Pirina, abbiamo agito nel seguente modo.

Innanzitutto abbiamo deciso di limitare le nostre verifiche alla provincia di Trieste, sia perché è più facile ottenere documenti e dati nella zona in cui si vive, sia per non disperderci in una mole di lavoro eccessivamente vasta. Ci riserviamo naturalmente di dedicarci in futuro, magari in collaborazione con studiosi di altre zone, agli altri elenchi pubblicati da Pirina.

Dobbiamo comunque segnalare lo studio condotto da Giuseppe Lorenzon dell’A.N.P.I. di Gorizia, che ha analizzato criticamente “Genocidio…” di Pirina, con particolare riguardo alla zona di Gorizia [1].

Abbiamo effettuato dei controlli incrociati tra i nomi pubblicati da Pirina [2] e quelli compresi nei seguenti testi:

Gianni Bartoli, “Il martirologio delle genti adriatiche”, Trieste 1961;

Luigi Papo, “Albo d’oro”, Unione Istriani Trieste 1994;

AA, VV., “Storia della Guardia Civica”, Associazione Guardia Civica, 1994;

Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, “Caduti, dispersi e vittime civili della seconda guerra mondiale-vol.4-provincia di Trieste”, 1986;

Samo Pahor, “Elenco provvisorio delle persone morte a Trieste e nei dintorni per ferite riportate nei combattimenti dal 28.4 al 3.5.45”, Narodna in študijska knjižnica, 1978;

Teodoro Prancesconi, “Bersaglieri in Venezia Giulia”, ed. Del Baccia, 1969;

ANED Ricerche, “S. Sabba. Istruttoria e processo per il lager della Risiera”, Mondadori, 1988.

Ci siamo inoltre basati su documenti (elenchi di rimpatriati della C.R.I., atti di processi, testimonianze varie) conservati presso l’archivio dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione di Trieste (I.R.S.M.L.T.) e sull’articolo di Tone Ferenc “Kdaj so bili usmrčeni?” (“Quando sono stati giustiziati?”) apparso sul Primorski Dnevnik del 7.8.1990 e riferentesi ai prigionieri del carcere di Lubiana fatti uscire in tre volte. A questo proposito dobbiamo precisare che nel nostro elenco abbiamo scritto, per questi nominativi “forse fucilato il…” perché Ferenc dice solo che sono stati fatti uscire dal carcere senza specificare (perché non esistono dati certi a riguardo) se questi sono stati fucilati in quella data o no. Tra i nomi che Ferenc dà come “fatti uscire” ne abbiamo trovati alcuni che sono sicuramente rimpatriati (De Galasso perché lo abbiamo trovato in un elenco di rimpatriati, Cacciari perché è stato processato come squadrista nel 1947) ed altri che, come i due precedenti, non risultano morti allo stato civile, e cioè Attardi, Carpine, Faraggi, Pagliariccio e Sica, che non abbiamo incluso tra i deportati e scomparsi perché abbiamo il ragionevole dubbio che siano stati rimpatriati [3].

In questo modo abbiamo raccolto più dati possibile per ogni singolo nominativo. Abbiamo quindi deciso di considerare “deportati e scomparsi” tutti coloro che nel periodo dal 1° maggio al 12 giugno 1945 sono stati arrestati da personale facente parte di formazioni dipendenti dalle autorità jugoslave che amministravano Trieste, e che, dai dati forniti dall’Ufficio di Stato Civile di Trieste, non risultano aver fatto ritorno. Abbiamo però incluso in questo elenco anche le persone che risultano scomparse in quei giorni e delle quali non si sa con precisione se siano stati portati in Slovenia per essere processati o se siano stati uccisi a Trieste per vendette personali collegate alle loro precedenti attività.

Abbiamo quindi escluso, dagli elenchi che Pirina riferisce agli “scomparsi” di Trieste, tutti i seguenti:

– i rimpatriati dalla prigionia (fonte elenchi C.R.I.) per un totale di 146 nominativi (pari al 10,01% del totale dei nomi);

– i nomi duplicati da altri elenchi (sempre compresi nello stesso libro di Pirina) relativi ad altre zone (Istria, Fiume, Gorizia…), se scomparsi in altre zone e non nella provincia di Trieste, e gli scomparsi fuori dalla provincia di Trieste, anche se non duplicati, per un totale di 259 nomi (pari al 17,76% del totale);

– i nomi duplicati nello stesso elenco (dobbiamo precisare di avere unificato in un unico elenco i sette elenchi relativi alla provincia di Trieste pubblicati da Pirina) per errori di trascrizione, oppure donne riportate sia col cognome da nubile che da sposata, per un totale di 45 nomi (pari al 3,08% del totale);

– i morti per tutt’altre cause, ovvero: i morti in azioni di guerra antecedenti l’insurrezione di Trieste ed i morti durante l’insurrezione (1° maggio 1945), gli uccisi per vendette personali dopo il giugno del ‘45, i deportati nei lager nazisti (8 nomi), ed i partigiani caduti (21 nomi), per un totale di 275 nomi (pari al 18,86% del totale);

– infine abbiamo accantonato 217 nomi (pari al 14,88% del totale) dei quali non siamo riusciti a trovare notizie sufficienti, ma che comunque non risultano scomparsi allo Stato Civile. Può trattarsi di rimpatriati (non siamo riusciti a reperire tutti gli elenchi della C.R.I.), oppure di persone scomparse in altre zone ma delle quali non abbiamo trovato riscontro, oppure ancora possono essere dei nomi trascritti erroneamente (come il caso di un “Vivoda” del quale Pirina non mette il nome ed è quindi difficile fare delle verifiche).

Alla fine di tutto questo, dei 1.458 nomi riportati da Pirica nei suoi elenchi di “scomparsi” dalla provincia di Trieste, ne abbiamo eliminati, perché sbagliati, ben 942: una percentuale di errore del 64,6%! Il che, per una ricerca storica che dovrebbe servire come prova d’accusa per un processo per “genocidio” è indubbiamente un buon record.

Sono quindi rimasti, come scomparsi dalla provincia di Trieste, 516 nomi, ai quali però abbiamo aggiunto, togliendolo da un elenco dell’Istria dove l’aveva inserito Pirina, il nome di Domenico Toffetti, riesumato dalla foiba “Plutone” e che va quindi, a parer nostro, compreso tra gli scomparsi da Trieste.

Questa cifra di 517 scomparsi non si discosta molto da quelle riportate sia dall’I.F.S.M.L. (601 tra morti e dispersi; però abbiamo trovato anche tra questi alcune duplicazioni ed alcuni errori), che da certi appunti conservati nell’archivio dell’I.R.S.M.L. di Trieste (probabilmente scritti da Ennio Maserati che nel suo libro “L’occupazione jugoslava di Trieste” riporta anche più o meno le stesse cifre, ovvero 550 negli appunti, 600 nel libro).

Va specificato che noi abbiamo usato la dizione “deportati e scomparsi” per motivi convenzionali, ma in realtà si tratta di termini imprecisi, visto che molte persone sono state arrestate, tradotte a Lubiana e lì processate, alcune fucilate, altre morte di malattia; altri sono stati internati nei campi di lavoro [4] e lì morti di malattia; altri ancora sono stati uccisi e gettati nelle foibe triestine: di questi si sa la fine che hanno fatto ed è quindi impreciso parlare di “scomparsi” o di “deportati” se in effetti sono stati uccisi in zona. È d’altra parte anche vero che di molte persone si ignorano luogo e modalità della loro fine, per cui, per questioni pratiche abbiamo deciso di mantenere quella dizione imprecisa ma generalmente usata e perciò comprensibile.

2.      GLI SCOMPARSI PER ALTRE CAUSE

Nei suoi elenchi Pirina ha inserito 275 nomi di persone che sono scomparse per tutt’altri motivi che non la “deportazione per mano titina”. È particolarmente grave, a parer nostro, la mistificazione operata in questo caso perché, se pure si potrebbe ammettere una casistica di errore nell’indicare come “scomparse” persone che in realtà sono tornate alle loro case (anche se la percentuale di errore di Pirina è comunque troppo elevata per essere accettata come errore in buona fede), non si può riconoscere buona fede nella compilazione di elenchi che riportano errori come quelli che evidenzieremo adesso. Qua si tratta di vera e propria riscrittura della storia, senza il minimo rispetto per i morti e per i vivi.

Di questi 275 nomi abbiamo trovato che 35 di essi sono morti dopo il giugno 1945. Il testo curato dall’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione riporta, per molti di essi, la dicitura “ucciso per cause collegate a strascichi di guerra” e così noi l’abbiamo riportata nel nostro elenco di Pirina riveduto e corretto, per quanto come dicitura non sia molto chiarificatrice. Nei casi in cui i responsabili dell’omicidio sono stati identificati, s’è visto che si era trattato di vendette personali (ed è opportuno precisare che i processi per questi crimini sono stati celebrati), mentre per altri non sono stati trovati i responsabili. In ogni caso non si può parlare di “infoibati” o “scomparsi” come pretende di fare Pirina.

Dieci sono i nomi di caduti nel corso dell’insurrezione di Trieste, sia da parte nazifascista che partigiana. Tra di essi va segnalato, perché noto a Trieste, il nome di Sergio Fonda Savio, componente della Guardia Civica legato al C.L.N., che fu ucciso dai tedeschi nella centralissima piazza Goldoni la mattina del 1° maggio. Fonda Savio, figlio di Antonio Fonda Savio, dirigente del C.V.L. e di Letizia Svevo, la figlia dello scrittore Italo Svevo, ricevette anche una medaglia di bronzo al valore militare alla memoria; a lui ed ai suoi fratelli morti in Russia è pure dedicata una via di Trieste.

122 sono i nomi di persone cadute prima dell’insurrezione di Trieste e tra queste vi sono anche alcuni caduti in Albania o in mare, o per i bombardamenti di Trieste ed anche i bersaglieri del Battaglione Mussolini catturati presso Tolmino. Particolare scandalo però fa vedere che Pirina ha inserito in questi suoi elenchi  anche 21 partigiani e precisamente: Antonucci Francesco, partigiano della “Garibaldi”, caduto l’8.2.45 presso Ajdovščina, nelle valli del Vipacco; Barut Servolo, dirigente dell’Osvobodilna Fronta-Fronte di Liberazione di Mačkovlje-Caresana (piccolo paese vicino all’attuale confine con la Slovenia, sulle colline in comune di Dolina-S. Dorligo): fu arrestato nel giugno del ‘44 ed ucciso nella Risiera di S. Sabba qualche mese dopo (v. nota 2); Battistella Ermanno, partigiano della “Garibaldi”, caduto vicino a Treviso; Bonifacio Egidio, guardia civica passata ai partigiani, caduto presso Sežana il 20.9.44; Calcina Giuseppe, anch’egli guardia civica passata ai partigiani, morto l’8.2.45; Franceschinel Giovanni, guardia civica poi partigiano della “Garibaldi”, caduto presso Vipava (valli del Vipacco), il 5.8.44; Furlan Renato, partigiano disperso in Istria; Lacchini Attilio, della IV Brigata GAP, fucilato a Dornberg-Montespino (valli del Vipacco), il 13.8.44; Manli Luciano, guardia civica passata al C.L.N., ucciso in Risiera il 21.1.45, medaglia di bronzo alla memoria; Masè Albino, guardia civica passata ai partigiani, caduto a Trnova, in Slovenia, il 24.9.44; Mitri Alcide, partigiano E.P.L.J. [5], caduto a Burik il 28.9.44; Morgan Tullio, guardia civica e poi partigiano della “Garibaldi”, caduto presso Locavizza il 2.10.44; Pauluzzi Antonio, guardia civica passata alla “Garibaldi”, caduto il 28.11.44 a Cal di Canale (zona del goriziano); Pezzoli Aligi, della IV Brigata GAP, ucciso ad Opčine-Opicina presso Trieste, l’1.9.44; Pueri Giorgio, partigiano della Brigata Kosovel, ucciso a Trnova il 15.12.44; Sauli Giorgio, guardia civica e poi della “Garibaldi”, caduto in Slovenia il 20.4.45; Scotti Nibbi Guido, partigiano E.P.L.J., caduto il 25.9.43 presso Ajdovščina o Castagnevizza; Svozil Aldo, guardia civica e poi partigiano della “Garibaldi”, caduto il 16.8.44 presso Predmeja (selva di Trnova); Tamisari Adriano, guardia di P.S. e poi IV Brigata GAP, ucciso in Risiera; Zidar Riccardo, guardia civica e poi della “Garibaldi”, caduto il 24.9.44.

Ma ci sono anche 8 nomi di deportati nei lager tedeschi e precisamente: Biscardo Luigi, scomparso a Dachau e Nerva Alfredo, P.S., scomparso a Buchenwald; le guardie civiche: Duse Renato e Soave Ervino, scomparsi in lager sconosciuti, Menichini Dino e Rea Romano, scomparsi a Buchenwald, Messerotti Antonio, scomparso ad Aurich, Spaventi Aldo, scomparso a Mauthausen; tutte queste guardie civiche avevano cercato di organizzare dei nuclei di resistenza partigiana all’interno della Guardia Civica, impossessandosi di armi da destinare a gruppi del C.V.L., ma furono scoperti dai nazisti e deportati.

C’è poi il caso particolare di Vinicio Lago, che dallo stato civile risulta ucciso dai cetnici alla periferia di Udine, mentre altre fonti, fra cui la motivazione della medaglia al valore, lo danno come ucciso «da partigiani comunisti», sempre però alla periferia di Udine.

Tra gli altri “scomparsi per altre cause” una nota a parte va fatta per il gruppo delle S.S. italiane catturate dai partigiani della Brigata Gradnik a Jamiano il 6.2.45 e fucilate a Lippa di Comeno due giorni dopo: Pirina inserisce nei suoi elenchi undici dei venti che furono catturati [6] (ma di quel gruppo facevano parte anche alcuni goriziani…). Su questo fatto Papo ci fornisce l’ennesima mistificazione, di fatti nel suo “Albo d’Oro”, nel capitolo dedicato alla Guardia Civica, scrive: «Furlan Guido, catturato a Jamiano il 6.2.44 (era in realtà il ‘45, n.d.a.) dai partigiani della Brigata Gradnik, in seguito ad un tradimento assieme a tutto il suo plotone; assassinato l’8.2 in una dolina di Lippa di Comeno assieme a 19 delle sue guardie…»: Furlan era sì membro della Guardia Civica di Trieste, ma Papo si scorda di scrivere che quel gruppo di guardie civiche era poi passato alle S.S., come risulta da diversi documenti [7]. È lecito a questo punto dubitare, data la divisa da loro vestita, che siano morti con l’Italia nel cuore, come usano dire spesso Papo, Pirina e gente par loro.

Un ultimo cenno va fatto sul caso della “banda Steffè”, dove Pirina supera se stesso, mettendo prima nel capitolo dei “responsabili” degli infoibamenti, (tra i nomi della “Guardia del Popolo”), e poi nell’elenco degli “scomparsi”, Carlo Mazzoni e Giovanni Steffè, (della “banda Steffè” appunto, che furono arrestati dalla polizia jugoslava di Trieste perché responsabili di infoibamenti, violenze e ruberie e morirono in un tentativo di fuga mentre venivano trasportati a Lubiana per essere processati) [8]. Oltre a questi due, che sono effettivamente morti, Pirina inserisce nell’elenco degli “scomparsi” anche 12 membri della “banda Steffè” arrestati dalla polizia iugoslava e condotti a Lubiana per essere processati. Si tratta di: Banicevich Giorgio, Cavallaro Giuseppe, Di Noia Luigi, Furlan Albino, Muradori Benito, Papadopoulos (o Papadopoli) Giorgio, Persoglia Erminio, Pierazzi Bruno, Prevessi (o Prelessi) Emilio, Taucer Stelio, Terzulli (o Torzulli) Raffaele e Tarzulli (o Torzulli) Ruggero, tutti rimpatriati dopo alcuni mesi di lavori forzati.

In conclusione: è una ricerca storica fatta bene, quella di Pirina? Noi crediamo che, se alle scuole elementari avessimo fatto una simile ricerca, la maestra non solo ci avrebbe dato uno zero grande come una casa, ma si sarebbe anche chiesta come fossimo riusciti ad infilzare una tale serie di errori.

3.      ANALISI COMPARATA DEGLI ELENCHI DI PIRINA

Riportiamo di seguito i nomi relativi alla provincia di Trieste, come elencati da Pirina nel libro “Genocidio….”, con a fianco i dati da noi raccolti confrontando le fonti prima citate. L’incompletezza di molti dei dati riportati, riproduce l’incompletezza delle fonti.

L’asterisco indica i nomi che dal nostro confronto corrispondono effettivamente a “scomparsi”.

Sigle presenti nell’elenco:

G.D.F. = Guardia di Finanza

P.S. = Pubblica Sicurezza

G.C. = Guardia Civica

C.N.L. = Comitato Liberazione Nazionale

C.V.L. = Corpo Volontari della Libertà

M.D.T. = Milizia Difesa Territoriale

ACEGAT = Azienda Comunale Elettricità Gas Acqua Trasporti

Primo elenco di TRIESTE

* l. ABBONDANZA Giusto G.D.F., dep. 2.5.45, scomparso

* 2. ACANFORA Giovanni G.D.F., dep. 2.5.45, scomparso

* 3. ACTIS Felice G.D.F., deportato 2.5.45, scomparso

* 4. ADDIS Ugo Indo, squadrista, deportato a Lubiana, forse fucilato il 7.1.46

* 5. AFFINI Enrico, militare, deportato, morto in ospedale a Škofja Loka

6. AIELLO Gerolamo, duplicato dall’ elenco di Gorizia

* 7. ALERVI Giovanni, P.S., deportato 1.5.45

8. ALFANO Antonino, duplicato dall’elenco di Gorizia

9. ALTADONNA Francesco, duplicato dall’elenco dell’Istria

10. AMICOZZI Costantino, duplicato dall’elenco dell’Istria

11. ANDRETTI Silvio (recte Livio), G.C., caduto l’1.5.45 durante l’insurrezione di Trieste

* 12. ANDRIAN Dario, P.S. Ispettorato, deportato 2.5.45

13. ANGELUCCI Mario, militare, disperso 30.4.45 per fatti di guerra

14. ANNI Noè, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 15. ANTONIANI Amedeo, squadrista, segretario provinciale P.N.F., deportato a Lubiana, forse fucilato il 6.1.46

* 16. ANTONINI Gino, militare M.D. T, deportato 3.5.45, morto a Borovnica

* 17. ANZELMO Giuseppe, carabiniere, deportato 2.5.45

* 18. ARDIZZONE Alberto, ferroviere militarizzato, deportato da Sesana, disperso a Postumia

19. ASTOLFI Alvaro, X Mas, morto il 30.4.45 per eventi insurrezionali

20. ATTARDI Salvatore, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, fatto uscire il 6.1.46 (in I.F.S.L.M.

non è nominato )

* 21. AURINO Avelardo, P.S. Ispettorato, deportato 2.5.45

* 22. AURINO Luigi, sergente C.R.I, deportato 2.5.45

* 23. AURINO Vittorio, M.D.T portuale, deportato 2.5.45

24. AVIO Ernesto, RIMPATRIATO

* 25. BACCHI Augusto, G.D.F., deportato 2.5.45, morto a Borovnica il 26.6.45

* 26. BAGORDO Oronzo, sorvegliante M.D.T. ferroviaria, deportato a Lubiana, forse fucilato il 23.12.45

27. BAICI Giuseppe, RIMPATRIATO

28. BAICI Maria, non ci sono notizie .

29. BALDINI Mario, G.C., catturato da partigiani il 11.1.45 ad Opicina, disperso

30. BALLARIN Giorgio, Todt, disperso 21.4.45 a Monfalcone

31. BAMPI Aldo, duplicato dall’elenco di Gorizia

32. BANDELLI Giuseppe, non ci sono notizie

33. BANICEVICH Bruno, “Banda Steffè”, RIMPATRIATO

34. BANICH Bruno, RIMPATRIATO

35. BARBARIOL Lucio, ucciso il 15.2.47 da elementi sconosciuti

36. BARBERA Salvatore, errata trascrizione di:

* 37. BAREZZA Salvatore, cuoco presso l’Ispettorato di P.S. di via Cologna, deportato 1.5.45

* 38. BARBERINI Pompeo, G.D.F, deportato 2.5.45

39. BARBAS Domenico, disperso a Villa del Nevoso

* 40. BARICCHIO Gregorio, esattore, segretario P.N.F. di Rovigno fino al ‘43, deportato il 3.5.45

41. BARRA Vincenzo, RIMPATRIATO

42. BARUT Servolo, partigiano ucciso in Risiera

43. BASTIANELLO Ermenegildo, non ci sono notizie

44. BASTIANI Enzo, non ci sono notizie

* 45. BASTIANINI Armido, G.C., deportato a Lubiana, forse fucilato il 23.12.45

* 46. BATTAGLIA Giovanni, G.D.F, deportato 1.5.45

* 47. BATTISTA Giovanni, P.S., deportato a Lubiana, forse fucilato il 6.1.46

48. BATTISTELLA Ermanno, partigiano, disperso presso Treviso nell’aprile del ‘45

* 49. BAUCON Giuseppe, domobranec a Gorizia, deportato a Lubiana, era ancora vivo nell’estate del ‘46 (testimonianza di       A. Bergera)

* 50. BAUS Mario, domobranec, deportato maggio ‘45

51. BAZZOTTI Ugo, non ci sono notizie

52. BEACO Livio, disperso il 18.3.46 per “strascichi di guerra”

* 53. BELLAVIA Giovanni, G.D.F., deportato a Lubiana

54. BELTRAMINI Emilio, ucciso il 3.11.45 per “strascichi di guerra”

55. BENAGLIA Liana, duplicata dall’elenco di Gorizia

56. BENCO Giorgio, G.C., caduto nel ‘44 in azione di guerra

57. BENDINELLI Luigi, RIMPATRIATO

58. BENEDETTI Cesare, RIMPATRIATO

* 59. BENEDETTO Giuseppe, telefonista del Genio, deportato a Lubiana

60. BENETTI o BENEDETTI Livio, non ci sono notizie

61. BENINI Antonio, non ci sono notizie

62. BENINICH Mario, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 63. BENUSSI Vittorio, brigadiere di P.S., deportato il 3.5.45

64. BENVENUTI Attilio, squadrista soprannominato “Furia”, disperso in Istria

65. BERGAMIN Mario, non ci sono notizie

66. BERGERA Arturo, RIMPATRIATO

67. BERNES Ovidio, RIMPATRIATO

68. BERTETTI Fiorenzo, RIMPATRIATO

* 69. BERTI Luigi, G.C., fucilato a Sesana 2.5.45

70. BERTILINI Gildo, non ci sono notizie

71. BERTOS Guido, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 72. BIAGI Longino, M.D.T, deportato maggio ‘45

73. BIANCHI Mario, duplicato dall’elenco dell’Istria

74. BIANCHIN ???, risulta morta nel ‘47 (dati dello stato civile)

* 75. BIGAZZI Angelo, capo degli agenti di custodia al Coroneo. Risulta infoibato nella Plutone (da altre fonti fucilato a            Sesana); avrebbe fatto deportare in Germania diversi agenti di custodia a lui sottoposti.

* 76. BILATO Massimo, P.S. Ispettorato, deportato 1.5.45

* 77. BTLLARDELLO Antonio, G.D.F., deportato 2.5.45

* 78. BINETTI Corrado, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato il 6.1.46

79. BISCARDO Luigi, morto a Dachau

80. BLANCHET Gennaro, disperso a Fiume

* 81. BLASINA Rodolfo, commesso, infoibato al Tabor di Opicina (nei pressi di Sesana) con DI PUMPO e PATTI (v.)

