RICORDANDO IL PAPA
Roberto Renzetti
So che offenderò la sensibilità di qualcuno ma non cederò al pietismo ed al rito cristiano della morte. La liturgia non mi piace, non mi appartiene, è fatta, a parte i credenti che stimo, per venditori di tappeti, privi di memoria e ipocriti.
Occorre ricordare come sono andate le cose perché gli abbindolati dai media del potere sappiano o ricordino (destra e sinistra per me pari sono, su questo).
Premetto che l’immagine di un UOMO che soffre commuove chiunque. Mi dispiace che l’uomo Karol soffra. Ma, sono più dispiaciuto dell’esibizione e ostentazione della sofferenza. Credo al pudore in queste circostanze, ma ognuno faccia ciò che crede.
In ogni caso, non vedo la tragedia per un credente. Caspita, il problema semmai è mio: morte = fine di tutto e dissoluzione del legame idrogeno che mi tiene in vita. Un credente va in cielo, va da Dio Padre. In particolare Karol va in braccio alla Madonna della quale si è dichiarato Totus Tuus. Porca Miseria! O si crede o si gioca a palline. Chi crede non vede l’ora di lasciare la valle di lacrime per ricongiungersi alla Vera Vita. Quindi i cattolici cantino lodi al Signore per aver dato accesso al cospetto di Dio del loro Papa. Se così non è non capisco più. Quale Vangelo prendo per buono: quello che fa dire a Gesù: Padre mi hai abbandonato ? O quello che fa dire: Padre mi ricongiungo a te ! ?
La morte non è un mistero come amano dire le gerarchie. La morte è la fine della vita che ci riporta a prima che nascessimo. Sulla morte sono nate e nascono le religioni. Ed anche tutte le magie e superstizioni. Quelli che hanno la mia età iniziano ad annusare la morte e non è certamente piacevole. Ma un credente deve ballare e cantare di felicità quando se ne va a raggiungere Dio. Oppure è un beota che ha predicato idiozie buone per gli altri, … appunto.
Al di là di queste metaconsiderazioni resta l’uomo Papa ed il suo operato. Credo valga la pena di ricordare le cose che nessuno osa dire, per maggior gloria dell’ipocrisia universale.
Ricomincio dal 1978.
Il 16 ottobre è eletto Papa Karol Wojtyla col nome di Giovanni Paolo II, di origine polacca, già arcivescovo di Cracovia, nominato cardinale il 26 giugno 1967 da Paolo VI.
Torno ora un poco indietro per capire dove siamo.
Nel 1970 la Banca Rasini di Milano (procuratore Luigi Berlusconi, padre del noto Silvio) assume una quota di capitale di una finanziaria di Nassau, nelle Bahamas, la Brittener Anstalt, che ha rapporti nell’isola con la Cisalpina Overseas Nassau Bank. Qui troviamo nel consiglio di amministrazione alcuni nomi che diventeranno presto famosi: Calvi, Sindona, Gelli, e il cardinale Marcinkus della banca vaticana Ior. Famosi per il crack dell’Ambrosiano, della Italcasse, famosi per la lista dei 500 esportatori di valuta, e famosi per la successiva lista dei 962 della loggia P2, e tutto quello che accadrà. Il crak di tutti questi banditi inizia il 10 maggio 1974, prima con le difficoltà della Franklyn Bank di New York, controllata da Sindona, poi, il 28 settembre, con la chiusura degli sportelli della Banca Privata Italiana. In ottobre Michele Sindona è colpito da un mandato di cattura per falso contabile e fugge negli Stati Uniti. L’8 settembre del 1976 viene arrestato a New York. Nel 1977 si diffondono indiscrezioni su un “tabulato dei 500”: cinquecento nomi (che non si conosceranno mai) di persone che, attraverso una Banca di Sindona, hanno esportato all’estero 37 milioni di dollari. In tutti questi anni Settanta i rapporti tra la Banca Rasini di Milano (o quello che rimase della Banca poi assorbita da un’altra) e Gelli dovevano essere molto buoni. Un suo reclutatore è molto amico di un personaggio che diventerà drammaticamente molto noto: Mino Pecorelli noto per le rivelazioni su Andreotti-Lima, e anche ben altro (dossier Moro, Petroli, Esportazione valuta, ecc). Questo stesso reclutatore che gli ha dato la tessera, farà entrare alla loggia P2, il 26 Gennaio 1978, il figlio Silvio del procuratore della famosa Banca Rasini (non va, contemporaneamente dimenticato che proprietario fondatore della Rasini, non era uno qualunque, ma era nativo di Misilmeri, e marito della nipote prediletta di Tommaso Buscetta). Questo nuovo affiliato entra nella P2 con la tessera n. 1816, codice E.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625 e col versamento di lire 100.000. E’ un “palazzinaro”, un uomo che sta decollando verso le alte vette “in tutto” e che ha grandi disponibilità di denaro che proviene (e chissà da chi) dalla Svizzera. L’iniziato entra nella Loggia P2 proprio nel ’78, mentre si sta parlando già da molto tempo di “reti televisive” con le “potenti famiglie” della Sicilia; che in effetti ne hanno già due di Tv sull’isola e un’altra proprio a Milano, creata da un altro nativo di Misilmeri. Che però dovrà darsi alla latitanza e il suo impero passa al suo segretario che diventa segretario del palazzinaro. Nel progetto di Gelli-Sindona-Calvi, si parla di concentrazione giornalistiche, televisive, editoriali per condizionare con tutta l’informazione il Paese; ma si parla anche di secessione della Sicilia, per poi “colonizzare” il continente.
Siamo, a questo punto, di fronte ad una Chiesa indebitata e immersa fino al collo in scandali internazionali. Il gestore delle finanze del Vaticano (IOR), cardinale Marcinkus, era ricercato dalla magistratura italiana per bancarotta fraudolenta e si era richiesta la sua estradizione (non concessa) dallo Stato della Città del Vaticano. Il banchiere di riferimento del Vaticano, noto anche come uno dei Banchiere di Dio, Sindona (l’altro era Roberto Calvi, prima citato, del Banco Ambrosiano), era un mafioso arrestato in Usa e ricercato in Italia. Spira il pontificato di Paolo VI che aveva tentato di mettere ordine, senza riuscire ma, almeno, mantenendo una linea che prevedeva i delinquenti fuori dalla Chiesa medesima.
Nell’estate del 1978 muore Paolo VI e, sorprendentemente, viene eletto un pontefice mistico, che è fuori da ogni sospetto di legame con traffici di ogni genere, Giovanni Paolo I, noto come Papa Luciani.
Al di là della fede, la Chiesa non poteva sopportare un pontificato ordinario (vari anni) nella situazione in cui si trovava. Doveva intervenire pena l’esplosione di scandali a catena che avrebbero travolto Cristo a Wall Street. Il Papa sbagliato viene eliminato nell’arco di un mese (si vedano le ricostruzioni di D. A. Yallop, In Good’s name, Poetic Products, Ltd., London 1984). Ed in pochi giorni viene eletto il Papa giusto: Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II. Cosa fa il Papa giusto ? Ufficializza una setta sempre tenuta fuori dalla Chiesa nonostante l’enorme potere economico, i legami fascisti e padronali: l’Opus Dei. Questa potenza economica, legata a tutta la reazione mondiale, paga i debiti della Chiesa, viene riconosciuta (con tutte le appendici reazionarie ed oscure, come i Legionari di Cristo) e impone suoi uomini ai vertici della Chiesa oltre ad un controllore diretto del Papa, il fascista ed opusdeista Navarro Valls (ricordo ai biografi di questi giorni che ABC, dove scriveva Valls, è un giornale semiclandestino di Madrid, espressione dei franchisti duri e puri). Così nasce il pontificato di Giovanni Paolo II. Le vicende immediatamente successive si riassumono in breve: Sindona viene estradato in Italia ed ammazzato con una tazzina di caffè (!) in prigione. Calvi, che richiedeva allo Ior i denari che aveva prestato all’ente vaticano, viene suicidato mediante impiccaggione a Londra dalla mafia per incarico di … ???. La Chiesa, al solito, esce pulita ma solo gli imbecilli lo credono. E quando oggi vedo tanti sinistri piangenti (gli altri sono nello stesso sistema di potere e gli ingenui mi hanno stufato) mi viene voglia di portarli sotto il Ponte dei Frati Neri per vedere, quando non c’è la marea del fiume, che effetto fa oscillare come un pendolo composto.
