Roberto Renzetti
Solo da qualche anno è stata riscoperta l’importanza della « corrispondenza» per un serio studio di questioni connesse con la Storia della Scienza. Per il loro carattere di collegamento tra « Storia Interna » e « Storia Esterna », per il loro sollevare dubbi che indicano l’iter (che non compare mai nella stesura del lavoro conclusivo) percorso per arrivare ad una qualsiasi formulazione, le corrispondenze che, in varie epoche, scienziati hanno tenuto tra loro e non, rivestono un ruolo insostituibile e sempre più spesso occorrerà farvi ricorso per capirele condizioni ed i condizionamenti dello sviluppo del pensiero scientifico.
È proprio da alcune lettere che il fisico italiano Macedonio Melloni inviò a Faraday negli anni che vanno dal 1834 al 1853 che ho preso lo spunto per questa breve nota.
Queste lettere le ho lette per caso mentre stavo ultimando una ricerca su Faraday ed, allo scopo, leggevo la sua corrispondenza.
Credo sia interessante riproporle precedute da una breve biografia dello scienziato e da un minimo d’inquadramento storico.
Macedonio Melloni nacque a Parma l’11 aprile 1798. La sua era una ricca famiglia di commercianti e per questo egli poté essere educato dapprima in casa e quindi nelle scuole pubbliche di Parma. Il padre nel 1819 lo condusse a Parigi con il proposito di farlo perfezionare nell’arte del disegno nella quale aveva mostrato predilezione a scuola.
Ma Macedonio convinse il padre a farlo dedicare allo studio della Fisica, che aveva già intrapreso a Parma, continuando gli studi a Parigi presso la famosa scuola della Francia post-napoleonica (si pensi ad Ampère, a Laplace, a Poisson, a Fresnel, ecc.) (1).
Ritornato a Parma nel 1824 riuscì ad ottenere, per sollecitazione al governo ducale del suo vecchio professore di Fisica, Sgagnoni, la nomina a professore sostituto di fisica teorico-pratica in quella università. Nel 1827 divenne titolare di tale cattedra. Iniziò cosi la sua proficua attività di ricerca. Già nel 1825 fece costruire per l’Università di Parma un magnetoscopio di notevolissima sensibilità; nel 1830 pubblicò alcuni lavori sulle previsioni barometriche e sull’igrometria; in quegli anni iniziò inoltre i lavori sul calore raggiante dopo essere venuto a conoscenza della scoperta di un nuovo tipo di termoscopio da parte dello scienziato reggino Leopoldo Nobili (2). Questi studi dovettero essere sospesi a causa dei moti rivoluzionari che nel 1831 investirono tutta l’Italia ed in particolare il Ducato di Parma e quello di Modena. Il Melloni, che era stato a contatto con l’ambiente liberale parigino, non fu estraneo alla rivolta e, durante gli scontri con le forze ducali, fu portato in trionfo dai suoi studenti insorti ed inoltre fu chiamato a far parte del governo provvisorio. La reazione non tardò a venire e Melloni fu costretto a fuggire ed a riparare in Francia con, sul capo, una condanna del governo di Parma restaurato con l’aiuto austriaco.
Anche Nobili dovette fuggire per analoghe ragioni ed i due fisici si ritrovarono a Parigi. Qui lavorarono molto al perfezionamento del termoscopio a pile termo-elettriche (termomoltiplicatore), che Melloni applicò subito allo studio del calore raggiante. In questo periodo Melloni e Nobili pubblicarono alcuni lavori portati a termine insieme. Ma i mezzi economici stavano esaurendosi ed il fisico parmense fu costretto, per tirare avanti, ad accettare una cattedra di Fisica a Dôle, una città nella Franca Contea, un dipartimento a sud-est della Francia.