* 82. BLASOVICH Antonio, civile, deportato il 7.5.45

83. BLESSI Camillo, G.C., morto a Portogruaro il 12.5.44 per infermità contratta in servizio

* 84. BLOTTA Armando, già colonnello del Tribunale Militare, deportato a Lubiana, forse fucilato il 6.1.46

* 85. BOATO Argante, P.S. Ispettorato, deportato il 4.5.45

* 86. BOATO Riccardo, P.S., deportato il 4.5.45

87. BOCEDI Luigi, non ci sono notizie

88. BOFFITTO Giacomo, ucciso il 23.1.46 da forze sconosciute

* 89. BOLDRIN Menotti, sindacalista P.N.F., deportato a Lubiana, forse fucilato il 6.1.45

* 90. BONADOCE Antonio, G.D.F, deportato il 4.5.45

91. BONANNO Aniello, da alcune fonti sarebbe stato ucciso dai tedeschi in quanto partigiano nel                                  ‘44 (in I.F.S.M.L. non c’è)

* 92. BONANNO Carmelo, carabiniere, deportato il 15.5.45

* 93. BONARA Dario, segretario della Banca d’Italia, deportato a Lubiana, forse fucilato il 6.1.46

94. BONAZZA Giovanni, RIMPATRIATO

95. BONETTI Bruno, RIMPATRIATO, morto nel 1951

* 96. BONETTO Giulio, G.D.F., deportato il 2.5.45

* 97. BONGIOVANNI Emanuele, G.D.F., deportato il 2.5.45

98. BONIFACIO Egidio, G.C., passato ai partigiani, disperso in combattimento il 20.9.44

* 99. BONIFACIO Giorgio, M.D.T, disperso 25.5.45 (ma non si sa se a Trieste o in Istria, Pirina lo mette in tre elenchi)

100. BONINI Pierluigi, RIMPATRIATO, morto il 22.11.1952

101. BONO Gaetano, RIMPATRIATO

   102. BONANINI Ermanno, militare, deportato a Borovnica (ma I.F.S.M.L. non ha dati forniti dallo stato civile)

* 103. BORDON Giovanni, Polizia Economica, deportato il 12 maggio ‘45

104. BORELLO Giovanni, non ci sono notizie

105. BORGO Luigi, non ci sono notizie

106. BORRI Giuseppe, duplicato dall’elenco di Gorizia

107. BORTOLOZZO Fides, morta l’1.5.45 durante l’insurrezione

   108. BORTOLUZZI Mario, G.C. passato coi partigiani ed ucciso dai tedeschi nel ‘44 (in I.F.S.M.L. non è segnalato)

109. BOSCHET Giovanni, RIMPATRIATO

110. BOSCHETTI, duplicato del precedente

* 111. BOTTIGLIERI Domenico, P.S. Ispettorato, deportato il 1.5.45

* 112. BRACCINI Augusto, P.S. Ispettorato, deportato il 21.5.45

113. BRACCO Melchiorre, non ci sono notizie

* 114. BRANCA Elvio, rappresentante dell’Istituto Farmacoterapico, deportato il 5.5.45 a Prestrane o a Borovnica

115. BRANDOLISIO Ezio, RIMPATRIATO

116. BRAULIN Beppino, RIMPATRIATO

117. BREGAR Giorgio, S.S., fucilato a Lippa l’8.2.45

118. BRETZEL Giuseppe, morto nel ‘46 dopo un pestaggio ad una manifestazione

119. BRUCCHERI Antonio, RIMPATRIATO

120. BRUCCOLERI Guido, bersagliere catturato a Tolmino

121. BRUNELLO Ruggero, G.C., morto il 18.4.44 in azione di guerra

* 122. BRUNEO Antonio, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato il 6.1.46

* 123. BRUNI Enrico, maresciallo maggiore di fanteria; deportato il 1.5.45

124. BRUSI Amedeo, morto il 20.10.44 in scontro con partigiani

   125. BURDIAN Vladimiro, interprete, deportato a Lubiana, probabilmente rimpatriato, in I.F.S.L.M. non è segnalato

126. BURI Francesco, G.C., morto con Fonda Savio nell’insurrezione di Trieste 1.5.45

127. BURLINI Riccardo, prelevato a Capodistria

* 128. BURZACHECHI Giovanni, già C.C. poi P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato il 6.1.46

* 129. BUSCEMI Cesare, G.C. poi C.V.L., morto in carcere a Lubiana il 16.3.46

130. BUTTI Giusto, morto il 16.4.47 in seguito ad aggressione

* 131. BUZZAI Federico, G.C., deportato 2.5.45, morto il 19.6.45 in un tentativo di fuga

132. CADELLJ Flavio, non ci sono notizie

   133. CAGGIARI Romeo, squadrista, deportato a Lubiana e fatto uscire il 6.1.46; risulta processato a Trieste il 17.6.46. per saccheggi di negozi di Israeliti a Trieste

134. CALCINA Giuseppe, partigiano caduto 1’8.2.45

* 135. CALLEGARIS Ermanno, informatore delle S.S., deportato a Lubiana, morto in prigionia

136. CALZI Antonio, morto l’1.11.46 per “strascichi di guerra”

* 137. CAMMINITI Sante, P.S. Ispettorato, infoibato nella Plutone

* 138. CAMPANA Gerardo, G.D.F., deportato a Skofja Loka, morto il 13.7.45

* 139. CAMPUS Costantino, G.D.F., deportato 2.5.45

* 140. CANNAVO’ Carmelo, G.D.F., deportato 2.5.45

141. CANDUSIO Fausta, duplicata dall’elenco di Gorizia

142. CANTORE Luigi, militare, deportato a Borovnica, ma non è segnalato in I.F.S.L.M.

* 143. CANTARONE Luigi, milizia confinaria, deportato il 30.5.45

* 144. CARAMBELLA Michele, marinaio R.S.I., deportato a Borovnica

* 145. CARBONINI Antonio, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, probabilmente fucilato il 7.1.46

146. CARDINALI Giuseppe, bersagliere catturato a Tolmino

   147. CARIS Norma, recte PRIMOSI Norma in KARIS: da I.F.S.L.M. risulta fucilata a Lubiana il 31.3.45 dai nazifascisti, da altre fonti risulta essere stata arrestata dalle S.S. e liberata l’1.5.45, poi arrestata e portata a Lubiana dove sarebbe morta in carcere nel ‘47, oppure si sarebbe risposata (il primo marito, Karis Ezio, fu ucciso in Risiera). Probabile confusione con la successiva KARIS Valeria

148. CARLETTI Carlo, RIMPATRIATO

* 149. CARLINI Mario, X Mas, deportato 14.5.45

150. CARMASIN Salvatore, morto nell’aprile del ‘45 in azione di guerra

151. CARNELLI Arturo, morto nell’aprile ’45 in azione di guerra

152. CARNETTI (KORITNIK) Giacomo, arrestato da partigiani il 5.1.44 e disperso

152. CARNEVALI Giustino, duplicato dall’elenco di Gorizia

154. CAROLLO Giuseppe, non ci sono notizie

155. CAROSI Ennio, duplicato dall’elenco di Gorizia

156. CARPINE Giuseppe, P.S., deportato a Lubiana, fatto uscire 6.1.46 (in I.F.S.L.M. non c’è)

   157. CARTA Giovanni, P.S., prelevato 24.3.46 al blocco confinario di Albaro Vescovà e scomparso

* 158. CARUSO Francesco, G.D.F., deportato il 2.5.45

* 159. CARVANA Gaspare, X Mas, deportato 2.5.45

160. CARVIN Vittorio, da Cherso, scomparso nel ‘43

* 161. CASADIO Alfredo, militare, deportato a Lubiana 4.5.45

* 162. CASALE Armando, G.D.F., deportato 1.5.45

* 163. CASSANEGO Giovanni, avvocato ed industriale aderente al P.N.F., deportato a Lubiana

* 164. CASSIANI Francesco, M.D. T portuale, squadrista, deportato 17.5.45

* 165. CASSINADRI Vasco, M.D.T. portuale, arrestato a Monfalcone, disperso a Borovnica

* 166. CASTAGNA Antonio, P.S. Ispettorato, arrestato a Muggia 31.5.45 (duplicato del n. 1407)

* 167. CASTIGLIONI Stefano, G.D.F., deportato 2.5.45

* 168. CASUCCI Ivo, sorvegliante alla Fabbrica Macchine, arrestato il 3.5.45

* 169. CATTAI Mario, P.S. arrestato 1.5.45

* 170. CATTANI Roberto, P.S., deportato a Lubiana, forse fucilato il 6.1.46

171. CAUL Antonio, RIMPATRIATO

* 172. CAVALIERI Giorgio, impiegato presso il silurificio a Pola, arrestato il 21.5.45, forse morto nell’agosto ‘45

173. CAVALLARO Giuseppe, membro della “Banda Steffè”, RIMPATRIATO

174. CAVAZZINI Gino, non ci sono notizie

175. CAVAZZON Ferruccio, disperso 12.2.45 per cause di guerra

176. CAVINI Augusto, morto il 6.3.47 per “strascichi di guerra”

177. CAZZATO Pietro, RIMPATRIATO

* 178. CECCANTI Anselmo, maresciallo Marina R.S.I., prelevato 5.5.45 disperso a Borovnica

* 179. CECCHI Gastone, autista, deportato il 5.5.45

* 180. CECCHI Mario (CECH Marian), domobranec, disperso a Sesana

181. CECCON Onorio, RIMPATRIATO

182. CELEGATO Sergio, RIMPATRIATO

183. CELENTANO Mario, duplicato dall’elenco dell’lstria

* 184. CENTOLANZE Pompeo, M.D.T. Brigate Nere, deportato il 2.5.45

   185. CERJAK Erich, austriaco residente a Bled, S.S. responsabile di Radio Litorale, deportato a Lubiana forse fucilato il 6.1.46

186. CERMAK Amedeo, RIMPATRIATO

187. CERNE Albino, non ci sono notizie

188. CERNE Luigi, ufficiale della Belagarda, prelevato a Trieste il 20.9.45 e scomparso

189. CERNIA Mario, non ci sono notizie

190. CERNIGOI Renata n. LEMBO, duplicata dall’elenco dell’Istria e dal n. 1342 (v.)

* 191. CERQUENI Alberto, collaborazionista, I.S.F.L.M. lo dà come deportato il 6.5.45, ma da altre fonti risulta arrestato dai partigiani nel dicembre ‘44 o gennaio ‘45.

192. CERVIATTI Mario, G .C., disperso il 10.1.45 per cause di guerra

* 193. CERULLI Mario, G.D.F., squadrista, deportato 2.5.45

194. CESCUT Margherita n. POLICH, non ci sono notizie

195. CESCUTTI Domenica, duplicata dall’elenco dell’Istria

196. CESCUTTI Giovanni, duplicato dall’elenco dell’Istria

197. CESCUTTI Ines, duplicata dall’elenco dell’Istria

198. CESTENIZZA Nerone, morto il 28.8.47 per ferita d’arma da fuoco

* 199. CHEBAT (KEBAT) Arrigo, squadrista, impiegato cassa Mutua, infoibato nella Plutone

200. CHERTI Lino, morto il 25.4.45 a Monfalcone

201. CHESI ..?.., scomparso in Dalmazia

* 202. CHIANURA Ciro, G.D.F., deportato il 2.5.45

203. CHIEREGO Manlio, bersagliere catturato a Tolmino, morto a Škofja Loka il 2.9.46

204. CHIOLA Carlo, non ci sono notizie

205. CHINNICI Luigi, P.5., disperso 21.12.44 cause di guerra

* 206. CHIRONI Antonio, G.D.F., deportato 2.5.45

* 207. CIACCHI Giuseppe, M.D. T., arrestato a Muggia il 24 maggio ‘45

208. CIACCHI Guerrino, S.S., fucilato a Lippa 8.2.45

   209. CIAN n. DRAGAN Gisella, infoibata a Padriciano con il convivente SAVI Marcello (v.) duplicata dal n. 296

* 210. CIARLANTE Nicola, G.D.F., deportato 2.5.45

211. CICCOCIOCCO Vittorio, RIMPATRIATO

* 212. CIMA Vittorio, infoibato a Monrupino perché rubava

213. CIMBARO Pietro, arrestato a Postumia

214. CIMINI Virgilio, duplicato dall’elenco di Fiume

* 215. CIPOLLA Raffaele, G.D.F., deportato 1.5.45

* 216. CIPOLLI Aldo, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato il 23.12.45

* 217. CIPRIANI Otello Salvatore, P.S., arrestato il 19.5.45

* 218. CITTER Armando, caposquadra M.D.T., disperso a Pirano

* 219. CIVRAN Nicolò, operaio Arrigoni, arrestato il 4.5.45

* 220. CIVARDI Giuseppe, guardiano alla Gaslini, deportato l’11 maggio ‘45

221. CLENNOVAR Niccodemo, duplicato dall’elenco dell’Istria

222. COBEZ Guido, arrestato dai partigiani il 12.11.44

* 223. COBISI Francesco, G.D.F., deportato il 2.5.45

224. COBOLLI Giorgio, RIMPATRIATO

* 225. COCCIMIGLIO Salvatore, G.D.F., deportato 2.5.45

226. CODAN Arnaldo, duplicato dall’elenco di Parenzo

227. CODAN Mafalda da Parenzo, ivi arrestata e poi esule in Italia

* 228. COGHE Giuseppe, G.D.F., deportato 1.5.45

* 229. ČOK Dora, collaborazionista, infoibata a Gropada

230. ČOK Giuseppe, morto il 27.4.47 per “strascichi di guerra”

231. COLAMARTINO Sergio, RIMPATRIATO

* 232. COLANGIULO Giovanni, M.D.T. ferroviaria, deportato a Lubiana

233. COLAUTTI Giuseppe, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 234. COLETTA Francesco, G.D.F., deportato il 2.5.45

235. COLLURA Francesco, militare disperso in azione di guerra in località imprecisata

236. COLONNELLO Tito Livio, G.C., morto 26.8.48 per conseguenze di un bombardamento

237. COMISSO Aldo, RIMPATRIATO

238. COMPAGNONI Felice, RIMPATRIATO

239. CONCILIO Domenico, RIMPATRIATO

240. CONSIGLIO Vito, G.D.F., non ci sono notizie

241. CONSOLARO Bruno, militare, scomparso a Brioni

242. CONSOLO Angelo, G.D.F., non ci sono notizie

* 243. CONTE Agostino, usciere al Comune di Trieste, deportato il 3 maggio ‘45

* 244. CONTE Mario, P.S., deportato a Lubiana, forse fucilato il 30 dicembre ‘45

* 245. CONTENTO Mariano, gerente COOP P.N.F., deportato a Lubiana, forse fucilato il 6.1.46

* 246. CONTESSO Vincenzo, impiegato al silurificio di Fiume, arrestato a Trieste, portato a Fiume, ivi deceduto 29.4.47

* 247. CONTESSO Laura n. JURINOVICH, moglie del precedente e con lui arrestata

248. CONTINO Biagio, duplicato da elenco Gorizia

249. CORONICA Luigi, militare non ci sono notizie

250. CORRENTE Giordano, duplicato elenco Gorizia

* 251. CORSALE Salvatore, G.D.F., deportato 2.5.45

252. CORSARO Franco, RIMPATRIATO

* 253. CORSI Accorsio, caposquadra M.D.T., disperso a Zagabria

254. CORTELLINO Angelo, G.C., disperso 18.8.44 in azione di guerra

255. CORTESE Mario, duplicato dall’elenco di Gorizia

   256. CORTEZ ..?.., non ci sono notizie, potrebbe trattarsi di certo Gordes, francese, morto in prigionia a Lubiana nel ‘47

257. COSENTINO Giuseppe, RIMPATRIATO

* 258. COSSU Pasquale, M.D.T., arrestato a Sistiana

* 259. COSTA Giovanni, P.S., deportato a Lubiana, forse fucilato il 6 gennaio ‘46

* 260. COSTANZO Mario, meccanico per i Tedeschi, deportato a Borovnica

261. COSULICH Teofilo, duplicato dall’elenco di Gorizia

262. COTTERLE Silvano, militare a Monfalcone

263. COVACICH Umberto, duplicato dall’elenco di Gorizia (KOVACICH)

264. COVATTA Giovanni, RIMPATRIATO

265. COVATTA Raffaele, RIMPATRIATO

266. COZZI Serafino, bersagliere catturato a Tolmino

267. CRASNICH Giuseppe, duplicato dall’elenco di Gorizia

268. CRASTI Matteo, duplicato dall’elenco dell’Istria

269. CREMASCO Luigi, duplicato dall’elenco dell’Istria

270. CREMENI Stefano, duplicato dall’elenco dell’Istria

271. CRESSELLJ Leopoldo, esattore delle imposte prelevato da forze sconosciute 13.12.43 tra

Cave Auremiane e Divaccia e scomparso

* 272. CRISA Ottocaro, interprete S.S., Ispettorato P.S., spia, deportato a Lubiana, forse fucilato 23.12.45

* 273. CRJSTOFOLI Giordano, M.D.T impiegato del fascio a Lubiana, morto il 12.12.45 di tifo in prigione a Lubiana

274. CROVATIN Guglielmo, duplicato dall’elenco dell’Istria

   275. CUCCHINI ..?.. forse KUKEC Ivan, P.S. di Postumia, deportato a Lubiana, forse fucilato il 30.12.45

276. CUMER Giordano, RIMPATRIATO, duplicato dall’elenco di Gorizia

277. CUMIN Bruno, S.S., fucilato a Lippa 8.2.45

* 278. CUMO Mario, G.C. poi C.V.L., deportato a Lubiana, forse fucilato 30.12.45

279. CUNEO ..?.., non ci sono notizie

* 280. CUSUMANO Giovanni, P.S., deportato 2.5.45

* 281. CUNSOLO Angelo, G.D.F., deportato 2.5.45

282. DACATRA Sergio, non ci sono notizie

283. D’ACIERNO Federico, duplicato dall’elenco di Gorizia

   284. D’AGOSTINO Domenico, ferroviere, prelevato da partigiani 14.4.44 a Moccò e scomparso, vedi il n. 285

285. D’AGOSTINO Umberto, figlio del precedente, arrestato col padre e RIMPATRIATO

* 286. DALCANTON Mario, G.D.F., deportato 2.5.45

287. D’ALESSANDRO Ferruccio, RIMPATRIATO

288. D’ALESSIO Alberto, RIMPATRIATO

* 289. D’AMATO Giuseppe, G.D.F., deportato maggio ‘45

* 290. D’ARCANGELO Mario, G.D.F., deportato a Borovnica, morto il 10.7.45

291. DAMIANI Filippo, non ci sono notizie

292. DAMIANI Giovanni, arrestato 14.2.44 da partigiani

293. DAMIANI Stefano, RIMPATRIATO

294. DAPRETTO Umberto, non ci sono notizie

295. DARARIO Pietro, non ci sono notizie

* 296. DARGAN (recte DRAGAN) Gisella, duplicato CIAN Gisella n. 209, infoibata a Padriciano con SAVI

* 297. D’ARGENZIO Angelo, barbiere deportato a Prestranek

* 298. DEANCOVICH Miranda, neonata prelevata con la famiglia, morta a Spalato 7.12.45 [9]

299. DE BARTOLI Giuseppe, non ci sono notizie

300. DE CARLO Domenico, duplicato dall’elenco di Gorizia

301. DE CLEVA Bruno, duplicato dall’elenco di Gorizia

302. DE CRISTOFORI ..?.., non ci sono notizie

303. DE DOLCETTI Giulio, G.C., non ci sono notizie

* 304. DE DOMENICO Giovanni, M.D.T., deportato il 31.5.45

* 305. DE FILIPPI Francesco, G.D.F., prelevato 1.5.45

* 306. DE FRANCESCHI Antonio, G.C., deportato a Lubiana forse fucilato il 30.12.45

307. DE FRANZA Adelina, arrestata da partigiani a Valdarsa il 26 marzo ‘45

* 308. DE PURLANI Licia, maestra di piano, arrestata il 2.5.45

   309. DE GALASSO Antonio, P.N.F., deportato a Lubiana e fatto uscire dal carcere 24.12.45, RIMPATRIATO (vedi n. 457)

* 310. DE GIORGIS Renzo, G.D.F., deportato 1.5.45

311. DE GRASSI Cesare, duplicato da elenco Istria

312. DE GRASSI Libero, non ci sono notizie

313. DE GUARRINI Aldo, duplicato dall’elenco di Gorizia

314. DEL BEN Giuseppe, militare, disperso durante uno scontro con partigiani il 31.1.45

315. DEL COCCO Antonio, non ci sono notizie

316. DEL FERRARO ..?.., RIMPATRIATO

317. DEL GIUDICE Severino, non ci sono notizie

318. DEL COS Bruno, nato ad Isola, arrestato a Grado; in I.F.S.L.M. non è segnalato

319. DELISE Luigi, RIMPATRIATO

* 320. DELLA FAVERA Ferruccio, P.S., arrestato 1.5.45

321. DELL’AMORE Dario, non ci sono notizie

* 322. DELL’ANTONIO Carlo, militare poi C.V.L., prel. 2.5.45

323. DELLA NERA Duilio, non ci sono notizie

324. DELL’ARCA Giuseppe, duplicato dall’elenco dell’Istria

325. DEL MESTRE Eugenio, RIMPATRIATO, morto 2.11.52

* 326. DE NINNO Vincenzo, G.D.F., deportato 2.5.45

327. DE NITTIS Matteo, G.C., morto 1.5.45 in scontro con partigiani

328. DEL NEGRO Oliviero, G.C., morto 18.12.44 in scontro con partigiani ad Opicina

* 329. DEL PAPA Filippo, agente di custodia Ispettorato P.S., infoibato nella Plutone

330. DEL SAL Leonida, non ci sono notizie

* 331. DE MARCO Ferruccio, militare, prelevàto 15.5.45

332. DE MIRKOVICH Tea, RIMPATRIATA

* 333. DE MISTURA Camillo, farmacista, prelevato 21.5.45

334. DE PASQUALE Carmelo, ucciso da ignoti 23.9.45

* 335. DE PETRIS Zaccaria, prelevato 5.5.45

* 336. DE PONTE Ammirabile, G.C., arrestato a Trieste, ucciso a Capodistria

   337. DERNDICH Milena, in I.F.S.L.M. non risulta, Batoli scrive che fu vista in compagnia di partigiani

* 338. DE SARIO Emanuele, fruttivendolo, arrestato 26.5.45

* 339. DE SARIO Giacomo, squadrista, arrestato 17.5.45

* 340. DE SILANI Dante, G.D.F., deportato 2.5.45

* 341. DE SIMONE Mario, Ispettorato P.S., deportato 1.5.45

342. DE STALLIS Ennio (Eugenio?), arrestato a Monfalcone

* 343. D’ESTE Antonio, squadrista, federale a Gorizia, prelevato 19.5.45 a Trieste

344. DE TODARO ..?.., non ci sono notizie

345. DE VILLAS Mario, non ci sono notizie

* 346. DE VINCENZO Alessandro, militare, deportato a Borovnica

347. DE WALDERSTEIN F. (Federico), morto 7.10.51 “strascichi di guerra”

* 348. DI BELLO Angelo, X Mas, arrestato 1.5.45

349. DI DEMETRIO Alessandro, G.C., morto 10.6.44 nel corso del bombardamento di Trieste

* 350. DI DONATO Casimiro, G.D.F., prelevato 1.5.45

* 351. DI GENNARO Nicola, G.D.F., deportato 1.5.45

352. DI GERONIMO Luigi, P.S., morto 1.5.45 durante l’insurrezione

353. DI GIORGI Giovanni, bersagliere catturato a Tolmino

* 354. DI GREGORIO Gioacchino, G.D.F., deportato 2.5.45

* 355. DI MATTEO Italo, Todt, dep. a San Vito di Vipacco 1.5.45

   356. DI MURRO Michele, disperso in scontro con partigiani lungo la linea ferroviaria Trieste-Fiume il 20.1.44

357. DINI Dino, duplicato dall’elenco dell’Istria

358. DI NOIA Luigi, “Banda Steffè”, RIMPATRIATO

359. D’ORLANDO Carlo, disperso 15.4.45 cause belliche

* 360. DI PUMPO Emilio, capitano d’artiglieria reparti R.S.I., fucilato a Sesana e infoibato 24.5.45

* 361. DI ROSA Sebastiano, G.D.F., deportato 2.5.45

362. DI SALVATORE Giovanni, non ci sono notizie

* 363. DI SERIO Antonio, G.D.F., deportato 1.5.45

364. DI SIMONE Mario, non ci sono notizie (forse duplicato DE SIMONE n. 341)

365. DI STEFANO Salvatore, bersagliere catturato a Tolmino

366. DIVIACCO Giovanni, duplicato dall’elenco dell’Istria

367. DOLLERITE Luigi, G.C., non ci sono notizie

368. DOMENICHINI Nino, G.C., non ci sono notizie

369. DONATO Ugo, duplicato dall’elenco dell’Istria

370. DORIA Antonio, morto 10.6.44 in seguito ad un bombardamento

* 371. DRAGONETTO Angelo, vicecommissario P.S., deportato il 1.5.45

* 372. DRUZEICH Vincenzo, M.D.T., fucilato in Jugoslavia ottobre ‘45

* 373. DUBENKO Sergio, prelevato 26.5.45

   374. DUSE Renato, G.C. collegato al C.L.N., deportato in Germania e scomparso in lager sconosciuto

375. DUSSI Lucio, G.C., morto 30.4.45 durante l’insurrezione

   376. ELLENI Giuseppe, interprete del comando tedesco a Gorizia, scomparso a Mema per cause di guerra il 2.5.45

* 377. ELLERO Aldo, militare coi Tedeschi, prelevato il 17 .5.45

* 378. ELSI Renato, M.D.T., deportato a Lubiana, forse fucilato il 23 dicembre ‘45

* 379. ELSI Vincenzo, M.D.T. Brigate Nere, deportato a Lubiana forse fucilato 7.1.46

* 380. ENSTE Guglielmo, sorvegliante Fabbrica Macchine, arrestato il 4.5.45

381. EPPEIRA Pietro, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 382. ERMANI Mario, impiegato all’Ufficio Tecnico Comunale, arrestato 3.5.45

* 383. ESPOSITO Carmine, P.S. Ispettorato, infoibato a Gropada

* 384. FABAZ Aurelio, P.S., deportato 1.5.45

385. FABBRI Guerrino, RIMPATRIATO

* 386. FABBRINI Attilio, capitano M.D.T., arrestato 24.5.45

* 387. FABIAN Mario, P.S. Ispettorato, infoibato nel pozzo della miniera di Basovizza (Šoht)

388. FABIETTI Stelio, G.C., non ci sono notizie, forse duplicato n. 414

389. FACCHIN Dante, RIMPATRIATO

390. FACCHINETTI Giuseppe, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 391. FADDA Giovanni, G.D.F., deportato 1.5.45

392. FALCONE Cosimo, RIMPATRIATO

   393. FARAGGI Isidoro, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, fatto uscire il 30.12.45 (non è segnalato in I.F.S.M.L.)