Le anime candide non mi vengano a dire che Karol non sapeva nulla. Avrei disprezzo per loro. Ma cosa ha fatto il Papa dell’Opus nel suo pontificato di ammirevole ?
Intanto ha santificato tutti i reazionari e fascisti del mondo. Se andate a consultare, ad esempio, l’elenco dei santi e beati spagnoli troverete tutti franchisti. Mi chiedo: è possibile che uno, almeno un repubblicano, ad esempio tra i preti baschi trucidati dai franchisti, non fosse degno della santità ? E che dire del santo impostore da Pietralcina ? E dei santi cinesi, note spie ? E del santo criminale Stepinac, che benediva gli Ustascia massacratori di oltre un milione di persone insieme a fascisti italiani e nazisti (vedi qui) ? E del franchista affarista Escrivà de Balaguer (tra l’altro santificato in tempo record, al fine di pagare ancora qualche rimanenza all’Opus Dei)?
Ma poi vi è la Croazia, la Serbia, la Bosnia, la Russia, la Cina, l’America centro meridionale. Un Papa nella tradizione dell’esaltazione del fascismo e dell’oppressione padronale. Basti ricordare proprio l’aggressione alla Yugoslavia auspicata per smembrare il Paese e rimettere le mani sopra terre cattoliche, particolarmente la Croazia e la Slovenia.
Inoltre, molto in breve, ha ritirato la mano al prete sandinista Ernesto Cardenal che si era inchinato per baciarla (e per la prima volta ha avuto un boato di disapprovazione dalla folla presente). Nello stesso viaggio si era amichevolmente intrattenuto con il boia Pinochet, dicendo per il criminale e signora una messa nella loro cappella privata. Infine aveva disquisito amorevolmente con Pio Laghi, cardinale di Buenos Aires durante le giunte assassine di Videla, Bignone e Massera, dei quali Laghi era assiduo frequentatore in cordiali convivi nelle fazendas dei dittatori assassini. Il peggio del mondo, insomma … senza mai profferir parola contro (cosa che gli riusciva benissimo come contro l’ex URSS, Cuba, …).
Ha fatto tacere tutta la Teologia della Liberazione, i vari Padre Boff che purtroppo hanno taciuto … (maggiori dettagli sugli oltre 200 atti repressivi del Papa reazionario si possono trovare qui).
Ha preso in giro coloro ai quali chiedeva perdono: da una parte chiedeva questo e dall’altra riaffermava il primato della Chiesa ed il suo integralismo (per la vicenda di Galileo, si veda qui).
A parte queste cose, il papato che si è concluso ha rappresentato un grandissimo passo indietro rispetto alla Chiesa conciliare. Ricordo solo che l’Index librorum Prohibitorum (il famigerato Indice) che in silenzio Paolo VI aveva abrogato, fragorosamente è stato reintrodotto da Giovanni Paolo II. Ed aggiungo quanto tutti sanno ma in questi giorni dimenticano. L’ostinazione della Chiesa contro il profilattico ha ammazzato almeno 1 milione di persone per AIDS in Africa. Continua poi la discriminazione contro gli omosessuali, contro le coppie di fatto, contro la donna (costruire l’immagine di una vergine perfetta significa condannare le nostre mamme e figlie a mere ancelle degli uomini) e, infine, continua la battaglia della medesima Chiesa contro la procreazione assistita (fatto che ci vedrà impegnati tra poco per buttare a mare la legge 40).
Insomma, a me sembra che non vi sia da rimpiangere un signore così. Anche perché ha fatto la sua vita fino ad età avanzata. Ha goduto, come non ha fatto Gesù, delle migliori cure mediche di quella scienza che ha osteggiato e dileggiato. E’ stato un Papa nella tradizione del potere imperiale, che è vissuto sulla credulità della gente, che ha sfruttato al massimo i media, che ha rappresentato ogni imbroglio della Chiesa nei secoli.
Mi dispiaccio ancora che il signor Karol abbia sofferto ma, anche qui, ricordo che, a causa della filosofia della Chiesa, siamo molto indietro nelle terapie del dolore. Per il resto, ben sapendo che dalla Chiesa della gerarchia non c’è mai da aspettarsi nulla di buono, aspettiamoci tragicamente il successore.
Roberto Renzetti
PS. Mentre pubblico questo articolo, sono recluso in casa. A Roma nessuno può muoversi. Da una settimana viviamo con difficoltà. La TV non è agibile perché lavora a 7 canali unificati su Papa e Vespa. Assistiamo impotenti ad un ritorno a prima del 1870. Sul sagrato i potenti del mondo intorno ai fasti della Chiesa. Il popolino tenuto lontano. Tutto identico a parte il fatto che almeno in passato questo popolino poteva vendicarsi dei torti subiti dal Papa scatenandosi, in occasione di sua morte, sulle ville dei parenti ed amici del potente, saccheggiandole. Oggi manca questa che era la parte più interessante.
A questo mio intervento risponde Don Francesco Martino:
Nell’azione pastorale di ciascun uomo di Dio, compreso il Santo Padre, possono esserci errori e incongruenze storiche, dovute alla fallibilità della natura umana, in tutto ciò che non riguarda la Fede e la Morale, la Dottrina della Chiesa. Governare la Chiesa è una eredità difficile e ardua, perchè essa si estende su 5 continenti e raggruppa uomini di ogni cultura e lingua umana: nella Chiesa non si può parlare di progressisti e conservatori in senso strettro, perchè vi sono presenti le realtà più multiformi e variegate. Ciò premesso, va ricordato che Giovanni Paolo II, da Vescovo, ha lavorato attivamente nel Concilio Vaticano II sopratutto nella stesura nella Gaudium ed Spes, il documento ritenuto il più avanzato tra quelli conciuliari, come risulta dagli Acta del Concilio stessi: è improprio definirlo un conservatore come un progressista. Sula morte di Papa Luciani, sul caso Calvi – Marcinkus – IOR emergono tutte le perplessità della ricostruzione : se fosse vera la linea del professor Renzetti, allora dovrebbe spiegarmi il controsenso di epurare un papa che nel discorso ufficiale al clero romano aveva già delineato la linea di un pontificato di restaurazione, sottolineando con forza e durezza la necessità di una ferrea ed obbediente disciplina nella Chiesa, e in tutti i suoi atti – seppur nel breve periodo – non ha avuto la carica conciliare innovatore del Suo Successore. Sul caso IOR, ereditato dagli ultimi anni di Paolo VI, quando costui era già vecchio e malato, è stato proprio Giovanni Paolo II che ha dovuto mettere ordine, pensionando Marcinkus e diversi Cardinali in carica nel pontificato precedente, e procedere ad una dolorosa risistemazione delle screditate finanze vaticane. Da sottolineare che il Papa, nei primi anni del suo ministero, non essendo uomo di curia ma vescovo in un paese a regime comunista in conflitto con la Chiesa, ha dovuto navigare a vista per conoscere meglio la Curia Romana che gli era estranea. Sicuramente, l’aver sperimentato sulla sua pelle i duri totalitarismi del marxismo e del nazismo può avergli creato seri pregiudizi storici nell’affrontare i problemi concreti della Chiesa nel mondo contemporeaneo, eccedendo, alla base della sua esperienza passata, in valutazioni a volte anche estremistiche in contesti particolari (vedi Nicaragua). Ma nella vita si cambia, si cresce e si matura umanamente : e così è progressivamente avvenuto per Giovanni Paolo II, che in materia di fede, di dottrina e di morale ha mantenuto l’obbligo di confermare i fratelli della fede, avendo cura che il deposito della verità lasciato dal Cristo sia custodito fedelmente, mentre via via ha saputo aprirsi storicamente a letture sempre più congruenti della storia contemporanea: vedi il viaggio a Cuba, per citare un esempio. Nelle cose umane un Papa non è infallibile : lo è nelle cose di Dio. Inoltre, quando nella Chiesa c’è contrasto, ciò è un bene: perchè dal confronto, dallo scontro, anche