Messo da parte un po’ di denaro andò nella vicina Ginevra dove riprese i suoi studi con l’aiuto di due famosi fisici d’allora e suoi amici, P. Prèvost e A. de La Rive (3). Riuscì qui a portare a termine una sua importante memoria sulla trasmissione del calore ed egli, convinto dell’importanza del suo lavoro e spronato in questo da Prèvost e de La Rive, andò in Francia per presentarla all’Accademia. Tre furono i giudici dell’opera di Melloni ed uno di questi dette parere decisamente negativo. A questo punto si inseriscono le prime 5 lettere oggetto di questo articolo. Esse riportano fedelmente il succedersi degli avvenimenti da questo momento a quando, dopo che Melloni ebbe ottenuto (1834)la medaglia Rumford [il “Nobel dell’epoca, n.d.r.], su sollecitazione di Faraday, dalla Società Reale di Londra, i suoi meriti vennero riconosciuti in Francia anche per opera di quell’illustre scienziato che precedentemente aveva dato parere negativo.
Il riconoscimento inglese a Melloni, che era stato assegnato in passato solo a Malus (4) e Fresnel, fece si che Melloni ottenesse vari riconoscimenti anche in Francia. Oltre ai 1200 franchi ricevuti dal Ministero Francese della Pubblica Istruzione, Melloni fu nominato membro corrispondente dell’Accademia di Francia, di Pietroburgo, di Stoccolma e di Berlino, ed altri riconoscimenti non tardarono a giungere dal resto dell’Europa.
Le sue scoperte si diffusero presto e negli ambienti scientifici ed in quelli non scientifici; quest’ultima cosa grazie all’introduzione delle sue teorie in moltissimi libri di testo di tutto il mondo.
Fino al 1838 Melloni rimase in Francia dove, dopo un incarico all’Università di Montpellier, gli fu offerta la cattedra di Fisica a Parigi; ma, in quell’anno, il governo di Parma lo amnistiò e gli permise la residenza nel ducato.
Egli non vi tornò preferendo il posto che gli era stato offerto, anche con l’aiuto di Arago (5), come direttore del Conservatorio d’Arti e Mestieri di Napoli e, più tardi (1847), dell’Osservatorio Metereologico sulle falde del Vesuvio da lui stesso fondato con l’acquisto di molti macchinari e strumenti scientifici a Parigi.
Nel frattempo (1842) Melloni si era sposato con l’inglese Augusta Bignet, dalla quale ebbe due figlie una delle quali gli morì molto presto e l’altra era infelice nel fisico tanto da dargli grandi dolori. Ma né le sventure familiari, né peraltro le moltissime onoreficenze che nel frattempo aveva ottenuto (dalla Toscana, dalla Francia, dal Piemonte, dalla Prussia), bastarono a tenerlo lontano dalla sua passione politica per le idee liberali che in quegli anni stavano attraversando l’Europa. Il 1848 lo vide ancora impegnato politicamente. Ciò gli comportò la forzata rinuncia a tutti i pubblici incarichi (1849) ed il ritiro nella sua villa di Moretta a Portici.
A questo punto s’inserisce l’ultima lettera che riporto. In questo isolamento Melloni riuscì a lavorare proficuamente ancora per vario tempo rifiutando offerte di cattedre in Austria, in Piemonte, in Toscana.
Si spense, affetto da colera, l’11 agosto 1854.
Abbiamo qui parlato del Melloni come perseguitato politico ed abbiamo accennato a Nobili. Non furono i soli scienziati impegnati politicamente in quei tempi. Tra gli altri vanno ricor- dati (6) :
1) Ottavio Fabrizio Mossoti (1791-1863) nel 1825 dovette abbandonare Milano per le sue idee liberali che lo avevano reso sospetto agli austriaci. Nel 1834 dovette abbandonare Bologna perché il Papa non voleva spiacere agli austriaci. Nel 1848 fu comandante del battaglione universitario a Curtatone e Montanara.
2) Giovanni Codazza (1816-1877) nel 1848, avendo servito nell’Università ticinese il governo italiano provvisoriamente costituito, dovette emigrare al ritorno degli austriaci.
3) Enrico Betti (1823-1892) nel 1848 combatté nel battaglione universitario a Curtatone.
4) Ambrogio Fusinieri (1775-1852) alla caduta della Repubblica di Venezia con il Trattato di Campoformio si recò a Milano donde, molto presto (alla fine del 1800), dovette riparare a Vicenza. Nel 1848, all’arrivo degli austriaci, dovette abbandonare anche questa città.
