http://medjugorje.altervista.org/doc/dossier//12-convegno.html
Ecco il resoconto di un convegno parascientifico spacciato per scientifico. A parte le sciocchezze condite di amenità che si possono leggere di seguito, si può qui comprendere quale sia la scienza che piace dalle parti della Chiesa: la presa in giro del prossimo.
Dott. Clotilde Farina
Verbale della riunione del giorno 8/10/1985 inerente i risultati delle ricerche condotte a Medjugorje il mese di settembre ’85, giorni 7-8-9.
L’otto Ottobre 1985 in Faina, provincia di Milano, si svolge un convegno per ascoltare l’equipe medica che ha raccolto informazioni scientifiche sui ragazzi di Medjugorje che asseriscono di vedere e parlare con la Madonna. La riunione comincia con una preghiera elevata allo Spirito Santo preceduta da una breve introduzione del presidente dell’A.R.PA.: «Prima di iniziare vogliamo elevare una preghiera alla nostra Madre Celeste, la Beata Vergine Maria, Regina della Pace, in nome della quale siamo oggi qui riuniti. Preghiamo pure lo Spirito Santo, affinchè ci aiuti ad essere al servizio della Verità».
Dopo un indirizzo di benvenuto a tutti i presenti, il Dott. Luigi Farina presidente dell’A.R.PA. presenta le persone che partecipano all’incontro e precisamente:
– Sua Eccellenza Mons. Pavol Maria Hnilica, il quale assume la presidenza della riunione
– Abate Rene Laurentin di Parigi
– Un assistente ecclesiastico della diocesi di Genova, il quale assume l’incarico di moderatore della riunione
– Don Luigi Bianchi di Cera Lario
– Prof.ssa Wanda Poltawska di Crakovia
– Dott. Claes del Belgio
– Prof. Giuseppe Bigi di Milano
– Ing. Saverio Brighenti di Milano
– Dott. Luigi Frigerio di Carate Brianza – Milano
– Dott. Paolo Maestri di Milano
– Prof. Marco Margnelli di Milano
– Dott. Giacomo Mattalia di Torino
– Dott. Raffaele Pugliese di Milano
– Prof. Maurizio Santini di Milano
– Dott. Giorgio Pattaro di Padova
Sono presenti i dirigenti dell’A.R.PA.:
– Avv. Ambrogio Sangalli
– Dott. Dario Maggioni
– Rag. Sandro Barni Sono presenti pure i rappresentanti della Chiesa locale:
– Mons. Luigi Gandini, Prevosto di Seregno e Decano
– Don Franco Resinelli, Parroco della Parrocchia di Faina
– Don Agostino Cerri, Parroco di Giussano-Milano
– Don Ambrogio Mojoli, precedente Parroco di Paina
– Don Mario Galbiati, Parroco di Arcellasco (Co) – responsabile di «Radio Maria», i quali sono stati invitati ad assistere alla riunione quali uditori.
Il Dott. L. Frigerio inizia l’intervento dei medici spiegando come, dopo essere stato diverse volte a Medjugorje sia per osservare che per studiare i fenomeni dal punto di vista scientifico, si sia sentito spinto a fondare insieme a L. Farina, G. Mattalia ed altri, l’associazione A.R.PA., che ha come oggetto sociale lo studio scientifico dei fenomeni che in suddetta località accadono.
La riunione prosegue con gli interventi, sotto riportati, dei diversi relatori.
– Moderatore: «Vi invito alla discrezione assoluta su ciò che qui sarà comunicato. Programma di oggi è di ascoltare l’equipe medica che darà informazioni e giudizi scientifici, non allo scopo di convincere, ma per far cadere alcune obiezioni. Verrà esposta una documentazione scientifica e verranno tratte alcune conclusioni. Si chiede ai medici di concludere solo con ciò che può essere dimostrato con metodo scientifico. Chiedo anche di voler precisare e spiegare in modo tale che tutti possano capire».
– Dott. L. Frigerio: «Ero già stato a Medjugorje allo scopo di studiare i fenomeni, ma nell’ultimo viaggio ho voluto tener conto degli studi già effettuati dal Prof. Joyeux di Montpellier. La complessità della nostra équipe era composta da tre sottogruppi di studio:
1) Il gruppo che faceva capo al Prof. Santini, neuropsicofarmacologo che ha approfondito gli studi soprattutto sulla sensibilità al dolore. Gli strumenti utilizzati sono stati: l’algometro e l’estesiometro corneale. L’uso di questi strumenti ha permesso di studiare rispettivamente: la soglia di sensibilità al dolore e il riflesso corneale (valutati non solo in termini di presenza/assenza di risposte ma anche in termini quantitativi).
2) Il gruppo del Prof. Margnelli, neurofisiologo del C.N.R., già assistente alla cattedra di fisiologia umana all’Università degli studi di Milano. Da questo gruppo è stato utilizzato un poligrafo per la registrazione di alcuni parametri fisiologici: frequenza respiratoria, pressione arteriosa, frequenza cardiaca, potenziali elettrodermici, portata vascolare e resistenza vascolare periferica. L’insieme di tutte queste registrazioni permette di stabilire se il soggetto in esame dice il vero o il falso, per questo lo strumentario viene utilizzato come macchina della verità. Questo tipo di studio è stato effettuato sia per l’estasi che per la locutio cordis.
3) Gruppo del Prof. P. Maestri e dell’Ing. S. Brighenti i quali hanno studiato i potenziali evocati con un ampliphon MK10. Scopo di questa indagine era quello di analizzare la conduzionenervosa nelle vie sensoriali uditive, visive e somato-sensoriali. E’ stata eseguita anche la pupillometria che rileva le variazioni del diametro pupillare».
– Prof. W. Poltawska: «C’erano anche psichiatri nell’equipe?»
– Dott. L. Frigerio: «Il Dott. Sanguineti, psichiatra e criminologo, aveva avuto modo di osservare i ragazzi precedentemente».
– Prof. M. Santini: «Mi sono sempre interessato allo studio del dolore e del sistema nervoso vegetativo Orto e Parasimpatico. Abbiamo messo a punto un metodo di indagine che permette di eliminare il fattore emozionalità. Si tratta di una piccola placca (un cm2 di superficie) d’argento che viene messa a contatto della cute e viene scaldata fino a 50°C. La placca può disperdere calore, per questo viene collegata al nostro strumento che la mantiene sui 50°C. La prima fase dello studio è stata quella di raccogliere dei dati preliminari che si riferissero ad una condizione di base. Abbiamo preso dei valori basali, in stato di quiete, a livello della seconda falange del primo, terzo, quinto dito della mano e al polso. Ho esaminato Marjia il sette di Settembre 1985, prima e dopo l’estasi. Ci sono segni di ipoestesia a sinistra compatibili con un TIA (transitory ischemie attact) risalente al Dicembre scorso. I valori risultanti vengono espressi in decimi di secondo. L’esame si svolgeva così: si applicava lo stimolo nocicettivo e si registrava dopo quanto tempo se ne allontanava. I valori o soglie dolorifiche basali andavano da 0,3 a 0,8 secondi. Purtroppo non esistono in letteratura dati comparabili che riguardino stati di estasi, santi o mistici. Bisogna ricordare che lo stimolo a 50°C per la durata di 4-5 secondi provoca una ustione, per questo i tempi di soglia dolorifica sono tempi determinati da me, durante l’estasi, perché volevo evitare di giungere alla lesione. Solo per fare alcuni esempi: al dito medio sinistro la soglia è passata da 0,3 sec. (basale) a 3 sec. e a livello del polso da 0,8 a 4,6 sec.».
– Moderatore: «Esistono casi di analgesia completa non indotta?»
– Prof. M. Santini: «Una analgesia completa si verifica in una malattia congenita che è la disautonomia familiare. In questa malattia però l’analgesia è permanente e non transitoria come nel caso da noi studiato. Durante le mie ricerche sul dolore ho scoperto che il simpatico, oltre che innervare alcuni organi e visceri, si distribuisce anche ai ricettori sensitivi che recepiscono la sensibilità dolorifica. Questa mia osservazione purtroppo contraddice i risultati del Prof. M. Margnelli che ha evidenziato un ipertono ortosimpatico (questo si accompagna ad una depressione del parasimpatico). A confortare la mia ipotesi sull’attività del sistema simpatico c’è poi il dato che nel diabetico affetto da neuropatia, (malattia dei nervi che rende insensibili al dolore) la sensibilità dolorifica ritorna sotto l’azione di un farmaco parasimpaticomimetico. Dopo Marjia ho testato anche Jakov: questi era letteralmente terrorizzato dall’idea di dover sentire dolore. Dopo aver preso qualche valore basale gli ho promesso, prima dell’estasi, che non l’avrei stimolato. Durante l’estasi ho potuto testare una sola volta. La mia idea è che questo ragazzo era così terrorizzato che la profondità dell’estasi non doveva essere quella solita. I valori infatti sono passati da 0,2 sec. a 0,8 sec. (all’indice). Dopo questo tempuscolo il ragazzo ha spostato il dito di 0,5 cm.: ha risposto allo stimolo doloroso. Ma c’è un altro fatto da considerare: la frequenza dell’ammiccamento spontaneo in Jakov era stata frequente durante quell’estasi. Forse la mia presenza lo ha disturbato. In altre estasi aveva avuto valori più bassi di ammiccamento spontaneo. La seconda prova consisteva nella valutazione della estasia corneale (riflesso corneale) con l’uso di un estesiometro. L’ammiccamento spontaneo in Jakov era già piuttosto frequente ma nell’ultima parte dell’estasi non ammiccava più (forse che solo in quel momento fosse entrato in estasi?). In questo stesso istante ho toccato la cornea e non ha reagito con l’ammiccamento. Lo stimolo era piuttosto intenso (ben 190 mg.) rispetto ai valori che usualmente vengono adottati per queste prove (4 mg.). Da notare che i valori basali di Jakov erano molto bassi (risposta a 2 mg.).