se appare duro e a senso unico, emergono nuove sintesi e si chiariscono le posizioni dottrinali: così è avvenuto per la Teologia della Liberazione, che oggi ha chiarito la sua centralità cristologica e non violenta, abbandonando i rischi di deviazione populistica, violenta e marxistica, che mal si conciliavano con il messaggio di Cristo, senza rinunciare ad essere rivoluzionaria. Una lettura superficiale dell’enciclica Fides e Ratio può condurre il professor Renzetti alle sue conclusioni: in realtà nell’enciclica non vi è il disprezzo della Scienza, ma si sottolinea la possibilità di conciliare Ragione e Fede, e che non esiste un pensiero debole, ma dalla stessa natura ontologica dell’uomo emerge la Verità su chi lui è, cosa che non dovrebbe mai essere dimenticata, perchè ciò che è veramente umano è veramente cristiano. Ciò che l’uomo è va rispettato : non la tecnica sull’uomo, ma la tecnica a servizio dell’uomo. Da qui discende un semplice principio: il diritto alla vita e al morire con dignità. Se i due gameti si incontrano, per noi è l’inizio della vita, e il prodotto del concepimento ha diritto a vivere e a realizzarsi in quello che sarà. Nessuno ha il diritto di intervenire a manipolare una vita iniziata: da qui le nostre posizioni su embrioni ed aborto, che non mirano alla tecnica, ma al rispetto dell’uomo non come un prodotto, un fabbricato o commissionato dai genitori a loro immagine o somoglianza, ma nella sua individualità ed unicità. Sul profilattico, il discorso non è quello della tecnica per prevenire l’AIDS, ma sulla verità dell’amore umano: unire in profondità due persone, uomo e donna, che decidono di essere uno come l’atto dice, ed aprirsi con responsabilità al dono della vita. Tra l’altro, Karol Woitjla scrisse un bellissimo libro, Amore e Responsabilità, che raccomando alla lettura. Ora, la Chiesa VUOLE LA CRESCITA DELLE COSCIENZE, una cosa ben difficile, rispetto ad un semplice rimedio tecnico (ed economicamente vantaggioso per qualcuno) : tutti sappiamo che il profilattico riduce ma non elimina il contagio, e la vera strada sarebbe l’astensione dai rapporti a rischio. Giovanni Paolo II – e la Chiesa – non potranno mai, se non tradendo il messaggio del Cristo – accettare soluzioni che vanno contro l’Amore come Cristo ci ha insegnato : unioni gay, coppie di fatto, aborto, fecondazione artificiale omologa ed eterologa… Tuttavia, questo non significa che all’interno della Chiesa non vi sia un dibattito serio e ferrato su questi problemi, per essere vicini alle persone che soffrono queste difficoltà e trovare le forme e le soluzioni nella luce della VErità Rivelata ai problemi concreti e quotidiani. Sulla Scuola Privata, mi trova perfettamente consenziente.
Don Francesco Martino
A questa lettera rispondo così:
Gentile Don Francesco Martino,
lei fa il suo mestiere ed è nel suo pieno diritto. Il fatto è che lei può rivolgersi con le parole che usa solo ai credenti che, per definizione, sono credenti. Quando lei parla di verità rivelata a me parla di una favola rivelata, mi deve solo dire se si tratta di Biancaneve o di Pinocchio.
Io ho altre cose per rivelate ma non sono verità: conosco la povera gente, la fatica, la sottomissione ai potenti, l’impunità dei ricchi, la sofferenza dei malati, l’emarginazione dei diversi, interi continenti che muoiono, la ricchezza dei potenti, gli sfarzi e le prepotenze della Chiesa, il duro lavoro, il sacrificio dei pochi, la ricerca del lavoro, ….
Ho il piacere di essere molto amico e di rispettare profondamente le comunità cristiane di base che fanno lavori eccellenti in tutto il mondo. Il confronto con loro è eccellente perché mai pongono il problema di essere accettato nell’Ecclesia solo se si è credenti e neppure lavorano per convincerti. Semplicemente ognuno è quello che è e collabora con gli altri per un mondo più degno, più vivibile, meno violento. Di queste persone ho sommo rispetto da moltissimi anni e quindi quanto dirò non è certamente rivolto a loro.
Lei ha il diritto di sostenere ciò che fa ma non deve fare affermazioni non vere (a meno che non si rivolga ai suoi fedeli). Il fatto è che è una cattiva abitudine il credere di parlare sempre a dei mistici o superstiziosi facenti parte di un gregge (appunto!) a cui la gerarchia fornisce pastori (appunto!).
Inizio da alcune sue affermazioni che sono offensive e dal fatto che lei è talmente preso dal suo gregge che non si rende neppure conto di ciò. Quando lei afferma che la Chiesa non può “accettare soluzioni che vanno contro l’Amore come Cristo ci ha insegnato : unioni gay, coppie di fatto, aborto, fecondazione artificiale omologa ed eterologa” lei mostra di non conoscere i Vangeli. Ma poiché è lei che dovrebbe conoscerli, le chiedo dove Gesù avrebbe sostenuto le cose che lei sostiene. Dove Gesù (sia l’esseno che il bar abbas o figlio di Dio) ha parlato contro le unioni gay ? Piuttosto, leggo in Matteo: “Non giudicate, affinché non siate giudicati“.
Ma dirò di più. Un grande studioso spagnolo di fatti della Chiesa, Pepe Rodriguez, ha fatto una indagine sui costumi sessuali del clero (Las costumbres sexuales del Clero, Editorial B, Barcelona 1998). Il risultato è che il 35% dei preti intervistati (un campione di 2000) si è confessato gay, che un 20% ha rapporti omosessuali, che il resto non si esprime. Quindi di cosa si parla ? Vi è poi tutta la vicenda della pedofilia, con le coperture vergognose al Cardinale Law da parte di Roma. Allora, insisto, di cosa si parla ? Quando lei ci dice che il profilattico impedirebbe l’amore vero e profondo, io posso condividere, ma lei che ne sa ? Inoltre non dica cose che potrebbero offendere chi scemo non è. Quando lei dice che il profilattico non è completamente sicuro dice il vero. Ma la Chiesa ne proibisce l’uso per questo motivo ? Non ci prenda per minus habens. Lo sa che anche la pillola anticoncezionale fu fieramente avversata dalla Chiesa finché la Serono (allora controllata dal Vaticano) non iniziò a produrla? E perché vi opponete alla pillola del giorno dopo ? Qui l’amore sarebbe ancora più profondo ? Questo e molto altro fa dire: come vi permettete di dettare leggi per tutti ? Le coppie, in Palestina, 2000 anni fa come erano ? E Gesù non si accostava a tutti ? Non era egli più unito che mai con i più bisognosi ? Con le prostitute, con tutte le donne ? E come mai la Chiesa allontana le donne ? Io lo so come lei, solo che lei non lo dice. L’invenzione di Maria può appartenere alla misoginia di Paolo e non alla bella persona di Gesù. Il basso, pelato, mezzo deforme Paolo e pure gentile (immagino respinto da tutte) ha relegato la donna a solo strumento di piacere e a macchina per la procreazione. Se Gesù avesse letto Paolo lo avrebbe frustato. E così si inventa la vergine perfettissima alla quale nessuna donna vera può minimamente paragonarsi. E pensare che nei Vangeli Gesù chiama solo 4 volte (in tutto) sua madre, tre volte chiamandola donna ed una sola volta chiamandola madre. Dove si trova il messaggio di Gesù in quella sciocchezza del dogma (roba vostra) dell’Assunzione (dove sarà questo corpo ? e quello di Gesù? visto che lo stesso Giovanni Paolo II ha affermato che il Paradiso e l’Inferno sono entità immateriali ?) ed in quello dell’Immacolata Concezione (per non parlare dell’Annunciazione, dell’Incarnazione, …)? Anche il Totus Tuus è completamente estraneo al cristianesimo delle origini, semmai è una questione paolina (o idolatra).
Ma la Chiesa si è inventato tutto prescindendo completamente dai Vangeli:
– Dove Gesù ha istituito un clero professionale ?