394. FASAN Camillo, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 395. FASULO Salvatore, P.S., arrestato 1.5.45 in via Cologna

396. FATTORETTO Vittorio, duplicato dall’elenco di Gorizia

397. FATUR Rodolfo, S.S., morto 23.4.45 durante uno scontro a Jamiano

398. FAVA Neldo, non ci sono notizie

* 399. FAVALLI Virgilio, G.D.F., deportato 2.5.45

400. FAVRETTO Bruno, duplicato dall’elenco dell’Istria

401. FAZZINI Giulio, non ci sono notizie

* 402. FEGITZ Umberto, cassiere delle Assicurazioni Generali, deportato 29.5.45

* 403. FENEROLLA Giuseppe, G.D.F., deportato 2.5.45

404. FERLUGA Severino, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 405. FERNANDO Franco, G.D.F., deportato nel maggio ‘45

* 406. FERRANTE Concetto Guglielmo, P.S. già X Mas, deportato 8.5.45

407. FERRANTE Guglielmo, duplicato del precedente

408. FERRO Italia, dispersa settembre ‘43 a Sella delle Trincee

409. FERRO Giuseppe, bersagliere catturato a Tolmino

410. FERRO Pietro, bersagliere catturato a Tolmino

   411. FERRO Vincenzo, P.S. Ispettorato, fucilato a Carbonera (TV) da partigiani il 18.4.45 (a Carbonera furono fucilati il 28.4.45 Collotti e la sua banda)

412. FESTI Aquilino, scomparso in Istria

413. FIABETTI (FLABETICH) Silvano, RIMPATRIATO

* 414. FIABETTI (FLABETICH) Stelio, G.C., deportato a Lubiana e forse fucilato il 23.12.45

* 415. FIAMENGO Pietro, ferroviere, deportato 27.4.45

* 416. FIDANZA Giordano, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato 23.12.45

417. FILI Giovanni, morto il 16.7.47 per “cause collegabili alle vicende belliche”

418. FINATO Giobatta, non ci sono notizie

* 419. FINIZIO Giorgio, commercialista, deportato 3.5.45

* 420. FINOTTO Bruno, C.V.L. già X Mas, deportato 2.5.45

421. FIOCCO Claudio, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 422. FIORENZA Celestino, G.D.F., deportato 1.5.45

423. FISCHANGER Oscar, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 424. FISCHER Giacomo, impiegato, deportato 2.5.45

425. FISSORE Federico, M.D.T., deportato a Borovnica (non è segnalato in I.F.S.M.L.)

426. FLAMINIO Vladimiro, bersagliere catturato a Tolmino

427. FLAMINIO Silvano, bersagliere catturato a Tolmino

428. FLUMERI Carmine, non ci sono notizie

* 429. FOLGIO (recte FOGLIO) Carlo, G.D.F., deportato a Borovnica, morto 14.7.45

430. FOGOLIN Antonio, G.C., disperso 18.9.44 in azione di guerra

431. FONDA Bortolo, duplicato dall’elenco dell’Istria

432. FONDA Francesco, disperso 3.8.44 ad Opicina per cause di guerra

433. FONDA SAVIO Sergio, G.C., ucciso dai tedeschi 1.5.45 durante l’insurrezione

434. FONTANOT Libera, uccisa dai tedeschi 1.5.45

435. FORLEO Angelo, G.C., non ci sono notizie

436. FORLEO Antonio, S.S., ucciso dai partigiani a Jamiano

* 437. FORNASIR Luigi, G.D.F., deportato 1.5.45

* 438. FORTI Marcello, squadrista tenente medico, deportato 2.5.45, infoibato presso Basovizza (non nel pozzo della miniera)

439. FOTI Giacomo, non ci sono notizie

440. FOTI Giuseppe, P.S., morto il 25.4.45 durante uno scontro con partigiani

* 441 .FRABONI Emilio, operaio al cantiere San Rocco, arrestato il 20.5.45 (duplicato del n. 1413)

   442. FRAGIACOMO Carmela, uccisa 12.7.45 da elementi sconosciuti “cause probabilmente inerenti alla guerra”

   443. FRAGIACOMO Severino, G.C., morto 9.9.44 a causa dell’affondamento del piroscafo San Marco

   444. FRANCESCHINEL Giovanni, G.C., passato ai partigiani morto il 15.8.44 in combattimento presso Vipacco

* 445. FRANCESCHINEL Mario, macellaio, deportato nel maggio 45

* 446. FRATTE Antonio, M.D.T. Camicia Nera, deportato il 5 maggio ‘45

* 447. FRESNAN (recte FREGNAN) Erminio, P.S. Ispettorato, deportato 2.5.45

   448. FRONGIA Sebastiano, G.D.F., forse morto per ferita ad Abbazia (in I.F.S.M.L. non è segnalato)

449. FURLAN Renato, partigiano, disperso in Istria dal 15 novembre ‘44

450. FURLAN Albino, “Banda Steffè”, RIMPATRIATO

451. FORLANI OTTOGALLI Ferruccio, disperso in Istria l’11 aprile ‘45

* 452. FORNO Salvatore, insegnante, deportato il 25.5.45 a Capodistria

* 453. GAETANI Angelo, guardiano alla Dreher, deportato il 2 maggio ‘45

454. GAGGIOTTI o GACCIOTTI Roberto, bersagliere catturato a Tolmino

455. GALANTE Antonio, arrestato a Pola (in I.F.S.M.L. non è segnalato)

456. GALANTE Giuseppe, M.D.T., catturato da partigiani e ucciso il 20.9.44

457. GALASSO Antonio, duplicato di DE GALASSO (n. 310)

458. GALLAVOTTI Arrigo, forse arrestato a Gorizia

459. GALLAVOTTI Felice, non ci sono notizie

* 460. GALLI Vincenzo, G.D.F., deportato il 2.5.45

461. GALLINARI Renato, forse arrestato a Monfalcone

462. GALLITELLI Bernardino, risulta ancora vivente

463. GALLOPIN Lionello, duplicato dall’elenco di Gorizia

464. GALLUZZO Marsilio, duplicato dall’elenco dell’Istria

465. GALVANINI Renato, G.C., disperso 9.1.45 presso Comeno

466. GAMBA Giovanni, carabiniere, disperso il 25.7.44 per cause di guerra

* 467. GANDINI Arturo, G.D.F., deportato 2.5.45

468. GANGEMI Giovanni, RIMPATRIATO

* 469. GARLISI Angelo, P.S., deportato 17.5.45

470. GAROFALO Gaetano, non ci sono notizie

471. GASPA Giovanni, non ci sono notizie

472. GASPARINI Albino, duplicato dall’elenco di Fiume

* 473. GATTA Vittorio, squadrista, P.S. Ispettorato, infoibato presso Basovizza (non nel pozzo della miniera)

474. GAUDINA Pasquale, RIMPATRIATO

* 475. GEI Giovanni, squadrista, tipografo, deportato 13.5.45

476. GEMISA Francesco, forse arrestato a Gorizia

477. GEMMA Mario, P.S., non ci sono notizie

* 478. GENNARO Francesco, P.S., scomparso 1.5.45

* 479. GERACI Giovanni, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato 23.12.45

* 480. GERINI Mario, insegnante, deportato 15.5.45

* 481. GERMANI Alfredo, insegnante, deportato a Lubiana, forse fucilato 30.12.45

482. GHERSETTI Carmine, non ci sono notizie

483. GHISIANI Andrea, non ci sono notizie

484. GIACCA Agostino, duplicato dall’elenco dell’Istria

485. GIACCA Giovanna, non è stata mai deportata

* 486. GIACCA Giovanni, M.D.T., deportato 2.5.45

* 487. GIACCA Matteo, M.D.T., deportato 2.5.45

* 488. GIACCA Michele, Marina Militare, arrestato 1 maggio ‘45 a Sistiana

489. GIACCHETTI Renzo, X Mas, arrestato forse a Capodistria

490. GIACOMINI Giovanni, militare, morto 6.4.45 a Sarajevo

491. GIANBIANCO Salvatore, non ci sono notizie

492. GIANNETTI Giovanni, duplicato dall’elenco di Fiume

* 493. GIANNINI Enrico, C.I.L. (esercito del Sud), deportato il 23 maggio ‘45

494. GIANNINI Giuseppe, RIMPATRIATO

* 495. GIANOLLA Marcello, meccanico, deportato 2.5.45

496. GIANPICCOLO Domenico, dupl. dall’elenco di Gorizia

497. GIARDINA Vincenzo, S.S., fucilato a Lippa l’8.2.45

498. GIASCHE Giusto, disperso 20.5.45 sulla strada per Knin

* 499. GIOENI Giovanni, tramviere o impiegato presso Farsura, arrestato 4.5.45

* 500. GIOMBI Emilio, operaio ACEGAT, arrestato 30.5.45

* 501. GIOMO Aldo, meccanico presso la Questura, arrestato il 15 maggio ‘45

502. GIORDANO Gaetano, non ci sono notizie

503. GIORGI Mario, interprete a Lussinpiccolo, da lì scomparso

504. GIOVANNETTI Diego, duplicato dall’elenco di Gorizia

505. GITTARDI Ferdinando, militare R.S.I., fucilato 15.5.45 a Villa Vicentina

* 506. GIUFFRIDA Francesco, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato 30.12.45

* 507. GIULIANO Isidoro, G.D.F., deportato 2.5.45

508. GLAVICH Antonio, forse morto a Dachau (in I.F.S.M.L. manca)

509.GOJCA Luciano, M.D.T., disperso 11.4.45 in azione contro partigiani a Villa del Nevoso

510. GONNI Remigio, RIMPATRIATO

* 511. GORELLI Benito, P.S., arrestato 1.5.45

512. GRADENIGO Antonio, RIMPATRIATO

* 513. GRATTAROLA Teresio, M.D.T., disperso 24.5.45 Sesana

514. GRATTON Umberto, duplicato dall’elenco dell’Istria

515. GRAZZINI Alberto, duplicato dall’elenco dell’Istria

516. GRECO Francesco, G.C., non ci sono notizie

* 517. GRECO Matteo, P.S. Ispettorato, infoibato nella Plutone

518. GRECO Salvatore, RIMPATRIATO

519. GREGORI Ermanno, Todt, disperso Ajdovščina 28.3.45 durante un’azione partigiana

* 520. GREGORI Vincenzo, P.S., arrestato 1.5.45

521. GREGORIN Angelo, militare, infoibato a Gropada il26 aprile ‘44

* 522. GRIBALDO Roberto, G.D.F., deportato 2.5.45

523. GRIECO Giuseppe, RIMPATRIATO

* 524. GRIECO Pasquale, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana forse fucilato 6.1.46

525. GRILLANDI Antonio, catturato da partigiani 27.7.44

526. GRUBISSA Costantina, duplicata dall’elenco dell’Istria

527. GRUBISSICH Antonio, duplicato dall’elenco dell’Istria

528. GUARCELLO Giovanni, non ci sono notizie

529. GUARDONE Italo, non ci sono notizie

* 530. GUGLIELMOTTI Cesare, ispettore FS, deportato a Lubiana, forse fucilato 6.1.46

531. GUERRICA (recte GUERRICH) Andrea, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 532. IAFELICE Giovanni, P.S., deportato 1.5.45 a Postumia

* 533. IANNARONE Alfredo, calzolaio, arrestato 10.5.45

534. IDÀ Aurelio, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 535. IMBESI Giuseppe, G.D.F., deportato 2.5.45

* 536. IMPERATO Giuseppe, marinaio R.S.I., arrestato 2.5.45

* 537. IMPERLINI Giovanni, carabiniere, arrestato a Trieste e fucilato a Pisino

538. INGENITO Mario, RIMPATRIATO

* 539. INGRAVALLE Mauro, P.S. Ispettorato, deportato a Villa Decani

540. IREGANO Roberto, non ci sono notizie

541. ISIDORI Vincenzo, duplicato dall’elenco di Gorizia

542. ITALIANO Domenico, M.D.T, catturato a San Stino di Livenza

* 543. ITALIANO Prospero, P.S. catturato 1.5.45

544. JANNI Franco, non ci sono notizie

* 545. JURMAN Antonio, collaboratore di Radio Litorale, arrestato 26.5.45, morte presunta 31.8.45

546. KARIS Valeria, vedi n. 147

547. KARTASCHON Pavel, non ci sono notizie

548. KOBZA Goffredo, non ci sono notizie, forse era di Postumia

549. KONTELJ Rodolfo, come precedente

* 550. KRALJ Rosanna recte ROSANDRA Irena, ausiliaria, infoibata a Temenizza

551. KRAMER Maria, duplicata dall’elenco dell’Istria

552. KRIŽMANČIČ Michele, infoibato nella Plutone il 18.8.44 da forze sconosciute

553. KUEHNE Karl, non ci sono notizie

* 554. LABATE Pasquale, falegname presso l’Ala Littoria, residente a Pirano, scomparso da Trieste il 4.5.45

555. LA BELLA Stefano, RIMPATRIATO

556. LACCHINI Attilio, partigiano GAP, fucilato dai nazisti a Dornberg 13.8.44

* 557. LA DIANA Francesco, P.N.F., proprietario del teatro Filodrammatico, deportato nel maggio ‘45

558. LA FRANCA Domenico, RIMPATRIATO

559. LAGHI Mario, RIMPATRIATO

* 560. LAGHI Pietro, impiegato alla RAS, deportato a Prestranek

561. LAMBRONI ? forse LOMBRONI (584), ma non ci sono notizie

562. LANCEROTTO Luigi, RIMPATRIATO

563. LANTIERI Pietro, RIMPATRIATO

564. LA ROCCA Salvatore, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 565. LA SPADA Tommaso, G.D.F., deportato 2.5.45

* 566. LATINO Carlo, militare arrestato 11.5.45

567. LAULI (recte LAURI) Fabio, G.C., morto 2.5.45 durante l’insurrezione

568. LAVERSICOCCA Benedetto, RIMPATRIATO

* 569. LAZZARI Guglielmo, impiegato ACEGAT, deportato il 4 maggio ‘45

* 570. LAZZARINI Sergio, P.S., deportato 2.5.45

* 571. LEBAN Vittorio, P.S. Ispettorato, deportato 1.5.45

* 572. LECCE Mario, G.D.F., deportato 2.5.45

573. LEMBO Salvatore, non ci sono notizie

* 574. LEO Emilio, PS, deportato 10.5.45 da Sistiana

* 575. LE RISCHI Enrico, G.D.F., deportato 2.5.45

* 576. LE ROSE Francesco, G.D.F., deportato 2.5.45

* 577. LIBANTI Alberto, G.D.F., arrestato 21.5.45, morto il 21 agosto ‘45

* 578. LIBERATORE Corradino, M.D.T., catturato maggio ’45 e disperso

* 579. LICCIARDELLI Antonio, G.D.F., deportato 1.5.45

* 580. LIEGGI Angelo Paolo, G.D.F., deportato 1.5.45

* 581. LIGATO Antonino, G.D.F., deportato 1.5.45

582. LIVOLSI Francesco, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 583. LOMBARDO Gaetano, P.S., deportato 5.5.45

* 584. LOMBRANI (recte LOMBRONI) Remo, maresciallo Alpini P.N.F., deportato a Lubiana, morto 2.11.45 o 46

585. LONGO Bruno, arrestato a Monfalcone, ma non risulta da I.F.S.M.L.

* 586. LONGO Salvatore, capitano di Marina, deportato a Lubiana, forse fucilato 6.1.46

587. LORUSSO Pietro, ucciso da sconosciuti 9.7.46 per “cause collegabili alla guerra”

* 588. LUBIANA Bruno, M.D.T. Brigate Nere, guardia del corpo del federale Sambo, arrestato a Trieste e deportato a Lubiana, forse fucilato 6.1.46

589. LUBRANO Michele, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 590. LUCCARDI Giulio, ex podestà di Postumia, deportato maggio ‘45

591. LUCCHESI Giovanni, non ci sono notizie

* 592. LUCIANI Bruno, P.S., deportato 21.5.45

* 593. LUPI Lea cg. ROMANO, ausiliaria R.S.I., deportata a Lubiana, morta in carcere nel ’46 (vedi n. 918)

594. LUSINA Gabriele, duplicato dall’elenco di Fiume

595. MACCHI Giorgio, bers. catturato a Kobarid-Caporetto

* 596. MACKIEWYCZ Danilo o Daniele, oste domobranec, deportato 5.5.45

597. MAGGIO Augusto, duplicato dall’elenco di Gorizia

598. MAGLIANI Lino, duplicato dall’elenco dell’Istria

599. MALANDRINI Romano, duplicato dall’elenco di Gorizia

600. MALASPINA Domenico, non ci sono notizie

* 601. MALATESTA Angelo, G.D.F., deportato 2.5.45

602. MALINER Corrado, M.D.T., morto in azione di guerra a Dolina nell’aprile del ‘45 con la

moglie SALERNO Liliana (vedi n. 947).

603. MALINER Liliana, moglie del precedente, dupl. n. 947

604. MALLE Mario, Todt, catturato da partigiani 1.11.44

605. MANAFO’ Giovanni, duplicato da MONAFO’ n. 687

606. MANCUSO Giuseppe, carabiniere, disperso in Jugoslavia 25.2.44

* 607. MANERA Giovanni, G.D.F., deportato 2.5.45

608. MANFREDA Giordano, duplicato dall’elenco dell’Istria

609. MANGANO’ Attilio, non ci sono notizie

610. MANGERI Luigi, duplicato di MAUGERI Luigi (v. n. 641)

611. MANLI Luciano, G.C. poi partigiano C.L.N., ucciso in Risiera il 21.1.45, medaglia di

bronzo al valor militare

* 612. MANOS Francesco, G.D.F., deportato 2.5.45

* 613. MANZETTI Bruno, P.S., deportato 2.5.45

* 614. MANZIN Luciano, M.D.T., infoibato a Monrupino perché rubava con CIMA e MAURI (v. cap. III, par. 3)

* 615. MANZO Giovanni, P.S., deportato a Lubiana, forse fucilato 6.1.46

616. MARACICH Dario, duplicato dall’elenco di Fiume

617. MARANDINO Francesco, non ci sono notizie

618. MARASTONI ..?.. forse Mariano, X Mas, in I.F.S.M.L. non è segnalato

619. MARCOVICH Antonio, G.C. poi C.V.L., morto 2.5.45 durante l’insurrezione

* 620. MAREGA Alberto, squadrista M.D.T., segretario del fascio di Cattinara, infoibato a Gropada.

621. MAREGA Avellino, duplicato dall’elenco di Gorizia

622. MARENCIC Stanislao, non ci sono notizie

* 623. MARGUTTI Luigi, M.D.T., deportato 1.5.45 (da altre fonti sarebbe stato arrestato in Istria)

* 624. MARI Ernesto, P.S., comandante degli agenti di custodia al Coroneo, fece deportare altri agenti di custodia in Germania, infoibato nella Plutone

625. MARIGLIANO Ennio, non ci sono notizie

* 626. MARINI Guglielmo, X Mas, deportato a Lubiana, forse fucilato 6.1.46

627. MARINELLI Alessandro, RIMPATRIATO

* 628. MARINELLI Alfio, G.D.F., deportato 2.5.45, morto a Škofja Loka

629. MARINIELLO Agostino, G.D.F., duplicato dall’elenco di Gorizia

* 630. MARINO Antonio, G.D.F., deportato 27.5.45

631. MARINO Giovanni, S.S., duplicato dall’elenco di Gorizia

* 632. MAROTTA Paolo, G.D.F., deportato 1.5.45

633. MARRI Orlando, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 634. MARSILLI Eridanio, meccanico P.S., deportato 16.5.45

* 635. MARTIGNON Giuseppe, P.S., deportato 5.5.45

636. MARTINETTI Candido, bersagliere forse a Tolmino

637. MASÈ Albino, G.C., disperso il 24.9.44 in azione di guerra probabilmente partigiana nella

zona di Tamova

638. MASSARO Ettore, G.C., catturato da partigiani a Dolina il 17.1.44

639. MASTRACCHIO Edoardo, duplicato dall’elenco dell’Istria, già podestà di Villa Decani

640. MASTROCINQUE Nicola, non ci sono notizie

* 641. MAUGERI Luigi, P.S., disperso 1.5.45

* 642. MAURI Mario, M.D.T., infoibato a Monrupino perché rubava (v. cap. III, par. 3)

643. MAURO Emanuele, RIMPATRIATO

644. MAURUTO Nella, duplicata dall’elenco di Gorizia

645. MAZZONI Carlo, componente della banda Steffè, arrestato il 26.5.45 dal Comando città

perché coinvolto negli infoibamenti della Plutone, morto il 29.5.45 durante un tentativo di fuga.

* 646. MAZZONI Guerrino, M.D.T., arrestato il 5.5.45

647. MAZZUCHINI Giovanni, duplicato dall’elenco dell’Istria

648. MELIS Giovanni, carabiniere, disperso in località sconosciuta per cause belliche il 1.8.44

* 649. MELOTTI Ivo, contraerea Flak, deportato il maggio ‘45, era ancora vivo nel luglio ‘45

650. MENDIZZA Ernesto, arrestato a Pola (in I.F.S.M.L. non è segnalato )

651. MENEGHELLO ..?.., G.C., forse Danilo, ma non ci sono notizie

* 652. MENEGHELLO Romano, tenente di fanteria, poi C.V.L., già segretario della Banca d’Italia, deportato a Lubiana, forse fucilato 30.12.45

653. MENICHINI Dino, G.C., morto il 26.2.45 a Buchenwald

654. MEOLA Francesco, RIMPATRIATO

655. MERCIARI ..?.. duplicato del successivo

* 656. MERCIARI Giorgio, G.C. poi C.V.L., deportato a Lubiana, forse fucilato 31.12.45

* 657. MERLANI Cesare, G.D.F., deportato 2.5.45, morto a Borovnica nel luglio del ‘45

658. MESINEZ Lionello, G.C., molto il 9.9.44 in azione di guerra

659. MESSEROTTI Antonio, G.C., deportato dai nazisti, morto il 25.11.44

* 660. MESSINA Giuseppe, G.D.F., scomparso nel maggio ‘45

661. MIAN Carlo, RIMPATRIATO

662. MIANI Romualdo, RIMPATRIATO

663. MICHELI Antonio, non ci sono notizie

664. MICHELI Carlo, ucciso da partigiani 18.9.43

665. MICHELONE Aldo, scomparso da Pola

* 666. MICHIELI Ermenegildo, P.S. agente di custodia, deportato il 14.5.45

667. MIDEI Olimpio, non ci sono notizie

* 668. MIGNACCA Alessio, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato 30.12.45

669. MIKLUS Antonio, duplicato dall’elenco di Gorizia, RIMPATRIATO

670. MILANESE Gaetano, non ci sono notizie

* 671. MILANO Gaetano, P.S., probabilmente il MILAN facente parte dell’Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato il 6 gennaio ‘46

672. MILANOVIC Milan, ucciso 20.7.46 a Trieste da forze sconosciute per “strascichi di guerra”

* 673. MINAS Giuseppe, dirigente della Modiano, P.N.F., deportato a Lubiana e morto il 22.9.45

674. MINEO Bruno, duplicato del successivo

* 675. MINEO Giuseppe Bruno, G.C., fucilato a Sesana (maggio ‘45) o da altre fonti caduto nei pressi del Faro della Vittoria durante l’insurrezione come partigiano ( 1.5.45)

* 676. MINETTI Giuseppe, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato il 6.1.46

* 677. MION Arturo, cassiere della Banca d’Italia, deportato il 4 maggio ‘45

678. MIOTTO Dante, duplicato dall’elenco di Gorizia

679. MIRENGO Fulvio, duplicato dall’elenco di Gorizia

680. MISCIALI Emanuele, duplicato dall’elenco di Gorizia

681. MISCIALLI Giuseppe, RIMPATRIATO

682. MISSONI Antonio, non ci sono notizie

683. MOCELLINI Arrigo, RIMPATRIATO

684. MOGOROVICH Tullio, non ci sono notizie

* 685. MOLEA Domenico, G.D.F., deportato 3.5.45

686. MOLINARI Bruno, G.C., non ci sono notizie

* 687. MONAFO’ Giovanni, G.D.F., deportato 3.5.45 (v. n. 605)

688. MONDELLO Francesco, non ci sono notizie

689. MONEGO Guido, non ci sono notizie

* 690. MONFALCON Silvio, G.C., arrestato 2.5.45 in piazza Oberdan

* 691. MONFERRINI Bruno, G.D.F., arrestato 2.5.45, morto a Prestranek in un tentativo di fuga

* 692. MONTAGNA Mauro, P.S., arrestato 5.5.45

* 693. MONATANARI (recte MONTANARI) Stellio, G.C. già X Mas, arrestato a Pola, deportato a Lubiana, forse fucilato il 6 gennaio ‘46

694. MONTANARI ..?.., duplicato del precedente

695. MORABITO Giuseppe, non ci sono notizie

* 696. MORANDINI Angelo, meccanico delle cave di Longera, guardia P.S., infoibato a Gropada

* 697. MORANDINI Antonio, operaio alle cave di Longera, responsabile del fascio di Cattinara, infoibato a Gropada

698. MOREALE Dino, P.S., morto 8.9.43 “eventi bellici”

699. MORELLI ..?.. forse bersagliere, ma non ci sono notizie

700. MORELLO Giuseppe, duplicato dall’elenco di Gorizia

701. MORESCHI Angelo, non ci sono notizie

702. MORETTI Giuseppe, arrestato 10.2.44 da partigiani

703. MORGAN Tullio, G.C. poi partigiano garibaldino, fucilato 2.10.44 a Locavizza dai nazisti

704. MORIN Nicolò, duplicato dall’elenco dell’Istria

705. MOSCARDA Luciano, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 706. MOSETTI Rodolfo, militare della C.R.I., arrestato 3.5.45 presso Ilirska Bistrica.