Prove su Ivan: siccome le vie acustiche e visive sono aperte ho voluto testare il nervo trigemino. Ho quindi collocato la placchetta sul territorio cutaneo innervato dal trigemino per testarne la sensibilità. E’ risultato che mentre a livello corneale la sensibilità era presente, a livello della cute frontale questa era assente. Dopo l’estasi il valore preso alla fronte era di 0,4 sec. durante l’estasi il valore era stato di 2,8 sec., cioè il 700% in più. Al polso i valori erano passati da 0,5 a 2,5 sec. (io stesso ho levato dopo questo tempo). Questi valori sono stati confermati da prove successive sempre su Ivan. Risultato di tutto questo studio è stato di rilevare una anestesia completa e transitoria limitata al periodo dell’estasi. Nella letteratura medica non sono descritti casi di questo genere (forse si può riportare come esempio lo stato di ipertono simpatico tipico della sindrome del soldato in trincea)».
– Dott. P. Maestri: «Su Ivan la sensibilità corneale è stata misurata?»
– Prof. M. Santini: «No, non è stata misurata però, mentre da una parte c’è l’am-miccamento, dall’altra non c’è più sensibilità sul territorio cutaneo innervato dalla I branca del trigemino. Può succedere perché la via visiva è aperta e questo spiega (come verrà meglio illustrato in seguito) la presenza di sensibilità corneale. Il trigemino sarebbe così diviso in una branca funzionante e in una no».
– Prof. M. Margnelli: «Ho portato con me uno strumento: il poligrafo psicofisiologico (Diplomat one), una sorta di macchina della verità. I parametri registrati erano: resistenza costale, Resistenza diaframmatica, Resistenza elettrica della pelle, flusso ematico ad un dito e frequenza cardiaca. Si tratta quindi di indici che vengono registrati e che sono sensibilissimi ad eventi emozionali: test della verità utilizzato negli USA ormai da 20 anni. In pratica questo metodo serve ad indagare il sistema nervoso vegetativo. Ho voluto inquadrare questi dati in un momento definito estasi. Ciò che mi attendevo era di stabilire se i ragazzi mentivano oppure no. Li ho studiati in tre episodi: Jakov il 7-8 Settembre. Ivan il giorno 9 Settembre. I risultati più importanti riguardavano la frequenza cardiaca e il flusso ematico (indice della pervietà o della chiusura del letto capillare). Per quanto riguarda la frequenza cardiaca, si è osservata una tachicardia (frequenza media di 150 battiti/min.) e per il flusso ematico al dito (III dito sinistro) si è notata una riduzione ad un terzo del valore normale (stabilito in condizioni basali nello stesso soggetto: in questo caso specifico, Jakov). Questa riduzione di flusso comportava: pallore cutaneo, secchezza e diminuzione della temperatura. Si tratta quindi di una condizione di ipertono ortosimpatico che comporta la chiusura degli sfinteri precapillari. Purtroppo, non sono riuscito a misurare contemporaneamente la pressione arteriosa perché Jakov riferiva di sentire dolore per lo stringersi prolungato del manicotto (già nel rilevamento basale). Con la macchina della verità, si può valutare ciò che viene definito come riflesso psico-fisiologico. Questo parametro costituisce un indice importante: può svelare la frode, rivelare uno stato diverso di coscienza e informare se il soggetto ha emozioni oppure no. Nella prima estasi di Jakov si assisteva ad una discesa lenta e progressiva della resistenza elettrica cutanea seguita da un graduale aumento poco prima del ritorno dall’estasi (io definisco quest’ultimo fenomeno come alleggerimento dell’estasi). Per valutare correttamente questo indice, bisogna premettere che è sufficiente un rumore perché si inneschi la reazione elettrodermica. Così era avvenuto durante il rilevamento dei valori basali dei ragazzi, prima dell’estasi. Immaginiamo i veggenti durante l’estasi, con i rumori dell’ambiente e la confusione circostante. I valori di base, in Marija, rilevavano almeno cinque reazioni pur in ambiente ottimale tranquillo. Il Prof. Santini, durante l’estasi, eseguiva i suoi tests e io nel frattempo registravo per vedere se avevano paura della stimolazione algogena. Ho potuto stabilire la totale indifferenza ed estraneazione all’ambiente circostante; posso così concludere che non c’è frode o simulazione. Ritornando alla frequenza cardiaca, (media 150 batt./min.) in base a questo parametro si possono identificare quattro momenti durante l’estasi:
1) periodo prodromico: quindici minuti prima dell’estasi. La frequenza cardiaca media, in questo momento, è superiore alla media dell’estasi e raggiunge i 157 batt./min. Anche il pletismogramma da valori superiori. Questo periodo corrisponde al momento in cui i ragazzi pregano, prima di interrompersi.
2) segue il periodo in cui la frequenza cardiaca si eleva a 180 batt./min. per la durata di 2-3 secondi.
3) la frequenza cardiaca si stabilizza sui 130 batt./min. (periodo di stato).
4) periodo caratterizzato da una frequenza cardiaca doppia rispetto ai valori basali normali. Questo avviene prima di uscire dall’estasi e corrisponde al momento in cui i ragazzi emettono un sospiro profondo. In Ivan i risultati erano ancora più evidenti nel confermare una ipertonia ortosimpatica diffusa a tutti i parametri considerati. Voglio ricordare che la resistenza elettrica cutanea è legata alla sudorazione: si fa passare una debole corrente elettrica attraverso il sudore che è una soluzione idro-salina in grado di aumentare la conduzione elettrica. Conclusioni: i ragazzi esaminati, in base alla resistenza elettrica cutanea, frequenza cardiaca, pressione arteriosa e ipertono precapillare, si trovano in una condizione definita come stato di ergotrofismo. Questo è il modo in cui viene interpretata l’estasi nella letteratura medica. Significa stato di stress enorme, riscontrabile solamente in condizioni estreme (come, per esempio, nella sindrome da schiacciamento). Torno quindi a ripetere che non può sussistere frode o bugia. Per estasi si intende uno stato di totale alienazione dei sensi. La sensibilità e l’alienazione dei sensi sono state studiate molto ampiamente con diversi sistemi (aghi, spilloni, ecc.), io preferisco definire questo stato come estasi».
– Dott. L. Frigerio: «Hai avuto modo di studiare altri casi di estasi. Questa estasi è sovrapponibile, come caratteri, alle altre prese in esame dalla Chiesa?»
– Prof. M. Margnelli: «Si, è sovrapponibile e si avvicina, come carattere, alle estasi cosiddette ‘parlate’. Nel caso di Gemma Galgani, le estasi sono state registrate. Sarebbe utile fare uno studio su queste registrazioni».
– Ing. S. Brighenti: «In questi anni ho avuto modo di farmi un’esperienza nel settore dei potenziali evocati. Oggigiorno esistono metodiche affinate che permettono di studiare alcune funzioni dell’organismo. Con questa metodica si può studiare il sistema nervoso centrale e periferico. Ci si serve di computers perché questo è un metodo piuttosto sofisticato. Questi calcolatori registrano un segnale in linea istante per istante. Viene dato uno stimolo bioelettrico e si registrano le reazioni correlate. Sono state studiate da noi le vie delle sensibilità uditiva e visiva.
Volevamo studiare quelle vie che gli stimoli prendevano durante le estasi. Il segnale da noi utilizzato è estremamente piccolo (un milione di volte più piccolo di quello di una pila di un volt). In pratica cosa fa questa macchina? (Ampliphon MK10) Coi potenziali evocati visivi permette di studiare la funzione della retina e delle vie nervose fino alla corteccia (queste sono vie preferenziali del sistema nervoso centrale, infatti gran parte delle funzioni nervose avviene sotto il controllo della vista). Avremmo potuto studiare anche la conduzione nervosa a livello degli arti ma non siamo riusciti perché comportava un certo fastidio. Avrebbe dovuto essere stimolato un nervo e Marija si è rifiutata di sottoporsi alla prova. Abbiamo poi utilizzato un impedenzometro che indaga la porzione della cassa timpanica e la trasmissione dello stimolo uditivo. La timpanometria inoltre ci ha dato informazioni sulla capacità della membrana timpanica di raccogliere lo stimolo uditivo».
– Dott. P. Maestri: «I tests messi a punto sono stati i seguenti:
1) Test del riflesso cocleo-stapediale
2) Test della sensibilità uditiva
3) Test della sensibilità visiva.
Sono stati eseguiti su Ivan e Marija. Per il primo test non ci sono state modificazioni: la via nervosa è quindi integra. Per la sensibilità uditiva non siamo riusciti ad arrivare alla corteccia ma siamo giunti a metà strada, dove era già arrivato il Prof. Joyeux nei suoi studi. Con i tests della funzione visiva siamo riusciti a dimostrare che la sensibilità raggiunge la corteccia. Questo test, che è il più completo, può essere esauriente? Per avere una risposta definitiva dovremmo fare un test ulteriore; mi spiego. E’ vero che abbiamo esaminato le vie dall’occhio alla corteccia, ma ci siamo fermati alla prima stazione corticale. Potrebbe esserci una interruzione tra la prima e le successive (il test dell’onda P-300 può permetterci di testare cosa succede al di là della corteccia primaria)».