– Dove Gesù istituisce il tempio come casa di Dio ?
– Dove Gesù parla di inferno e di peccati da scontare ?
– Dove ha istituito il papato ?
– Che c’entra la falsa donazione di Costantino ?
– E la vendita delle indulgenze (ricorda la Taxa Camarae di Leone X) ?
C’è poi l’aborto, il divorzio, …. Posso capire la posizione della Chiesa. Consiglio di fare circolari a tutti i credenti in cui si dice di non abortire e di non divorziare. Inoltre non ha nessuna autorità su nessuno chi da un lato parla di rispetto della vita e dall’altro vara un catechismo (1992) in cui nel capitolo “Il rispetto della vita umana“, al paragrafo “La legittima difesa“, al punto 2266 si dice: “Difendere il bene comune della società esige che si ponga l’aggressore in grado di non nuocere. A questo titolo, l’insegnamento tradizionale della Chiesa ha riconosciuto fondato il diritto e il dovere della legittima autorità pubblica di infliggere pene proporzionate alla gravità del delitto, senza escludere, in casi di estrema gravità, la pena di morte…..” Che ne dice ? Lo sa poi che, a proposito di divorzio, la Sacra Rota ha annullato matrimoni di grosse personalità politiche con motivazioni che fanno ridere chi credente non è ? Il DC Mauro Bubbico (ma posso fare almeno 100 esempi clamorosi), benché padre di due figli, fu annullato perché impotente. Gli avvocati rotali, per evitare quella cosa grave del cornuto, disquisirono sulla penetratio, di quanta ne fosse necessaria per essere considerati potenti o no. Nonostante ciò, predicate o imponete ai credenti ciò che volete, questo dovrebbe essere il vostro compito. Come Chiesa dovete tacere sulle leggi dello Stato e la cosa risale addirittura al povero Rosmini. In cambio lo Stato si salassa per pagare un esercito di persone dedite al culto che dovrebbero essere pagate dai credenti, non crede ? Sulla fecondazione artificiale dovreste avere il pudore di ascoltare con il pentimento nel cuore (per tutto ciò che avete fatto contro) le povere coppie costrette a ricorrere a questa pratica dolorosa due volte, fisicamente e psicologicamente (oltre che costosissima). Ma come vi permettete di dettare leggi che dovrebbero valere per tutti ? Molto banalmente, in modo che si capisca, anche quella cosa del “seme che non deve essere sparso per terra“, lei insista con il suo gregge che ogni volta che si ha un rapporto sessuale si deve avere un pargolo (questo andava bene quando vi era la mortalità spaventosa, ancora relativamente pochi anni fa). Poi conti quelli come Buttiglione che hanno avuto tanti rapporti sessuali quanti figli hanno (e per questo, il poveretto, è come è). Conti allora quanti osservanti dei vostri insegnamenti vi sono e ne tragga le conseguenze (quanti sono i pagani nella Chiesa di Cristo ? matrimoni, cresime, battesimi con sfarzo; statue ed immagini adorate come nei periodi più splendidi dell’Impero di Roma; le fonti miracolose, le apparizioni, i misteri, …). Pensi che chi ricorre alla procreazione assistita non si diverte! Che questi poveracci vorrebbero essere confortati ed aiutati invece di essere vilipesi. E, chi può se ne va all’estero a pagare un altro dazio all’ottusità inquisitoria mai finita.
Sulla ricerca scientifica apriamo un altro capitolo doloroso. Io non sono mai stato un neopositivista ma credo che la scienza debba poter progredire nei modi che uno Stato laico ritiene di doversi dare (Einstein disse parole eccellenti in proposito). Ora chiedo: quando la Chiesa è stata favorevole, una sola volta, al progresso delle scienze ? Sempre contro qualunque vera novità. Cito ancora le ipocrisie della gestione passata della Chiesa: si perdona Galileo (qui viene da ridere perché semmai è la Chiesa si doveva e deve inginocchiare davanti a lui) e poi si scopre che si trattava di un annuncio smentito da Poupard e Garrone (la informo che anche i Gesuiti hanno criticato la non riabilitazione di Galileo). Su Bruno … niente, eh? Su Darwin la Chiesa cavalca il creazionismo. Dalle parti nostre la cosa non ha successo (l’infiltrata Moratti con lo scudiero Bertagna, si è sconfessata) ma negli USA tutto va bene. Anche qui insegnate il creazionismo, i miracoli, le verità, le Trinità,… Vi assicuro che sui fatti di fede DOVETE essere liberi di fare ciò che volete. Ma non interferite con la fede nella vita civile!
Lei sa certamente che dopo lo splendido 1849 seguiva il miracoloso 1870 (poi distrutto da quell’anima nera di Mussolini nel 1929). Che ancora a quella data esisteva a Roma, oltre alle decapitazioni in piazza, la Cattedra di Fisica Sacra (fondata dal Card. Consalvi ed affidata al Card. Scarpellini). Scriveva Scarpellini:
“In un ramo della pubblica istruzione, che ha per oggetto l’applicazione delle scienze naturali alla considerazione di Dio, non può immaginarsi sistema né più ordinato né più sublime di quello, che la stessa divina sapienza ne tratteggiò laonde con saggio divisamento dal primo libro della Genesi desunse la nostra cattedra l’ordine e la distribuzione delle materie, nonché l’appellazione di FISICA MOSAICA, FISICA SACRA, COSMOLOGIA TEOLOGICA. Pertanto in sei grandi trattati se ne divise l’ampio argomento, essendoché in sei giorni divise Mosè l’opera divina della creazione, ed a ciascun trattato serve di tema ciò che creò Iddio nella corrispondente giornata. Quindi è che il I si occupa della creazione del mondo, o piuttosto della creazione delle sostanze elementari; il II del firmamento, o sia dell’aria, e della divisione delle acque sopra la Terra divisa in continenti e mari; il III della produzione dei vegetabili; il IV dei corpi celesti, e de’ loro uffici; il V della produzione dei pesci e dei volatili; il VI finalmente della produzione degli altri animali e della formazione dell’uomo … “.
E lei sa anche fino a quando fu insegnato il sistema aristotelico-tolomaico nelle scuole dello Stato Pontificio? E sa che le tac, le radiografie, le ecografie, le risonanze del Papa si fanno con la fisica quantistica e non con la Provvidenza o la Fisica Sacra ? Ed io mi dovrei affidare a così grandi maestri ? Tanto per essere chiaro, la vicenda di Galileo, gravissima in sé, ha delle ricadute ancora più gravi. Fino al processo a Galileo il baricentro della ricerca scientifica europea era su Firenze. Subito dopo si spostò a Parigi. Quando si ricominciò a far scienza fisica in Italia (anni 20 e 30 con Fermi ed il suo gruppo) arriva un’altra calamità mai contrastata dalla Chiesa, le leggi razziali che hanno distrutto tutto di nuovo. Ma la Chiesa vive bene nel degrado ed abbandono (degli altri) e quindi la cosa non stupisce.
Mi sono soffermato solo sulle ultime parole del suo messaggio. Vi sarebbero volumi da scrivere …
La vicenda della morte di Papa Luciani non è stata discussa da me, ma dalla referenza che ho fornito (edita in Italia da Pironti, Napoli 1984). Vi è anche un ampio documento della Chiesa Latino americana che dice le stesse cose. Ma anche queste cose fossero campate in aria, diciamo con espressione da voi in uso che la cosa è stata risolta dalla Provvidenza. Il fatto che il Papa per 33 giorni avesse fatto quelle dichiarazioni che lei ricorda ad inizio pontificato è semmai un indizio a favore della tesi della sua eliminazione (ha visto come l’assassinio di un paio di persone – capo delle guardie svizzere e sua moglie – ed un suicidio del supposto svizzero assassino, sono stati liquidati dal franchista Navarro Valls in 10 secondi ?). Ma non faccia come certi conoscenti miei DS, non si soffermi sulla cornice, guardi il quadro. Che dice dell’Opus Dei ? e dei Legionari di Cristo, di Escrivà de Balaguer (sepolto con Del Portillo e la sorella di Escrivà in un edificio sede dell’Opus, a Viale Bruno Buozzi a Roma, e non in un cimitero, in violazione della legge napoleonica ancora vigente ?) di Stepinac, di Padre Pio, di Law, di Pio Laghi, …. In definitiva lei crede o no che la Chiesa (nelle sue gerarchie) sia sempre stata dalla parte dei padroni ? Che mai si sia schierata dalla parte dei deboli se non per trarne profitto ? Lei sa come me cosa disse Papa Pio II (1405-1464): “Per noi e per i nostri, la favola di Gesù è divenuta una benedizione“. Che dice ?