* 707. MOTKA Carlo, industriale P.N.F., deportato a Lubiana, morto 28.8.45

* 708. MOTTA Cosimo, P.S., arrestato 2.5.45

709. MOZAN Luciano, arrestato da partigiani a Longera il 2 novembre ‘44, infoibato a Gropada

710. MROCHEN Giovanni, non ci sono notizie

* 711. MUIESAN Domenico, squadrista impiegato comunale, arrestato 11.5.45

* 712. MUIESAN Vittorio, impiegato Vigili del Fuoco, arrestato 9.5.45

* 713. MUNGHERLI Giuseppe, maresciallo dell’M.D.T., arrestato 2.5.45

* 714. MUNZONE Vincenzo, P.S., arrestato 11.5.45

715. MURADORI Benito, “Banda Steffè”, RIMPATRIATO

716. MURANO Virginio, non ci sono notizie

* 717. MURGIA Giovanni, G.D.F., deportato 2.5.45

* 718. MUSCOLINO Giovanni, P.S., deportato 1.5.45

   719. MUSINA Edoardo, componente della “Banda Steffè”, arrestato con MAZZONI (v.) processato a Lubiana, poi rilasciato, dovrebbe essere ancora in vita

720. MUZZOLINI Ivanno, alpino, morto a Dornberg nel 1944

* 721. NALON Giovanni, G.C., deportato a Borovnica, morto il 1 luglio ‘45

* 722. NANNUCCI Carlo, civile, arrestato l’1.5.45, morto a Borovnica

* 723. NARDELLA Giuseppe, Brigate Nere, deportato a Lubiana, forse fucilato 7.1.46

* 724. NARDELLI Mario, M.D.T. portuale, catturato ed ucciso a Sistiana 12.5.45

* 725. NARDINI Mario, M.D.T., prelevato 4.5.45

726. NAUTA Eugenio, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 727. NAVETTA Antonio, G.D.F., deportato 2.5.45

* 728. NELLI Lanciotto, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato 23.12.45

* 729. NICOLETTI Alessandro, GDF, deportato 2.5.45

* 730. NICOLETTI Cesidio, P.S. Ispettorato, deportato 2.5.45

* 731. NICOLINI recte MICOLINI Antonio, S.S. interprete al Comando di Trieste, deportato a Lubiana e forse fucilato il 6 gennaio ‘46

732. NICOLINI ..?.., vedi precedente

* 733. NIGRO Alfredo, P.S., prelevato 1.5.45

* 734. NOCENTINI Ernesto, squadrista M.D.T., deportato a Lubiana, forse fucilato 6.1.46

* 735. NOLFO Antonio Aldo, P.S., deportato 2.5.45

* 736. NOLFO Ernesto, impiegato alla Questura, deportato il 1 maggio ‘45

737. NORRITO Edmondo, RIMPATRIATO

* 738. NOTARI Renato, ispettore doganale arrestato 2.5.45; nel corso del processo per la sua scomparsa risultò che si spacciava per S.S. per interessi propri

739. NOVOTNI Rosetta, duplicato da POZNIK Rosalia (vedi)

* 740. NUMIS Filippo, commissario di P.S., deportato a Lubiana, forse fucilato 6.1.46

* 741. NUSSAK Silvano, P.S. Ispettorato, deportato 1.5.45

* 742. OBERTI Francesco, fattorino della Raffineria di San Sabba, deportato a Lubiana, morto il 30.3.47

* 743. ODONCINI Edvige Pia, uccisa da sconosciuti il 14.9.46 con TREVISAN Giusto (v.) per “strascichi di guerra” (della loro uccisione furono incolpati nel 1955 diversi membri del P.C.I., ex partigiani, tra cui Luciano Rapotez, che furono torturati per estorcer loro una confessione; dopo 34 mesi di carcerazione preventiva, al processo vennero tutti assolti)

* 744. OREL Giuseppe, impiegato al Lloyd Triestino, deportato il 3.5.45

745. OREL Elio, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 746. ORENGO Antonio, G.D.F., deportato 2.5.45

747. ORMAS Ruggero, RIMPATRIATO

748. ORSANELLI Bruno, duplicato dall’elenco di Fiume

   749. ORSI Federico, X Mas, forse prelevato in Istria e deportato a Lubiana (in I.F.S.M.L. non viene segnalato).

* 750. ORSINI (già MEDVEDSCEK) Vladimiro, maresciallo di P.S., deportato a Lubiana, forse fucilato i123.12.45

* 751. OTTA (recte OTA) Valentino, ucciso da partigiani a Borst il 28.4.45 con PETAROS e RODICA (v.)

752. OTTOCARO, duplicato da CRISA Ottocaro (n. 272)

* 753. OTTOLINI Enrico, X Mas, deportato a Lubiana, morto il 30 luglio ‘45

754. PACCHIONI Celestina, arrestata a Križ il 7.1.44 da partigiani

755. PACOSSI Bruno, P.S. Ispettorato, ucciso con Collotti presso Treviso 28.4.45

   756. PAGLIERICCIO Aristide, P.S., deportato a Lubiana, fatto uscire il 23.12.45 (in I.F.S.M.L. non c’è)

   757. PAGORDA ..?.. forse duplicato da BAGORDA (recte BAGORDO, v. n. 26), ma non ci sono notizie

* 758. PALA Giuseppe, G.D.F., deportato 2.5.45

759. PALADINO Pietro, non ci sono notizie

* 760. PALLARI Giuseppe, M.D.T. Brigate nere, deportato 2.5.45

761. PALLARO Giancarlo, RIMPATRIATO

762. PALMIERI Armando, P.S., disperso a Trieste 23.12.43 per cause di guerra

763. PALUDETTO Adriana, ausiliaria contraerea Flak, dispersa durante l’aprile del ‘45

764. PANDOLI Guglielmo, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 765. PANGONI Riccardo, cassiere del Banco di Sicilia, deportato a Lubiana

766. PANIGATTI Umberto, duplicato dall’elenco di Fiume

767. PANO Tommaso, duplicato dall’elenco di Fiume

* 768. PANTALENA Luigi, G.D.F., deportato 2.5.45

769. PANTORO Francesco, non ci sono notizie

770. PAOLI Paolo, RIMPATRIATO

* 771. PAOLONE Francesco, M.D.T., deportato a Lubiana, forse fucilato il 23.12.45

772. PAULUZZI Antonio, partigiano garibaldino, fucilato dai nazisti a Cal di Canale 28.11.44

773. PAPADOPULOS o PAPADOPOLI Giorgio,”Banda Steffè”, RIMPATRIATO

774. PAPAGNI Antonio, non ci sono notizie

775. PAPPALARDO Vittorio, X Mas, disperso in uno scontro con partigiani a Laurana 20.4.45

* 776. PARACUOLLO Gustavo, carabiniere poi P.S., arrestato a Hrpelje 1.5.45

* 777. PARISI Giovanni, P.S., deportato 2.5.45

* 778. PARISI Giuseppe, M.D.T., arrestato 29.5.45

* 779. PASTORE Paolo, P.S. Ispettorato, deportato 4.5.45 a Prestranek

780. PASTORELLI Romeo, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 781. PASUTTO Giovanni, P.S. Ispettorato o Polizia Economica, arrestato 6.5.45, morto a Lubiana il 30.8.45.

* 782. PATTI Egidio, squadrista M.D.T., già responsabile della colonia di Banne, arrestato 6.5.45, infoibato a Sesana

783. PATTAVINO Giulio, RIMPATRIATO

784. PATTI Egidio, duplicato del n. 782

785. PAULIC Margherita, dispersa a Zagabria 13.12.46

* 786. PAUSICH Maria, casalinga, deportata 10.5.45

787. PECCERILLO Donato, RIMPATRIATO

788. PECCHIARI Mario, Todt, disperso a Servola 30.4.45

789. PECE Raffaele, vivente, non è stato neppure deportato

* 790. PECENCO Alberto, maresciallo S.S. o Wermacht, interprete, arrestato 8.5.45

791. PELICANO’ Luigi, duplicato, dall’elenco di Gorizia

792. PELICI Cesare, bersagliere, in I.F.S.M.L. non è segnalato

* 793. PELIZON Giuseppe, infermiere all’Ospedale Maggiore, spia dei tedeschi, infoibato nella Plutone

794. PELLASCHIARI Antonio, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 795. PELLEGRINA Giacomo (in arte Nino D’ARTENA), attore, squadrista, spia, collaboratore di Radio Franz, denunciato come collaborazionista e condannato a morte da Radio Londra, arrestato 5.5.45, infoibato nella Plutone

796. PELLEGRINI Umberto, arrestato da partigiani il 2.6.44

797. PELLEGRINO Filippo, notizie contrastanti (in I.F.S.M.L. non è segnalato)

798. PELLICANI Vincenzo, duplicato dall’elenco di Gorizia

799. PENSO Aldo, X Mas, (in I.F.S.M.L. non è segnalato)

* 800. PERALTA Giovanni, G.D.F., deportato 2.5.45

801. PERESSON Gigliola, duplicata dall’elenco di Fiume

802. PERGOLIS Bruno, S.S., morto a Castagnevizza 3.4.45

803. PERIANI Antonio, scomparso da Prosecco nell’ottobre del ‘43

* 804. PERINI Antonio, G.D.F., deportato 2.5.45, morto il 20.7.45 a Škofja Loka

* 805. PERINI Bruno, inserviente all’Ospedale Psichiatrico, deportato 2.5.45

806. PESCE Giuseppe, vigile rurale militarizzato, catturato nel dicembre del ‘43 da partigiani ad

Opicina

807. PERSOGLIA Arminio, “Banda Steffè”, RIMPATRIATO

* 808. PETERNELLI Umberto, P.S., deportato 1.5.45

809. PERTOT Daniele, non ci sono notizie

810. PERTOZ (recte PERTOT) Giuseppe, X Mas, duplicato dall’elenco dell’Istria

811. PETEANI Stefano, RIMPATRIATO

812. PETRUCCELLI Pietro, G.C., non ci sono notizie

813. PETROVICH Nereo, duplicato dall’elenco dell’Istria

814. PETRUZZI Giampaolo, duplicato dall’elenco di Muggia

* 815. PETTAROS (recte PETAROS) Giuseppina nata RODICA, portalettere, uccisa a Boršt 28.4.45 con la figlia PETAROS e OTA (v.)

* 816. PETTAROS Adriana (recte PETAROS Andreanna), portalettere, uccisa a Boršt con RODICA e OTA

   817. PEZZOLI Aligi, G.C. poi GAP, ucciso ad Opicina dai nazisti durante un tentativo di fuga l’1.9.44

* 818. PEZZOLI Elena, cassiera C.L.N., arrestata 20.5.45

* 819. PIANI Mario, P.S. Ispettorato, arrestato 1.5.45

* 820. PIANIGIANI Guido, P.S., deportato 1.5.45

* 821. PIAZZA Calogero, P.S., deportato 3.5.45

* 822. PICCINI Aldo (recte PICCININ Pietro), squadrista, P.S. Ispettorato, infoibato nella Plutone

823. PICCININ Aldo, G.C., non ci sono notizie, forse duplicato dal precedente

* 824. PICCOLI Sergio, maresciallo interprete al comando tedesco a Monfalcone, arrestato a Trieste 5.5.45

* 825. PICOZZA Antonio, P.S. Ispettorato, infoibato nella Plutone

* 826. PIERAMICO Antonio, G.D.F., deportato 2.5.45

827. PIERAZZI Bruno, “Banda Steffè”, RIMPATRIATO

* 828. PIGATTI Bruno, G.D.F., deportato 2.5.45

* 829. PILLITTERI Salvatore, militare, deportato 1.5.45 morto a Borovnica

* 830. PILOT Marino, ferroviere, deportato 3.5.45

* 831. PIN Mario, P.S., deportato 1.5.45

* 832. PIRNETT1 Steno, G.C., deportato 2.5.45

* 833. PISCIOTTA Salvatore, P.S., deportato 1.5.45

* 834. PISETTA Luigi, P.S. Ispettorato, deportato 5.5.45

835. PISU Giorgio, non ci sono notizie

* 836. PITACCO Dario, G.C., arrestato 2.5.45 in Municipio

837. PITTERI Carlo, ucciso 5.10.47 a Boršt per “strascichi di guerra”

* 838. PIUCCA Eugenio, G.D.F, deportato 2.5.45

* 839. PIUZZA o PIERUZZA Giuseppe, G.D.F., deportato il 2 maggio ‘45

* 840. PIZZUTI Emilio Ennio, P.S., deportato 5.5.45

841. PIZZUTTO Vincenzo, duplicato dall’elenco di Muggia

842. PLISCO Bernardo, non ci sono notizie

843. PODESTA’ Luigi, RIMPATRIATO

844. PODGORNIK Gualtiero, RIMPATRIATO

* 845. POGGIOLI Gualtiero, G.D.F., deportato 1.5.45

846. POLAME Fulvio, scomparso a Ronchi

* 847. POLI Giusto, squadrista vicecaposquadra dell’M.D.T., deportato a Lubiana, forse fucilato 6.1.46

* 848. POLIDORO Edmondo, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato il 6.1.46

* 849. POLINI Arturo, civile, deportato 4.5.45

* 850. POLLI Carlo, impiegato, agente, infoibato nella Plutone

* 851. POLITO Francesco o Filippo, P.S., deportato 2.5.45

* 852. POMARA Filippo, P.S., deportato 2.5.45

* 853. PONZO Mario, C.V.L., già colonnello del Genio navale, deportato 2.5.45

* 854. PORCEDO (recte PORCEDDA) Alessio, G.D.F., deportato il 2.5.45

* 855. PORCU Giuseppe, M.D.T., deportato a Lubiana, forse fucilato 23.12.45

* 856. POROPAT Antonio, marina militare, deportato 1.5.45

* 857. POROPAT Giuseppe, carbonaio, torturatore di partigiani in Istria, infoibato nella Plutone

* 858. PORRO Alfonso, brigadiere M.D.T., deportato 1.5.45

859. PORRO Riccardo, bersagliere, catturato a Tolmino

* 860. POZNIK Rosalia, coniugata NOVOTNI, deportata a Lubiana, ancora viva nel ‘49, può trattarsi della “Rosetta S.S.” indicata da Bergera tra i detenuti di Lubiana

* 861. POZZI (recte POZZO) Antonio, G.D.F., deportato 2.5.45

862. POZZOLINI ..?.., X Mas, in I.F.S.M.L. non è segnalato

863. PRATI Giuseppe, non ci sono notizie

864. PREISSLER Percy, duplicato dall’elenco dell’Istria

865. PREMUS Carlo, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 866. PRESTI Rosario, G.D.F., deportalo 1.5.45, morto a Škofja Loka

867. PREVESSI Emilio, “Banda Steffè”, RIMPATRIATO

* 868. PROIETTI Orlando, M.D.T., deportato 4.5.45

869. PROTULIPAC Giovanni, ucciso il 31.1.46 da sconosciuti

870. PUDDU Giovanni, non ci sono notizie

871. PUGLISI Antonino, scomparso nel 1944

* 872. PUNIS Ettore, MDT, deportato 6.5.45

* 873. PUNIS Francesco, marina militare, deportato 2.5.45

874. PUIZZA (recte PUISSA) Giovanni, militare, duplicato dall’elenco di Gorizia

875. QUADRACCI Vincenzo, non ci sono notizie

876. QUARANTOTTO Pietro, RIMPATRIATO, morto il 18 gennaio ‘46

* 877. RADETTI Arturo, P.S., deportato 3.5.45 a Hrpelje

878. RADINI Lino, G.C., morto in scontro con partigiani vicino alla Risiera 25.10.44

879. RADOS Vittorio, G.C., morto 10.6.44 durante il bombardamento di Trieste

* 880. RAELLI Pietro, P.S. Ispettorato, catturato nell’aprile del ‘45, morto a Lubiana

881. RANDI Giuseppe, G.C., non ci sono notizie, forse duplicato n. 922

* 882. RANIERI (recte RAINERI) Bruno, G.C., deportato a Lubiana, forse fucilato 23.12.45

* 883. RANIERI Giorgio, G.C., arrestato in Municipio 2.5.45

* 884. RANIERI Salvatore, P.S., deportato maggio 1945

* 885. RANIOLO Gaetano, G.D.F., deportato 2.5.45

* 886. RAPISARDA Salvatore, P.S., arrestato 2.5.45

887. RASENI o RAZEM Lionello, G.C., morto 10.6.44 durante i bombardamenti

888. RASI Fabio, G.C., morto il 19.2.45 per infermità di guerra

889. RASPOR Francesco, arrestato 21.5.44 da partigiani ad Opicina o a Repentabor

* 890. RATHOFER Giovanni, civile, deportato 29.5.45 morto a Fiume

* 891. RAVELLI Claudio, P.S., deportato a Lubiana, forse fucilato il 23.12.45

892. RE Bruno, RIMPATRIATO

893. RE Menotti, RIMPATRIATO

894. REA Romano, G.C. poi C.L.N., morto 20.2.45 a Buchenwald

895. REBELLI Claudio, non ci sono notizie

896. REBEZ Danilo, rastrellatore mine, morto 28.9.45 per lo scoppio di una mina

897. REBEZ Remigio, X Mas detto “il boia della caserma Piave” a Palmanova, vivente

* 898. REBULLA Edoardo Luigi, G.C., arrestato nel municipio di Trieste, deportato a Lubiana

* 899. REDIVO Mario, G.C., morto in scontro con partigiani nei pressi di Duino il 6.8.44

900. RENDINA Luigi, catturato da partigiani ad Aquilinia il 23.4.45

* 901. REPEK Milan, militare R.S.I., arrestato 7.6.45

902. RESCHITZ Antonio, duplicato dal successivo

* 903. RESSIG Antonio, commerciante o militare, residente a Lubiana, arrestato a Trieste nel maggio ‘45, deportato e deceduto a Maribor il 14.9.46

* 904. RESTUCCIA Silvestro o Giuseppe, marina militare, catturato a Sistiana 10.5.45

* 905. RICATTI (recte RIGATTI) Giuseppe, tramviere, deportato il 3.5.45

* 906. RICCA Aldo, M.D.T., deportato 10.5.45

907. RICCA Angelo, bersagliere, catturato a Tolmino

908. RIMMANDO (recte RINAUDO) Salvatore, duplicato dal successivo

* 909. RINAUDO Salvatore, P.S., deportato 2.5.45

910. RIZZATTO Bruno, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 911. RIZZI Pietro Antonio, maresciallo di P.S., deportato il 1 maggio ‘45

912. RIZZO Antonio, duplicato dall’elenco di Gorizia

913. RIZZO Giovanni, P.S., catturato 25.4.45 da partigiani

914. ROBBA Luigi, duplicato dall’elenco di Muggia

915. RODA Sebastiano, non ci sono notizie

916. ROIATTI Angelo, non ci sono notizie

917. ROLLO Rocco, arrestato a Monfalcone (in I.F.S.M.L. non è segnalato)

918. ROMANO Lea n. LUPI, duplicato dal n. 593

919. ROMANO Luigi, morto il 10.6.44 ad Aquilinia (in I.F.S.M.L. non è segnalato)

920. ROMEI Paolo, militare dell’R.S.I., catturato nel gennaio ‘45 da partigiani

921. ROMEO Delfio, duplicato da Gorizia

* 922. RONDI Giuseppe, vigile urbano, arrestato 10.5.45 in piazza Dalmazia

923. ROSANDA o ROSSANDA Matteo, catturato in Istria

924. ROSANDA o ROSSANDA Tullio, duplicato da Gorizia

* 925. ROSSETTI Angelo, P.S. o S.S., deportato a Lubiana, forse fucilato il 6.1.46

926. ROSSETTI Guerrino, non ci sono notizie (forse duplicato da ROSSITTI n. 931 )

927. ROSSI Angelo, morto 1.5.45 durante l’insurrezione

* 928. ROSSI Dario, ingegnere, deportato 10.5.45

* 929. ROSSI Riccardo, capitano dell’artiglieria, arrestato nel maggio ‘45

930. ROSSINI Giovanni, non ci sono notizie

* 931. ROSSITTI Guerrino, operaio dell’ACEGAT, deportato il 2 maggio ‘45

* 932. RUBINO Italo, G.D.F. poi P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato 6.1.46

* 933. RUFINI Giuseppe, P.S., deportato 4.5.45

* 934. RUGGI Ciro, commissario di P.S., deportato a Lubiana, morto il 3.6.46

* 935. RUNCE Giuseppe, P.S., arrestato 1.5.45

936. RUPE Milan forse duplicato REPEK, altrimenti non ci sono notizie

937. RUPOLO Giordano, RIMPATRIATO

* 938. RUSSO Vincenzo, maresciallo P.S., deportato 1.5.45

* 939. RUTIGLIANO Tommaso, vicecommissario P.S., deportato il 1.5.45

* 940. SABBATINI Bruno, P.S. Ispettorato, arrestato 6.5.45, fucilato ad Ospo

941. SABEZ Fridi, duplicato dall’elenco di Fiume

942. SABLICH Giorgio, G.C., non ci sono notizie

943. SACCHI Pierino, duplicato dall’elenco dell’Istria

944. SACCHETTI Giovanni, non ci sono notizie

* 945. SACCONE Pancrazio, G.D.F., deportato 2.5.45

946. SALEHAR Francesco di Lubiana, non ci sono notizie

947. SALERNO Liliana, ausiliaria M.D.T., uccisa a Moccò col marito MALINER nell’aprile ‘45

da partigiani

948. SALVI Alessandro, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 949. SALVI Bruno, esattore delle imposte, catturato 10.5.45, disperso ad Ajdovscina

* 950. SALVI Ettore, agente daziario, deportato 4.5.45

* 951. SALVI Stanislao, arrestato nel maggio ‘45, morto a Fiume

952. SALVINI Iginio, non ci sono notizie

* 953. SALVO Giovanni, M.D.T., contraerea deportato 5.5.45

954. SAN Antonio, duplicato da SAU Antonio (v. n. 967)

955. SANCOVICH Giovanni, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 956. SAN GIORGI Leopoldo, P.S. Ispettorato, arrestato 2.5.45

* 957. SANTINI Bruno, P.S., catturato 1.5.45

* 958. SANTINI Mario, P.S., deportato 1.5.45, disperso nella zona di Hrpelje

959. SANCIN Mario, S.S., fucilato a Lippa 8.2.45

960. SARACENI Giovanni, duplicato del successivo

* 961. SARACENI Tommaso Giovanni, G.D.F., fucilato 2.5.45 a Roditi

* 962. SARDO Salvatore, G.D.F., deportato 1.5.45

963. SARIO Emanuele, negoziante, duplicato del n. 338

964. SARTA Carrnine, duplicato da SATTA n. 966

965. SASSAU Bernardo, non ci sono notizie

966. SATTA Carmelo recte Carmine, arrestato a Gorizia

* 967. SAU Antonio Mario, P.S., deportato 1.5.45, disperso a Hrpelje

968. SAUDER Luigi, arrestato a Pola

969. SAULI Giorgio, G.C. poi partigiano Garibaldi, morto il 20 aprile ‘45

* 970. SAULLE Virgilio, G.D.F., deportato 2.5.45

* 971. SAVI Marcello, negoziante, da altre fonti capo degli addetti al trasporto dei detenuti politici, infoibato a Padriciano con la convivente DRAGAN (v. n. 296)