5) Silvestro Gherardi (1802-1879) nel 1831 fu, a Bologna, a capo del battaglione degli studenti. Nel 1848 fu maggiore della Guardia Civica, ancora comandante del battaglione degli studenti ed infine membro del Comitato di Salute Pubblica che vinse gli Austriaci l’8 di agosto. Fu, in quell’epoca, membro della Costituente della Repubblica Romana e si batté per la difesa di Roma e di Venezia. Alla caduta di queste due città fu esule in Piemonte ed a Genova.
6) Carlo Matteucci (1811-1868) dovette nel 1834 abbandonare Forlì in seguito alle persecuzioni dello Stato Pontificio. Nel 1862 fu Ministro della Pubblica Istruzione nel governo Rattazzi.
7) Riccardo Pelici (1819-1902) nel 1848 era nel battaglione universitario comandato da Mossotti e combatté a Curtatone.
NOTA BIBLIOGRAFICA.
Le lettere che seguono sono tratte da “The Selected Correspondence of Michael Faraday”, a cura di Pearce Williams (volumi 2), Cambridge University Press, 1971. Nel seguito le referenze a questa opera saranno indicate con S.C. seguito dal numero della lettera in oggetto. Per quanto riguarda le risposte di Faraday a queste lettere di Melloni, esse sono state bruciate, insieme ad altro importante materiale, dai tedeschi che evacuavano Napoli durante la II Guerra Mondiale.
Altre lettere, oltre quelle riportate, sono state scritte da Melloni a Faraday; esse sono tutte di contenuto strettamente scientifico e non le ho riportate. Per chi volesse prenderne visione fornisco l’indicazione bibliografica :
1) Da Napoli il 21 marzo 1854, S.C. n. 552.
2) Da Moretta di Portici il 18 maggio 1854, S.C. n. 558.
3) Da Moretta di Portici il 1° luglio 1854, S.C. n. 563.
4) Da Moretta di Portici il 12 luglio 1854, S.C. n. 565.
Tutte le lettere, sia quelle qui citate sia quelle riportate per intero, nell’originale sono in francese.
Le notizie bibliografiche sul Melloni sono state ricavate, oltreché dall’”Enciclopedia Treccani”, da “Elogio storico di Macedonio Melloni, recitato nella Reale Accademia delle Scienze di Napoli, nella tornata del 1° dicembre 1854, dal socio onorario Antonio Nobili” (estratto dal Rendiconto della Società Reale Borbonica dell’Accademia delle Scienze, 2 settembre 1854), e da “Cenni storici per M.Melloni di J. Guareschi” (Rendiconto dell’Accademia delle Scienze di Torino, 1908).
Le notizie bibliografiche sugli altri scienziati sono state, nell’ordine, ricavate da:
1) “Commemorazione del Prof. O. F. Mossotti …” di G. Codazza (Il Politecnico, Vol. XVII, 1863).
2) “Commemorazione del M.E. Prof. Giovanni Codazza” di R. Ferrini (Reale Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, Rendiconti, Serie II, Vol. XI, fasc. XI e XII, 26 giugno e 4 luglio 1878, pag. 503).
3) “Commemorazione funebre di V. Dini” (Annuario della Regia Università di Pisa, 1892-93).
4) “Biografia del Membro … dell’Istituto Veneto … Ambrogio Fusinieri” di E. G. Venanzio (Atti dell’Istituto Veneto, Tomo X, Serie III, Dispensa I, 1864-1865).
5) “Cenni biografici di Silvestro Gherardi” di G. Basso (Atti dell’Accademia delle Scienze di Torino, Vol. 15, Disp. 2a, Dicembre 1871, pag. 369).
6) “Notizie sulla vita e sugli scritti di Carlo Matteucci” di R. Felici (Memorie della Società Italiana delle Scienze, Serie 3, Tomo II, 1869-76, p. LXV).
7) “Commemorazione del socio Riccardo Felici” di A. Roiti (Rendiconti della Regia Accademia dei Lincei, 1893).
Passiamo ora a leggere le lettere di Melloni a Faraday.
Parigi, 7 agosto 1834
Signore ! (7)
Mi prendo la libertà di inviarvi due esemplari delle mie Memorie sulla trasmissione immediata del calore raggiante attraverso i corpi solidi e liquidi (8) : mi perdonerete, Signore, se vi aggiungo la richiesta ancora più ardita di una relazione verbale da parte vostra alla Società Reale di Londra?