Non conviene a lei porre questioni che dovrebbero rendere razionale il metafisico. La Fede è una cosa ma AUT fides AUT ratio (su questo si può leggere il saggio di Flores D’Arcais su Micromega 5/98). E’ un nonsenso filosofico cercare di dimostrare l’esistenza di ciò che non è e, per di più, dargli validità effettuale e perfino legale. Quando si dice che esiste la verità rivelata e questa va compresa alla luce della ragione (Fides et ratio 35) si sta dicendo che il primato è della verità rivelata. E se la verità rivelata ha il primato, la ragione cosa dovrebbe fare ? O asseconda la teologia o porta al vuoto morale di chi non ha fede (concetto caro a Giovanni Paolo II ma FALSO). Che vuol dire questa frase: “la conoscenza rinvia al mistero di Dio, che la mente non può esaurire, ma solo ricevere ed accogliere nella fede” ? e la rivendicazione successiva di esclusiva competenza della Chiesa, competenza “che le deriva dall’essere depositaria della Rivelazione … un messaggio che ha la sua origine in Dio stesso” ? Io lo so ed anche lei: la Chiesa vorrebbe dettare alla scienza ed alla ragione come agire e cosa pensare. La conclusione di questa enciclica completamente estranea ad ogni linea di pensiero epistemologico (a parte Pera che, appunto, è epistemologo come io so fare il punto Palestrina) è la dottrina medioevale della filosofia ancella della teologia (cosa che può anche andare bene nel vostro mondo e che andava bene quando vi erano i roghi ma che oggi è semplicemente ridicola).
Non occorre poi dimenticare la Centesimus annus che è un capolavoro reazionario. Per affermare la sua posizione nei riguardi del comunismo, Giovanni Paolo II non esita a richiamare la Rerum Novarum di Leone XIII, quella che fu l’alibi morale della monarchia, incitata a reprimere il movimento operaio di fine ‘800, a reprimere con la mitraglia e con i cannoni (Bava Beccaris, lo ricorda ? si quello che per ordine del re buono spara cannonate sulla gente che chiede pane ?) chi chiedeva condizioni di vita migliori e di uscire dalla vergogna delle 16 ore di lavoro. In quella stessa enciclica il Papa azzardò il parallelo tra il marxismo ed il socialismo reale, come dire, tra Gesù ed il papato. Ma vi è anche il riferimento al diritto di proprietà privata che Marx avrebbe negato. Nelle esemplificazioni poi si scade al possesso di beni materiali, mostrando di non sapere proprio dove sta di casa Marx, il quale non ha mai parlato di beni materiali ma di mezzi di produzione. Infine, l’uomo non è capace di distinguere il bene dal male e per questo gli serve la Chiesa, cioè un prete che non sarebbe un uomo. In definitiva o un prete o Berlusconi per indicarci la retta via. Ma si rende conto ? E la cosa non è occasionale se si insiste sul fatto che lo Stato assistenziale non ha senso (48 – perché moltiplica gli apparati pubblici – sic! -). Ed allora perché quello stesso Stato (cioè tutti noi) è spremuto senza ritegno dalla Chiesa ?
Cyrano diceva “…se ne potevan dire …”. Io mi fermo qui, disponibile a proseguire molto a lungo. Dico solo una cosa già detta più volte. La Chiesa ha pieno diritto di fare ciò che crede nel suo ambito di fede. Si rivolga a chi crede, imponga loro ogni dogma che ritiene opportuno, santifichi chi vuole, … Ma non interferisca mai con gli affari di uno Stato laico. Non parli ai cittadini come se fossero fedeli. Soprattutto in un Paese che mostra che si sta distaccando sempre più dalla Chiesa e proprio a causa di quella società “consumista” che la Chiesa non ha mai veramente messo in discussione. Le reazioni possono essere, in dati momenti, molto dure. Io direi anche, ma questo è solo un pio auspicio, che la Chiesa così forte di tanti fedeli si faccia forte economicamente e si autofinanzi. E’ un modo per affermare con forza e decisione la propria dignità, non le pare ?
La saluto
Roberto Renzetti
PS. Sono sconcertato dal vedere i fedeli felici e speranzosi davanti ad una fumata. Ma non erano gli stessi che fino a qualche giorno fa si strappavano i capelli per la perdita di Giovanni Paolo II ed affermavano che era insostituibile ?
Ulteriori testi per approfondire sono:
I millenari – Via col vento in Vaticano – Kaos 1999
Mario Guarino – I mercanti in Vaticano – Kaos 1998
Discepoli di verità – All’ombra del Papa infermo – Kaos 2001
Pepe Rodriguez – Verità e menzogne della Chiesa Cattolica – Editori Riuniti 1997 (questo libro lo avevo letto in spagnolo. Il suo titolo era Le menzogne fondamentali della Chiesa cattolica. Si rende conto come sono ridotti anche gli editori da noi ? dover cambiare il titolo di un libro inserendo un elemento assolutamente contraddittorio con le tesi del libro?)
Franzoni, Manacorda – Le ombre di Wojtyla – Editori Riuniti 1999
Karlheinz Deschner – La politica de los papas en el siglo XX (1939-1995). Con Dios y con los fascistas. Volumen II – Yalde, Zaragoza 1991 (molti libri di questo tipo, in Italia non vedono la luce).
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Caro Papa ti scrivo
di don Vitaliano Della Sala
Beatissimo Padre,
avrei voluto scriverti prima, ma ero sicuro che una mia lettera non ti sarebbe mai giunta tra le mani, si sarebbe fermata tra quelle di qualche tuo solerte collaboratore. Oggi sono sicuro che potrai finalmente leggermi e ascoltarmi, leggere e ascoltare il mio cuore.
Ti ho voluto bene, ho ammirato il tuo coraggio nel difendere sempre i poveri e la pace; oggi sono addolorato per la tua morte, come sono addolorato ogni volta che muore un uomo o una donna, come sono stato addolorato per la morte di mio padre. Non sono angosciato e non condivido lo strepito che sta facendo “la folla” e i troppi potenti che dicono di piangerti; non credo nell’angoscia nazionale raccontata dai giornali e dal “salotto buono” italiano di Bruno Vespa, preoccupato solo dell’audience; non credo nemmeno nelle lacrime dei tanti in piazza S. Pietro, che in questo modo scaricano collettivamente altre angosce e altre paure, preoccupati esclusivamente di immortalare sul display del loro telefonino l’immagine del tuo corpo esanime. I cristiani non strepitano di fronte alla morte; noi cristiani crediamo nella resurrezione dei morti, nella vita oltre la morte, e siamo certi che tu ora sei vivo, come sono vivi tutti coloro che «ti hanno preceduto nel segno della fede e dormono il sonno della pace», non importa se poveri e sconosciuti.
Forse ti faranno presto santo e noi tutti potremo considerarci privilegiati per aver potuto vedere, sia pure purtroppo soltanto attraverso la televisione, come sono gli occhi e il sorriso dei santi. Aggiungeranno il tuo nome all’elenco delle migliaia di uomini e donne che tu, forse esagerando, hai canonizzato. I potenti sfileranno, come in passerella, accanto alla tua salma muta; quegli stessi potenti che causano le povertà sulle quali tu ti sei chinato; quegli stessi potenti che scatenano le guerre contro le quali tu ti sei, a volte, scagliato: se non hanno raccolto la tua sfida quando eri vivo, non illuderti, non lo faranno neanche ora che sei morto.