* 972. SCAGLIONE Giuseppe, G.D.F., deportato 2.5.45

973. SCARINGI Domenico, bersagliere, arrestato a Gorizia

* 974. SCHIENA Pietro, militare R.S.I., arrestato il 12.5.45 a Barcola

* 975. SCHIAVON Bruno, Brigate Nere, deportato a Lubiana, forse fucilato 23.12.45

976. SCHWAB Teodoro, catturato il 2.6.44 da partigiani a Sesana

* 977. SCIALPI Gregorio, G.D.F., deportato 2.5.45

* 978. SCIMONE Francesco, P.S., deportato 3.5.45

* 979. SCIONTI Giuseppe, P.S., deportato 1.5.45

* 980. SCISCIOLI Gaspero, P.S. Ispettorato, infoibato nella Plutone

981. SCOCCIAI Giuseppe, non ci sono notizie

982. SCOGLIO Pietro, non ci sono notizie

983. SCOMINIO Francesco, non ci sono notizie

984. SCOTTO Nicola, G.D.F., morto a Borovnica (ma in I.F.S.M.L. non è segnalato)

* 985. SČUKA Antonio, già imputato nel “secondo processo di Trieste” celebrato dal Tribunale Speciale fascista, fu tra i quattro condannati a morte graziati. Esistono varie voci su un suo possibile tradimento ma non vi è niente di attendibile. Deportato a Prestranek

986. SEGA Carlo, farmacista, arrestato 9.4.45 a San Pietro del Carso

987. SELLI Stanislao, non ci sono notizie

* 988. SELVAGGI Raimondo, P.S., infoibato nella Plutone

989. SEMERARO Andrea, duplicato dall’elenco di Muggia

990. SENCICH Angelo, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 991. SEPPINI Antonio, squadrista, bracciante o commerciante, deportato 1.5.45,disperso a Lubiana

* 992. SERGI Saverio, P.S., deportato 1.5.45

* 993. SERRA Andrea, G.D.F., deportato 2.5.45

994. SERRA Giovanni, G.C., non ci sono notizie

* 995. SERRENTINO Vincenzo, ex-prefetto di Zara, catturato 8.5.45 a Trieste, fucilato a Sebenico

* 996. SERSINI Tullio, M.D.T. Brigata Mussolini, catturato a Trieste, morto 4.10.45 in ospedale a Precko (HR)

997. SFILIGOI Joseph, RIMPATRIATO

* 998. SFREGOLA Cosimo Damiano, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato 6.1.46

999. SGOBBA Pierino, catturato da partigiani a Divaccia il 26 aprile ‘44

1000. SICA Giuseppe, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, fatto uscire 30.12.45 (in I.F.S.M.L.

non è segnalato)

* 1001. SICUSO Biagio, P.S., deportato 5.5.45

* 1002. SIDDU Giuseppe, G.D.F., deportato 2.5.45

1003. SIDERINI Giuseppe, RIMPATRIATO

* 1004. SIGNORETTO Giuseppe, orologiaio, deportato 3.5.45

* 1005. SILLI Bruno P.S., deportato a Lubiana, forse fucilato il 30 dicembre ‘45

1006. SINIGOI Daniele, domobranec, RIMPATRIATO

1007. SOAVE Ervino, G.C., deportato dai nazisti 8.9.44, scomparso in un lager imprecisato

1008. SORANZIO ..?.., duplicato dall’elenco di Gorizia

1009. SORGE Marco, duplicato dall’elenco di Gorizia

1010. SORLI Enrico, RIMPATRIATO

* 1011. SORRENTINO Antonio, G.D.F., deportato nel maggio 45, morto a Borovnica

1012. SORTINO Gaetano, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 1013. SPADINO PIPPA Michele, G.D.F., deportato 2.5.45

1014. SPANGER Ermanno, duplicato dall’elenco di Gorizia col cognome SPANGHERO

1015. SPAVENTI Aldo, G.C. poi C.L.N., deportato Mauthausen, morto 20.1.45

1016. SPAZZAL Mario, duplicato dall’elenco di Gorizia

1017. SPECONIA (recte SPECOGNA) Enrico, ucciso 1.7.45 per “cause collegabili alla guerra”

1018. SPICCIANI Franceschino, arrestato a Postumia

1019. SPINAR Erich, duplicato dall’elenco di Gorizia come SPRINAR Enrico

* 1020. SPINELLI Domenico, G.D.F., deportato 2.5.45

1021. SPINELLI Gaetano, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 1022. SPINELLA Giovanni, P.S. Ispettorato, infoibato nella Plutone

1023. SPONGIA Romeo, bersagliere catturato a Tolmino

* 1024. SPOSTA Mario, P.S. fotografo della questura di Fiume, deportato nel maggio ‘45 da Trieste, morto il 28.5.47 a Maribor

1025. STACUL Oreste, duplicato dall’elenco di Gorizia

1026. STACUL Pietoso, arrestato a Gorizia (in I.F.S.M.L. non è segnalato )

1027. STAGNI Bruno, S.S., fucilato a Lippa 8.2.45

* 1028. STANCAMPIANO Giuseppe, G.C. poi C.V.L., deportato a Lubiana, forse fucilato 23.12.45

* 1029. STASSI Gaspare, G.D.F., deportato 2.5.45

1030. STEA Francesco, P.S., catturato 26.8.44 da partigiani

* 1031. STEFANIN Giuseppe, G.C., deportato a Lubiana, forse fucilato 30.12.45

1032. STEFANINI Giuseppe, duplicato del precedente

1033. STEFANUTTI Armando, P.S., morto 23.9.44 all’ospedale di Fiume per fatti di guerra

   1034. STEFFÈ Giovanni, capo della “banda Steffè”, arrestato 26.5.45 dalla polizia jugoslava perché infoibatore (Plutone), morto come MAZZONI (v. n. 645) in un tentativo di fuga

1035. STERMIN Francesco, duplicato dall’ elenco dell’ Istria

* 1036. STIC Ottone, aviere, deportato 2.5.45

* 1037. STIRBOCK Luigi, operaio ILVA, deportato 19.5.45

1038. STIVARIN (recte STIVANIN) Emilio, duplicato dall’elenco dell’Istria

1039. STOCCHI Franco, RIMPATRIATO

* 1040. STOLFA Ezechiele, cameriere, deportato 2.5.45

* 1041. STOLFA Renato, bracciante, disperso maggio ‘45

* 1042. STOPPA Mario Giorgio, P.S., infoibato nella Plutone

1043. STRACAMPIANO ..?.., duplicato da STANCAMPIANO (v. n. 1028)

1044. STRUCHEL Vittorio, RIMPATRIATO

* 1045. SUCCI Milano, G.D.F., deportato a Borovnica, morto il 23 luglio ‘45

1046. SUFFI Domenico, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 1047. SUPPANI Mario, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato 23.12.45

1048. SUSTERSICH Danilo, G.C., morto 14.7.44 in azione di guerra

1049. SVETINA Aldo, Todt, disperso 25.7.44 per cause di guerra

   1050. SVOZIL Aldo, G.C. poi partigiano Garibaldi, morto 16.8.44 presso Predmeja in azione partigiana

* 1051. TALÈ Pasquale, militare R.S.I., deportato 1.5.45

   1052. TAMIZANI (recte TAMISARI) Adriano, P.S. poi partigiano IV brigata GAP, morto 26.9.44 in Risiera

1053. TANZARIELLO Rocco, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 1054. TARNOLD Celestino, P.S., deportato 2.5.45

1055. TASSAN (GURLE) Guido, RIMPATRIATO, vivente

* 1056. TASSAN GURLE Luigi, cassiere ILVA, C.V.L., deportato 4.5.45

1057. TAUCER Stellio, “Banda Steffè”, RIMPATRIATO

* 1058. TAVOLATO Pietro, P.S., deportato a Lubiana, forse fucilato 6.1.46

1059. TAVOLIN Giorgio, RIMPATRIATO

1060. TEDESCHI Armido, RIMPATRIATO

* 1061. TERRANINO Pietro, P.S., deportato 3.5.45

1062. TESINI (forse TURINI) Carlo, non ci sono notizie

* 1063. TESTI Aldo, G.D.F., deportato 2.5.45

* 1064. TESTORE Ettore, giornalista, squadrista, informatore OVRA, collaboratore di Radio Litorale, responsabile di Radio Franz (radio di disturbo con false informazioni destinate ai partigiani), spia della S.S., denunciato come criminale da Radio Londra, deportato a Lubiana, forse fucilato 6.1.46

* 1065. TILOCA Luigi, G.D.F., deportato 2.5.45, morto a Škofja Loka agosto ‘45

1066. TINTI Luciano, RIMPATRIATO

1067. TIRITICO Sergio, G.C., arrestato a Monfalcone

1068. TODDE Pietro, forse di Monfalcone (in I.F.S.M.L. manca)

1069. TODISCO Cosimo, M.D.T., morto 30.4.45 a Susegana (Treviso)

* 1070. TOLARDO Francesco, G.D.F., deportato 1.5.45

1071. TOMADIN Bruno, G.C., non ci sono notizie

* 1072. TOMICICH Giorgio, P.S. Ispettorato, deportato 1.5.45

1073. TOMICICH Giuseppe, G.C., non ci sono notizie

* 1074. TOMMASI Donato, G.D.F., deportato a Lubiana, morto 10.6.45 per lo scoppio di una mina

1075. TONEATTI Inna, arrestata da partigiani 11.1.44

* 1076. TONON Pietro, squadrista, pensionato, deportato 6.5.45

* 1077. TORBELLI Emilio, P.S. interprete, ucciso 4.5.45 presso Duino da partigiani

* 1078. TORCHIO Nicola, carabiniere, deportato maggio ‘45

* 1079. TORRE Giulio, squadri sta M.D.T., deportato 5.5.45

1080. TORZULLI Raffaele, “Banda Steffè”, RIMPATRIATO

1081. TORZULLI Ruggero, “Banda Steffè”, RIMPATRIATO

* 1082. TOSCANO Bruno, tecnico ACEGAT, deportato 5.5.45

* 1083. TOSETTO Alberto, G.D.F, deportato 2.5.45

1084. TOSSUTTO Claudio, bersagliere forse catturato a Tolmino

* 1085. TRADA Alfredo, M.D.T. Brigate Nere, infoibato nella Plutone.

* 1086. TRAMONTANO Giovanni, P.S., deportato 5.5.45

1087. TREBETZ (recte TREBIZ) Luciano, duplicato dall’elenco di Gorizia

1088. TREVISANI Giovanni, G.C., morto 29.5.44 cause belliche

   1089. TREVISAN Giusto, orologiaio ucciso 14.9.46 a San Bartolomeo con Odoncini (vedi n. 743)

* 1090. TREVISANUTTO Guerrino, P.S., deportato maggio ‘45

* 1091. TRICARICO Luigi, G.C. C.V.L., deportato a Lubiana, forse fucilato 30.12.45

* 1092. TRIPOLI Giuseppe, S.S., disperso a Jamiano per fatto di guerra

* 1093. TROSSARELLO Giobatta, M.D.T., deportato 7.5.45

1094. TRUCCARO Alberto, RIMPATRIATO

* 1095. TRUDEN Giovanni, militare, deportato 4.5.45

* 1096. TURCI Umberto, Polizia Economica, deportato 1.5.45

1097. TURRONI Trebles, RIMPATRIATO

1098. TURTI Ignazio, RIMPATRIATO

1099. TUZZI Mario, militare R.S.I., morto in azione di guerra a Kobjeglava 6.4.45

1100. UBALDINI Cesare, duplicato dall’elenco di Gorizia

1101. UKMAR Salvatore, G.C., non ci sono notizie

* 1102. ULLRICH Alfredo, interprete delle S.S., Brigate Nere, deportato a Lubiana, forse fucilato 23.12.45

1103. UNGARO Giacomo, non ci sono notizie

1104. URBAN Giuseppe forse URDAN , duplicato dall’elenco di Gorizia

1105. URBANAZ Dante, ucciso da partigiani a Pola i12.1.44

* 1106. UROGALLO Marco, G.D.F., deportato 2.5.45

1107. URSICH F. Giuseppe, non ci sono notizie

* 1108. URSINI Rodolfo, militare artiglieria, deportato 7.5.45

1109. URSO Carmelo, non ci sono notizie

* 1110. USILIA (recte USILLA) nata RADOVCICH Anna, deportata maggio ‘45

1111. VACCA Giacomino, non ci sono notizie, forse duplicato dal successivo

* 1112. VACCA Giacomo, G.D.F., deportato 2.5.45

1113. VACCARINO Biagio, arrestato a Pola dove risiedeva

* 1114. VACCARO Vito, daziere, deportato 4.5.45

* 1115. VALCINI Eugenio, interprete Wehrmacht e S.S., arrestato 30.4.45 a Sistiana

1116. V ALLE Antonio, duplicato dall’ elenco di Fiume

* 1117. VALENTINO Antonio, sindacalista fascista, responsabile della sezione censura di guerra a Fiume, arrestato 22.5.45, forse fucilato a Koper-Capodistria

1118. VALENTINO Ida, duplicata dall’elenco dell’Istria

1119. VALLARO Adriano, non ci sono notizie

* 1120. VALSANIA Vittorio, G.D.F., deportato 2.5.45

* 1121. VALTRIANI Vezio, linotipista del Piccolo, deportato a Lubiana, forse fucilato 30.12.45

* 1122. VANELLA Ignazio, P.S., deportato 2.5.45

1123. VANTANGOLI Ettore, militare, catturato 29.4.45 da partigiani

1124. VANIGLIO Bruno, RIMPATRIATO

1125. VARDABASSO Aldo, disperso 19.5.44 in azione di guerra

* 1126. VARDANEGA Angelo, R.S.I., deportato 11.5.45

* 1127.VARICCHIO Mario, P.S., deportato 1.5.45

1128. VASCOTTO Carlo, duplicato dall’elenco dell’Istria

1129. VASSELLI Giovanni, RIMPATRIATO

* 1130. VATTA Nicolò, M.D.T. arrestato 22.5.45

1131. VATTINO Sigfrido, RIMPATRIATO

* 1132. VECCHIET Enzo, G.C., deportato a Lubiana, forse fucilato 30.12.45

* 1133. VENDOLA Rosa, insegnante a Trebiciano, ferocemente antislovena, dispersa maggio ‘45

1134. VENTRELLA Michele, duplicato dall’elenco di Muggia

* 1135. VERONESE Paolo, impiegato comunale P.N.F., deportato a Lubiana, forse fucilato 6.1.46

* 1136. VESCERA Vincenzo, P.S., deportato 2.5.45

* 1137. VICINI Emilio, M.D.T., disperso maggio ‘45

1138. VIDONIS Luciano, arrestato da partigiani agosto ‘44

1139. VIGLIONE Pietro, RIMPATRIATO

1140. VILLANOVA Gino, RIMPATRIATO

* 1141. VIRGADAMO Francesco, P.S., deportato 1.5.45

* 1142. VISCONTI Romolo, M.D.T., deportato 5.5.45

1143. VITAGLIANO Domenico, non ci sono notizie

1144. VIVODA ..?.., non ci sono notizie

1145. VOLTOLINA Francesco, G.C., morto 25.10.44 in azione di guerra

1146. VUCH Giovanni, duplicato dall’elenco dell’Istria

1147. WEBER Gastone, duplicato dall’elenco dell’Istria

* 1148. WINDISCH (recte DE WINDISCHGRÄTZ) Amedeo, possidente (Predjama), deportato a Lubiana il 13.5.45

1149. ZACCARIA Francesco, duplicato dall’elenco di Muggia

1150. ZACCARIA Nicolò, duplicato dall’elenco di Muggia

* 1151. ZACCHIGNA Mario, G.D.F., deportato 1.5.45

1152. ZADNIK Rodolfo, ucciso da sconosciuti 16.4.47

1153. ZAMBROTTA Antimo, RIMPATRIATO

* 1154. ZAMPOLINI Giuseppe, G.D.F., deportato 2.5.45, disperso a Borovnica

1155. ZANGHI Umberto, RIMPATRIATO

* 1156. ZANUTTI Fortunato detto Nini, insegnante, deportato il 1.5.45

1157. ZANUTTINI Gino, duplicato dall’elenco di Gorizia

* 1158. ZAPPONE Antonio, G.D.F., deportato 2.5.45

* 1159. ZARDONI Aldo, P.S., deportato 1.5.45

* 1160. ZAROTTI Adriano, P.S. Ispettorato, infoibato a Gropada

* 1161. ZERIAL Luigi, agricoltore, infoibato a Gropada maggio 45

1162. ZERJAL Carlo, infoibato a Gropada con ZULIAN perché borsaneristi

* 1163. ZIAN Gustavo, P.S. Ispettorato, deportato a Lubiana, forse fucilato il 23.12.45

1164. ZIBER Rinaldo, G.C., non ci sono notizie

1165. ZIDAR Riccardo, G.C., morto 24.9.44 in azione di guerra a Duino

1166. ZILLIO Livio, G.C., morto il 10.8.44 in azione di guerra a Duino      

* 1167. ZITO Carmine, bancario del Credito Italiano, deportato il 4.5.45

* 1168. ZOCCALI Angelo, arrestato 31.5.45

1169. ZORUTTI Adriano, duplicato di ZAROTTI (v. n. 1160)

1170. ZULIAN Rodolfo, infoibato a Gropada con ZERJAL Carlo, borsaneristi

Primo elenco suppletivo città di TRIESTE

1171. ALLIATA Carlo, bersagliere catturato a Tolmino

1172. ASTERINO Mario, duplicato dall’elenco di Gorizia

1173. BAIO Stellio, non ci sono notizie

1174. BARATOVICH Stefano, non ci sono notizie

1175. BARNAGLINI Luigi, non ci sono notizie

1176. BARONCELLI Giovanni, non ci sono notizie

1177. BASSETTI Pietro, non ci sono notizie

1178. BASTIANUTTO Luigi, RIMPATRIATO

1179. BELFIORE Carmelo, non ci sono notizie

1180. BERTUCCI Francesco, duplicato dall’elenco di Fiume

1181. BIGNARDI Alessandro, duplicato dall’elenco di Fiume

1182. BOCCARDI Nicola, non ci sono notizie

* 1183. BOI Olindo, G.D.F., deportato 1.5.45

1184. BOLOGNA Umberto, duplicato dall’elenco di Gorizia

1185. BONIFACIO Eddo o Egidio, duplicato del n. 98

1186. BONO Paolo, non ci sono notizie

1187. BORDON Glauco, RIMPATRIATO

1188. BORLA Carlo, non ci sono notizie

1189. BORTOLINI Carlo, non ci sono notizie

1190. BRAICO Domenico, RIMPATRIATO

1191. BROSOLO Duilio Danilo, duplicato dall’elenco di Gorizia

1192. BRUNELLO Luciano recte Ruggero, duplicato dal n.121

1193. BRUTTI Irto recte Mirto, duplicato dall’elenco di Fiume

1194. CAMPARDO Ottavio, non ci sono notizie

1195. CAMPI Filippo, non ci sono notizie

1196. CANDEO Giovanni, non ci sono notizie

1197. CANTO Giacomo, M.D.T., catturato a Gorizia

1198. CARBONE Felice, non ci sono notizie

1199. CERRULLO Michele, arrestato 26.6.44 da partigiani a Divaccia

1200. CHERSOVANI Silvio, RIMPATRIATO

1201. CHIALI Giovanni, non ci sono notizie, forse era dell’Istria

1202. CODA Mario, non ci sono notizie

1203. COLANGELO Domenico, non ci sono notizie

1204. COMPARI Giuseppe, duplicato dall’elenco dell’Istria

1205. CONVERTINO Ignazio, non ci sono notizie

1206. CORDERO Michele, duplicato dall’elenco di Gorizia

1207. CRISTINO Leo, non vi sono dati certi

1208. D’AMORE Giovanni, non ci sono notizie

1209. D’ASTA Giuseppe, duplicato dall’elenco dell’Istria

1210. DE GRANDE Eusebio, RIMPATRIATO

1211. DE PIN Luigi, RIMPATRIATO

1212. DESILANI Dante, duplicato del n. 340

1213. DI MARCO Amedeo, prigioniero dei tedeschi in Grecia (in I.F.S.M.L. non è segnalato)

1214. ESPOSITO Ermanno, non ci sono notizie

1215. FABRIS Sergio, non ci sono notizie

1216. FERRARI Alessandro, non ci sono notizie

1217. FILIBERTI Pietro, bersagliere forse catturato a Tolmino

1218. FOGAGNOLO Luigi, duplicato dall’elenco di Gorizia

1219. GIAMMARINO Italino, RIMPATRIATO

1220. GORRETTI Antonio, non ci sono notizie

1221. GRANDI Anselmo, non ci sono notizie

1222. HARTMANN Alfredo, duplicato dall’elenco di Fiume

1223. ILINICH Ivan, non ci sono notizie

1224. JELAUSCHEG Iris recte Loris, duplicato dall’elenco di Fiume

1225. JUERGELEIT Otto, non ci sono notizie

1226. LACH (recte IACH) Giuseppe, partigiano, duplicato dall’elenco di Gorizia

1227. LAGO Vinicio, partigiano ucciso da forze cetniche 1.5.45 vicino a Udine

1228. LEBANO Gennaro, ucciso da partigiani 7.10.44 presso Basovizza.

1229. LEONARDI Alfio, S.S., fucilato 8.2.45 a Lippa

1230. LOMBARDI Mario, bersagliere forse catturato a Tolmino

1231. MAGRIS Sergio, P.S. a Gorizia, ucciso 8.3.45

1232. MAGRO Vittorio, duplicato dall’elenco dell’Istria

1233. MANDRINELLO Alfredo, non ci sono notizie

1234. MARCANGIONE Francesco, forse scomparso a Monfalcone

1235. MAZZI Atebano, bersagliere forse catturato a Tolmino

1236. MESTRONI Angelo, non ci sono notizie

1237. MIONACCA Alessio, duplicato di MIGNACCA (n. 668)

1238. MORLACCHI Francesco, non ci sono notizie

1239. MOTTINELLI Carlo o MOTIRELLI, non ci sono notizie

1240. NERVA Alfredo, morto 15.3.45 a Buchenwald

1241. PAIOLA Clemente, RIMPATRIATO

1242. PARSI Osvaldo, non ci sono notizie

1243. PELOSTA Lorenzo, bersagliere forse catturato a Tolmino

   1244. PIESZ Aurelio, militare, duplicato dagli elenchi di Gorizia e di Fiume; da I.F.S.M.L. e Papo risulta morto il 8.7.43 a Zrnovica, da Bartoli catturato a Trieste 17.5.45; va precisato che Pirina nell’elenco di Fiume lo indica come M.D.T. impiccato al bivio di Rupa nel maggio ‘45

