GIOVANNI PAOLO II:UN PAPA NELLA PEGGIORE TRADIZIONE

Giovedì, 25 novembre 2004

http://www.comedonchisciotte.luogocomune.net/modules.php?name=News&file=article&sid=235

In Ucraina, sul modello di quanto è accaduto in Georgia, è in atto un golpe filo-occidentale manipolato da Usa, Nato, Osce (forse Ue) e altre benemerite istituzioni. Le stesse che hanno decretato il massacro dei serbi nel quadro dell’accerchiamento della Russia, condotto anche dai lati meridionale ed orientale (teoria degli “Stati canaglia”). Tra queste benemerite istituzioni c’è il papato, che nella persona di K. Wojtyla sta dimostrando un appoggio incondizionato verso i golpisti ucraini. Oggi ha ricevuto un manipolo di “pellegrini” di cattolici ucraini, e i tg hanno dato risalto alla cosa proprio dopo il servizio sull’Ucraina. Come per dire: “Il Papa non lascia soli gli ucraini”. Nell’articolo precedente avete già letto qual è la carta da visita dello sconfitto alle elezioni, il filo-occidentale Yushenko. Adesso leggete quella di Wojtyla: l’articolo è del 2001, pubblicato da “Rinascita”, ma sembra scritto oggi.

DI JOHN KLEEVES

Magari uno credeva che certe figure di Papi non potessero più esistere. Papi, ad esempio, come Stefano II ( 752-776 ), che fabbricò sembra personalmente quel falso testamento di Costantino I il Grande, detto Constitutum Constantinii, che lasciava in eredità perpetua alla Chiesa di Roma niente meno che una metà dell’Impero Romano, e cioè l’intera Europa occidentale.
Oppure come Leone III ( 795-816 ), che durante la Messa della notte di Natale dell’800 d’improvviso tirò fuori una corona e la pose sul capo dell’inginocchiato e stupefatto Carlo Magno dichiarandolo ” Imperatore dei Romani “, il titolo che era sempre appartenuto all’Imperatore Romano residente a Costantinopoli, il quale in effetti l’avrebbe ancora tenuto per altri 653 anni.

Oppure come Giovanni XII ( 955-963 ), che riempì il Laterano di prostitute, eunuchi, schiavi e ragazzini ( uno di questi, di dieci anni, lo nominò vescovo per meriti sul campo stesso, una stalla ), sino a che non ebbe a morire, dopo tre giorni di agonia, per le botte ricevute da un oste che lo aveva sorpreso con la moglie Stefanetta. Oppure come Alessandro VI Borgia ( 1492-1503 ), che alle ormai banali orge del Laterano aggiungeva il rapporto incestuoso con almeno una sua figlia fra i dieci che aveva ( cinque da una sola Vannozza ), la famosa Lucrezia, che incaricava anche di fare da vice Papa quando lui era fuori Roma. Oppure come Giulio II ( 1503-1513 ), che guidava personalmente in battaglia gli eserciti papali promettendo indulgenze per ogni testa di nemico che gli veniva portata dinanzi. E così via con i tanti altri Papi del genere che furono abbastanza comuni in quel periodo millenario che andò dal VII al XVII secolo, Papi che di spirituale non avevano niente, al contrario sembravano costituiti dalla peggiore materialità, dediti a perseguire i loro scopi terreni, fossero vantaggi politici per l’Organizzazione o piaceri privati, con un disprezzo di ogni regola così totale ma anche così plateale da sconfinare nell’indecenza, nella svergognatezza, sia istituzionale che personale.

Riprende una serie di Papi che si credeva estinta

Magari uno credeva così, e invece eccone qua un altro, Giovanni Paolo II, Papa Wojtyla. Non ci sono dubbi che sia proprio di quella stoffa. Ha degli obiettivi politici e mira al sodo, mira a fare legna senza preoccuparsi della decenza.

Al contrario del suo predecessore, morto provvidenzialmente dopo 33 giorni di papato, lui non ha niente da dire sul piano teologico, tanto meno spirituale, e difatti niente dice ; ma si rivolge alle masse per fare politica, approfittando della loro impreparazione, credulità, anche superstizione. Dedica anelli alla Madonna nel corso di cerimonie oceaniche. Mette bigliettini nelle fessure del Muro del Pianto, per incoraggiare quella superstizione religiosa che porta offerte anche nei suoi santuari. Visita il suo attentatore Alì Agca in cella ( dove comunque lo fa soggiornare per venti anni e passa ) e si fa parlare nell’orecchio per far credere di raccogliere chissà quali confidenze. Così come evoca e visita Fatima in modo tale da fare credere che il ” terzo segreto “ riguarda proprio lui. Avalla ogni ” apparizione ” Mariana e ogni statuetta-patacca che comincia a lacrimare, basta che sia in zona politicamente interessante come era la povera Yugoslavia. Ammonisce platealmente e per il beneficio delle telecamere, agitando l’indice come si farebbe in un teatrino per i bambini, vescovi centro americani benemeriti, che poi saranno anche assassinati dagli Squadroni della Morte. Agita, questo Papa pataccaro, il crocefisso pastorale come uno stregone sbatte il suo frustino scacciamosche sacro.