– Ing. S. Brighenti: «Vorrei precisare che l’apparecchiatura rivela un segnale molto lieve. L’attendibilità dei tests è stata provata prima dell’estasi su Marija. Purtroppo un test inoppugnabile dovrebbe durare 3-4 minuti (non siamo mai riusciti ad avere un tempo così lungo di estasi)».
– Dott. L. Frigerio: «La perfetta pervietà del tronco encefalico e della via primaria è in netta contraddizione con lo stato di analgesia. Nell’anestesia e nell’ipnosi si avrebbe comunque una modificazione delle prove dei potenziali evocati. I ragazzi oltretutto sono normali da un punto di vista comportamentale. Ne risulta una autentica estasi».
– Ing. S. Brighenti: «Ho sperimentato i potenziali evocati su pazienti anestetizzati. Ho notato un’assenza assoluta dei potenziali evocati somato-sensoriali solo nei soggetti curarizzati».
– Prof. W. Poltawska: «La psichiatria conosce casi di analgesia transitoria (alcuni di questi studi riguardano ragazzi in prigionia). L’analgesia transitoria episodica esiste però se i ragazzi non sono isterici, la sua comparsa è del tutto eccezionale».
– Dott. L. Frigerio: «Ci sono stati psichiatri a Medjugorje. Questi non hanno evidenziato anormalità dal punto di vista psichico».
– Prof. W. Poltawska: «E’ tempo di fare qualche esame di tipo psichiatrico. Vicka, quando l’ho vista, mi è sembrata una ragazza semplice, con una fisionomia per nulla eccezionale, eppure durante l’estasi il suo viso sembrava completamente trasfigurato, più bello. Questi ragazzi sono insieme e senza segnali agiscono in perfetta sincronia. Fuori di Chiesa sono semplici, naturali, normali. Si comportano allo stesso modo di tutti gli altri ragazzi. Il luogo poi irradia pace e serenità. Sono ragazzi sorridenti che non fanno troppo rumore. Pregano e cantano insieme. I giovani vengono in~ questo luogo e si interiorizzano, vanno in introspezione. Di fronte ai conflitti del nostro mondo, la Madonna corre là in aiuto. La Madonna aiuta il gruppo degli uomini più esposti al pericolo: i ragazzi. A loro la Madonna vuole fare catechismo. I ragazzi sono più aperti e dotati di senso critico. La gioventù di oggi è in pericolo: rischiano di perdere loro stessi».
– Moderatore: «Ci sono altre domande?»
– Dott. G. Mattalia: «Durante il periodo di studio, tutte le sere, venivano misurate, ai ragazzi, la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca; i valori erano sovrapponibili a quelli rilevati dal Prof. Margnelli. Con l’aiuto di un laringofono elettrico, è stata eseguita un’altra prova allo scopo di registrare i colloqui durante l’estasi. Lo strumento viene appoggiato alla trachea. Vicka è stata scelta per questa prova perché ha una mimica labiale spiccata. Prima dell’estasi abbiamo provato ad usare il laringofono e con la solo mimica i segnali si trasformavano in suoni udibili e comprensibili come parole. Durante l’estasi, il laringofono dava la modulazione di base (rumori di base) ma non permetteva di distinguere le parole. E’ stato compiuto un secondo tentativo: la Madonna ha rimandato il colloquio alla sera successiva».
– Dott. L. Frigerio: «Con questi ultimi dati, si stabilisce che, durante le apparizioni, è presente il riflesso foto-motore, mentre a un precedente esame clinico più sommario era risultato assente. L’ammiccamento spontaneo è presente prima, durante e dopo l’estasi anche se con diverse variazioni della frequenza. Esiste poi una modesta midriasi all’esame pupillometrico».
– Prof. M. Santini: «A mio parere, solo nella fase finale la midriasi può essere indice di ipertono ortosimpatico. La tristezza del distacco potrebbe indurre uno stato di stress che esita in un ipertono ortosimpatico».
– Prof. G. Bigi: «Circa la diminuzione del flusso periferico: questa è sincrona ai movimenti respiratori?»
– Prof. M. Margnelli: «Sì, però può essere interpretato come artefatto tecnico».
– Dr. Fatturo: «Ad un esame clinico che ho avuto modo di eseguire sui ragazzi di Medjugorje, ho notato la presenza di una spasticità del polso, di ipotermia e secchezza cutanea durante l’estasi».
– Dr. Primo: «Anch’io ho misurato la pressione arteriosa. L’estasi è stata molto breve e quando è terminata io stavo ancora sfilando il manicotto dello sfigmomanometro. La veggente (Marija) si è sorpresa molto, ricordo ancora la sua espressione stupita».
– Don. L. Frigerio: «Gli indizi da noi raccolti sono positivi: non c’è frode o simulazione. Non si può parlare di prove perché si tratta di indizi. L’unica vera prova è il cambiamento della nostra vita e la crescita della nostra fede».
– Moderatore: «Tre sono i passaggi da compiere: 1) la Chiesa vuole verificare se c’è o non c’è inganno o costrizione da nessuna parte 2) vuole sapere se c’è o non c’è patologia 3) infine giunge alla teologia: essendo i ragazzi perfettamente normali, si deve trovare una spiegazione soprannaturale».
Il Dott. L. Frigerio chiede se ci sono indizi negativi o contraddittori che risultino ai medici presenti, al fine di stabilire la normalità o la patologicità dei ragazzi di Medjugorje. Non essendoci obiezione alcuna, Padre C.M. Charlot riprende dicendo che le estasi possono assumere aspetti diversi da persona a persona e che non esistono leggi identiche ma si tratta di un fenomeno polimorfo variabile secondo la maturità spirituale dei soggetti.
Il parroco di Giussano, don A. Cerri, confessa di accettare il concetto di estasi, ma chiede che la Chiesa possa confermare la presenza reale della Madonna.
Il moderatore risponde che non è compito dei medici stabilire se la Madonna appare oppure no e aggiunge che esistono criteri morali e spirituali coi quali si deve giudicare il contenuto delle estasi. Si tratta comunque di criteri che non devono giudicare solamente i veggenti ma devono interessare anche la collettività. Ribadisce che occorrerà valutare la Fede e il cammino spirituale di questa gente.
Il moderatore sottolinea che il segno più grande consiste nel numero enorme di conversioni che ha potuto documentare attraverso la confessione sacramentale.
Mons. L. Gandini chiede se, dopo queste relazioni, i testi, cioè, i veggenti, possono essere ritenuti veridici. Il moderatore risponde che in un’epoca come la nostra che rifiuta il soprannaturale non deve insinuarsi il dubbio dell’isterismo per negare i fatti di Medjugorje in nome dello scientificismo. Questi chiede poi all’Abate R. Laurentin quali debbano essere i criteri che devono guidare nella valutazione delle estasi di Medjugorje. L’Abate R. Laurentin racconta la sua esperienza nello studio delle apparizioni di Lourdes. Afferma che nella Lourdes di allora, come a Medjugorje oggi, avvenivano false visioni che facevano distogliere l’attenzione da quelle vere e asserisce che è compito dell’Autorità Ecclesiale fare convergere l’attenzione dei fedeli sulla Verità.
L’Abate ribadisce che l’argomentazione più importante a favore di Medjugorje è costituita dalle numerose conversioni non solo fra i giovani ma anche fra gli adulti.
Conclude l’assemblea Mons. P. M. Hnilica il quale invita tutti ad andare a fondo nella ricerca della verità. Sua Eccellenza si congratula poi con l’equipe dei medici per il servizio all’umanità che hanno saputo rendere con le loro conoscenze.
O QUALCUNO INTERVIENE ARRESTANDO GLI IMBROGLIONI O CI DICANO UFFICIALMENTE CHE E’ TUTTO VERO
Anche qui si potrà osservare l’abuso della credulità popolare che viene fatto e, purtroppo, tollerato dalle autorità italiane. A lato delle sciocchezze diffuse, si devono notare, per le alte vette che raggiungono, gli articoli dei prezzemolini baciapile, Messori e Socci.
http://www.med-bz.it/civ/index.html
Ottobre 2006, nuova lacrimazione di sangue!

Solo alcuni brani dei messaggi (del 1995)
(Gesù, a Fabio Gregori)
… Sei uno dei miei prediletti; ti manderò un angelo per mostrarti ciò che deve accadere tra breve. Beato chi avrà custodito e predicato le parole profetiche della Chiesa di Dio, nostro Padre, che tramite la nostra mamma celeste, la Madonna, ci prepara la strada per intercedere presso nostro Padre, Dio. Non abbandonare mai i sacramenti, la Confessione, la preghiera, il digiuno e il corpo di Cristo Gesù nella Santa Messa, perché la mia venuta sarà molto presto.