1245. PIGHETTI Licia, data di morte presunta 29.11.44 (ma in I.F.S.M.L non è riportata)

1246. PIRAS Gianni, non ci sono notizie

1247. PISANO Giuseppe, bersagliere forse catturato a Tolmino

1248. PREGLE Bruno, RIMPATRIATO

1249. RADOVINI Beniamino, catturato in Istria

1250. RAGUSA Isidoro, prigioniero dei tedeschi a Rodi

1251. RASO Domenico, RIMPATRIATO

1252. RA1TO Alfredo, prigioniero in Russia

1253. ROSSI Giordano, arrestato a Pola

1254. RICCI Amedeo, non ci sono notizie

1255. RIGONI Ernesto, non ci sono notizie

1256. SARTORI Severina, arrestata a Gorizia

1257. SCOTTI NIBBI Guido, partigiano E.P.L.J., morto 13.9.43 a Castagnevizza

1258. STOLLI Antonio, duplicato dall’ elenco dell’Istria

1259. TIBURTINI Corrado, non ci sono notizie

* 1260. TINTA Tullio, militare, deportato 5.5.45

1261. TONEATTI Amalia, duplicato di Irma n. 1075

1262. TONUT Valerio, partigiano, morto 13.12.44

1263. TRAFFICANTE Pellegrino, carabiniere, fucilato a Zara novembre ‘44

1264. TRAVAN Bruno, non ci sono notizie

1265. TUNIS Ovidio, non ci sono notizie

1266. TURINA Virginio, RIMPATRIATO

1267. VIANELLI Arturo, morto 21.9.44

1268. VIVODA Gilda, duplicata dall’elenco dell’Istria

1269. ZANARDO Italo, duplicato dall’elenco di Fiume

1270. ZECCHINELLI Antonio, bersagliere catturato a Kobarid-Caporetto

1271. ZEHNTHOFFER Giovanni, S.S., fucilato a Lippa l’8 febbraio ‘45

1272. ZERIALI Giorgio, dupl. da elenco di Dolina-S. Dorligo

1273. ZITTO Antonino, duplicato dall’elenco di Gorizia

1274. ZIVEC Antonio, non ci sono notizie

1275. ZOPPIS Cesare, bersagliere catturato a Tolmino

1276. ZORZETTI Romano, duplicato dall’elenco di Gorizia

1277. ZUCCHINI Franco, non ci sono notizie

1278. ZULLICH Bruno, duplicato dall’elenco dell’Istria

Secondo elenco supplettivo di TRIESTE

1279. BISSDOERFN (recte RISSDOERFER) Erminia, duplicata dall’elenco di Gorizia

1280. BRESCIA Angelo, duplicato dall’elenco di Gorizia

   1281. CASTIGLIONE (forse CASTIGLIONE MORELLI) Renato, bersagliere, ma non ci sono altre notizie, come MORELLI, n. 699)

1282. COMAR Italo, duplicato dall’elenco di Gorizia

1283. FLEGO Umberto, duplicato dall’elenco di Gorizia

1284. LENARDUZZI Dardano, duplicato dall’elenco dell’Istria

1285. LIUBICICH Giovanni, duplicato dall’elenco di Fiume

1286. MORO Egone, duplicato dall’elenco dell’Istria

1287. ORLANDI Gastone, RIMPATRIATO

1288. PETRIS Nico, non ci sono notizie

1289. PEZZONI Giovanni, non ci sono notizie

1290. RUFFINI Antonio, morto a Capodistria 23.3.44

1291. STEPANICH Giuseppe, non ci sono l1otizie

1292. ZOTTERA Mario, non ci sono notizie

Terzo elenco supplettivo di TRIESTE

1293. ANGELINI Mario, non ci sono notizie

1294. ANTONUCCI Francesco, partigiano, morto 8.2.45

1295. ANTONINI Giovanni, duplicato da]1 ‘ elenco dell’Istria

1296. APPOLONIO 5tellio, duplicato dall’elenco dell’Istria

1297. AQUILANTE Antonio, non ci sono notizie

1298. ASTERINI Mario, duplicato dall’elenco di Gorizia

1299. BAISERO Orlando, duplicato dall’elenco di Gorizia (S.S., fucilato a Lippa 8.2.45)

1300. BARRAIA Alfredo, catturato in Istria (infoibato a Vines il 9.9.43)

1301. BARTOLOTTI Walter, RIMPATRIATO

1302. BATTAGLIA Francesco, marittimo, morto 31.5.42

1303. BENEDETTI Giovanni, duplicato dall’elenco dell’Istria

1304. BERNARDINI Leonardo, non ci sono notizie

1305. BONIFACIO Giorgio, duplicato (v. Il.99)

1306. BORCEDDA Alessio, duplicato di PORCEDDA Alessio (v. n. 854)

1307. BORGHEE Mario, duplicato dall’elenco di Gorizia

1308. BROSOLO Duilio, duplicato (v. n. 1191)

1309. CALLIGARIS Emilio, morto nel novembre ‘44 a Doberdò

1310. CANNELLA Willy, non ci sono notizie

1311. CASTELLAN Giulio, RIMPATRIATO

1312. CECCHI Emilia, duplicata dall’ elenco dell’Istria

1313. CODANI Michele, forse catturato in Istria

1314. CODARIN Giuseppe, partigiano, morto 2.10.43 in Istria

1315. COLOMBARI Giovanni, bersagliere catturato a Tolmino

1316. CONTU Giuseppe, scomparso in Istria

1317. CRACHI Angela M., duplicata dall’elenco di Gorizia

1318. DAMIANI Maria, RIMPATRIATA

1319. DAPAS Pietro, non ci sono notizie

1320. D’APRETTO (recte DAPRETTO) Vittorio, RIMPATRIATO

1321. DE ANGELE Remo, non ci sono notizie

1322. DE PETRIS Zaccaria, duplicato del n. 335

1323. DEL GOSS Dino, da Isola arrestato a Grado

1324. DUDINE Dino, duplicato dall’elenco dell’Istria

1325. DUIMICICH Margherita, duplicata dall’elenco di Fiume

1326. FABBRO Domenico, duplicato dall’elenco dell’Istria

1327. FACCHIN Ruggero, RIMPATRIATO

1328. FLARMASIN Salvatore, non ci sono notizie

1329. FONDA Giovanni, duplicato dall’elenco dell’Istria

1330. FORTI Italo, duplicato dall’elenco dell’Istria

1331. FURLAN Guido, S.S., fucilato a Lippa 8.2.45

1332. GARLISI Angelo, duplicato del n. 469

1333. GASPARDIS Umberto, G.C., morto 8.8.44 in azione di guerra

1334. GASPERINI Giuseppe, duplicato dall’elenco dell’Istria

1335. GERIN Ennio, RIMPATRIATO

1336. GERIN Riego, RIMPATRIATO

1337. GERIN Umberto, duplicato dall’elenco dell’Istria

1338. GREGORETTI Nereo, duplicato dall’elenco di Gorizia

1339. INDRIGO Nino, non ci sono notizie

1340. INTRITO Tito, non ci sono notizie, forse catturato a Pola

1341. JERCHICH Albino, S.S., fucilato a Lippa 8.2.45

1342. LEMBO Renata cg. CERNIGOI, duplicata dall’elenco dell’Istria e dal n. 190

1343. LUBRANO Giovanni, morto nel ‘44 a Monfalcone

1344. LUDOVICHCI (?) Caterina, non ci sono notizie

1345. LUISA Basilio, RIMPATRIATO

1346. MARANGON Carlo, duplicato dall’elenco dell’Istria come MARAMBON

1347. MAZZARACO Guido, RIMPATRIATO

1348. MAZZENI Mario, Wermacht, morto in Albania 30.9.44

1349. MICHELI Giuseppe, morto ad Orsera nel ‘46

1350. MIGLIORINI Raoul, RIMPATRIATO

1351. MILLO Mario, duplicato dall’elenco dell’Istria

1352. MITRI Alcide, partigiano E.P.L.J. , disperso in Istria il 12.6.44

1353. MORETTO Remigio, duplicato dall’elenco dell’Istria

1354. MOSETTI Renato, RIMPATRIATO

1355. NESICH Rodolfo, duplicato dall’elenco dell’Istria

1356. OLIVIERI Francesco, non ci sono notizie

1357. OPASSI(CH) Luigi, duplicato dall’elenco dell’Istria

1358. PASON Arnaldo, non ci sono notizie

1359. PENZO Galliano, duplicato dall’elenco dell’Istria

1360. PICCIOLA Marco, non ci sono notizie

1361. PIGNATELLI Vincenzo, duplicato dagli elenchi di Istria e Sgonico

1362. POIDOMANI Renato, duplicato dall’elenco di Gorizia

1363. PREDONZANI Ferrante, duplicato dall’elenco dell’Istria

1364. PUERI Giorgio, partigiano, morto 15.12.44

1365. PUGLIESE Giuseppe, non ci sono notizie

1366. QUERINCIS Ottavia (recte QUERCINI Ottavio), duplicato dall’elenco di Gorizia

1367. RADOVINI Antonio, duplicato dall’elenco dell’Istria

1368. RAUNI Antonio, P.S. in Istria

1369. RE Giuseppe, RIMPATRIATO

1370. RIGONAT Candido, duplicato dall’elenco dell’Istria

1371. RINALDI Emilio, duplicato dall’elenco dell’Istria

1372. RINALDI Vittorio, duplicato dall’elenco dell’Istria

1373. RIOSA Maria, duplicata dall’elenco dell’Istria

1374. RIOSA Vittorio, duplicato dall’elenco dell’Istria

1375. RUSSO Giacomo, non ci sono notizie

1376. SALATA Domenico, duplicato dall’elenco dell’Istria

1377. SALATA Tullio, duplicato dall’elenco dell’Istria

1378. SAMBO Ezio, non ci sono notizie

1379. SANSA recte SAMSA Bruno, RIMPATRIATO

1380. SANTINI Aldo, forse da Monfalcone

1381. SANTOMERO Rocco, non ci sono notizie

1382. SCINDELLI Lodovico, duplicato dall’elenco dell’Istria

1383. SERAVAL Giorgio, duplicato dall’elenco dell’Istria

1384. SESSA Antonio, morto 22.4.44 in azione di guerra in Istria

1385. SOSSI Anna, duplicata dall’elenco dell’Istria

1386. SOSSI Pietro, duplicato dall’elenco dell’Istria

1387. SPANGHERO Italo, RIMPATRIATO

1388. SPADARO Tullio, S.S., fucilato a Lippa 8.2.45

1389. STRANCARI Emilio, RIMPATRIATO

1390. STURMANN Matteo, duplicato dall’elenco dell’Istria

1391 .STURMANN Pietro, duplicato dall’elenco dell’Istria

1392. TASSONE Giovanni, S.S., morto a Gemona 26.5.44

1393. TESSARIS Lino, duplicato del successivo

1394. TESSARIS Livio, duplicato dall’elenco dell’Istria

1395. TONELLI Umberto, C.L.N., morto 18.12.44 a Ilirska Bistrica

1396. TONIN Dino, duplicato dall’elenco di Gorizia

1397. TRASTULLA Angelo, non ci sono notizie

1398. TREBEC Giuseppe, non ci sono notizie

1399. VENTURA Anacleto, disperso 12.9.43 in località sconosciuta

1400. VESTFAL Karla (o Karl ?), non ci sono notizie

1401. VILAS Mario, non ci sono notizie

1402. ZANUTTI Nini, vedi n. 1156 (Fortunato detto Nini)

1403. ZOANETTI Giordano, RIMPATRIATO

1404. ZOCCHI Carlo, duplicato dall’elenco dell’Istria

1405. ZOTTELLA Antonio, non ci sono notizie Elenco di MUGGIA

1406. CASSAINI (recte CASSIANI) Francesco, duplicato n. 164

1407. CASTAGNA Antonio, duplicato del n. 166

1408. CERNE Giovanni, arrestato 16.4.44 da sconosciuti

1409. CIACCHI Giuseppe, duplicato del n. 207

1410. DOTTI Giovanni, disperso 10.5.44 in località imprecisata

1411. ELLERO Aldo, duplicato del n. 377

1412. ELLERO Amedeo, ucciso da forze sconosciute 10.6.44

1413. FABRONI Emilio (recte FRABONI Emilio), duplicato del n. 441

1414. FURLANICH Pietro, morto per cause di guerra in località sconosciuta il 19.4.44

1415. FURNO Salvatore, duplicato del n. 452

1416. GIACOMINZ Venceslao, arrestato da forze sconosciute il 31.1.45

* 1417. PETRUZZI Giampaolo, Vigile del fuoco, deportato il 7.5.45

* 1418. PIZZUTO Vincenzo, maresciallo P.S., deportato 9.5.45

* 1419. RIZZI Ernesto, falegname, deportato 31.5.45 (però da altre fonti risulta partigiano in Alta Italia morto 31.5.45)

* 1420. ROBBA Luigi, tubista al cantiere San Rocco, deportato il 6.5.45

1421. SEMERARO Amedeo, catturato dai partigiani il 31.8.44

* 1422. SEMERARO Andrea, fuochista. deportato 15.5.45

1423. TIEPOLO Luciano, M.D. T., disperso per cause di guerra il 16.7.44

* 1424. VENTRELLA Michele, capo operaio al cantiere San Rocco, deportato 6.5.45

* 1425. ZACCARIA Francesco, impiegato, deportato 26.5.45

* 1426. ZACCARIA Nicolò, carpentiere, deportato 26.5.45

1427. ZACCHI Ugo, scomparso 1.3.44

Elenco di SAN DORUGO DELLA VALLE

1428. BONGIORNO Mariano, ucciso 1.9.46 per “strascichi di guerra”

1429. BRAINI Vittoria, dispersa 13.11.45, prelevata da forze sconosciute

1430. CANCIANI Francesco, arrestato da partigiani nel ‘44

1431. CLEMENTE Giovanni, disperso il 13.8.44

1432. CORSINI Angelo, disperso 25.9.43

1433. D’AGOSTINO Domenico, duplicato del n. 284

1434. DEL VECCHIO Antonio, carabiniere catturato 17.1.44 da partigiani

1435. INGARDIA Serafino, maresciallo dei carabinieri, catturato 19.1.44

1436. JERCOG Antonio, catturato 14.8.44, disperso

1437. JURADA Ernesto, catturato da partigiani 20.3.44

1438. JURADA Giuseppe, catturato da partigiani 3.3.44

1439. MAFFEZZONI Luigi, ucciso 14.7.46 “strascichi di guerra”

1440. MASSIGNAN Vittorio, catturato 28.2.44, disperso

1441. MAURI (MAVER) Lorenzo, catturato 1.2.44, disperso

1442. MICAL (MIHALIC) Luigi, catturato 5.4.44, disperso

1443. OTA Antonio catturato, 18.4.44, disperso

1444. PAROVEL Giovanni, catturato 29.2.44

  1445. PASSALACQUA Domenico, medico condotto a Dolina-S. Dorligo, prelevato dall’O.Z.N.A. il 4.6.46 (?)

1446. PAVLIC Antonio, catturato il 31.5.43 da partigiani

1447. SAMEC Antonio, catturato 9.1.44

1448. SANCIN Placido, parroco di Dolina-S. Dorligo, catturato il 16.10.43

1449. SMOTLAK Giuseppe, carabiniere, catturato 28.2.44

1450. SMOTLAK Vittorio, catturato 24.11.44

1451. SVARA Maria, catturata 5.1.45

1452. SVARA Rodolfo, catturato 8.8.44

* 1453. VERANI Pietro, disperso 1.5.45 (altre fonti: partigiano in Alta Italia disperso 15.7.44)

* 1454. ZERIALI Giorgio, bracciante arrestato 28.4.45

1455. ZULIANI Emilio, prelevato 8.10.46 da partigiani jugoslavi (?)

Elenco di SGONICO

1456. COLLE Martino, arrestato a Rupinpiccolo 22.4.44

1457. PIERI (PIRC) Francesco Rado, arrestato 28.2.44

   1458. PIGNATELLI Vincenzo, maestro, arrestato a Sgonico da partigiani 11.9.43, duplicato nell’elenco dell’Istria e nel III supplettivo di Trieste.

Alla fine di tutti questi controlli incrociati ci sono rimasti 516 nominativi di “deportati e scomparsi”, ai quali abbiamo aggiunto il nome di Tuffetti. Una volta definito il numero li abbiamo divisi in 4 categorie, secondo questo specchietto:

GUARDIA DI FINANZA                                          112

PUBBLICA SICUREZZA                                         148   +   1 (Tuffetti)

FORZE ARMATE                                                     151

CIVILI                                                                       105

TOTALE                                                                    516   +   1 = 517

All’interno della Pubblica Sicurezza abbiamo compreso anche: 2 membri della Polizia Economica, 4 agenti di custodia, 5 S.S., 6 interpreti dei nazisti; una cinquantina sono gli appartenenti all’Ispettorato Speciale.

Tra i militari, oltre agli appartenenti alle forze armate italiane (M.D.T., X Mas, Brigate Nere), abbiamo considerato anche: gli squadristi; i militari di forze armate non italiane (domobranci, Wehrmacht, belagarda); gli aderenti al C.V.L.; la Guardia Civica; le donne ausiliarie (contraerea Flak e simili); la C.R.I. e le F.S. militarizzate.

Per quanto riguarda la categoria dei “civili”, abbiamo lasciato in essa i collaborazionisti se non compresi nei ranghi più o meno ufficiali della polizia o delle altre forze armate. Tra questi abbiamo anche il nome di Rosalia Poznik sposata Novotni, che Pirina mette sia come Poznik Rosalia che come Novotni Rosetta. Visto che una testimonianza di A. Bergera [10] indica tra i prigionieri detenuti nell’ex-manicomio di Lubiana una: “Rosetta S.S.”, abbiamo il ragionevole dubbio che si tratti della stessa persona, tenuto anche conto del fatto che nei ranghi delle S.S. e dell’Ispettorato Speciale c’erano anche delle donne, alcune delle quali venivano utilizzate come spie all’interno delle prigioni [11]. Il loro compito era di mostrarsi gentili per entrare nelle simpatie delle detenute e fare loro dire sotto forma di confidenze quelle cose che erano riuscite a non confessare sotto tortura.

Nell’elenco di deportati e scomparsi che pubblichiamo in appendice abbiamo lasciato anche un folto gruppo di persone, soprattutto P.S., che risulterebbero “deportate” già il 1° maggio, anche se secondo noi è molto più probabile che esse siano state uccise nel corso dell’insurrezione. Abbiamo anche lasciato alcuni nominativi di persone uccise poco prima del 1° maggio perché sono state prese nei dintorni di Trieste, dove i partigiani avevano già in mano il controllo della situazione, così come abbiamo lasciato diversi uccisi probabilmente per questioni di giustizia sommaria (v. il caso di Cima, Mauri e Manzin, infoibati ad Opicina perché si erano impadroniti di generi alimentari), la cui morte quindi non dovrebbe essere ascritta alle forze partigiane collegate con l’esercito jugoslavo, ed anche dei casi dubbi dei quali esistono versioni contrastanti sulla loro morte; in questi casi abbiamo dato per buona la versione dello stato civile (comunque queste contraddizioni sono specificate nell’Elenco Ragionato).

Alla luce di quanto esposto finora si possono trarre intanto le seguenti conclusioni:

1) nella provincia di Trieste non si può assolutamente parlare di “genocidio” per 517 persone di etnie diverse arrestate per motivi politici e poi, alcune giustiziate altre morte di malattia nei campi;

2) non vi furono massacri indiscriminati: della maggior parte degli arrestati si sa che erano militari o comunque collaboratori del nazifascismo;

3) le persone realmente “infoibate” risultano essere una quarantina;

4) di processi contro gli “infoibatori” e persone accusate di “delazione” nei confronti degli “scomparsi” se ne sono svolti un’ottantina e non si possono riprocessare le persone per gli stessi reati, né processare altri per reati dei quali si sono già condannati i colpevoli;

5) se vi furono delle vendette personali, di questo non si può rendere responsabile un intero movimento di liberazione, né creare un caso politico che dura da cinquant’anni.

In quanto alle onoranze richieste per i “caduti delle foibe” (commemorazioni, erezioni di monumenti e lapidi, intitolazione di vie), visti i ruoli impersonati dalla maggior parte degli “infoibati”, personalmente ci rifiutiamo di onorarli. Si può provare umana pietà nei confronti dei morti, ma da qui ad onorare chi tradiva, spiava, torturava, uccideva, ce ne corre.

Una lezione si può, e si deve, a parer nostro, trarre da tutto questo: che quando l’umanità si lascia trascinare dalla febbre del nazionalismo, dalla voglia di supremazia e prevaricazione di un popolo su un altro, dalla guerra imperialista, quando si lascia andare alla violenza, allora la violenza genera altra violenza fino a coinvolgere tutti, indiscriminatamente, chi ha iniziato la violenza e chi s’è dovuto difendere e magari è stato costretto a fare violenza a se stesso per riuscire a controbattere con la violenza alla violenza altrui.

Un’unica lezione bisogna dunque trarre da questi fatti: mai più nazionalismi, mai più violenze, mai più guerre; ed impari finalmente l’uomo, come diceva Brecht, ad essere un “aiuto all’uomo”.


[1] Giuseppe Lorenzon: “Gli elenchi di Marco Pirina in ‘Genocidio’. Esempio dì falsificazione sulle cause storico-politiche e sulle conseguenze umane della seconda guerra mondiale nel goriziano e dintorni”, maggio 1996.

[2] Va qui specificato che Pirina cita quali fonti dei suoi elenchi Papo, Bartoli, l’Archivio di Marco Pirina (!) e “Caduti…” dell’I.F.S.M.L.. Ci è oscuro come possa sostenere di avere usato i dati compresi in questi libri e ciononostante avere poi infilzato la sequela di errori che qui evidenziamo.

[3] Del resto questi nominativi non si trovano neppure incisi sulla lapide che si trova nell’atrio della Questura di Trieste recante i nomi dei caduti della P.S..

[4] La maggior parte dei deportati da Trieste, per lo più militari, fu internata nel campo di lavoro di Borovnica (località a pochi chilometri da Lubiana), dove i prigionieri furono usati per ricostruire la linea ferroviaria distrutta dai nazifascisti. Molti morirono di tifo per le precarie condizioni igieniche in cui erano costretti a vivere, condizioni in cui però era ridotta la Slovenia intera per le distruzioni provocate dalla guerra (erano state distrutte sia le condotte idriche che quelle fognarie). Nella vicina località di Škofja Loka si trovava l’ospedale dove venivano ricoverati i prigionieri ammalatisi nel campo: per questo motivo si troverà spesso nelle note “deceduto a Škofja Loka”.

[5] Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo.

[6] Questi i nomi: Bregar Giorgio, Ciacchi Guerrino, Baisero Orlando, Giardina Vincenzo, Jerchich Albino, Leonardi Alfio, Sanzin Mario, Stagni Bruno, Spadaro Tullio, Zenthoffer Giovanni.

[7] Valga per tutti l’elenco dei “Caduti, dispersi e vittime civili…” più volte citato.

[8] Sulla “banda Steffè” si veda il capitolo III, “La foiba Plutone”.

[9] Questo è un caso molto triste perché si tratta di una bambina di pochi mesi deportata assieme alla famiglia e poi morta in prigionia. Della sorte dei familiari e del motivo della loro deportazione non siamo riusciti ad avere notizie (ma dallo Stato Civile non risultano comunque deceduti); c’era un Deancovich tra i membri dell’Ispettorato Speciale ma non era il padre di Miranda.

[10] Relazione di Arturo Bergera al ritorno della deportazione (1948). Documento conservato presso l’I.R.S.M.L.T., XXIX 2126.

[11] Vi sono molte testimonianze di questo modo d’operare: tra di esse il “Diario di prigione”, testimonianza scritta dalla signora Ursis, conservata presso l’I.R.S.L.M.T. XXIV 908.

CAPITOLO III

LE FOIBE TRIESTINE

1.        LA “CULTURA” DELLA “FOIBA”

1.        LE FOIBE ISTRIANE E LA PROPAGANDA NAZIFASCISTA

2.        LE FOIBE NELLA ZONA DI TRIESTE

3.        LA FOIBA PLUTONE

4.        LA FOIBA 149 DI OPICINA CAMPAGNA

5.        LA “FOIBA” DI BASOVIZZA.

1.      LA “CULTURA” DELLA “FOIBA”

Bisogna precisare innanzitutto che la “cultura” della “foiba” non ha proprio una matrice di sinistra. Troviamo infatti in un libro di testo in uso nelle scuole della regione durante il ventennio fascista questa poesiola molto educativa:

De Dante la Favella

Mia mama m’ha insegnà,

Per mi xe la più bella

Che al mondo ghe xe sta.

E per difender questa

E sovenir la Lega [1]

Convien che ognun s’appresta

A fare el suo dover.

O mia cara patria

Mio dolce Pisin [2],

Mio nono cantava

Co iero picin.

Me par de vederlo

Là in fondo al castel

Che sempre ‘l dixeva

A questo ed a quel:

Fioi mii, chi che ofende

Pisin, la pagherà:

In fondo alla Foiba

Finir el dovarà.

Non è questa propaganda slavocomunista, ci sembra…

Però abbiamo poi anche il vate Giulio Italico, al secolo Giuseppe Cobol (poi italianizzatosi in “Cobolli Gigli”), che pubblicò, nel 1919 (ben prima dell’avvento del fascismo, dunque), un libretto dal titolo “Trieste. La fedele di Roma”. In esso è contenuta la trascrizione dell’aulica canzoncina, anch’essa di evidente origine pisinota, che così recita:

A Pola xe l’Arena,

La “Foiba” xe a Pisin

che i buta zò in quel fondo

chi ga zerto morbin.

E a chi con zerte storie

Fra i piè ne vegnerà,

Diseghe ciaro e tondo:

Feve più in là, più in là.

Questa è dunque la tradizione culturale che ha portato al fenomeno “foiba”. Non ci risultano canzoni partigiane, slave o italiane che siano, che facciano l’apologia della foiba [3].

Va anche riferito che più volte furono i fascisti a gettare nelle voragini persone ancora vive, persone “colpevoli”, magari, solo di essersi fatte scoprire a dire qualche parola in sloveno o croato; così come risultano, dall’archivio dello Stato civile triestino [4], diverse persone “infoibate da forze nazifasciste” durante la guerra. Bisogna ricordare che molto spesso i partigiani celavano nelle foibe i corpi dei propri compagni caduti in combattimento, per evitare che fossero trovati dal nemico, identificati e di conseguenza le loro famiglie fossero oggetto di rappresaglie.

1.      LE FOIBE ISTRIANE E LA PROPAGANDA NAZIFASCISTA

Nel nostro studio abbiamo coscientemente lasciato da parte il problema delle foibe istriane, sia per motivi di ordine pratico (ci è per ora praticamente impossibile acquisire dati e notizie esaurienti sugli “scomparsi” dall’Istria), sia perché le foibe istriane dell’immediato dopo 8 settembre 1943 furono in realtà un fenomeno in stile “jacquerie” di giustizia sommaria fatta da chi fin troppo aveva patito per vent’anni. Vero è però anche che, mentre quasi tutti gli storici, di destra e di sinistra, concordano nello stimare in alcune migliaia i morti delle foibe in Istria [5], dal rapporto Harzarich [6], risultano recuperate da dieci foibe istriane 204 salme, metà circa delle quali riconosciute; vengono poi indicate altre cinque foibe dalle quali non fu possibile effettuare recuperi, più ancora 19 persone fucilate e gettate in mare da una barca. Anche questo dovrà essere dunque oggetto di studio, ma per il momento esula dalla nostra ricerca.