La mia opera è di una qualità talmente inferiore che per farla accettare ai vostri sapienti Colleghi bisogna aumentarne il valore associandola in qualche modo alla luminosità di un’illustrazione scientifica; sia in questo caso come in molti altri è meglio peccare per eccesso che per difetto ; ecco perché vi ho scelto, sebbene privo dell’onore di conoscervi personalmente.
Ma poiché la necessità mi obbliga a domandare l’appoggio del vostro nome, e poiché d’altra parte se voi avete la bontà di accordarmelo mi resterà un eccesso di credito nei confronti di questi Signori, penso che sarebbe molto conveniente d’impiegarlo, nel mio interesse, per procurarmi un piccolo posto di Corrispondente della Società. È vero che non ho ancora fatto nulla per Essa, ma mi sforzerò di supplirvi per il futuro se sono abbastanza fortunato da ottenere la vostra potente intercessione.
Cosi tutto dipende da voi Signore. Accettate di grazia la mia commissione e le mie scuse: questa sarà una vera opera buona della quale riceverete la ricompensa nell’altro mondo poiché su questa terra non vi guadagnerete niente, assolutamente niente …(9) a meno che voi non contiate (10) per qualche cosa sulla riconoscenza ben viva e ben sincera di colui che ha l’onore di essere
il vostro, Signore, umilissimo
ed obbedientissimo servitore
Macedonio Melloni
ex professore di Fisica all’Università di Parma, e residente provvisoriamente a Parigi, Rue Boucherat n. 2 (au Marais) (11).
*
Parigi, 16 ottobre 1834
Rue Boucherat n. 2
Signore (12)
Comincerò col domandarvi mille scuse se non vi ho risposto immediatamente : vi ringrazierò dopo della vostra incantevole lettera e di tutte le cose gentili che essa contiene nei miei confronti.
Le richieste che facevo relativamente alla Società Reale di Londra, essendo necessariamente condizionali, spero Signore che vorrete ben perdonarmele attesa la mia completa ignoranza dei regolamenti di questa Società. È già molto per me l’aver ottenuto la vostra benevolenza e se il progetto che voi mi annunciate alla fine della vostra lettera si realizza, sarei al colmo dei miei desideri.
Le esperienze che ho fatto sulla trasmissione immediata del calore raggiante sono estremamente facili da ripetere : non falliscono mai quando si possiede un buon termo-moltiplicatore : ma questo apparecchio presenta diverse difficoltà costruttive che non possono essere superate se non mediante molteplici collaudi. Sarebbe un vero sacrilegio pretendere che M. Faraday impieghi il suo tempo in simili lavori. In un’altra epoca, Signore, vi avrei supplicato di accettare uno di questi strumenti e voi non sareste stato cosi crudele da rifiutarmelo ; ma le conseguenze dell’emigrazione mi hanno privato della possibilità di concedermi un tale piacere … e molti altri ancora! … Mi trovo dunque nella triste necessità di non potervi offrire che i miei deboli servigi : cioè, se voi lo desiderate, sorveglierò accuratamente la esecuzione di un apparecchio completo con il quale voi potrete ripetere non soltanto le esperienze di trasmissione, ma tutte quelle che vi piacerà di verificare, o d’intraprendere sull’emissione diretta del calore raggiante, ed il potere riflettente dei corpi. Il Sig. Gourjou (13), che ha confezionato diversi termo-moltiplicatori con una rara perfezione, si incaricherebbe anche del vostro e delle modifiche che mi propongo di apportarvi: la spesa totale non supererebbe i 400 franchi, e sono quasi certo che esaminandone i vari usi ai quali si può impiegare, vi trovereste contento del vostro acquisto… Ma può darsi che le rendite dell’istituzione che voi dirigete cosi felicemente per la diffusione ed il progresso delle scienze abbiano già ricevuto un’altra destinazione. Allora Signore non potreste impegnare in questo acquisto qualche zelante amatore che abita nella vostra magnifica città? Perdonatemi di grazia un’insistenza che potrebbe anche passare molto ragionevolmente per una bella e buona indiscrezione. Ma mettetevi al mio posto, Signore. Allontanato dalla mia famiglia e dal mio paese, non avendo altra consolazione che lo studio, il minimo passo che posso fare nella carriera intrapresa è per me divenuto un avvenimento di una certa importanza. Fra poco sono due anni che le mie esperienze sono state ripetute qui in presenza di parecchi fisici. Il Sig. Arago, che s’era volontariamente incaricato di farne un rapporto all’Istituto sembrava pieno di entusiasmo. Le belle promesse da parte sua non mancarono — esse continuano ancora — ma la speranza è svanita. Ora se desideravo far risaltare la mia piccola opera esponendola al chiarore di una stella scientifica la cui luce si offusca incontestabilmente da qualche anno, è ben naturale che io cerchi di raccogliere con ardore i mezzi necessari per ottenere il chiarore di un astro che brilla in tutto il suo splendore! Io domando che la verità, la sola verità, si manifesti in un giorno opportuno ; chi potrà biasimarmi di una tale intenzione?