(Maria, a Fabio Gregori)
… Caro figlio, vi sto dando una dolorosa notizia. Satana si sta impadronendo di tutta l’umanità, e ora sta cercando di distruggere la Chiesa di Dio tramite molti sacerdoti. Non permettetelo! Aiutate il Santo Padre! Satana sa che il suo tempo sta per finire, perché mio Figlio Gesù sta per intervenire. Vi prego aiutatemi non fate intervenire mio figlio Gesù, perché io, vostra Madre, voglio salvare tantissime anime e portarle da mio figlio e non lasciarle a Satana. Pregate perché Dio nostro Padre mi conceda ancora del tempo, perché questo è l’ultimo periodo concessomi da Dio. Il mio mantello ora è aperto a tutti voi tutto pieno di grazie, per mettervi tutti vicino al mio Cuore Immacolato. (Esso) si sta per chiudere, poi il mio figlio Gesù sferrerà la sua giustizia divina…
Convertitevi miei dolci figli; perché il tempo sta per finire. Aiutatemi siate umili di cuore, caritatevoli tornate a essere il vero popolo di Dio con un unico cuore che pulsa raggi di luce del Signore per diffonderli in tutto il mondo, per aiutarmi a distruggere le tenebre. Pregate con amore…
Vi prego, accogliete questo mio accorato invito, che ancora oggi vi sto dando da questo luogo santo che Dio ha consacrato, rivolto a tutte le nazioni del mondo. Aprite il cuore e le braccia con lo stesso modo e amore con cui si abbraccia il proprio figlio, per essere pronti ad abbracciare il Cristo nello splendore della sua gloria, perché il suo grande avvento sta per arrivare. Pregate e non stancatevi mai di pregare. Dolci figli miei, amatevi, perché l’amore in Cristo mio figlio è la vostra chiave per entrare in quella porta piccola che conduce al Regno di Dio…
Cari figli dopo i dolorosi anni di tenebre di Satana ora sono imminenti gli anni del trionfo del mio Cuore Immacolato. La vostra Nazione è in grave pericolo. A Roma le tenebre stanno scendendo sempre di più sulla roccia che mio figlio Gesù vi ha lasciato per edificare educare e far crescere spiritualmente i suoi figli. Vescovi, il vostro compito è di continuare la crescita della Chiesa di Dio essendo voi gli eredi di Dio. Tornate a essere un solo cuore pieno di vera fede e di unità con il mio figlio Giovanni Paolo, il il dono più grande che il mio Cuore Immacolato abbia ottenuto dal Cuore di Gesù. Consacratevi tutti a me, al mio Cuore Immacolato e io proteggerò la vostra Nazione sotto il mio manto ora pieno di grazie. Ascoltatemi vi prego, vi supplico! lo sono la vostra Madre Celeste, vi prego non mi fate piangere ancora nel vedere tanti miei figli morire per le vostre colpe non accettandomi e permettendo che Satana agisca. Vi amo, aiutatemi abbiamo bisogno di tutti voi; dolci figli…
lo vostra Madre Celeste, Madonna delle rose, Regina del Cielo, Madre delle famiglie, portatrice di pace nei vostri cuori se mi ascoltate con vero amore, ed esaudite le mie richieste camminando nella strada che io vi traccio nella mente e nel cuore, per mezzo di voi io posso realizzare il grande Disegno Divino del grande trionfo del mio Cuore Immacolato. Vi amo tutti. Amate tutti. Perdonate sempre tutto; come fece sempre Gesù, anche quando lo crocifissero…

http://www.med-bz.it/vari2/civitavecchia_23_1_05.html
Il dossier: «Non c’è spiegazione umana»
Civitavecchia, ecco le prove del miracolo
La diocesi: «Dieci anni fa la Madonnina pianse lacrime di sangue».
Il mariologo De Fiores: «Qui c’è il dito di Dio»
«Sono trascorsi dieci anni da quando a Civitavecchia, in un giardino della famiglia Gregori (2-6 febbraio 1995) e poi nelle mani del vescovo diocesano Girolamo Grillo (15 marzo 1995), si sono susseguite 14 lacrimazioni di sangue in una statuetta della Madonna. Dopo l’interessamento della stampa che ha fatto rimbalzare la notizia in Italia e in tutto il mondo, i giornali ormai non ne fanno parola. Similmente, anche gli storici tacciono, teologi e pastori si sono chiusi in un riserbo e silenzio assoluto». Eppure, «i pellegrini di ogni parte d’Italia, d’Europa, anzi del mondo accorrono e manifestano la loro devozione con la preghiera e la frequentazione dei sacramenti. I pellegrinaggi alla parrocchia di S. Agostino, in contrada Pantano, dove è collocata la Madonnina, non conoscono flessioni, sono una realtà che si rinnova continuamente e produce consolanti frutti di conversione e di spiritualità».
Con queste parole inizia l’introduzione al corposo dossier che sta per essere pubblicato sul giornale della diocesi di Civitavecchia e che il Corriere ha potuto esaminare in anteprima. Una serie di relazioni e di documenti, quasi tutti inediti, che fanno il punto del «caso» da ogni prospettiva, da quella teologica a quella giudiziaria, pastorale, medica. L’insieme è impressionante: gente di responsabilità, persone autorevolissime nei rispettivi campi e, dunque, abituate a misurare le parole, non esitano a esporsi e ad arrendersi alla realtà. Tutto, dicono unanimi, fa pensare che in quell’angolo di terra alle porte di Roma si sia verificato un evento che non ha spiegazione umana e che rinvia al mistero del Soprannaturale.
IL DIARIO DEL MONSIGNORE – Colpisce, innanzitutto, la testimonianza di monsignor Grillo, il vescovo costretto a passare dal radicale scetticismo all’accettazione dell’enigma, sotto l’impatto violento di un evento tanto imprevisto quanto sconvolgente. Nel dossier che viene ora pubblicato, il presule riproduce un suo diario inedito, che ha un andamento in qualche modo drammatico. Come molti, di certo, ricordano, il mattino del 15 marzo di quel 1995 in cui tutto è iniziato, il presule prese tra le mani la statuetta della Madonna che era stata relegata in un armadio della sua casa. Monsignor Grillo si era opposto all’intervento della magistratura, che aveva addirittura ordinato il sequestro e apposto i sigilli. Aveva anch’egli protestato, ma in nome della libertà religiosa, non certo per convinzione della realtà dei fatti. Con alle spalle solidi studi e lauree nelle migliori università ecclesiastiche, aveva a lungo lavorato negli uffici della Segreteria di Stato, dove l’atmosfera non è di certo pervasa di misticismo ma di pragmatismo se non, talvolta, di scetticismo. Nominato vescovo, il monsignore non aveva incoraggiato devozioni popolari e tradizioni arcaiche, bensì cercato di fondare tra la sua gente una spiritualità tutta biblica e liturgica. Il suo diario testimonia l’incredulità un po’ infastidita con cui accolse le prime notizie della lacrimazione di sangue, il cestinare i rapporti del parroco, il divieto ai sacerdoti di recarsi sul posto, il rivolgersi segretamente alla polizia perché indagasse sulla famiglia Gregori, di cui diffidava. È lui stesso che ricorda l’esclamazione di un cardinale amico: «Povera Madonnina, in che mani sei capitata! Proprio in quelle di monsignor Grillo, che si darà da fare per soffocare tutto!».
QUEL GIORNO DI MARZO – Non fu dunque con particolare devozione che, quel giorno di marzo, tolse dall’armadio la statua ormai dissequestrata. Tutte e tre le persone presenti con lui nella stanza videro prima di lui, che teneva in mano l’oggetto sacro, il verificarsi dell’incredibile: le lacrime di sangue che cominciarono a defluire dagli occhi, raggiungendo lentamente il collo. Il vescovo non usa eufemismi per descrivere la sua reazione, quando si accorse di quel che succedeva. Non a caso la sorella si mise a gridare, vedendolo barcollare e impallidire in modo impressionante, e corse fuori, con un dito bagnato di sangue, invocando l’aiuto di un medico, un cardiologo, che difatti poco dopo accorse. Ce n’era bisogno. Annota il presule, tra l’altro: «Quasi svenuto mi accascio su una sedia», «ho rischiato di morire dallo schianto, ho subito uno choc tremendo, che mi ha lasciato tramortito anche nei giorni seguenti», «subito d’istinto ho chiesto a Maria la mia conversione e il perdono dei miei peccati».
ARRESO AL MISTERO – Fu così che la Madonnina poté prendersi la sua materna, benigna rivincita. Fu lo stesso Grillo, lo scettico, colui che sperava che da Roma gli giungesse l’incarico di chiudere la faccenda e di tornare a una religiosità «seria» (mentre dai vertici del Vaticano gli raccomandavano apertura di spirito, anche all’imprevisto), fu dunque lo stesso monsignore che, con solenne processione, dall’armadio di casa sua portò in chiesa la statuetta per esporla alla venerazione dei fedeli.
Fedeli per i quali egli stesso e i suoi collaboratori hanno fatto e fanno molto, perché il pellegrinaggio, incessante, cosmopolita, sia una vera, completa, esperienza spirituale. Almeno cinque confessori sono al lavoro per molte ore, ogni giorno; liturgie, adorazioni eucaristiche, rosari, processioni, litanie si susseguono senza sosta.
Scrive, nel decennale, monsignor Girolamo Grillo: «Sono stato costretto ad arrendermi a questo mistero. Ma la mia convinzione è aumentata sempre di più vedendo le benefiche conseguenze. Il Vangelo ci dà un criterio: giudicare dai frutti la bontà di un albero. Qui, i frutti spirituali sono straordinari».