Ti hanno definito “il grande” e forse è vero, ma sarei ipocrita se mi accodassi a tutti quelli che stanno straparlando bene di te, perché così conviene. Sai bene quello che il Vangelo dice: «Guai quando tutti diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti» (Luca 6, 26). Tu non sei stato un falso profeta, ma uno che ha saputo dire con coraggio quello che pensava. Ma, sotto il tuo pontificato è stato tolto a tanti cattolici il diritto di parlare: hai giustamente combattuto il comunismo illiberale che avevi subito nella tua Polonia, ma hai voluto una Chiesa che rispecchia molto quel regime oppressivo.
E’ strano, ti hanno sempre applaudito ipocritamente i potenti, dopo che tu li avevi bacchettati; e i giovani, che realisticamente usano gli anticoncezionali, ti hanno sempre acclamato dopo i tuoi discorsi di chiusura in campo morale, continuando senza eccessivi scrupoli di coscienza a disobbedirti. Attorno a te c’è stata una specie di isteria collettiva: più pretendevi dalla gente e più ti acclamavano. Il segreto è stato probabilmente un efficiente ufficio stampa, capace di gestire in maniera magistrale la comunicazione della tua immagine e delle tue gesta.
Oggi la Chiesa, a conclusione della tua esperienza terrena, sembra una di quelle case di un set cinematografico: la facciata bella e completa che nasconde il vuoto. Ti dico questo perché ti voglio bene e voglio bene alla nostra Chiesa, voglio il bene della Chiesa, e il volere bene esclude l’ipocrisia e l’ossequio vile.
Qualcuno dovrebbe raccontare alle folle plaudenti le contraddizioni del tuo pontificato, la tua, legittima, visione tradizionalista della Chiesa, il tradimento verso il Concilio Vaticano II; il tuo esserti circondato di collaboratori reazionari, che la dice lunga sulle aperture di facciata del tuo pontificato; qualcuno dovrebbe spiegare la tua visione del potere, l’accentramento di potere nelle tue mani, e in quelle del tuo entourage, che c’è stato sotto il tuo pontificato e la mancanza di collegialità con l’episcopato; qualcuno dovrebbe spiegare ai rappresentanti delle altre confessioni cristiane e a quelli delle altre religioni la tua idea di ecumenismo come riconoscimento dell’unica verità posseduta esclusivamente dalla Chiesa cattolica; qualcuno dovrebbe spiegarci come mai ti sei scagliato con forza contro la guerra in Iraq e hai provocato la guerra in Jugoslavia quando il Vaticano ha riconosciuto per primo l’indipendenza della Croazia, e perché non hai mai detto che ogni guerra, la guerra in sé è ingiusta; qualcuno dovrebbe dirci che hai sbagliato clamorosamente strategia quando, contribuito a far crollare i regimi comunisti dell’est europeo, ti aspettavi, soprattutto per la tua Polonia, un prevalere dei valori cristiani nella vita di quei Paesi e invece ha prevalso il consumismo e il “neoliberismo sfrenato”, ha prevalso quello che i tuoi predecessori definivano «imperialismo capitalista del denaro».
Non avveniva da molto tempo che nella Chiesa ci fosse tanto terrore ad esternare le proprie idee. In questi ultimi anni, si sono rafforzati i tratti di una Chiesa intollerante, arrogante, inumana, che parla di diritti dell’uomo all’esterno, ma non li rispetta al suo interno. Hai dichiarato un numero elevatissimo di santi, ma al tempo stesso hai ignorato l’inquisizione attuata nei confronti di teologi e sacerdoti. I nuovi santi, strumentalizzati politicamente e commercialmente con spese ingenti e conseguenti profitti per la Curia, sono soprattutto pie suore e fondatori di ordini religiosi che spesso di “eroico” non hanno nulla. Uomini e donne (anche donne appartenenti a ordini religiosi) che si sono distinti, per il loro pensiero critico e per la loro energica volontà di riforme, sono stati invece trattati con metodi da Inquisizione. Qualcuno dovrebbe raccogliere i frammenti di storia di tutti i provvedimenti disciplinari, dei processi canonici o delle precisazioni dottrinali, emanati dal Vaticano negli ultimi venticinque anni contro quei sacerdoti, teologi e religiosi che hanno adottato un approccio molto più ampio e flessibile nel trattare la delicata questione dei rapporti tra annuncio evangelico, strutture religiose, contesti storico-sociali e norme morali. Ne emergerebbe, tra l’altro, la storia del tentativo di difendere la visione della Chiesa come istituzione – gerarchica, autoritaria e centralista – tutta tesa a tradurre il messaggio rivoluzionario del Vangelo in norme morali e giuridiche.
Nel Vangelo c’è una parabola nella quale Gesù paragona il Regno di Dio, quindi la Chiesa, a un granello di senape, il più piccolo tra semi che però diventa un albero frondoso, «e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra»: paradigma della Chiesa-altra che sempre più cattolici sognano e si impegnano a costruire.
Una Chiesa inclusiva, che non emargina, non usa la pesante scure del giudizio su nessuno, una «Chiesa degli esclusi e non dell’esclusione», come ama affermare mons. Jacques Gaillot, vescovo degli esclusi ed a sua volta vescovo escluso perché rimosso dalla sua diocesi di Evreux, in Francia.
Nei tuoi ultimi giorni terreni ci hai, invece, dato grandi insegnamenti; ci hai dimostrato come si soffre e si muore da cristiani, ci hai insegnato che la morte, quando arriva, deve trovarci vivi. E’ stata forse la tua lezione più alta.
Mi resterà sempre impresso nella memoria il tuo urlo silenzioso, alla finestra del tuo apostolico appartamento l’ultima volta che ti sei affacciato, quando hai capito che non saresti mai più riuscito a parlare.
Allora, in quel tuo silenzio straziante, ho ascoltato le urla di dolore di tutto il XX secolo e di tutti i poveri del mondo. In quel momento mi sei parso grandissimo e ti ho amato.
Ti saluto, nella certezza che tu, ora, non ti arrabbierai per quello che ti ho scritto, perché abiti nel “mondo della verità”, come dicono gli anziani delle mie zone, e leggi nel mio cuore tutto l’affetto che provo per te e per la nostra Chiesa. Sicuramente, invece, si arrabbieranno i tuoi collaboratori e i miei diretti superiori; ma non importa, da te ho imparato che bisogna sempre dire e amare «lo splendore della verità». Arrivederci in Paradiso.
Don Vitaliano
parroco rimosso di Sant’Angelo a Scala (Av)
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L’Opus Dei e il dopo Giovanni Paolo II
di Rita Pennaiola – “La Voce della Campania” – Aprile 2005
www.lavocedellacampania.it
Hanno scelto l’eutanasia, quella definita “passiva”, per porre fine al pontificato di Giovanni Paolo II. A giustificare questa scelta, solo la breve nota di venerdì mattina, 1 aprile, nella quale l’entourage vaticano del pontefice informava la comunità internazionale che il papa, nonostante l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, aveva chiesto di non essere trasportato al Policlinico Gemelli e desiderava rimanere nel suo appartamento. Fino a che punto questa precisa e decisiva volontà sia stata realmente espressa da Karol Woytila è e resterà un punto decisamente impossibile da dimostrare. Di sicuro sta proprio nell’attribuzione di quella scelta (al pontefice, oppure ai cardinali che lo circondavano come Ratzinger, Ruini, Sodano) il significato politico che dobbiamo attribuire al dopo Wojtyla nel suo complesso. E’ evidente infatti che in una condizione di aggravamento repentino – come quello verificatosi il 30 marzo, pur nelle già precarie condizioni generali – e soprattutto avendo a disposizione una apposita struttura attrezzata al Gemelli, l’indicazione medica “nel segno della vita” doveva essere quella di trasferire immediatamente il pontefice in ospedale, dove le cure rianimative sono di gran lunga diverse rispetto a quelle che è possibile praticare in un appartamento vaticano. Si è scelta invece l’eutanasia passiva. Alcuni documenti mostrano come possa risultare difficile attribuire questa decisione a Giovanni Paolo. A cominciare dalle parole che pronunciò l’11 febbraio 2004 in occasione della Giornata del malato: «Nessuno ha il diritto di sopprimere la vita di un paziente a causa della sofferenza. La sofferenza è sempre una chiamata a praticare l’amore misericordioso. Chi soffre non sia mai lasciato solo». O l’enciclica Evangelium vitae del 1995: «Anche se non motivata dal rifiuto egoistico di farsi carico dell’esistenza di chi soffre, l’eutanasia deve dirsi una falsa pietà, anzi una preoccupante “perversione” di essa: la vera “compassione”, infatti, rende solidale col dolore altrui, non sopprime colui del quale non si può sopportare la sofferenza. […] Si raggiunge poi il colmo dell’arbitrio e dell’ingiustizia quando alcuni, medici o legislatori, si arrogano il potere di decidere chi debba vivere e chi debba morire. […]. Così la vita del più debole è messa nelle mani del più forte; nella società si perde il senso della giustizia ed è minata alla radice la fiducia reciproca, fondamento di ogni autentico rapporto tra le persone». Infine il messaggio quaresimale del 2005: «Il comandamento divino “non uccidere!” vale pure in presenza di malattie, e quando l’indebolimento delle forze riduce l’essere umano nelle sue capacità di autonomia».