Gradite Signore i rispettosi omaggi del vostro
devotissimo
ed obbedientissimo servitore
Macedonio Melloni
*
Parigi, 27 dicembre 1834
Signore! (14)
La mia gioia è stata ben grande quando il Sig. Fioruzzi (15) mi ha consegnato la vostra amabile lettera e la Memoria che l’accompagnava : ho visto da ciò che lungi dal dimenticarmi avete la bontà d’interessarvi a me ben al di là di tutto quello che potevo sperare.
La bella ricompensa di cui voi mi parlate sarebbe stata per me di un valore molto grande in ogni momento, ma diventerebbe di un valore immenso data la condotta tanto poco caritatevole che si è avuta qui nei miei riguardi.
Non so affatto quali sono le condizioni scientifiche a cui una scoperta debba soddisfare per meritare la medaglia di Rumford. Se credete che sia conveniente presentare in un quadro molto conciso i principali risultati delle mie ricerche, dirò che mi sembra di aver mostrato in un modo molto chiaro:
1) il passaggio immediato ed istantaneo del calore raggiante attraverso i corpi solidi e liquidi, fenomeno che generalmente non era ancora ammesso dai fisici ;
2) la differenza che esiste tra le due trasparenze, luminosa e calorifica;
3) la trasmissione immediata del calorico raggiante attraverso delle sostanze solide completamente opache ;
4) l’esistenza di una reale colorazione calorifica invisibile nei mezzi diafani incolori;
5) l’uguale assorbimento che le materie coloranti contenute nei vetri colorati (eccetto il verde) esercitano sui raggi di calore che arrivano ad attraversare la materia vetrosa ;
6) la rifrazione del calore emanato dai corpi riscaldati dall’acqua bollente;
7) la trasmissione costante attraverso un corpo solido di ogni sorta di calore raggiante, da quello della fiamma più brillante fino all’emanazione calorifica della mano;
8) la non polarizzazione dei raggi calorifici nella loro trasmissione, attraverso le placche di tormalina.
Mi sbaglio di grosso o questi ultimi risultati cambiano totalmente le idee che ci si erano formate sulla natura dell’agente che produce i fenomeni del calorico radiante, dopo i lavori di Bérard, Brewster e De la Roche (16).
Le mie esperienze sul cambiamento di posizione del massimo di temperatura nello spettro (soprattutto le ultime delle quali un estratto è inserito nell’Istìtuto del 17 dicembre corrente) mi sembrano stabilire due fatti di grande importanza per l’analisi dei raggi calorifici solari, cioè l’uguale trasmissione di questi differenti raggi nel salgemma ed il loro assorbimento variabile in tutte le altre sostanze diafane incolori.
Infine sto portando a termine una serie di ricerche sui poteri emissivo ed assorbente delle superfici. Esse mi hanno condotto a risultati molto curiosi che ben presto comunicherò all’Accademia delle Scienze.
[A questo punto Melloni fornisce a Faraday una serie di dati relativi a queste ultime ricerche e continua:]
(Non vi confido questi dati sotto il vincolo del segreto, di modo che voi possiate farne l’uso che vi piacerà.)