PASSATE AL SETACCIO – Accanto alla testimonianza, anche umana, del vescovo, è di grande importanza quella di padre Stefano De Fiores, religioso monfortano, uno dei maggiori specialisti viventi in studi dedicati alla Vergine. Autore di testi fondamentali come Maria nella teologia contemporanea, curatore del Nuovo dizionario mariologico, docente nella più illustre delle università pontificie, la Gregoriana, padre De Fiores è ben noto agli studiosi e ai lettori come uomo di grande prudenza, di distinzioni sottili, così come si addice a uno specialista di quel livello. Colpisce, dunque (e rende davvero pensosi) la conclusione del cauto professore: a Civitavecchia, non c’è altra spiegazione logica e sostenibile se non l’accettazione di un intervento divino. Padre De Fiores motiva la sua conclusione passo dopo passo, in un intervento denso di teologia, ma al contempo informatissimo sullo svolgimento degli eventi. Sono dunque valutate criticamente tutte le testimonianze, a partire da quella di Jessica Gregori, allora bambina di meno di sei anni, della sua famiglia, del parroco, del vescovo stesso. Sono poi passate al setaccio tutte le ipotesi che potrebbero spiegare «naturalmente» la lacrimazione. In base agli elementi disponibili e al ragionamento, è escluso che si tratti di «frode o trucco», di «allucinazione o autosuggestione», di «fenomeno parapsicologico». Giunti infine, per via di logica, alla dimensione inquietante del mistero, è escluso anche che si tratti di «opera del demonio». Intervento divino, dunque? E perché, con quale significato? Il teologo inizia qui un’analisi che mostra quale ricchezza spirituale possa celarsi dietro un evento in apparenza così semplice, dietro a quelle lacrime versate per 14 volte. Persino la sconcertante scoperta che si tratta di sangue maschile finisce per rivelarsi come un ulteriore segno di credibilità, nella dimensione cristiana. È anche in base a questa profondità di senso che padre De Fiores si arrende egli pure, alla pari del vescovo, e cita il Vangelo di Luca: «Qui c’è il dito di Dio». Non è davvero poco, per chi conosca le prudenze dei professori, soprattutto se universitari, di discipline ecclesiastiche.
DNA NEGATO – Importante pure quanto nota, in un altro studio di questo dossier, un esperto dei fatti: «Il problema del Dna ricorre continuamente quando si parla della vicenda della Madonnina di Civitavecchia. La domanda che tanti si pongono è la seguente: perché i Gregori hanno rifiutato l’esame del Dna? Si vede un tale rifiuto come indice di qualcosa da nascondere. Si insinuano, così, ombre e dubbi circa la loro onestà. Ebbene al riguardo occorre sapere come stanno realmente le cose. Innanzitutto, è necessario dissipare ogni dubbio, affermando che la famiglia Gregori si è sempre dichiarata disponibile a sottomettersi all’esame per la comparazione del sangue».
In effetti, come viene ampiamente spiegato, furono gli specialisti — a cominciare da quel luminare della medicina legale che è il professor Giancarlo Umani Ronchi, docente nella non sospetta, laicissima Università La Sapienza di Roma — a sconsigliare decisamente un esame del Dna. Un simile test, in effetti, viste le condizioni createsi e la situazione dei reperti, avrebbe portato confusione più che chiarezza, rischiando di dare indicazioni fuorvianti e scientificamente non attendibili. Ai Gregori che si misero subito a disposizione fu spiegato, dal pool dei tecnici, che proprio la ricerca della verità suggeriva di non procedere.
Insomma, dieci anni dopo, pare assodato che le colonne di pellegrini che confluiscono su Civitavecchia (e il numero si accresce di anno in anno) sono richiamate da un evento del quale non è facile sbarazzarsi, rinviando a superstizioni e credenze popolari da rifiutare. Ne era convinto, lo sappiamo, persino il vescovo, che i fatti hanno però trasformato nell’apostolo fervente non solo della Madonna (di cui sempre fu devoto) ma proprio di quella «Madonnina». Arrivata per giunta, ad infittire il mistero, proprio da un altro luogo enigmatico per eccellenza: Medjugorje.
Vittorio Messori
23 gennaio 2005

Civitavecchia:
le lacrimazioni della Madonnina di Pantano
GLI EVENTI

Particolare delle lacrime della Madonnina |
Tutto comincia giovedì 2 febbraio 1995, alle ore 16.20. Jessica Gregori prima, e poi il papà Fabio, vedono la statuina della Madonna, posta in una nicchia del loro giardino, lacrimare sangue. Nella sua testimonianza del 6 maggio 1995, Fabio Gregori racconta: «…alle 16.20 sono di nuovo uscito, con Davide in braccio e Jessica stava chiudendo la porta di casa. Percorso il vialetto che è davanti alla casa, Jessica è tornata indietro e mi ha chiamato: “Papà, papà, la Madonnina piange!”. Irritato, l’ho richiamata, mentre sistemavo Davide. Lei diceva: “Papà, vieni, tutto sangue!”. Lei era abituata ad andare davanti alla Madonnina e portava fiori di campo all’immagine.
Avvicinatomi ho visto che la Madonnina sul volto aveva un rivolino fermo sul lato destro. Sul lato sinistro, all’altezza del mento, continuava a colare. Io ho visto da quando era sotto il mento. In un primo momento mi sono preoccupato di vedere se Jessica aveva ferite, poi ho pensato a qualche segno lasciato dai fiori; poi ho toccato col dito e ho sentito un brivido e una gran vampata di fuoco. Ero colmo di gioia e piangevo. Io non avevo notato nulla nell’immagine né prima né dopo essere andato in chiesa». A quel punto i due, ancora turbati, si recano nella loro parrocchia. Fabio racconta il fatto alla moglie, Anna Maria Accorsi, che già si trovava in chiesa, e subito dopo la messa al parroco, don Pablo Martin. Il sacerdote cerca di rassicurarli e verso le ore 17.15, si reca sul luogo per constatare l’accaduto.
Nella sua relazione al vescovo, del 4 marzo 1995, don Pablo Martín racconta: «Il 2 febbraio 1995, giovedì, festa della Presentazione di Gesù al tempio, alla fine della S. Messa – qualche minuto dopo le ore 17 – Fabio Gregori venne in sagrestia, visibilmente commosso, a chiedermi di recarmi in casa sua, “perché un’immagine della Madonna SS. stava piangendo sangue”. La sua commozione era dovuta, oltreché all’impressione che può causare nell’animo l’inattesa visione di un fatto del genere, anche dal timore che ciò potesse avere un significato di presagio di qualcosa di pauroso che incombesse, e anche il timore di aver fatto lui chissà quale peccato, avendo toccato col dito “il sangue” che scorreva sulla guancia della statuetta.

Dopo un quarto d’ora arrivai alla casa. Avvicinandomi alla Madonnina, in giardino, vidi subito due rivoli di un colore rosso scuro, che partendo dagli occhi scorrevano sul viso, uno fino all’orlo della veste, sotto il collo, l’altro ancora più giù, quello del lato sinistro, fino all’altezza del cuore. All’aspetto si presentavano, inizialmente, nello sgorgare dagli occhi, abbastanza acquosi, sebbene si vedevano molto ben delimitati, perché ai bordi estremi, quello che sarebbe sangue appariva come una lineetta molto nitida, grossa poco più di un capello. Man mano che scendevano, seguendo il percorso naturale del viso, diventavano due strisce di colore rosso cupo, formando ogni tanto l’ingrossamento di una goccia; il tutto in proporzione alla grandezza della statua, cioè, un rivolo di un millimetro di spessore. […] Il rivolo iniziale, sulla guancia sinistra, appariva notevolmente deviato in contrasto con la legge di gravità; non era disceso in verticale. In una persona viva, questa traccia avrebbe significato che il rivolo sulla guancia destra e quello sulla sinistra, oltre ad essere avvenuti in momenti diversi, avrebbero trovato la testa spostata, cioè in posizione diversa. Ciò mi fece pensare che, se fosse stata opera di un artista, avrebbe potuto contravvenire distrattamente la legge di gravità in favore dell’arte; se invece fosse stata opera di un falsario, mediante un contagocce, sarebbe stato impossibile, prima di tutto, perché la statuetta era solidamente cementata e non la si poteva mettere inclinata per fare scorrere quel liquido con quel percorso, e poi, se fosse stata levata (e successivamente cementata di nuovo e in gran fretta), il percorso del “sangue” in una guancia sarebbe stato, anche in questo caso, il medesimo percorso sull’altra. Questa mancanza di logicità, che un falsario non avrebbe fatto, mi indusse a pensare che non poteva essere stato fatto da nessuno».
La statuina in questione era stata acquistata da don Pablo Martin a Medjugorje il 16 settembre 1994, in uno dei tanti negozi di souvenir di fronte alla casa dei padri francescani. Il 18 settembre la portò in regalo alla famiglia Gregori che in precedenza aveva espresso il desiderio di avere nel giardino una Madonnina, anche allo scopo di proteggersi dalle frequenti visite dei Testimoni di Geova. Si pensò come sistemarla: Fabio realizzò una nicchia e vi collocò la statuina. Nel collocarla la statuina cadde e si fece una piccola escoriazione sul velo della testa e qualche graffietto nel corpo; particolare, questo, che consentirà di escludere una sostituzione della statuina.
Le lacrimazioni verificate sono state quattordici, di cui tredici in casa Gregori e una in quella del Vescovo. E proprio la lacrimazione in casa del vescovo fu in qualche modo decisiva per attribuire credibilità al fenomeno.