Sempre a poche settimane fa risale il messaggio rivolto dal pontefice ai lavori dell’assemblea annuale della Pontificia Accademia per la Vita, quando ricorda che il termine «“qualità di vita” è oggi interpretato come efficienza economica, consumismo sfrenato, bellezza e piacere della vita fisica, dimenticando le dimensioni più profonde dell’esistenza, come quelle interpersonali, spirituali e religiose. Nella società del benessere, la nozione di qualità della vita viene ridotta ad una capacità di godere e di sperimentare il piacere». Per la stessa ragione proprio il presidente della Pontificia Accademia della Vita, monsignor Elio Sgreccia, solo pochi giorni fa aveva condannato la decisione di staccare le macchine che tenevano in vita Terry Schiavo perché «può essere considerata una persona umana viva, privata di una coscienza piena, i cui diritti giuridici devono essere riconosciuti, rispettati e difesi». Secondo il prelato, inoltre, in questo caso la sonda gastrica di alimentazione non può essere considerata un “mezzo straordinario”, né uno strumento terapeutico. Monsignor Sgreccia ritiene che la decisione della giustizia nordamericana, che ha stabilito che la sonda venisse staccata, «è una morte provocata in modo crudele. Non è un atto medico. Si tratta di togliere acqua e cibo per provocare la morte».
Eutanasia passiva
E qui entra la sottile distinzione fra eutanasia diretta e passiva, cui forse hanno fatto ricorso i cardinali presenti accanto al papa nelle sue ultime ore. Secondo il Catechismo ufficiale, infatti, la Chiesa cattolica rifiuta il cosiddetto “accanimento terapeutico”: «Si intende che può essere legittima l’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate ai risultati sperati. In questo modo non si vuole provocare la morte; si accetta il fatto di non poterla impedire. In questi casi la decisione deve essere presa dal paziente, se ha la competenza e la capacità per farlo; in caso contrario da quanti hanno diritti legali, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente». Era precisamente questa la situazione clinica nella quale versava il papa quella mattina del 31 marzo, quando si decise di non ricoverarlo nei suoi appartamenti protetti del Policlinico per cercare di tenerlo in vita? E come si poteva prevedere, in quel momento, che le cure adottate in ospedale potessero configurarsi come un “accanimento terapeutico”? Lungo questa linea di confine tra la scelta personale di accettare la morte, o la consapevole decisione di sottrarlo alle cure ospedaliere tese a prolungarne la fragile esistenza, si muovono gli interrogativi sulle ultime ore di pontificato dell’uomo che ha cambiato il corso della storia. Ed è da questi interrogativi che bisogna partire per comprendere “quale” Chiesa avremo ora. E cosa sia fin qui avvenuto, quali lotte per il potere stiano ora avvenendo nelle segrete stanze vaticane, al riparo dei media. Uno scenario che potrebbe assomigliare in maniera impressionante a quello che precedette le tragiche ore del 13 maggio 1981, quando Ali Agca attentò alla vita del papa ferendolo gravemente con un colpo di pistola che perforò l’intestino. Un episodio sul quale il libro di Giovanni Paolo II Memoria e Identità, uscito poco più di un mese fa, aveva aperto la strada a nuove rivelazioni: «Ali Agca, come tutti dicono – scrive il pontefice – è un assassino professionista. Questo vuol dire che l’attentato non fu un’iniziativa sua, che fu qualcun altro a idearlo, che qualcun altro l’aveva a lui commissionato». Chi?
Emanuela e il ricatto
Un primo elemento di riflessione su questo punto lo offre la probabile riapertura, proprio negli ultimi mesi, dell’inchiesta giudiziaria sulla scomparsa di Emanuela Orlandi per iniziativa del penalista napoletano che affianca la famiglia, l’avvocato Massimo Krogh. A gennaio Krogh aveva consegnato ai magistrati della capitale titolari dell’inchiesta stralcio, il procuratore capo Italo Ormanni ed il pm Simona Maisto, un corposo dossier contenente fra l’altro gli esiti di alcune indagini svolte all’estero. I documenti proverebbero la tesi sostenuta dalla famiglia Orlandi secondo cui la giovane sarebbe stata rapita nell’estate dell’83 come ostaggio da scambiare con Mehmet Ali Agcà, l’attentatore del Papa, nel timore che questi rivelasse i presunti mandanti dell’attentato. Spiega Sandro Provvisionato, giornalista del Tg5 e curatore del sito Misteri d’Italia: «Agca insiste da tempo sul terzo segreto di Fatima, che peraltro il papa stesso aveva rivelato nel 2000, spiegando che in esso era contenuta la visione dell’attentato che avrebbe subito. Allora le cose sono due: o Agca sa qualcosa e manda messaggi attraverso le richieste di rivelare il segreto di Fatima, oppure in esso c’è il riferimento ai veri mandanti di quel tentato omicidio». E proprio sui mandanti, Provvisionato aggiunge: «La pista bulgara portata avanti da alcuni magistrati, come sappiamo, non ha retto in tribunale. Ma ora sono al lavoro altri giudici che secondo me potrebbero riuscire a trovare la vera pista, quella interna alle stanze del Vaticano». Due le anime che si contrappongono – ora, come al tempo del breve pontificato di papa Albino Luciani – all’interno della Chiesa: da un lato la potente Opus Dei, che proprio da Wojtyla ottenne il riconoscimento della prelatura personale. Sul fronte opposto i gesuiti, tradizionali depositari del potere politico fra i cattolici. Un episodio recentemente accaduto in Perù e rimasto nascosto alle grandi cronache la dice lunga sulla portata di questo scontro. Riguarda il cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo di Lima, di stretta osservanza Opus Dei. Intervistato a luglio 2004 da John Allen del National Catholic Reporter, Cipriani ha vuotato il sacco, raccontando gli attacchi ricevuti da altri vescovi, alcuni dei quali in Vaticano, a colpi di false lettere al papa, veleni, bugie. Nel 1999 viene addirittura accusato di aver ucciso il suo predecessore, il cardinale e gesuita Augusto Vargas Alzamora, morto per emorragia cerebrale. Tutta la vicenda è sfociata in un’inchiesta della magistratura peruviana promossa dallo stesso Cipriani il quale, nonostante i tentativi di “mediazione” avanzati da alcuni cardinali ed in particolare da Gian Battista Re, prefetto della congregazione dei vescovi, così concludeva l’intervista: «Preferiscono scopare lo sporco sotto il tappeto, pur di non guardare in faccia la verità. Ma non riusciranno a bloccare il tutto, anche se ci provano».
Anche in Perù, come in molte parti del mondo, la maggioranza dei vescovi è di area Opus Dei. Dall’altra parte, i gesuiti portatori della teologia della liberazione come Luis Armando Bambarén Gastelumendi, ma anche francescani. Ad esempio l´arcivescovo di Trujillo, Héctor Miguel Cabrejos Vidarte «che – racconta il giornalista Sandro Magister – si reca spesso a Roma e ha referenti in Vaticano. Ai quali fa descrizioni allarmate delle spaccature nella gerarchia peruviana, provocate, a suo dire, proprio da Cipriani». Uno spaccato locale che lascia intravedere analoghi conflitti interni nell’intera Chiesa cattolica e, soprattutto, nel conclave del dopo Wojtyla. In prima fila, naturalmente, proprio l’Opus Dei, che aspira a mantenere col nuovo papa le posizioni di privilegio fin qui raggiunte.