Quasi tutte le mie esperienze sono state ripetute un grandissimo numero di volte ed in presenza dei più illustri fisici di Parigi e di diversi studiosi stranieri. Il Sig. Forbes (17) le sta ripetendo con un successo pieno anche ad Edimburgo ed il Sig. Nobili a Firenze (vedere l’opuscolo intitolato “Descrizione di due nuove pile termo-elettriche e loro uso nelle ricerche calo- Rificbe”). Se si richiedesse una specie di certificato da parte, dei Sig. Ampère, Arago, Biot o Dulong (18), mi incaricherò di inviarvelo immediatamente.
Quale che sia l’esito del dibattito che si terrà sul mio conto tra voi ed i vostri colleghi della Società Reale, siate ben certo Signore, che sarò sempre infinitamente obbligato con voi di tanta benevolenza… Degnatevi dunque di accettare l’espressione dei sentimenti della più viva riconoscenza che vi offre con una sincera effusione di cuore
il vostro umilissimo
e devotissimo servitore
Macedonio Melloni
*
Parigi, 4 febbraio 1835
Signore (19)
Ci sono nella vita certi avvenimenti che originano una sensazione troppo viva per poterla esprimere in un modo conveniente : tale è l’effetto che ha prodotto su di me la vostra nobile condotta nell’affare della Società Reale (20).
Qui frequentavo degli Accademici potenti che non cessavano di prodigarmi parole dorate ; tra essi se ne trovava qualcuno al quale avevo reso dei servigi, e parecchi che si dicevano miei amici. Questi signori vedevano gli ostacoli che la malignità opponeva alla mia carriera scientifica; essi potevano evitarli — dirò di più — lo dovevano, poiché era al giudizio del Corpo sapiente di cui essi fanno parte che sottoponevo il frutto delle mie veglie e, tuttavia, la giustizia che avevo il diritto di attendere da loro veniva indefinitamente prorogata nel solo timore di usare la loro influenza per dei mediocri. Non si potevano negare in pubblico fatti evidenti e conosciuti dalla grande massa dei filosofi indipendenti ; occorreva dunque cercare di farli dimenticare con un Silenzio ufficiale: si rischiava cosi di soffocare dei germi che potevano diventare fecondi per la Scienza, ma che importa — Muoia la Scienza e la Giusti- zia piuttosto che i nostri interessi ! ecco la loro massima. E voi Signore che appartenete ad una Società alla quale non ho nulla offerto, voi che mi conoscete appena di nome, voi non avete domandato se avevo nemici deboli o potenti, né calcolato quale ne era il numero; ma avete parlato in favore dello straniero oppresso, per colui che non aveva il minimo diritto a tanta benevolenza, e le vostre parole sono state accolte favorevolmente da colleghi coscienziosi ! Riconosco bene, là, degli uomini degni della loro nobile missione, i veri rappresentanti della Scienza di un paese libero e generoso. Altrove tutto è egoismo o delusione.
Che mille e mille grazie siano rese in mio nome al Sig. Faraday ed al Consiglio della Società Reale. Non vi saprò aggiungere altra cosa per il momento, ma attendo con impazienza l’occasione di mostrare con dei fatti gli indelebili sentimenti di riconoscenza che sono profondamente impressi nel cuore del
vostro completamente devoto
Servitore ed amico
Macedonio Melloni
Parigi, questo 4 febbraio 1835
P.S. Avremmo bisogno, il Sig. Biot ed io, dell’apparecchio del Sig. Nicol (21) consistente in due doppi prismi di spato d’Islanda le cui parti sono tenute insieme dal Balsamo del Canada: è lo stesso apparecchio che sta usando il Sig. Talbot (22) nelle sue esperienze sull’applicazione della luce polarizzata a diversi oggetti visti al microscopio. Vi sarò molto obbligato se vorrete avere la compiacenza di acquistarne uno per nostro conto e d’inviarlo al Sig. Cardat, Conservatore degli Archivi dell’Istituto R. di Francia a Parigi (palazzo dell’Istituto): rimetterò subito la somma che voi avrete sborsato al Sig. Pentland (23) od a qualche altra persona che vi piacerà di designarmi.
Vi pregherò nello stesso tempo di ritirare la medaglia che mi state per fare assegnare, e d’inviarmela allo stesso indirizzo.