Il vescovo, prima delle lacrimazioni (come appare chiaramente dal suo Diario), pur non essendo un razionalista, aveva comunque fama di non essere molto propenso ad incoraggiare devozioni popolari e tradizioni arcaiche, ma cercava bensì di fondare tra la sua gente una spiritualità tutta biblica e liturgica. Mons. Grillo stesso racconta che, in quei giorni, un suo amico Cardinale con il quale per anni aveva lavorato assieme, ebbe a commentare così la notizia delle lacrimazioni: “Povera Madonnina, dove sei andata a piangere, proprio nelle mani di Grillo? Ma quello farà di tutto per nascondere ogni cosa!”.
Il giorno 13 marzo Mons. Grillo ricevette una telefonata dall’esorcista don Gabriele Amorth, il quale gli disse che «non escludeva l’influsso diabolico per tutte le altre statue che stanno piangendo in Italia, ma non per la Madonnina di Civitavecchia, pregandomi di non essere molto scettico, perché egli era venuto a conoscenza fin dalla scorsa estate da un’anima da lui diretta spiritualmente che una Madonnina avrebbe pianto a Civitavecchia e che questo segno sarebbe stato di non buon auspicio per l’Italia, ragion per cui sarebbe stato opportuno far penitenza e pregare molto…». Ma il vescovo non volle credere alle parole di don Amorth, anche se successivamente ne parlò con sua sorella Grazia.
Il 15 marzo, alle ore 8,15, dopo la celebrazione della Santa Messa e dopo la colazione, la sorella, ricordando le parole di don Amorth, chiese a Mons. Grillo di permetterle di pregare la Madonnina. Egli acconsentì di buon grado e andò a prendere la Madonnina riposta in un piccolo cestino. Incominciò, assieme a sua sorella e a suo cognato, a pregare in silenzio. Dopo qualche attimo il cognato esclamò: “Guarda, guarda, che cosa sta accadendo?”. La Madonnina aveva ricominciato a lacrimare sangue dall’occhio destro.
Nella sua testimonianza del 07.06.1995, Mons. Grillo scriveva: «… guardando attentamente la statua che avevo tra le mie mani, ci siamo accorti che, sulla guancia destra della statua, vi era una grossa lacrima di sangue, la quale poi lentamente incominciò a scendere fin sotto il collo della statua, per qualche minuto e per qualche centimetro. Mia sorella, quasi terrorizzata, incominciò a piangere e a gridare (poi mi avrebbe detto che si era spaventata perché aveva visto il sottoscritto pallidissimo in viso) ed inavvertitamente toccò il sangue con un dito, che le si macchiò per qualche minuto. A notare il sangue sul dito di mia sorella fu anche l’altra suora rumena (Sr. Tereza) e mio nipote Angelo Arena, subito accorso alle grida della mamma». Quasi svenuto il vescovo si accasciò su di una sedia e venne soccorso dal Primario cardiologo di Civitavecchia, Dott. Marco di Gennaro, il quale anche lui constatò la lacrima ancora fresca.
Continua Mons. Grillo nel suo resoconto: «Le mie impressioni, di fronte all’evento, furono contrastanti: quasi di incredulità (mi sembrava incredibile quanto si verificava sotto i miei occhi, ma non era una visione; era vero e proprio sangue toccabile e concreto).
Ho chiesto subito alla Madonna la mia conversione e il rafforzamento della mia fede, mentre non ho mancato di chiedere perdono di tutti i miei peccati. In pari tempo, si è rafforzata in me la convinzione che la Madonna non sia contenta soprattutto per il sangue innocente che scorre nel mondo (aborti, piccoli innocenti uccisi, carneficine delle guerre), per i gravi disordini morali esistenti nel mondo e in particolare in Italia, nonché per la persistente visione ateistica imperante anche dopo la caduta del comunismo, ed infine per gli sbandamenti esistenti tuttora in seno alla Chiesa con più o meno malcelate ribellioni al Papa e alla Gerarchia.
La Madonna, ancora una volta come a Lourdes, a Fatima, a La Salette e a Siracusa, grida ai suoi figli: “Convertitevi e credete al vangelo, facendo penitenza”.».

Jessica Gregori, qualche tempo dopo le lacrimazioni, avrebbe ricevuto anche dei messaggi dalla Madonna e dei segreti che riferì al vescovo. A questo proposito Mons. Grillo racconta: «Quello stesso anno [Jessica] venne da me altre quattro volte nei mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre. Il padre la portava con sé in braccio; poi, chiedeva al papà di lasciarla sola con me, pregandolo di allontanarsi fuori. Mi si avvicinava, dicendomi: “Chinati (io ero seduto), perché la Madonna ti manda un messaggio che soltanto tu devi sapere”. Mi raccontava naturalmente di come vedeva la Madonna. Ricordo di averla trattata sempre in maniera piuttosto rude, dicendole: “Ma va’, chi ti ha detto di raccontarmi queste frottole?”. La piccola, allora si metteva subito a piangere, dicendomi fra le lacrime: “Lo sapevo che non ci avresti creduto, ma quella “Ragazza” (così le sarebbe apparsa la Madonna), mi ha detto: devi dire al vescovo, allora, di scrivere le cose che gli racconti, altrimenti avrebbe potuto dimenticare”. […]
Oggi, posso affermare che il contenuto di quei messaggi, purtroppo, successivamente si sarebbe rivelato esatto. […] La bambina di allora ricorda perfettamente il contenuto di quei messaggi, anche se non ne comprendeva il vero significato di alcune espressioni. Ovviamente ella, secondo la consegna ricevuta allora da “quella Ragazza” (che, secondo la piccola sarebbe stata la Madonna) è tenuta al segreto. Potrebbe dire soltanto, qualora fosse interrogata, che tra lei e il vescovo ci sono dei segreti, di cui lei, però, non può parlare.
Oggi, posso dire che Jessica mi sembra una ragazza molto semplice e sincera, ma che allora, pur avendo soltanto cinque anni e mezzo, parlava come una piccola donna; tanto è vero che, dentro di me, stento tuttora a credere che, a quell’età, abbia potuto dirmi certe cose. Posso aggiungere che ella non ha mai parlato di quei segreti, neppure con il suo confessore. Ella ricorda benissimo gli stessi segreti, come ho potuto constatare, interrogandola di recente».


L’essenza profumata che trasuda dalla seconda Madonnina | |
Nel gennaio 2005, così Jessica Gregori confermava quanto affermato dal vescovo: «Dichiaro inoltre di aver ricevuto dei messaggi, da chi non posso svelarlo, dati al vescovo, nello stesso anno e negli anni seguenti. Tali messaggi sono tenuti in segreto tra me e il vescovo, ed io non posso rivelarli perché legata all’obbligo del silenzio. L’unico che potrà rivelarli, se un giorno avrà intenzione di farlo, è soltanto il Vescovo Monsignor Girolamo Grillo. Inoltre, sempre in quegli stessi anni, dichiaro di aver ricevuto altri messaggi che riguardano principalmente la Famiglia e l’Unità di quest’ultima che in questi tempi viene distrutta dalle insidie del demonio.
Tali messaggi richiedono anche:
– Molta preghiera davanti a Gesù Eucaristia;
– Andare alla Santa Messa tutti i giorni;
– Confessarsi almeno una volta alla settimana, nel giorno del Signore;
– Recitare il Santo Rosario;
– Consacrarsi al cuore immacolato di Maria».
In un recente servizio del TG5, dedicato al decimo anniversario degli eventi di Civitavecchia, in cui veniva intervistata anche Jessica Gregori, si è appreso che tra il 1995 e il 1996 le apparizioni della Madonna sarebbero state ben 92.
Fabio Gregori parlò, soltanto dopo le lacrimazioni, di alcuni altri fenomeni che sarebbero accaduti a casa sua ed anche di un’altra Madonnina simile a quella che aveva pianto lacrime di sangue, la quale avrebbe cominciato fin da quel tempo ad essudare una specie di olio profumatissimo. Anche il vescovo fu testimone del fenomeno dell’essudazione. Racconta Mons. Grillo: «stranamente tutto gocciolava di questo liquido che sembrava olio: l’intera grotta [dove era custodita la Madonnina; N.d.R.], l’albero sovrastante e le rose che circondavano la grotta. Successivamente ne feci raccogliere una fialetta, per affidarne l’esame scientifico al Prof. Fiori […] Poi, lo stesso Prof. Fiori, mi mandò una relazione, in cui mi diceva di aver fatto gli esami, con questo risultato: non si tratta di olio, ma di un’essenza, il cui DNA non era né di natura umana, né di natura animale; probabilmente di natura vegetale, contenente moltissimi profumi».
Mons. Grillo si rammarica del fatto che di questo evento sembra non si voglia parlare: «Non so francamente perché la stampa ignori questo fenomeno, anche se a Civitavecchia conoscono la cosa. Credo, però, che il fenomeno sia stato fatto conoscere dalla BBC, perché questa famosa emittente televisiva internazionale (erano tutti protestanti inglesi), riprendendo il luogo dove erano accadute le lacrimazioni, si vide davanti all’improvviso questa essudazione che letteralmente traumatizzò (così mi raccontarono) gli operatori, i quali non volevano credere ai loro occhi. Il fenomeno si verifica molto spesso, ma soprattutto nelle Feste del Figlio (Natale, Pasqua, ecc.) e nelle Feste di Maria (eccetto il giorno dell’Addolorata). Tutti sanno, ma nessuno ne parla; non so il perché di questa specie di “congiura del silenzio” […]
Neppure io personalmente, a dir la verità, riesco a comprendere questa specie di mistero. Forse, non sarebbe male che qualche persona esperta in materia ci dicesse qualcosa. Come Vescovo, infatti, non avrei nessuna difficoltà a far accedere in loco qualche persona seria che volesse studiare il fenomeno».