Due i cardinali considerati papabili fra i tanti che fanno riferimento al santo Escrivà: lo stesso Gian Battista Re ed il potentissimo Camillo Ruini, vicario di Giovanni Paolo II per la diocesi di Roma e presidente della conferenza episcopale italiana. Ottantaquattromila persone nei cinque continenti della terra si richiamano alle rigide prescrizioni di quest’ala del cattolicesimo conservatore fondata nel 1928 a Madrid da Josemaria Escrivà de Balaguer, elevato all’onore degli altari proprio durante il pontificato di Giovanni Paolo II con una cerimonia solenne cui presero parte esponenti politici anche del centrosinistra, come Valter Veltroni e Cesare Salvi. Il portavoce dell’Opus, Giuseppe Corigliano, è stato il primo a partecipare alla diretta di Rai 1 condotta da Davide Sassoli nelle ore immediatamente successive all’annuncio della scomparsa del papa, la notte fra il primo e il due aprile. Non è un caso. Così come non casuale resta la diretta matrice opusdeista di Joaquin Navarro Valls, trait d’union fra Wojtyla e la stampa mondiale durante i lunghi anni del pontificato.
Opus in Business
Una autentica multinazionale della fede, l’Opus Dei, che solo pochi mesi fa, a gennaio 2005, ha aggiunto un importante tassello alla imponente geografia del suo patrimonio immobiliare in ogni angolo del pianeta: il nuovo polo oncologico annesso al Policlinico del Campus Biomedico (una delle due università dell’Opus nella capitale), costato oltre 7 milioni di euro «messi a disposizione – precisano i comunicati ufficiali – dalla Regione Lazio e da un pool di donatori». Ignoti i loro nomi, così come segrete restano le lunghe liste degli affiliati e la nomenklatura interna, ad eccezione del vertice massimo, il prelato Javier Echevarría, e del suo stretto entourage. A fine dicembre, intanto, era stata varata un’intesa di cooperazione scientifica ai massimi livelli tra l’Università Campus Biomedico, il Weizmann Institute France Europe of Science e la Fondazione per le Bioscienze. Tre i progetti messi in campo, per un valore iniziale di tre milioni di euro. Il patto era stato sottoscritto a Palazzo De Carolis, sede di Capitalia, e presentato da Giancarlo Elia Valori, presidente di Confindustria Lazio e della Fondazione per le Bioscienze, alla presenza, fra gli altri, di Francesco Cossiga, del presidente del Campus Paolo Arullani e di Massimo Vari, vice presidente emerito della Corte Costituzionale.
Con il sistema bancario l’Opus ha per tradizione sempre intrattenuto stretti rapporti. A cominciare dalla parentela che esisterebbe fra Mariano Fazio, rettore dell’altro ateneo opusdeista nella capitale, la Pontificia Università della Santa Croce (con facoltà di Teologia, Diritto Canonico, Filosofia e Comunicazione Sociale Istituzionale) ed Antonio Fazio, recentemente nominato da Silvio Berlusconi presidente “a vita” della Banca d’Italia. Ritroviamo Antonio Fazio fra i leader di un’altra “creatura” tutta business & chiesa: si tratta della fondazione Sorella Natura, che si ispira alle prescrizioni evangeliche del poverello di Assisi per fondare una Banca etica, acquistare e ristrutturale immobili come la Chiesa di Santa Croce ad Assisi, stringere intese con partner come la Popolare di Lodi, ma anche colossi del calibro di Unicredito, Sanpaolo Imi, Monte Paschi di Siena e Banca Sella, per citarne solo alcuni (vedi box).
Intanto, mentre qualcuno ricorda che la data della morte di Giovanni Paolo II, sabato 2 aprile, si lega in qualche modo alla terza apparizione della Madonna di Fatima ai pastorelli (la Vergine promette a chi segue i riti di devozione mariana da gennaio a maggio che verrà a prenderlo nel primo sabato di uno dei 5 mesi per portarlo in cielo), la stampa internazionale prova a scandagliare le alchimie geopolitiche e religiose del conclave per ipotizzare il nome del successore. In prima fila l’anziano cardinale Joseph Ratzinger, 27 anni fa capo della delegazione opusdeista che elesse Karol Wojtyla sul soglio di Pietro.
Ma milioni di persone, cattolici e non, che piangono la sua scomparsa e portano nel cuore il suo messaggio, si domandano piuttosto quale potrebbe essere il successore che Giovanni Paolo avrebbe preferito. Una risposta indiretta possiamo trovarla nelle pagine finali del libro che Karol Wojtyla ci ha lasciato come sommo testamento spirituale. Memoria e identità si chiude con l’intenso dialogo fra il papa e Stanislaw Dziwisz. Lo stesso uomo al quale il pontefice confida per la prima volta che all’ombra di Alì Agca si muovevano i veri mandanti. Lo stesso arcivescovo che ha voluto accanto a sé anche negli ultimi istanti della sua vita terrena.
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Con sedi ad Assisi e a Roma, in via Sistina, oltre a delegazioni sparse in tutto il mondo, la Fondazione Sorella Natura è presieduta da Roberto Leoni, suo fondatore nel 1991, divenuto in questa legislatura consigliere per le relazioni internazionali presso il ministero dell’Istruzione retto da Letizia Moratti. Nell’organigramma troviamo inoltre l’amministratore delegato Alfio Caporali, dirigente di Cityfinancial, Franco Guzzi, vertice di Cohn & Wolfe, l’alto dirigente della berlusconiana Mondadori Fiorella Pagani, e Luciano Zocchi, segretario generale di Confimmobiliare. Il comitato scientifico è presieduto dal numero uno Cnr Enrico Garaci. Fra i “soci benemeriti” in prima fila monsignor Giovan Battista Re, presente nella nomenklatura Opus Dei e dunque, in qualche modo, portatore di alleanze con gli interessi terreni del mondo francescano cui fa riferimento Sorella Natura. Non mancano le sorprese (e le strane commistioni politiche) scorrendo l’elenco dei soci benemeriti laici: si va dal sindaco di Milano Gabriele Albertini al primo cittadino della capitale Valter Veltroni. Nè fanno mancare la loro presenza leader di colossi del credito come il governatore Bankitalia Antonio Fazio e il presidente dell’ABI Maurizio Sella. Con loro, Gianpiero Fiorani, amministratore delegato del Gruppo Popolare di Lodi, il presidente di BPM Roberto Mazzotta e il numero uno dello Ior Angelo Caloia.
Direttamente dal governo arrivano il sottosegretario all’Istruzione Guido Possa, il capo di gabinetto al ministero per l’Ambiente Paolo Togni ed il segretario generale della Farnesina Umberto Vattani. Folto lo stuolo di giornalisti e opinion maker, che comprende personalità strategiche come il direttore del Sole 24 ore Ferruccio De Bortoli e quello del Corriere della Sera Paolo Mieli. Ancora, l’ex direttore del Sole Guido Gentili e l’opinionista Ernesto Galli della Loggia. Nel parterre di Sorella Natura figurano inoltre l’imprenditore Diana Bracco, dell’omonimo colosso farmaceutico, il presidente del Conai Gianfranco Faina, ma soprattutto il comandante generale delle Fiamme Gialle Roberto Speciale ed il presidente emerito della Corte costituzionale Antonio Baldassarre. Tre i delegati in Campania: Enzo Ghidini, Valeria Bosso e Bruno Palmieri.
Oltre alle iniziative nel segno della «corretta cultura ambientale» portate avanti in questi anni (la creazione di un Giurì per l’ambiente, il Premio Sorella Natura per lo sviluppo sostenibile e l’istituzione di un Ente di certificazione etico-ambientale), la Fondazione ha dato vita ad Eticamente, una linea di prodotti finanziari che comprende obbligazioni, carte di credito, conti correnti, libretti di assegni e di risparmio. I bilanci non sono disponibili per la consultazione nel pur ampio sito internet http://www.sorellanatura.org, ma, viene precisato, «sono a disposizione degli aventi diritto – soci fondatori – nell’area loro riservata».
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