*
Parigi, 6 marzo 1835 Signore (24)
Apprendo dall’ultima vostra che vi sono state consegnate le Medaglie di Rumford, e che vorreste sapere quale sarebbe la via più conveniente per farmele pervenire. Tutte le strade sono buone mio caro Signore, purché le persone alle quali voi avrete la bontà di indirizzarle siano ben conosciute da voi o da me. Vi avevo indicato il Sig. Cardat o il Sig. Pentland come appartenenti a quest’ultima categoria ; ma è inteso che voi potete impiegare qualsiasi altro individuo che vi sembrerà adatto a portare a termine questa commissione. Quanto al momento capirete senza dubbio che sarei ben felice di riceverle il più presto possibile: e lo stesso è per il pezzo di ottica: ma importa poco che i due oggetti arrivino insieme o separatamente.
Ho fatto la vostra commissione al Sig. Biot che vi ringrazia molto del vostro ricordo, e m’incarica di dirvi che inizierà subito a studiare a fondo i vostri bei fenomeni d’induzione elettrica in compagnia del Sig. Poisson che sembra aver l’intenzione di farne l’oggetto di un lavoro matematico. Non l’ha ancora fatto perché, attesa l’alta importanza del soggetto, sentiva la necessità di dedicarvisi per molto senza interruzione, e fino ad ora gli è mancato il tempo. Vi prega nel contempo d’informare, lui ed il Sig. Biot, se è a vostra conoscenza che qualcuno dei vostri compatrioti si sia ancora occupato delle sue applicazioni della polarizzazione circolare ai fenomeni chimici, lavoro di cui vi inviò la prima Memoria a suo tempo tramite la Sig. Somerville (25), e che è stato completato in séguito da diverse altre memorie inserite in differenti giornali e particolarmente negli Annales du Museum d’Histoire Naturelle. Nel caso affermativo egli crederebbe suo dovere (mi servo delle sue proprie espressioni) di entrare in comunicazione con questi Osservatori, e di aiutarli a vincere gli ostacoli che potrebbero aver incontrato in questa nuova branca della Scienza.
Quanto a me Signore, non posso che ringraziarvi della pena che vi siete dato di ripetere le mie ultime esperienze all’Istituto Reale, e poiché v’interessate tanto di ciò che mi riguarda, mi fa veramente piacere annunciarvi che i Sigg. Biot, Poisson ed Arago hanno esaminato i miei risultati nel più grande dettaglio; che essi ne sono entusiasmati e che il primo presto ne farà in loro nome un rapporto estremamente favorevole all’Istituto. Per questa volta la cosa è certa : già [parola illeggibile dal testo originale, n.d.r.] il Ministro della Pubblica Istruzione mi ha accordato su loro sollecitazione una somma di 1200 franchi… Debbo della riconoscenza a questi Signori, e ne avrei… Ma l’opposizione scientifica francese ed i miei compatrioti osservano che tutto ciò arriva dopo il premio della Società Reale; ed io, io non posso impedirmi di riflettere che la Società Reale non avrebbe pensato ad assegnarmi questa ricompensa senza le vostre cure e la vostra amicizia … Vedete dunque che vi debbo tutto … Cosi il mio cuore è profondamente commosso tutte le volte che mi dichiaro
vostro devotissimo e
riconoscentissimo
Macedonio Melloni
Rue Boucherat n. 2
(au Marais)
*
Moretta di Portici vicino Napoli
questo 12 dicembre 1853
Mio illustre amico ! (26)
Ho consegnato, qualche giorno fa, al Console Piemontese di Napoli un esemplare della mia seconda memoria (27) sul magnetismo delle rocce con preghiera di farvela pervenire il più presto possibile. Tuttavia, poiché so per esperienza qual è la lentezza di questo tipo di trasmissioni, credo conveniente di scrivervi direttamente per posta al fine d’informarvi in anticipo dei principali risultati contenuti in questo lavoro … Non so se mi sbaglio, ma mi sembra che qualcuno tra essi non sia per niente indegno di attirare l’attenzione della Società Reale.