Si consulti a questo proposito il relativo servizio del TG5.
I TEST ESEGUITI SULLA STATUA
Il 24 febbraio 1995, il Prof. Maurizio Vincenzoni procedette ad un esame radiologico della statuetta (presso l’Istituto di Radiologia del Policlinico Gemelli) al fine di stabilire se al suo interno risultassero strutture o apparecchiature anomale. Il risultato fu del tutto negativo. La TAC, effettuata al Gemelli, confermò l’inesistenza di qualsiasi marchingegno all’interno della statua.
Il 28 febbraio, i professori Angelo Fiori e Giancarlo Umani Ronchi (interpellati in precedenza dal vescovo al fine di raccogliere dati e ricevere orientamenti per la valutazione del fenomeno) consegnarono a Mons. Grillo i risultati delle analisi effettuate sul sangue della statuina. Dopo una descrizione minuziosa degli esami e delle tecniche usate, vennero presentate le seguenti conclusioni: «Le tracce di apparenza ematica riscontrate sul volto e sul collo della statua della Madonna sottoposte al nostro esame sono risultate tracce di sangue umano maschile. L’esame macroscopico e radiologico della statua non ha evidenziato la presenza di anomalie all’infuori delle tracce ematiche».
L’INDAGINE DELLA COMMISSIONE TEOLOGICA
Dopo i primi accertamenti che facevano ritenere l’evento delle lacrimazioni meritevole di attenta considerazione, venne istituita dal Vescovo, dopo essersi consultato con i vertici della Chiesa, una Commissione teologica per studiare il fenomeno.
La Commissione, dopo aver effettuato indagini sulla famiglia Gregori, si espresse per una valutazione positiva nei loro confronti con l’esclusione di ogni intenzione di inganno. I coniugi Gregori vennero anche ascoltati direttamente da tutta la Commissione riunita, riportandone una impressione positiva. Per altro la stessa Magistratura aveva già condotto puntigliose indagini e perquisizioni, senza trovare nessun reato di frode o inganno a carico della famiglia.
Vennero verificati anche i frutti di vita che sono conseguiti all’evento. Tutti i testimoni interrogati dalla Commissione affermarono di aver avuto un cambiamento spirituale, una conversione, o un maggiore impegno di vita cristiana e di preghiera a seguito di quella esperienza. Inoltre verso la statuina nacque e si sviluppò una notevole e costante devozione, e si attestarono conversioni, risveglio di fede e di preghiera, segnalazioni di grazie ricevute.
Espletate quindi tutte le ricerche e indagini ritenute opportune per verificare la veridicità del fatto, gli undici membri della Commissione espressero, ognuno per conto proprio, un parere personale.
La verità del fatto venne da tutti riscontrata, per cui non vi era stato nessun giudizio negativo nei suoi confronti. Per quanto riguarda l’interpretazione del fatto, il parere personale risultò diversificato. Uno dei membri della Commissione affermò che “non ci sono argomenti per affermare che il fenomeno rivesta le caratteristiche di un intervento soprannaturale”. Tre di essi, dopo aver escluso trucco, frode, manomissione di statua, e quindi ammesso la veridicità del fatto, si astennerodal pronunciare un giudizio circa la soprannaturalità di esso in quanto a loro avviso sarebbe stato opportuno un esame più approfondito del contesto e la lettura del senso specifico dell’evento. Pertanto il loro può essere definito parere sospensivo o dubitativo. Mentre sette membri della Commissione espressero parere affermativo o non contrario. Questi, oltre a dichiararsi a favore della veridicità dell’evento, hanno anche ritenuto di pronunciarsi, in coscienza, a favore della soprannaturalità del fatto.
Qualcuno fra i detrattori degli eventi di Pantano, ancora oggi insinua la possibilità di una “opera diabolica“.Circa questa possibilità, così si esprime il celebre mariologo Stefano De Fiores: «l’opera diabolica è scartata dagli esorcisti, che hanno escluso dalla lacrimazione della Madonnina di Civitavecchia “un’origine preternaturale o demoniaca del fatto”. Il vescovo stesso, quando gli fu portata la statuina il 10 febbraio, la sottopose ad un breve rituale esorcistico accertando l’assenza di presenza diabolica. Don Gabriele Amorth non ha dubbi in proposito: “Escludo nella maniera più assoluta che si tratti di un inganno del demonio, in questo caso gli elementi sarebbero stati molto diversi. Penso invece che ci si trovi davvero davanti a un miracolo”.».
I FRUTTI
Pantano è diventato un vero e proprio luogo di evangelizzazione. Passato il clamore iniziale, oggi la gente accorre in maniera composta e devota da ogni dove. I pellegrini giungono da ogni parte d’Italia e dell’Estero, con decine di corriere. Ci sono persone o comitive che vengono da Spagna, Inghilterra, Stati Uniti, Messico, Filippine, Corea, Giappone, Malaysia, ma anche dai Paesi più poveri dell’America Latina e perfino dalle più lontane isole del Pacifico e dell’Oceano Indiano, unicamente per piangere i propri peccati, per confessarsi, per ritrovare la fede perduta, per domandare qualche grazia. Attualmente ci sono cinque confessori che, quasi ogni giorno, alternandosi, ascoltano le confessioni dalle ore 10 alle ore 13-14 del mattino e dalle ore 16 alle ore 20 del pomeriggio. Il tutto è accompagnato, da Celebrazioni Eucaristiche e momenti di adorazione Eucaristica.
Davanti all’immagine della Madonnina si verificano continuamente moltissime conversioni. Lo attestano i sacerdoti in servizio presso il confessionale che quotidianamente accolgono persone, le quali dopo numerosi anni sentono nascere il desiderio di riavvicinarsi ai sacramenti. I numerosi ex-voto custoditi in un ambiente attiguo alla chiesa e due cassette di sicurezza piene di oggetti d’oro vogliono testimoniare le grazie ricevute. Inoltre vengono custoditi più di quaranta registri, di circa cento pagine ciascuno, dove in questi dieci anni gli stessi fedeli hanno annotato le grazie ricevute, la lode o il ringraziamento a Dio e alla Vergine, le richieste di protezione per se stessi o per le famiglie.
Circa un migliaio di famiglie dissestate, a causa di divorzi o separazioni si sono ricomposte. Tante donne hanno ottenuto lì la maternità desiderata e poi vi ritornano per battezzare il loro bambino. Molti, infine, hanno chiesto il battesimo, anche ex musulmani.
Anche esorcisti hanno visitato la Madonnina, passando ore in preghiera davanti ad essa. Don Augusto Baldini ricorda in particolare le «soste oranti di padre Davide Falcioni, agostiniano, di padre Gabriele Amorth, di padre Tardif , di mons. Milingo… Anche tanti vescovi e cardinali».
Man mano che passa il tempo si nota che la devozione non soltanto continua, ma si “purifica”. Si assiste ad un aumento qualitativo dei pellegrini, che sono spinti non più dalla curiosità ma da intenzioni più profonde.
In un’intervista di Avvenire (del febbraio 2005) è stato chiesto al vescovo di Civitavecchia se avesse mai parlato della Madonnina con Giovanni Paolo II. Mons. Grillo ha risposto: «Nel corso dell’ultima visita ad limina il Santo Padre mi ha chiesto dell’eventualità di costruire un santuario. Gli ho detto che ero pronto a farlo, ma gli ho anche chiesto di aiutarmi ad aprire a Civitavecchia una casa delle suore di Madre Teresa di Calcutta. Vorrei, infatti, che i frutti spirituali e materiali di un santuario vadano anche e soprattutto a favore dei poveri».
Ma perché piange Maria? Scrive a questo proposito Stefano De Fiores: «Le lacrime di Maria a Civitavecchia devono essere considerate sullo sfondo del pianto di Gesù su Gerusalemme e delle lacrime versate nel Getsemani nel contesto della sudorazione di sangue. In tal modo esse appaiono riflesso e continuazione di tale pianto, assumendo una dimensione cristologica altamente significativa. […] Maria piange, come ha fatto Gesù, per lanciare alla società un ultimo monito a non rifiutare il regno di Dio e a non respingere ostinatamente il messaggio evangelico. Il suo è un pianto estremamente serio, pregno di tristi presagi, un richiamo a non respingere gli inviti divini onde non incorrere nella rovina».
Parte delle informazioni e del materiale fotografico e video servito per realizzare questa pagina è stato tratto da:
“Non dimenticare i gemiti di tua madre!” (Il dossier della diocesi di Civitavecchia sulle lacrimazioni della Madonnina di Pantano);
“Civitavecchia, ecco le prove del miracolo”, Vittorio Messori, Corriere della Sera, 23 gennaio 2005;
“Civitavecchia, un mistero lungo dieci anni”, Mimmo Muolo, Avvenire, 08 febbraio 2005;
TG5, Canale 5.
Consulta inoltre:
“Non dimenticare i gemiti di tua madre!”, dossier della diocesi di Civitavecchia sulle lacrimazioni della Madonnina di Pantano;
Immagini sacre che piangono lacrime e sangue: Siracusa, Akita, Cochabamba, Damasco, Civitavecchia, Caserta, El cajas. Gli studi scientifici condotti su alcuni di questi casi.