Va precisato che a parlare per prima di foibe usate come strumento di eliminazione etnico-politica dai partigiani fu la stessa propaganda nazista che utilizzò ad arte la documentazione fotografica dei recuperi dei corpi infoibati in Istria. Scrive Parovel [7]: «I servizi della X Mas assieme a quelli nazisti organizzarono la riesumazione propagandistica degli uccisi, con ampio uso di foto raccapriccianti dei cadaveri semi decomposti e dei riconoscimenti da parte dei parenti. Le prime pubblicazioni organiche di propaganda sulle foibe sono due: “Ecco il conto!” edita dal Comando tedesco già nel 1943, ed “Elenco degli Italiani Istriani trucidati dagli slavo-comunisti durante il periodo del predominio partigiano in Istria. Settembre-ottobre 1943” redatto nel 1944 per incarico del Comandante Junio Valerio Borghese, capo della X Mas e dell’on. Luigi Bilucaglia, Federale dei Fasci Repubblicani dell’Istria, da Maria Pasquinelli [8], con l’ausilio di Luigi Papo ed altri ufficiali dei servizi della X Mas». Fu la stessa Pasquinelli, come ci riferisce Luigi Papo in persona [9], a portare «in salvo» da Pola sul finire della guerra «per incarico del “Centro Studi Storici” di Venezia [10]» assieme ad altri documenti, anche «copia di tutta la documentazione sulle foibe. Raggiunta Milano, il 26 aprile 1945, in Piazzale Fiume [11], raggiunse l’ufficiale della X Mas incaricato dal comandante Borghese, Bruno Spampinato (divenuto giornalista nel dopoguerra, n.d.a.) e gli consegnò tutto il materiale, utilizzato nella stesura degli articoli apparsi prima su “L’Illustrato” e poi in “Italia Liberata” e nel “Contro memoriale”».

Queste notizie vennero poi diffuse dagli uffici stampa della Decima: fu così che iniziò quell’operazione propagandistica che dura da cinquant’anni ed i cui effetti arrivano fino al giorno d’oggi e sono ben evidenti ai nostri occhi.

Le foto sono le stesse che vengono pubblicate in ogni occasione in cui si parla di foibe, indipendentemente dalla zona o dal periodo storico di cui si parla, amplificando in questo modo anche il numero reale dei morti.

Già nel 1944 a Trieste uscì, sul settimanale “Vita Nuova” (l’organo della Curia Vescovile di Trieste), un articolo nel quale venivano accomunati la “barbarie” dei “titini” e l’”infamia dei campi di sterminio nazisti”. Questo comunque creò tensione tra il vescovo Santin ed il comando tedesco, al quale non piaceva si parlasse delle loro attività genocide.

Nel dopoguerra i servizi segreti che avevano fatto riferimento alla Decima collaborarono anche con i servizi segreti degli Alleati in funzione anticomunista ed una delle loro attività fu appunto continuare a propagare la “mitologia” (oggi si direbbe “leggenda metropolitana”) dei “migliaia di infoibati dai titini”, propaganda che andava bene sia in funzione anticomunista che per continuare a negare alla comunità slovena minoritaria del Friuli-Venezia Giulia la tutela cui avrebbe comunque diritto da precise disposizioni dei trattati di pace, per non parlare delle più recenti normative europee [12].

Va da se che quando la propaganda di destra cita gli “orrori delle foibe”, si “dimentica” regolarmente di citare la quantità di morti che costò la “pacificazione” operata dai nazisti nei territori da loro “liberati” dai partigiani [13].

V’è inoltre nel revisionismo storico il ritorno continuo a quello che il prof. Miccoli, dell’Università di Trieste, definì “accostamento aberrante”: l’asserire che, come i nazisti avevano fatto funzionare la Risiera di S. Sabba come campo di sterminio, così i “titini” avevano “infoibato italiani”, quindi i criminali stavano da tutte e due le parti.

Questo accostamento “aberrante”, appunto, non considera tutta una serie di fatti: intanto che i nazisti avevano programmato lo sterminio dei popoli da loro considerati “inferiori” (Ebrei e Slavi innanzitutto, ma anche gli Zingari), così come l’eliminazione degli handicappati, degli omosessuali, dei vecchi invalidi; e pure l’eliminazione fisica degli oppositori politici e la lotta contro i partigiani (Banditenkampf) condotta anche mediante eccidi di massa, stragi, rappresaglie contro ostaggi innocenti e via di seguito. Nessun paragone può essere fatto con il comportamento delle forze armate partigiane (jugoslave ed italiane) che non avevano tra le loro finalità né la pulizia etnica né la purezza della razza né era loro proprio il concetto della rappresaglia terroristica; le persone che risultano scomparse od uccise a Trieste nel periodo dei 40 giorni di amministrazione jugoslava, salvo in alcuni casi di vendette private (delle quali non si può incolpare il movimento partigiano intero), sono state tutte arrestate in base a prove e denunce attendibili e poi processate. In ogni caso il loro numero (poco più di 500 nell’intera attuale provincia di Trieste, compresi i militari prigionieri di guerra morti di malattia nei campi) è tale da poter scartare a priori la teoria del “genocidio” che il revisionismo storico e l’inchiesta condotta dal P.M. Pititto cercano di avallare.

Tanto per rendere l’idea di come le autorità jugoslave operassero a Trieste, citiamo questa testimonianza di Mario Pacor, giornalista comunista triestino [14]:

«Fu così che agli operai insorti non fu permesso di procedere a quelle liquidazioni di fascisti responsabili di persecuzioni e di violenze, a quegli atti di “giustizia sommaria” che invece si ebbero a migliaia a Milano, Torino, in Emilia e in tutta l’Alta Italia nelle giornate della liberazione e poi ancora per più giorni.

“Non ce lo permettono” mi dissero ancora alcuni operai “pretendono che arrestiamo e denunciamo regolarmente codesti fascisti, ma spesso, dopo che li abbiamo arrestati e denunciati, essi li liberano, non procedono. E allora?” ne erano indignati. (…) Mi consta d’altro canto anche di persone che, denunciate da triestini con lettere anonime o altrimenti probabilmente solo per rancori e vendette personali, furono trattate con estrema correttezza da parte di ufficiali jugoslavi che, accertatisi dopo brevi interrogatori dell’infondatezza delle accuse, le rilasciarono immediatamente con tante scuse…».

2.      LE FOIBE NELLA ZONA DI TRIESTE

In totale dalla zona di Trieste furono recuperate 42 salme di persone gettate in varie cavità dopo essere state uccise e qui va precisato questo, perché nell’immaginario generale si evoca l’immagine del disgraziato gettato vivo nella voragine e lasciato morire lentamente, magari incatenato al corpo senza vita di un’altra persona. Tutto ciò sicuramente non risulta per gli “infoibati” della provincia di Trieste.

Lasciando per ultime le tre “foibe” la cui storia è più problematica (Plutone, Opicina campagna, Pozzo della miniera di Basovizza), parliamo brevemente delle altre foibe.

Nelle due foibe di Gropada e Padriciano furono gettate, dopo essere state fucilate, complessivamente undici persone in tempi diversi. Fu celebrato un unico processo: gli imputati erano gli stessi per le due foibe. Va precisato che il processo si celebrò il 20 giugno 1947, gli imputati furono riconosciuti colpevoli e condannati in contumacia; ricevettero poi l’amnistia da Pertini. Il loro debito con la giustizia è quindi saldato e non si possono riprocessare per lo stesso delitto.

Per correttezza nei confronti dei condannati ancora viventi, che non vogliono rivangare questi fatti, non faremo in questa sede i loro nomi, ma ci limiteremo a ricostruire le figure degli uccisi nelle due foibe.

A Gropada trovarono la morte le seguenti persone: Carlo Zerial e Rodolfo Zulian, borsaneristi, che furono uccisi già nel gennaio 1945 e quindi rientrano relativamente nella nostra ricerca; poi tre membri dell’Ispettorato Speciale di P.S. (Adriano Zarotti, Umberto Marega e Carmine Esposito) e Dora Čok, collaborazionista longerana. Per queste morti fu condannato, tra gli altri, il suo fidanzato, D.P., che al processo venne accusato di averla uccisa per gelosia, dato che la giovane gli aveva preferito lo Zarotti. La giovane però, visto che girava con alcuni membri dell’Ispettorato, fu sospettata di avere riferito alla banda Collotti l’ubicazione del cosiddetto bunker di Longera (un nascondiglio usato dai partigiani come base di sosta). Nel corso dell’azione, condotta da membri della banda Collotti, trovarono la morte quattro partigiani, tra cui il padre di D.P. [15]. Come si vede, le cose non sono mai semplici da giudicare…

Gli altri “infoibati” di Gropada erano Angelo ed Antonio Morandini, lavoratori alla cava di Longera ma anche ausiliario dell’Ispettorato il primo e rappresentante del Fascio di Gattinara [16] il secondo; ed infine Luigi Zerial, del quale non siamo però riusciti a trovare notizie sui motivi della sua uccisione.

A Padriciano, invece, furono uccisi Marcello Savi e la sua convivente Gisella Dragan (coniugata Cian: il solerte Pirina la mette due volte nel suo elenco). Nel corso del processo emerse che i due sarebbero stati uccisi perché chi li uccise voleva impossessarsi del loro negozio di manifatture; però da altri documenti [17] il Savi viene indicato come “addetto al trasporto prigionieri politici”.

Nella foiba di Monrupino, ovvero il “Tabor” di Opicina, vennero uccisi tre ferrovieri che avevano rubato generi alimentari nel paese di Opicina. Anche qui i colpevoli furono processati e condannati; qui però, secondo noi, si rientra nell’ambito delle vendette personali contro crimini comuni (comunque molto gravi, dato il periodo di ristrettezze generali), e per questo non si dovrebbero confondere questi fatti con i fatti di guerra, ovvero gli arresti di persone coinvolte nei crimini nazifascisti ed internate o giustiziate per questo motivo.

Vicino a Basovizza (ma non nel pozzo della miniera) furono invece uccisi Vittorio Gatta, squadrista della prima ora e membro dell’Ispettorato Speciale, e Marcello Forti, altro squadrista di lunga data e militare. Nel pozzo della miniera di Basovizza (Šoht), del quale parleremo dopo, sarebbe stato invece gettato Mario Fabian, anch’egli membro dell’Ispettorato Speciale. Anche qui fu celebrato un processo (nel 1949), conclusosi con la condanna dei responsabili che ammisero di avere ucciso il Fabian. Va precisato che però il corpo di Fabian non fu mai recuperato dallo Šoht, di lui si ritrovò solo la giacca.

A Temenizza, tra Lipa e Castagnevizza, oggi in Slovenia, furono gettati l’ausiliaria dell’esercito Rosandra Irena Kralj, catturata a Slivno-Slivia (nei pressi di Sistiana, comune di Duino-Aurisina) ed uccisa a Comeno.

Ancora nei pressi di Sežana furono uccise due guardie civiche, Luigi Berti e Giuseppe Bruno Mineo, ed in un’altra foiba tra Sežana ed Opicina due militari, Egidio Patti ed Emilio Di Pumpo.

3.      LA FOIBA PLUTONE

Nell’abisso (foiba) Plutone (voragine che si apre sul Carso triestino nei pressi della strada che collega il paese di Basovizza a quello di Gropada, detta tradizionalmente Jamen Dol), vennero gettati, dopo essere stati fucilati, nella notte tra il 24 e il 25 maggio 1945, 18 prigionieri che avrebbero dovuto essere condotti a Lubiana per venire processati come criminali di guerra. I responsabili di questo eccidio (la famigerata “banda Steffè”) vennero poi arrestati, processati e condannati dalle stesse autorità jugoslave; nel ‘48 fu celebrato anche a Trieste un processo contro i responsabili o presunti tali (tra di essi Nerino Gobbo, che non solo si è sempre dichiarato estraneo all’infoibamento ma anzi ha anche contribuito ad arrestare i membri della banda), conclusosi con diverse condanne. Del processo però parleremo dopo. Diamo adesso la parola proprio a Nerino Gobbo, il comandante Gino, militante e poi comandante di Unità Operaia, responsabile, al momento dell’insurrezione di Trieste, dell’ordine del II Settore, il più esteso della città; Gobbo ha concesso questa intervista nel settembre 1996 al periodico triestino “La Nuova Alabarda”.

«Villa Segrè, la famigerata villa Segrè [18] che prima era stata comando delle S.S., fu destinata a sede del comando del 2° settore. Ricevetti la comunicazione di trasferimento dalla sede di S. Giovanni a villa Segrè intorno al 4 o 5 maggio; organizzammo il comando del 2° settore con funzioni di ordine pubblico. Tra le funzioni c’erano la persecuzione dei crimini compiuti dai nazifascisti ma anche dei crimini di anteguerra e poi c’erano anche altre cose, vendette personali, saccheggi, anche atti criminosi peggiori che, per il fatto di essere commessi durante il periodo della presenza dell’Armata Jugoslava, venivano attribuiti tutti alle forze di liberazione jugoslave, specie a noi triestini che avevamo combattuto con il IX Korpus.

«Quello che di più ci impegnò in quel periodo fu proprio il cercare di evitare che accadessero violenze indiscriminate, ma avevamo anche altri compiti, come rifornire di viveri gli ospedali, aiutare le famiglie di nostri caduti e dispersi che non avevano mezzi di sussistenza, fare i permessi per chi voleva andare via da Trieste: fu così, tra l’altro, che potemmo arrestare un membro della banda Collotti che era venuto a farsi fare il permesso, ma venne riconosciuto da uno di noi. Ricevemmo anche richieste più strane, come richieste di divorzio, ma naturalmente su questo non potevamo accontentare la gente.

«La struttura di villa Segrè era così composta: al pianoterra c’era il corpo di guardia allargato con un gruppo operativo, al primo piano c’era il comandante di questo gruppo operativo; al secondo piano c’era il comando vero e proprio che si occupava anche delle cose civili. Io ero lì, c’era un vicecomandante che si occupava della parte operativa, la parte generale del comando del 2° settore la gestivo io.

«Cos’è accaduto ai “Gesuiti”? Bene, noi ci siamo imbattuti in una serie di atti inconsulti, criminosi, con i quali abbiamo dovuto fare i conti. Un giorno mi telefonò il comandante del 2° battaglione, Giordano Luxa, e mi chiese se avevo io sotto controllo le carceri dei “Gesuiti”, ma io risposi che quelle erano sotto la sua giurisdizione. Visto che avevano avuto informazioni di maltrattamenti ed anche furti ai danni dei prigionieri, dissi al mio vice di andare a dare un’occhiata.

«Ai “Gesuiti” c’erano dei “partigiani” che dicevano di essere stati attivi durante l’insurrezione e che avevano preso posizione alle carceri e anche al distretto e che avevano fatto degli arresti. Ricevute queste informazioni dal mio vice, decisi subito che dovevamo prendere noi il controllo delle carceri, e abbiamo sostituito questo gruppo che c’era all’interno delle carceri con altre persone di fiducia, con un comandante qualificato. Così facemmo ordine nelle carceri.

«Per chiarire come fossero successi i fatti di prima e per non destare sospetti e coperture, decidemmo di trasferire quel gruppo al comando, dove sarebbero stati tenuti sotto osservazione. Così potemmo impedire ogni reazione momentanea ed includemmo nel gruppo due nostre guardie di fiducia che dovevano controllarlo. Dopo circa una settimana abbiamo avuto abbastanza elementi in mano per decidere l’arresto di tutto questo gruppo che era coinvolto in fatti che non corrispondevano alle direttive, alla nostra funzione. I maggiori responsabili sono stati consegnati all’autorità jugoslava che ha provveduto a processarli. All’inizio ne avevamo arrestati di più, ma quelli consegnati all’Armata erano circa dieci/dodici. Questi sono stati portati a Lubiana, ma durante il viaggio alcuni di loro tentarono la fuga; alcuni ci riuscirono, altri no. Quelli che riuscirono a scappare furono processati a Trieste; quelli portati a Lubiana sono stati processati e riconosciuti colpevoli, hanno fatto anche due o tre anni di reclusione e dopo sono ritornati a Trieste».

La “banda Steffè”

Della cosiddetta “banda Steffè”, autonominatasi “squadra volante”, implicata nei fatti della Plutone, facevano parte, tra gli altri: Giovanni Steffè, già membro della X Mas; Carlo Mazzoni; Ottorino Zoll (o Col); Teodoro Cumar; Giacomo Stule; Giuseppe Cavallaro, anch’egli ex membro della Decima; Edoardo Musina.

Esiste anche una testimonianza scritta [19] che nomina tra i facenti parte della cosiddetta Guardia del Popolo che operava in villa Segrè pure Mario Suppani, già membro della banda Collotti, poi fucilato a Lubiana [20]. V’è quindi il ragionevole sospetto che vi fossero delle infiltrazioni di provocatori provenienti dall’ambiente nazifascista all’interno dei gruppi partigiani al probabile scopo di creare disordini e discredito sulle autorità jugoslave che amministravano Trieste [21].

«Due giorni dopo la notte della foiba Plutone, l’intera “Squadra volante” veniva arrestata per ordine delle autorità jugoslave e trasportata con due autocarri a Lubiana per essere processata. Durante il tragitto, all’altezza di Fernetich, Zoll, Cumar, Steftè e Mazzoni tentarono la fuga e gli ultimi due rimasero uccisi.

« Zoll veniva nuovamente arrestato al suo ritorno a Trieste e, in un nuovo tentativo di fuga, si prese una sventagliata di mitra alla schiena che lo freddò. Del nucleo dirigente della “Squadra volante”, tra deceduti e latitanti, rimaneva solo Cumar, nel frattempo condannato all’ergastolo dal tribunale jugoslavo» [22].

Il processo

Il processo per i fatti della Plutone a Trieste si aprì il 3 gennaio 1948. Ridiamo la parola a Nerino Gobbo:

«A Trieste, a parte Cumar, gli altri sono stati tutti processati in contumacia; si parla del famoso processo in cui fu coinvolto anche Cecchelin. Gli imputati principali furono tutti condannati in contumacia, come me; io fui condannato come comandante del gruppo che avrebbe fatto sotto il mio comando quello che è stato loro imputato, mentre al processo avrebbe dovuto venire fuori che io ero stato quello che aveva impedito a quei signori di continuare a fare quello che stavano facendo di male. Ma i testi a mia discolpa non si trovavano; una di essi, che aveva chiarito le cose in istruttoria, al momento di testimoniare in tribunale era “irreperibile”.

«Quello che è molto interessante rispetto al processo è che io non sono mai stato né invitato né notificato a presentarmi. Dai miei organi di Stato sono stato invitato alla prudenza nel caso andassi a Trieste, ma non ebbi mai notizia ufficiale del processo.

«Praticamente sono stato informato del processo dall’avvocato Sardoč, con il quale ero in buoni rapporti; mi fermò a Capodistria e mi disse che avrebbe preso volentieri la mia difesa al processo. Dagli atti del processo risulta che io ero irreperibile, ma io ero allora una delle persone più note del capodistriano, andavo a Trieste normalmente, mi conoscevano tutti. Avrebbero potuto incontrarmi ed interrogarmi in ogni momento, potevano raggiungermi personalmente o tramite le autorità o l’avvocato d’ufficio, ma non fecero nulla di tutto ciò.

Quanto alla proposta dell’avvocato Sardoč, non l’ho potuta accettare per questioni giurisdizionali. Ammesso che avessi commesso qualcosa che non andava, questo è stato fatto quando in forma ufficiale io ero comandante di un settore che era alle dipendenze del Comando città di Trieste, delle autorità civili costituite da parte dell’Armata jugoslava che aveva liberato Trieste, quindi ero una persona ufficiale e per le mie eventuali trasgressioni sarebbe stato competente il Tribunale militare, così come sono stati giudicati dalle nostre autorità tutti quelli imputati di aver commesso qualche cosa».

Ancora dal libro di Duiz e Sarti:

«Fascisti della peggior fama venivano chiamati a deporre, come Ugo Pelizzola (…) Mario Storini, Romeo Sau, Giuseppe Romito, tutti ex squadristi (…), condannati a diversi anni (chi venti, chi trenta) dalla Corte Straordinaria di Assise per sevizie, saccheggi, bastonature e poco dopo amnistiati (…) E avventurieri come Bruno Banicevich (…).o, come lo stesso Cavallaro, già appartenente alla X Mas, con numerose testimonianze di brutali sevizie a suo carico, e poi passato alla “Squadra volante”, “costretto” dal Gobbo a sparare nella notte fatale de123/24 maggio del ‘45».

Il Cavallaro, dunque, che sostenne di «essere stato costretto a sparare» da Gobbo che gli avrebbe tenuto una pistola puntata alla schiena mentre lui e gli altri “infoibavano” i diciotto prigionieri che avrebbero dovuto essere trasportati a Lubiana, il Cavallaro, dicevamo, non fu imputato nel processo ma solo testimone, antesignano, forse, di quella, tanto tristemente diffusa al giorno d’oggi, figura del “pentito”, ovvero colui che, dopo essersi macchiato di efferati delitti, riesce a salvare se stesso dal giudizio perché testimonia contro altre persone.

Alla fine Cumar fu condannato a 28 anni e Cecchelin a 5 (con tre di condono), mentre i tre contumaci furono condannati a 26 anni (Musina e Gobbo) ed a 24 (Stule).

Gli infoibati

Dall’abisso Plutone furono recuperati, tra il 18 ed il 20 maggio 1947, 21 corpi, 18 dei quali corrisponderebbero ai prigionieri fatti uscire dai “Gesuiti” per essere condotti a Lubiana. Gli altri tre corpi furono identificati come persone abitanti nella zona e scomparse in periodi antecedenti la fine della guerra.

Ma chi erano gli infoibati della Plutone? Eccone l’elenco: Chebat Arrigo, impiegato cassa mutua ma anche squadrista della prima ora; Pelizon Giuseppe, infermiere all’ospedale Maggiore: riferiva ai nazisti in merito ai ricoveri da ferite d’arma da fuoco, in modo da denunciare i partigiani feriti (che magari venivano curati con la complicità di altri infermieri e medici); Polli Carlo, impiegato, ma negli articoli di giornale che parlano dei recuperi delle salme, viene indicato come “agente” non meglio specificato, poteva trattarsi di un ausiliario di P.S.; Pellegrina Giacomo, in arte Nino D’Artena, artista di varietà (fu per il suo arresto che venne incriminato Cecchelin) ma anche squadrista, spia, collaboratore di Radio Franz [23], criminale di guerra denunciato da Radio Londra; Poropat Giuseppe, carbonaio, ma anche torturatore di partigiani in Istria; Toffetti Domenico, interprete per le S.S.; Spinella Giovanni, Piccinin Pietro, Camminiti Santo, Greco Matteo, Piccozza Antonio, Sciscioli Gaspero, tutti dell’Ispettorato Speciale di P.S.; Selvaggi Raimondo e Stoppa Mario Giorgio, della Pubblica sicurezza; Trada Alfredo, delle Brigate Nere; Del Papa Filippo, agente di custodia al Coroneo ma nei ranghi dell’Ispettorato Speciale, Bigazzi Angelo e Mari Ernesto, capi degli agenti di custodia al Coroneo, che furono responsabili di deportazioni ed internamenti nei lager tedeschi di diversi loro sottoposti: due di questi, rientrati dalla prigionia in Germania, li denunciarono alle autorità jugoslave di Trieste a metà maggio ‘45; furono per questo arrestati dalle autorità italiane e si trovavano rinchiusi in un carcere italiano ancora all’epoca del processo.

La foiba Plutone può essere considerata forse l’unica “vera” foiba triestina. In essa trovarono la morte dei criminali di guerra che però avrebbero dovuto subire un regolare processo, il quale non poté essere celebrato a causa delle “deviazioni” dei membri della “banda Steffè”. Tenuto conto che parte della “banda Steffè” (a cominciare da colui dal quale la “banda” prese nome) proveniva dalla X Mas e che della X Mas facevano parte i servizi segreti che avevano, assieme ai nazisti, orchestrato la propaganda sulle foibe in chiave “anti-slavocomunista”, viene il sospetto che anche l’episodio della foiba Plutone sia stato fatto “a futura memoria”, un eccidio di cui incolpare i partigiani jugoslavi, un crimine da ingigantire ed attorno al quale creare ancora altre mistificazioni e

confusioni [24]. Sarà casuale che Maserati (il quale è tutto sommato uno degli storici più seri ed attendibili) parli del «recupero di numerosi cadaveri di militari italiani e tedeschi e di civili, in particolare nella foiba Plutone di Basovizza (pozzo della miniera)…»? Se Maserati definisce così la Plutone, vuol dire che in giro “qualcuno” aveva fatto in modo da creare confusione nell’identificare i due abissi, fondendo assieme i ricordi e le “testimonianze” sui processi popolari a Basovizza nei pressi del pozzo della miniera con i morti della Plutone, i quali erano stati veramente infoibati, si noti bene: ma erano solo 18, mentre le “voci” diffuse nell’estate del ‘45 da una certa stampa (legata a chi?), parlavano di 400 persone gettate nell’altro abisso, sempre a Basovizza. Ma del “caso” Basovizza parleremo un po’ più avanti.