La mia posizione in questo paese è sempre la stessa… Non conservo più che il mio posto accademico ed i resti di un patrimonio seriamente compromesso dalla fatale passione che mi ha spinto nel turbine scientifico… [si noti questo passo veramente incredibile: egli non assegna nessuna responsabilità alla sua fede politica che lo ha portato a scelte importanti che in definitiva sono responsabili del suo allontanamento dall’Italia, n.d.r.] Debbo ancora la possibilità di continuare, bene o male, la mia vita di studioso alla protezione degli Ambasciatori prussiani o per meglio dire all’influenza dell’illustre scienziato (28), che voi già avete immaginato, sul Re di Prussia loro signore e maestro! D’altra parte Arago di gloriosa memoria non potendo più agire come altre volte in mio favore presso potenze politiche all’ordine del giorno ha non di meno continuato a prodigarmi i tesori della sua più viva amicizia fino agli ultimi momenti della sua preziosa esistenza… e voi medesimo, caro ed illustre collega, non mi avete colmato di bontà tutte le volte che vi è stato possibile farlo? … Non ho ancora tra le mie mani questa lettera cosi affettuosa che voi avete ben voluto scrivermi per consolarmi delle mie ultime disavventure? Questi segni di stima e d’interesse da parte di uomini come Humboldt, Arago e Faraday sono per me il più alto grado di fortuna al quale possono aspirare i veri innamorati della scienza e fintantoché essi si manterranno attivi e fiorenti nei miei riguardi, le sfortunate vicissitudini della vita non giungeranno a demolire il coraggio del
vostro devotissimo
e riconoscentissimo
Servitore ed amico
Macedonio Melloni.
(*) Questo lavoro è stato svolto nell’ambito del programma di ricerca del C.N.R. n. 72 0018502115.4130.
NOTE
(1) AMPÈRE (1775-1836); LAPLACE (1749-1827); POISSON (1781-1840); FRESNEL (1788-1827)
(2) L. NOBILI (1784-1835).
(3) P. PRÈVOST (1751-1839); A. DE LA RIVE (1801-1873).
(4) MALUS (1775-1812).
(5) ARAGO (1786-1853).
(6) Per le refetenze vedi Bibliografia riportata più oltre.
(7) S.C. n. 176.
(8) Le memorie che Melloni invia a Faraday sono: « Mémoire sur la trasmission libre de la chaleur rayonnante par différents corps solides et liquides », in ‘Annales de Chimie et de Physique’, Serie 2, 53, 5 (1833); « Nouvelles rechercbes sur la transmission immediate de la chaleur rayonnante par différents corps solides et liquides ». Ibidem, 55, 337 (1833).
(9) I puntini qui, come nel seguito, sono di Melloni.
(10) Nel testo « coutiez ».
(11) Nel testo « marais ». Il Marais è un vecchio quartiere parigino.
(12) S.C. n. 178.
(13) Costruttore di strumenti scientifici a Parigi.
(14) S.C. n. 181.
(15) Fioruzzi è probabilmente un collega di Melloni anch’egli emigrato dall’Italia.
(16) J. E. BÉRARD (1789-1869); D. BREWSTER (1781-1868); DE LA ROCHE (1743-1812).
(17) J. D. FORBES (1808-1868).
(18) J. B. BIOT (1774-1862); P. L. DULONG (1785-1838).
(19) S.C. n. 185.
(20) Melloni ottenne la Medaglia Rumford nel 1834.
(21) W. NICOL (1768-1851).
(22) W. H. F. TALBOT (1800-1877), uno dei pionieri della fotografia.
(23) J. B. PENTLAND, (1800-1873) aveva studiato a Parigi e vi tornava spesso.
(24) S.C. n. 187.
(25) M. SOMERVILLE (1790-1872), popolarizzatrice di scienza ed appassionata di astronomia e matematica.
(26) S.C. n. 528.
(27) La memoria che Melloni invia a Faraday è “Ricerche intorno al magnetismo delle rocce” ; 2° “Sopra la calamitazione delle lave in virtù del calore, e gli effetti dovuti alla forza coercitiva di qualcuna roccia magnetica”, in ‘Memorie della Reale Accademia delle Scienze’, Napoli, 1, 121 (1852-1854).
(28) Alexander VON HUMBOLDT (1769-1859), naturalista e viaggiatore prussiano.
Categorie:Senza categoria
Rispondi