A cura di “Profezie per il Terzo Millennio” – Marzo 2005
http://medjugorje.altervista.org/doc/apparizioni/civitavecchia//divinelacrime.html
Divine lacrime di donna
Antonio Socci
Ha fatto scalpore nel 1995 il caso della Madonnina di Civitavecchia. Oggi, dopo dieci anni esatti di attente analisi, condotte da specialisti al di sopra di ogni sospetto, si è dovuto riconoscere che quelle lacrime di sangue (umano) che sgorgano da una Madonnina di gesso (una statuetta piena, come hanno rivelato le radiografie, senza nulla di sospetto al suo interno) sono scientificamente inspiegabili. E’ dunque la ragione umana, qua, che “vede” con gli occhi e tocca “con mano” una scintilla di soprannaturale che ha fatto irruzione nella storia (così come nei clamorosi miracoli che avvengono a Lourdes e in tanti altri luoghi). Per non riconoscere l’evidenza del Miracolo in questo caso occorrerebbe rinnegare la ragione e rifugiarsi nel pregiudizio. Come diceva un grande giornalista e scrittore inglese, Gilbert K. Chesterton: “Chi crede ai miracoli lo fa perché ha delle prove a loro favore. Chi li nega lo fa perché ha una teoria contraria ad essi”.
Qui un semplice fatto spazza via litri di inchiostro che anche in questi giorni certi soloni di un vecchio laicismo hanno profuso. Penso a Eugenio Scalfari che sull’Espresso per zittire il razionalismo cristiano di Buttiglione ha preteso di chiamare in suo soccorso “il principio di indifferenza di Heisenberg” di cui deve conoscere ben poco se sbaglia perfino il nome (voleva forse citare il “principio di indeterminazione” enunciato da Heisenberg nel 1927).
In realtà la scienza contemporanea non porta affatto verso Scalfari e le vecchie ideologie laiciste, ma verso l’eterna giovinezza di Dio come dimostra la recentissima “conversione” di Anthony Flew, l’erede di Bertrand Russel, colui che per decenni è stato il maggior simbolo dell’ateismo filosofico. Ebbene, alla fine, di fronte all’evidenza delle ricerche scientifiche ha dovuto capovolgere le sue posizioni e riconoscere una misteriosa Intelligenza superiore che ha ordinato il cosmo.
Se sarà ancora fedele al suo motto socratico – “segui l’evidenza ovunque ti conduca” – scoprirà un fatto ancora più straordinario: che quell’Intelligenza superiore (che i greci chiamavano Logos) non è rimasta lontano dall’uomo, non l’ha abbandonato, ma si è fatta essa stessa uomo e ama appassionatamente e teneramente ogni creatura. Ed è presente nella storia.
Questo è ciò che dice (anche) l’evento di Civitavecchia. Ma non solo. In questi giorni non si è ricordato che quella statuetta viene da Medjugorje. Il parroco di Pantano che poi la regalò ai signori Gregori, nel settembre 1994, la comprò infatti in un negozietto di questo villaggio dell’Erzegovina dove era andato in pellegrinaggio perché lì, da ben 23 anni, appare quotidianamente la Madonna a sei bambini (oggi diventati adulti). E’ dunque una clamorosa conferma dei fatti di Medjugorje.
Proprio in un appassionato messaggio della Madonna di Medjugorje (il 24 maggio 1984) si parla di lacrime di sangue. “Cari figli, in ogni istante, quando avete delle difficoltà, non abbiate paura, perché io vi amo anche quando siete lontani da me e da mio Figlio. Vi prego, non permettete che il mio cuore pianga lacrime di sangue per le anime che si perdono nel peccato”.
Marija Pavlovic, una delle veggenti, in una lunga intervista con padre Livio Fanzaga che le ricordava questo messaggio a proposito della statuetta, ha dichiarato: “Per me (la vicenda di Civitavecchia, nda) ha un significato molto grande, non tanto perché la Madonna ha pianto, in quanto l’ho vista anch’io piangere, ma perché ha pianto lacrime di sangue e ha pianto vicino a Roma. Tutto l’insieme dice molto”. L’intervistatore ha provato a saperne di più, ma la ragazza si è fermata cosicché si è intuito che stava pensando a uno dei dieci misteriosi segreti sul mondo che la Madonna ha affidato loro.
Significa forse che qualcuno dei Segreti riguarda l’Italia? O Roma? O la Santa Sede? Ha un significato simbolico che la statua della Madonna abbia pianto lacrime di sangue tra le braccia di un vescovo che, fino a poco prima, era del tutto scettico? Prefigura qualcosa che accadrà?
Marija non risponde. Ripete però: “La Madonna ci ha detto: ‘Pregate per il Santo Padre, perché questo Papa l’ho scelto io per questi tempi’….Penso in modo particolare quando vediamo che il Santo Padre ha meno forze, e anche nei prossimi anni, quando saremo al trapasso tra un Papa e l’altro e quando sarà il momento di eleggere un nuovo Papa, dobbiamo lasciarci guidare dalla preghiera e dallo Spirito Santo…”.
Sembrerebbe che nel passaggio di pontificato debba accadere qualcosa di drammatico. Ma anche questa deduzione in fondo può essere arbitraria. Ci sono però altri aspetti simbolici e inesplorati nei fatti di Civitavecchia. Per esempio un dettaglio che, al momento, seminò sconcerto fu quello relativo al sangue: i laboratori infatti attestarono che era sangue umano, ma appartenente a un soggetto maschile. Le reazioni superficiali dei più furono scandalizzate: la Madonna, si obiettava banalmente, ha sangue femminile, non maschile.
Ma i teologi avvertirono che non c’era nulla di inquietante. Al contrario: il sangue redentore infatti, per i cristiani, è quello versato da Gesù, non il sangue di Maria, che è una creatura redenta da Lui come noi. E dunque quella circostanza mostrava il legame inscindibile fra la Madre e il Figlio Salvatore, mostrava che Maria porta a Gesù redentore e non a se stessa. Tutto questo aveva un senso cristiano. Anche perché la lacrimazione iniziò il 2 febbraio, cioè per la festa liturgica della presentazione di Gesù al Tempio e della “Purificatio Sanctae Mariae”. Questa antica festa celebra la Vergine che “fu intimamente unita” alla salvezza “quale Madre del Servo sofferente di Jhave e quale modello del nuovo popolo di Dio, costantemente provato nella fede e nella speranza dalla sofferenza e dalla persecuzione” (Paolo VI).
Ecco perché il sangue di Cristo nelle lacrime di lei. E poi quella festa ricorda l’episodio evangelico del riconoscimento messianico da parte del vecchio Simeone e della profetessa Anna, che rappresentano la tradizione profetica di Israele. Ha dunque un significato profondo anche nel tempo della Chiesa: anch’essa infatti ha il compito “profetico” di riconoscere il mistero di Dio presente e operante nella storia attuale. Anche in forme speciali. A Medjugorje come a Civitavecchia, come a Fatima e a Lourdes. Non solo. La chiesetta di Pantano è dedicata a S. Agostino e sorge proprio dove – secondo la tradizione – Agostino, nel 387, sulla riva del mare, meditando sul mistero della Trinità, incontrò un angelo-bambino che lo illuminò: era come pretendere di far entrare il mare infinito nella buchetta che aveva scavato nella sabbia.
Che il fatto della statuetta accada in un luogo simile può significare un’esortazione al riconoscimento umile del mistero di Dio. Un invito a non restare prigionieri dei pregiudizi e della superbia intellettuale. Sul simbolismo delle lacrime poi si potrebbe scrivere un trattato. Il pianto torna in molte apparizioni della Vergine. Per la verità il pianto è, nella vita normale, una caratteristica in modo particolare delle donne e – verrebbe da dire – Maria di Nazaret è una donna in tutto e per tutto. Anche per la facilità al pianto che non è un indizio di debolezza femminile, come banalmente si crede, ma di intensità affettiva ed emotiva. Tom Lutz nella sua Storia delle lacrime osserva che nessun’altra specie, fuori da quella umana, è capace di piangere, così come solo quella umana possiede il linguaggio. Dunque il pianto rappresenta un fenomeno specificamente umano, esprime una profondità che è solo umana.
Ma nelle lacrime di Maria c’è un dolore che è anche divino. Don Augusto Baldini, nel volumetto sul caso di Civitavecchia, riporta alcuni spunti di meditazione. Per esempio del filosofo, convertito, Jacques Maritain: “Se gli uomini sapessero che Dio soffre con noi e molto più di noi per tutto il male che devasta la terra, molte cose cambierebbero senza dubbio e molte anime sarebbero liberate… Le lacrime della Regina del Cielo (significano) il sovrano orrore che Dio e sua Madre provano per il peccato e la sovrana loro misericordia per la miseria dei peccatori”.
Il cardinale Martini sulle lacrime della Vergine a La Salette: “E’ un mistero profondissimo, che in qualche modo ci permette di intuire la sofferenza di Dio per il male che noi compiamo”. E il Papa, sempre per l’anniversario di La Salette: “Maria, madre piena d’amore, con le sue lacrime ha mostrato la tristezza per il male morale dell’umanità. Con le sue lacrime ci aiuta meglio a comprendere la dolorosa gravità del peccato, del rifiuto di Dio, ma anche la fedeltà appassionata che suo Figlio nutre verso i fratelli: Lui, il Redentore, il cui amore è ferito dalla dimenticanza e dal rifiuto… Ella ha compassione delle difficoltà dei suoi figli e soffre nel vederli allontanarsi dalla Chiesa di Cristo”.
Antonio Socci
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