4.      LA FOIBA 149 DI OPICINA CAMPAGNA

La cosiddetta “foiba 149” (il cui nome popolare è Bršljanovca), detta anche di Opicina campagna, si trova nei pressi della linea ferroviaria poco distante dall’attuale abitato del paese di Opčine-Opicina. Questa cavità è stata usata come fossa comune per i caduti della battaglia di Opicina, combattutasi senza tregua per sei giorni e cinque notti dal 29 aprile al 3 maggio 1945. In questa battaglia, ultimo tentativo tedesco di bloccare l’avanzata partigiana, persero la vita da una parte 149 partigiani, 32 appartenenti al battaglione sovietico, 8 abitanti del paese e 119 non identificati; i tedeschi persero 780 uomini e 3.500 furono i prigionieri. Fu dunque necessario dare urgente sepoltura a tutti questi morti: dei tedeschi 220 trovarono posto nel cimitero militare di Opicina, mentre gli altri 560 vennero sepolti d’urgenza nella grotta Bršljanovca.

Nel 1957 fu ratificato un accordo tra i governi tedesco ed italiano in base al quale le autorità federali tedesche richiesero il recupero e la restituzione delle spoglie mortali dei caduti tedeschi. Le autorità italiane autorizzarono il recupero dal cimitero militare di Opicina ma non dalla Bršljanovca, che fu invece chiusa tra il 1958 ed il 1959 con opere monumentali simili a quelle della cosiddetta foiba di Basovizza [25]. Le due cavità vennero accomunate dalla propaganda nazionalista come sacrari che contenevano “centinaia di infoibati italiani”; sulla Bršljanovca venne posta anche una lapide che ricorda i “caduti Istriani, Fiumani e Dalmati” (che materialmente lì dentro non ci sono), mentre non fa minimamente cenno a chi veramente giace lì sotto, cioè dei disgraziati soldati tedeschi mandati a morire da una logica criminale; la stessa logica che oggi continua a mistificare la storia ed offendere i morti, di qualunque parte essi siano, perché li usa in modo strumentale per fomentare altro odio tra i popoli.

5.      LA “FOIBA” DI BASOVIZZA.

Ovvero: come si costruisce un falso storico

La voragine nota come “foiba” di Basovizza è in realtà il pozzo di una vecchia miniera abbandonata. Il suo nome tradizionale è “Šoht”, è profonda 254 metri e la sua imboccatura è più o meno un rettangolo di tre metri per quattro. Già dopo la prima guerra mondiale fu usata come discarica, anche di materiale bellico: fu anche tristemente nota come meta di suicidi.

Dichiarata monumento nazionale dal presidente della Repubblica Italiana Scalfaro nel 1992, è sempre stata usata dalla propaganda reazionaria come “esempio” della “barbarie slavocomunista”. Il numero dei corpi di infoibati che conterrebbe, sempre secondo gli “storici” delle organizzazioni di destra, varia dai 2.500 di un articolo apparso nel febbraio 1996 su “La Repubblica”, ai “cento metri cubi di carne ed ossa” (sic!) dichiarati dall’ex-deputata di Forza Italia Marucci Vascon in una lettera dell’agosto 1996 pubblicata sul “Piccolo”.

Ma anche storici più seri hanno accreditato la presenza nello Šoht di 300-400 corpi, Come mai? Andiamo con ordine.

Dopo la battaglia di Basovizza (30.4.45) la gente del posto vi gettò dentro corpi di militari, soprattutto tedeschi, carcasse di cavalli (morti durante i raid effettuati dagli aerei britannici nel corso della battaglia) ed anche materiale militare. Tra il settembre e l’ottobre del 1945 gli angloamericani recuperarono quanto poterono dal pozzo. Ma sentiamo cosa dice l’articolo apparso sul “Piccolo” di Trieste il 10.1.95, a firma Pietro Spirito e Roberto Spazzali:

«È del 13 ottobre 1945 il rapporto che elenca sommariamente i risultati delle esumazioni, effettuate utilizzando la benna… questo documento (…) permette di avere la conferma che almeno una decina di corpi umani furono recuperati dagli anglo-americani. “Le scoperte effettuate – si legge nel rapporto – si riferiscono a parti di cavallo e cadaveri di tedeschi, e si può dedurre che ulteriori sopralluoghi potrebbero eventualmente rivelare cadaveri di italiani”». Sempre nella stesse pagine del “Piccolo” vengono riportati dei brani tratti dal “rapporto segreto” sopra citato, nel quale risulta la reale entità dei recuperi effettuati: otto corpi umani interi (di questi due presumibilmente tedeschi ed uno di sesso femminile), alcuni resti umani (per lo più arti) ed alcune carcasse di cavallo. Continua l’articolo: «Ma una decina di corpi smembrati e irriconoscibili non dovevano sembrare un risultato soddisfacente e alla fine si preferì sospendere i lavori».

Ma come mai gli angloamericani decisero di recuperare quanto “infoibato” nel pozzo della miniera? Già il 29 luglio 1945 apparve questa notizia (noi la citiamo da “Risorgimento Liberale”, organo del Partito Liberale):

«Grande e penosa impressione ha destato in tutta l’America la notizia, proveniente da Basovizza presso Trieste, circa il massacro di oltre 400 persone da parte dei partigiani di Tito, le cui salme sono state scoperte dalle autorità alleate nelle cave di quella zona. Particolare rilievo viene dato al fatto che ivi compresi si trovano otto cadaveri di soldati neozelandesi e si temono di conseguenza complicazioni internazionali».

Ma già due giorni dopo appare, sullo stesso quotidiano, questo titolo: “Smentita alleata sul pozzo di cadaveri a Trieste”. Ed ecco l’articolo:

«Il Comando generale dell’Ottava Armata britannica ha ufficialmente smentito oggi le notizie pubblicate dalla stampa italiana secondo cui 400 o 600 cadaveri sarebbero stati rinvenuti in una profonda miniera della zona di Trieste. Alcuni ufficiali dell’Ottava Armata hanno precisato inoltre che non si hanno indicazioni circa i cadaveri degli italiani ma per quanto riguarda l’asserita presenza di cadaveri di soldati neozelandesi essa viene senz’altro negata» .

Si può notare in queste poche righe come iniziò a lavorare la provocazione reazionaria per creare, come si direbbe oggidì, l’”immaginario” della foiba: intanto si tirò fuori la notizia di una cifra enorme di “infoibati”, per creare impressione ed orrore e la si presentò come se negli Stati Uniti non si parlasse d’altro, cosa non vera; e poi il tocco finale degli otto soldati neozelandesi uccisi dai partigiani di Tito, tanto per creare ulteriore tensione tra il governo jugoslavo e quello britannico (si noti il finalino del primo articolo: «si temono complicazioni internazionali»). È poi degno di nota anche il passaggio dai «400» cadaveri del primo articolo ai «400-600» del secondo.

Così gli angloamericani decisero di scavare nel pozzo di Basovizza per chiarire la faccenda anche perché nel frattempo in città continuavano le voci che parlavano di “centinaia di infoibati dai titini”. E quello che trovarono risulta dal rapporto sopra pubblicato.

Diciamo anche, a questo punto, che non sembra probabile che corpi di italiani uccisi verso il 5 o 6 maggio possano trovarsi sotto i corpi dei tedeschi morti una settimana prima, per cui, una volta trovati i tedeschi, gli angloamericani decisero probabilmente che nello Šoht non potevano esserci né italiani né neozelandesi. Esiste comunque un’altra smentita, da parte del Ministero della difesa neozelandese, in merito alla supposta presenza di soldati neozelandesi nel pozzo di Basovizza; risale al 12.2.1996 ed è stata pubblicata dal periodico “Novi Matajur” il 25.4.1996. Il Ministro Crawford risponde ad una lettera inviata dal signor Valentin Brecelj, membro del circolo di Melbourne dell’associazione degli emigranti sloveni, il quale, avendo letto sul settimanale “Epoca” dell’aprile ‘95 che «nel pozzo della miniera abbandonata di Basovizza, tra centinaia e centinaia di morti, sono stati ritrovati anche i cadaveri di 27 neozelandesi…», scrisse, nel febbraio del ‘96, proprio al Ministero della Difesa neozelandese per avere chiarimenti. La risposta, arrivata dopo soli dieci giorni, è breve e lapidaria: «In passato noi abbiamo indagato su simili rapporti ed abbiamo verificato che non sono basati su fatti».

Ma torniamo ai “rapporti segreti” che il “Piccolo” pubblicò in più puntate nel gennaio ‘95.

Titolo apparso all’interno di un paginone dedicato all’argomento “foibe” in data 30 gennaio 1995: “COSI’ DUE PRETI TESTIMONIARONO GLI INFOIBAMENTI”. In questo articolo viene pubblicato un brano contenuto in un documento stilato dagli Alleati nell’ottobre 1945 (una copia di questo, in lingua inglese, è conservata anche presso l’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione di Trieste) che comprende le deposizioni di due preti che, stando all’articolo, sarebbero servite agli “storici” per accreditare le «esecuzioni di Basovizza».

I cosiddetti “testimoni oculari” degli infoibamenti, secondo questo documento siglato da un certo “Source” (nome in codice; però source in inglese significa semplicemente “sorgente” o “fonte”), sono don Malalan, prete di S. Antonio in Bosco-Boršt, (paesino a pochi chilometri da Basovizza) e don Virgil Šček, parroco di Corgnale (altro paese vicino a Basovizza, che però si trova oggi in Slovenia), intellettuale e già deputato del Regno d’Italia prima dell’avvento del fascismo.

Innanzitutto leggiamo che don Malalan non riferisce di aver assistito personalmente ai processi ed alle esecuzioni, dando però queste, a domanda di Source, per avvenute, e dichiarando che i prigionieri, quasi tutti agenti di polizia, si erano ben meritati la fine che avevano fatto. Ciò che riferisce don Malalan è il suo colloquio con don Šček, che aveva “ammesso di essere stato presente al momento in cui le vittime venivano gettate nelle foibe”. Lasciamo da parte quindi la testimonianza di don Malalan che parla per sentito dire, come si direbbe in un’aula di tribunale e vediamo invece cosa riferisce Source del racconto di don Šček:

«Il 2 maggio egli (don Šček, n.d.a.) andò a Basovizza… mentre era lì aveva visto in un campo nelle vicinanze circa 150 civili “che erano riconoscibili dalle loro facce quali membri della Questura”. La gente del luogo voleva fare giustizia in modo sommario ma gli ufficiali della IV Armata erano contrari [26]. Queste persone furono interrogate e processate alla presenza di tutta la popolazione che le accusò. (…) Quasi tutti furono condannati a morte (…) Tutti i 150 civili furono fucilati in massa da un gruppo di partigiani. I partigiani erano armati con fucili mitragliatori, e poi, poiché non c’erano bare, i corpi furono gettati nella foiba di Basovizza».

Però: «Quando Source chiese a don Šček se era stato presente all’esecuzione o aveva sentito gli spari questi rispose CHE NON ERA STATO PRESENTE NÉ AVEVA SENTITO GLI SPARI» *. Quindi don Šček fu testimone oculare sì, ma dei processi e non degli infoibamenti.

Il documento prosegue ancora: «Il 3 maggio don Šček andò di nuovo a Basovizza e vide nello stesso posto circa 250-300 persone (…) queste persone furono anche uccise dopo un processo sommario. Erano per lo più civili arrestati a Trieste dopo i primi giorni dell’occupazione. Don Šček dichiara che erano quasi tutti membri della Questura».

Ma neanche qui don Šček li vide materialmente uccidere. Cosa poteva essere successo dunque?

Come dovrebbe essere noto, i partigiani arrestarono, nei primi giorni di maggio, molte persone, non a casaccio ma a ragion veduta, perché avevano con sé degli elenchi in cui erano segnalati i nomi dei criminali di guerra e dei collaborazionisti. Arrestarono per lo più agenti di P.S., militari e collaboratori dei nazifascisti. Che fossero in abiti civili non esclude che potesse trattarsi di poliziotti o militari in borghese: nessuna persona intelligente si sarebbe tenuta addosso le divise dopo l’arrivo dei partigiani, se solo avesse avuto la possibilità di cambiarsi (e chi abitava a Trieste questa possibilità ce l’aveva).

I prigionieri venivano portati a Basovizza dove aveva sede il Tribunale del Popolo. Detta così può parere melodrammatica, però va riferito che i processi si svolgevano effettivamente di fronte alla popolazione, che aveva diritto di intervenire e testimoniare, pro o contro gli accusati. Vi furono diversi casi in cui, non esistendo testimonianze dirette a carico degli arrestati, questi vennero lasciati liberi; il che causò non pochi errori giudiziari a vantaggio degli accusati, come nel caso di Remigio Rebez, l’efferato “boia della caserma di Palmanova”, che nella caserma Piave di Palmanova, appunto, aveva operato feroci torture e massacri. Ma a Trieste non c’era chi potesse testimoniare contro di lui, ed i “feroci titini” lo lasciarono libero. Per la cronaca, fu processato a Udine nel 1946, riconosciuto criminale di guerra e condannato a morte, poi amnistiato ed è ancora vivo [27] (nonostante Pirina lo metta tra gli “scomparsi”).

Una volta processati, gli arrestati, se riconosciuti colpevoli, venivano inviati verso Lubiana per venire processati regolarmente. Sembra probabile che la IV Armata jugoslava, che, come riferisce il rapporto di “Source”, era contraria alle esecuzioni sommarie, avesse deciso di condannare a morte i prigionieri tanto per calmare gli animi della popolazione inferocita e poi li abbia condotti verso l’interno della Slovenia, a Lubiana o nei campi di lavoro.

Il governo militare alleato usò poi lo Šoht come discarica di materiale militare, ma decise, prima di lasciare Trieste nel 1954, di affidare ad una ditta di Banne lo svuotamento del pozzo, probabilmente per verificare di non aver lasciato dietro di se materiale d’archivio o altre cose compromettenti.

Il comune di Dolina-S. Dorligo della Valle autorizzò, con delibera giuntale n. 854/54 dd. 23.2.54 (la delibera è pubblicata qui in appendice), lo svuotamento del pozzo e gli operai addetti arrivarono fino alla profondità di 225 metri, sui 254 totali. Furono estratti residui di armi, materiale bellico e rifiuti vari: ma non v’era traccia di resti umani.

Vorremmo ora citare una curiosa coincidenza in merito allo svuotamento del pozzo in quest’occasione: tra le persone che osservavano i lavori – militari angloamericani, giornalisti (anche

tedeschi) e semplici osservatori curiosi –, c’era anche un dirigente del Comune di Trieste, capo del settore Nettezza Urbana. Questi era lo stesso Griselli che si era trovato ad essere processato, proprio a Basovizza, sotto la tettoia dell’attuale farmacia, nei primi giorni di maggio ‘45. È questo uno dei casi di assoluzione per mancanza di testimonianze a carico: Griselli giustificò la sua appartenenza al partito fascista perché, lavorando al Comune di Trieste, temeva di perdere il posto se si fosse rifiutato di iscriversi e fu creduto, dato che non c’era nessuno a testimoniare contro di lui. In realtà, come risultò da ricerche condotte da Samo Pahor, Griselli non solo era stato squadrista della prima ora, ma si era anche trovato a ricoprire la carica di commissario civile a Novo Mesto, nella “provincia di Lubiana” occupata militarmente dagli italiani. Nel corso del suo mandato aveva rimandato nella Stiria, che comprendeva anche la parte della Slovenia occupata dai tedeschi, diversi ragazzi delle scuole superiori che erano profughi a Novo Mesto, scappati dalle loro terre occupate, perché erano “colpevoli” di avere organizzato, in occasione della festa nazionale jugoslava (che cadeva il 1° dicembre), una protesta pacifica nelle classi, protesta che consisteva nel rimanere alzati in piedi per alcune ore in silenzio. Si può ben immaginare la sorte toccata a questi ragazzi una volta rientrati in Stiria nelle mani dei nazisti.

Ma torniamo al nostro Šoht. Dopo lo svuotamento del ‘54, tornata l’Italia, il sindaco Bartoli (sì, proprio Gianni Lagrima) autorizzò l’uso del pozzo come discarica di rifiuti e tale fu l’uso che se ne fece fino alla fine degli anni Cinquanta. Come Gianni Bartoli, che aveva costruito la propria immagine pubblica sulla base della nostalgia per le terre perdute dell’Istria e del ricordo dei martiri delle foibe (comprese le “centinaia di infoibati di Basovizza”!), potesse autorizzare a scaricare immondizia sopra dei resti di corpi umani ci è difficile da credere: potrebbe sorgerci il sospetto che lui, che oltretutto aveva avuto il capo Griselli a sovrintendere all’operazione di svuotamento, sapesse benissimo che lì dentro non c’erano i corpi di quelli che lui, nei suoi libri, lasciava credere che ci fossero.

Date queste basi, riteniamo che l’unica cosa logica, oggi come oggi, per fare chiarezza una volta per tutte, sia che il pozzo venga aperto e svuotato. Con le moderne tecniche non dovrebbe essere difficile: e una volta aperto e verificato cosa c’è dentro, sapremo se in tutti questi anni si sono portati dei fiori su un mucchio di immondizia.


[1] La Lega cui si riferisce la poesia è la Lega Nazionale.

[2] Pisino, cittadina dell’interno dell’Istria.

[3] L’unica canzone partigiana che parla delle foibe è la “Canzone a Collotti” (vedi cap. I, Ispettorato Speciale di P.S.), ma non ne parla certo in senso apologetico.

[4] Dal libro “Caduti, scomparsi e vittime civili…” op. cit.

[5] Però due tra gli storici più attendibili e cioè Mario Pacor (“Confine orientale”, Feltrinelli) e Galliano Fogar (“Sotto l’occupazione nazista…”, cit.). concordano sul fatto che nelle foibe istriane furono gettate, dopo essere state fucilate, 400/500 persone.

[6] Copia del rapporto del sottufficiale dei Vigili del Fuoco Harzarich (che diresse le operazioni di recupero dalle foibe istriane tra l’ottobre ed il dicembre 1943) si trova conservata presso l’Archivio dell’I.R.S.M.L.T.

[7] Paolo Parovel, Analisi sulla questione delle foibe, inviata al Ministero degli Interni, settembre 1989.

[8] Maria Pasquinelli, agente della Decima, si distinse tra il ‘44 ed il ‘45 per cercare contatti operativi tra la divisione partigiana friulana “Osoppo” e la Decima stessa in modo da creare un fronte comune “antislavo” contro le brigate “Garibaldi”; fu coinvolta insieme a Italo Sauro (uno dei figli di Nazario Sauro) nei maneggi che crearono il clima di tensione e di diffidenza fra formazioni Osoppo e Garibaldi, che precedettero l’eccidio di Porzûs; infine nel 1947 assassinò a Pola il generale inglese De Winton “in segno di protesta” per la firma del trattato di pace che destinava l’Istria alla Jugoslavia.

[9] Luigi Papo, “L’ultima bandiera, Storia del reggimento Istria”, supplemento a “L’Arena di Pola” giugno 1986. Su Luigi Papo si veda il capitolo introduttivo: Le “prove” del “genocidio”.

[10] Questo “Centro” era stato fondato dal “Movimento Giuliano” presieduto da Libero Sauro (fratello di Italo, cfr. nota 99), già comandante del reggimento Istria della Milizia Difesa Territoriale. Dopo essere stato destituito, nel 1944, dal rango di comandante dallo stesso Gauleiter Rainer, Sauro si dedicò alla costituzione a Capodistria di uffici stampa e propaganda con collaboratori come Luigi Papo ed ufficiali della Decima. Nel 1947 l’”Ufficio Storico dell’Istria” venne ricostituito a Roma.

[11] In piazzale Fiume a Milano aveva sede l’Ufficio Stampa della X Mas.

[12] Nel 1989 l’allora presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia (il democristiano Biasutti) dichiarò ufficialmente che la minoranza slovena avrebbe avuto la propria legge di tutela solo dopo che i sindaci dei comuni sloveni della provincia di Trieste fossero venuti ad onorare la foiba di Basovizza con tanto di fascia tricolore (P. Parovel, Analisi sopra citata).

[13] Cfr. cap. I, Un po’ di storia.

[14] Archivio I.R.S.M.L.T., XXX 2227, citata da Maserati in “L’occupazione…”, op. cit.

[15] Sulla storia del bunker si veda in appendice.

[16] Paesino nei pressi di Longera, alla periferia di Trieste

[17] Documento n. 2229 I.R.S.M.L.T.

[18] Quando a Trieste si parla degli “orrori dell’”occupazione titina” uno dei temi ricorrenti è sempre quello relativo alle violenze che sarebbero state commesse in villa Segrè dalla “Squadra Volante”, cioè dalla “banda Stetfè”. In realtà le violenze della banda Steffè si svolsero alle carceri dei “Gesuiti”. Secondo noi il probabile motivo della confusione Ira i due posti è dovuto ad una relazione redatta da Biagio Marin (Archivio I.R.S.M.L.T. XXIXX 2112b) dove si parla di «inaudite violenze» perpetrate in Villa Segrè, ma si citano solo i casi dell’insegnante Elena Pezzoli, cassiera del C.L.N. che «fu torturata e non ha fatto più ritorno» e di «un’altra donna (…) costretta a pulire il pavimento con stracci che erano i resti di una bandiera italiana».

[19] Archivio I.R.S.M.L.T. doc. 2227

[20] Cfr. cap. II, Ispettorato Speciale

[21] Nel numero di novembre 1985 del mensile “Storia Illustrata” è pubblicato un documento redatto nell’autunno del 1945 da Aldo Gamba, comandante del 1° Squadrone autonomo, già Polizia Militare di sicurezza dipendente dall’O.S.S., (la futura C.I.A.) sul “piano Graziani” risalente all’ottobre 1944. L’idea del maresciallo Graziani di infiltrare elementi fascisti nelle organizzazioni clandestine antifasciste fu esposta in una riunione segreta avvenuta a Milano presso la sede della “Muti”. Citiamo dal documento: «immettere il maggior numero di fascisti entro le nostre organizzazioni clandestine, mandando in galera gli antifascisti veri (…), iscriversi in massa ai partiti antifascisti, attizzarvi le tendenze più estremiste, sabotare ogni opera di ricostruzione, diffondere il malcontento e preparare sotto qualsiasi insegna… la resurrezione degli uomini e dei loro metodi fascisti. (…) Gli elementi (…) erano i comandanti delle varie legioni Muti, brigate nere, guardie repubblicane, i capi dei vari servizi di spionaggio. i torturatori, gli aguzzini, ecc.». Secondo Graziani – prosegue Gamba – «non è necessario vincere la guerra perché il fascismo e i fascisti possano salvarsi… basta saper rendere la vita impossibile ad ogni governo che raccolga la nostra successione». E per questo bisognava «organizzare bande armate che funzionino segretamente, che aggiungano altre distruzioni a quelle tedesche, che si mescolino alle manifestazioni popolari per suscitare torbidi. Ma soprattutto mimetizzati, penetrare nei partiti antifascisti e introdurvi fascisti a valanga, propugnare le tesi più paradossalmente radicali…, sabotare e screditare l’opera del governo…, seminando l’Italia di sciagure su sciagure, suscitare il rimpianto del fascismo e (…) riacciuffare il potere». Un piano questo che partì alla fine del 1944 e col quale si possono forse spiegare alcune pagine “oscure” sia della Resistenza (come l’eccidio di Porzûs: si veda a questo proposito la nota 115), che avvenimenti successivi ad essa, come i fatti della Plutone, e tutta l’attività della stessa Gladio nel dopoguerra.

[22] Da “La vita xe un bidòn” di Roberto Duiz e Renato Sarti (Baldini & Castoldi), biografia dell’attore di cabaret triestino Angelo Cecchelin che fu coinvolto nel processo.

[23] Cfr. il cap. II, par. 9, Il collaborazionismo a Trieste

[24] Nel suo libro “Porzûs. Dialoghi sopra un processo da rifare” Alessandra Kersevan scrive, riferendosi all’eccidio di Porzûs: «Un comandante garibaldino con cui una volta ho parlato mi ha detto, pensando a quanto i democristiani hanno potuto sfruttare l’episodio: “Se Porzûs non fosse avvenuto avrebbero dovuto inventarlo”». E, più avanti: «Più che inventato, lo hanno costruito e plasmato». La similitudine dei due avvenimenti – Porzûs e Plutone –, il coinvolgimento più o meno degli stessi personaggi (X Mas e servizi collegati), potrebbe non essere casuale…

[25] I dati sono tratti da uno studio di Paolo Parovel.

[26] Questa affermazione di Source va a conferma di quanto dichiarato da Mario Pacor sul comportamento delle autorità jugoslave (v. cap. III, par. 1)

* Il maiuscolo è nostro.

[27] Cfr. cap. I, La X MAS.



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