Non perde tempo ad analizzare meriti e demeriti religiosi, ” cristiani “, ma nella proclamazione dei Beati segue un criterio esclusivamente pratico : promuove quelli che fanno comodo per le politiche del momento, anche se erano emeriti criminali, come i missionari Cattolici giustiziati dai Cinesi alla fine dell’Ottocento e come il monsignore Croato Stepinac, tutti beatificati nel 1999.
Sapete le storie. I missionari Cattolici in Cina, come quelli Protestanti che avevano aperto la strada, in pratica compravano proseliti col denaro ricavato vendendo oppio ai locali e quando il popolo si ribellò ovviamente li fece a pezzi : vox populi vox dei, si dice. Alojzije Stepinac, arcivescovo Cattolico Romano di Zagabria durante la Seconda Guerra Mondiale, collaborò attivamente con gli Ustascia nello sterminio di qualche centinaio di migliaia di Ortodossi Serbi ( sì : quasi mezzo milione di persone uccise, uomini, donne eccetera ; ed il bello è che si parla solo degli Ebrei ). Io non ho dubbi che fra qualche anno – se c’è ancora – l’elemento dichiarerà Beati anche gli ecclesiastici Cattolici Hutu coinvolti nel massacro di 500.000 Tutsi compiuto nel 1994 in Ruanda, come le due suore benedettine condannate l’8 giugno scorso a Bruxelles per aver fornito benzina per bruciarne vivi 600, e come potrebbe risultare il don Seromba attualmente alloggiato presso la diocesi di Firenze ( registrato col nome di don Sumba Bura ), nel caso le accuse di stragi di Tutsi portategli da African Rights fossero vere. Ma appunto le sapete voi queste storie, che magari avete letto su Stepinac il libro di M. A. Rivelli ” L’arcivescovo del genocidio “ ( Kaos, 1999 ), non le masse sprovvedute : l’elemento lo sa e va avanti, senza curarsi dell’indignazione di voi, persone colte ma poche.

L’assalto alla Chiesa Ortodossa, la Chiesa Madre

L’elemento vuole distruggere la Chiesa Ortodossa.

Non è una sua mania personale. E’ lo scopo primario della Chiesa di Roma dal 1054, cioè da quando si staccò dalla Chiesa Cristiana originaria, che poi fu chiamata Ortodossa perché appunto rimasta fedele agli inizi mentre la Chiesa di Roma, pur mantenendo nome e parvenze Cristiane, creò tutta un’altra religione ( e nella quale l’introduzione di un Capo unico, il Papa, è solo un aspetto ). Così nel 1204, durante la quarta Crociata, i Cattolici saccheggiarono per tre giorni Costantinopoli – il centro naturalmente della Chiesa Ortodossa – massacrando migliaia di abitanti, e l’azione non trovò ostacoli da parte del Papa, se non fu lui ad auspicarla. E così nel 1453, quando fu il turno dei Turchi di Maometto II a prendere la Città, ponendo questa volta fine per sempre a quell’Impero Romano fondato mille e cinquecento anni prima da Augusto, non un invito al suo soccorso venne dal Papa durante i venti giorni dell’assedio. Dopo, il centro della Chiesa Ortodossa migrò a Mosca ( la Terza Roma, dopo che Costantinopoli era stata la Seconda ) e là si diresse da allora l’odio della Chiesa Cattolica : ben visti furono gli attacchi alla Russia di Napoleone e Hitler, forse incoraggiati, mentre le occasioni di sfoltire i fedeli dell’Ortodossia non venivano perse e vedi appunto le stragi di Stepinac sotto il Papa Pio XII Pacelli.

Ma è il modo di operare al riguardo di Wojtyla che richiama i Papi del passato. Ha soffiato sugli attriti etnici in Yugoslavia contro l’etnia dominante Serba, che è Ortodossa. Ha immediatamente riconosciuto l’indipendenza della Slovenia. Secondo gli inglesi ha girato una somma pari a 100 miliardi di lire ( forse di provenienza CIA ) ai ribelli di Croazia, che stavano sparando su soldati, poliziotti e civili Serbi. Pur di assalire gli Ortodossi si è messo con i Musulmani, e ha appoggiato la creazione dell’UCK del Kosovo da parte della NATO : anche camion della Caritas portavano armi per l’UCK. Ha poi aizzato la guerra della medesima NATO contro la Serbia, esitata in 5.000 civili Serbi uccisi e immani distruzioni materiali. Non ha levato la minima critica all’assalto della stessa NATO, tramite ancora il suo UCK, contro la Macedonia, Ortodossa anch’essa. Il tutto con la tipica improntitudine del passato, senza ombra di imbarazzo, facendo quelle cose infami come si trattasse di normale buona prassi Cristiana.

Poi è andato in Ucraina, dove è stato cinque giorni, dal 23 al 27 giugno 2001, per insultare la Chiesa Ortodossa a casa sua. In Ucraina c’è una maggioranza Ortodossa guidata dal Metropolita Volodymyr, che è in sintonia col Patriarca di Mosca Alessio II, poi ci sono gli Uniati, degli ex Ortodossi che tempo fa hanno riconosciuto l’autorità del Papa di Roma ma hanno ottenuto di mantenere i loro riti e usi ( i loro preti ad esempio si sposano ; gli Uniati sono degli opportunisti ), e infine ci sono dei Cattolici, pochi e quasi tutti Polacchi etnici della zona di confine di Leopoli. Wojtyla è andato là per invitare gli Ortodossi all’” unione dei Cristiani “, unione con lui come Capo intende, ma è proprio questo il problema, che la Chiesa Ortodossa non riconosce un Capo unico ma tanti Patriarchi e Metropoliti che devono decidere all’unanimità, come era all’inizio. In pratica ha invitato gli Ortodossi alla resa, alla resa senza condizioni, come se Alessio II venisse in Italia a chiedere l’arresto del Papa perché trattasi di evidentissimo abusivo. Se Wojtyla vuole l’unione dei Cristiani non deve fare altro che abolire il Papato e accontentarsi di fare il Patriarca di Roma, pari grado con gli altri. Ma non lo fa. E anche così non si tratterebbe dell'” unione dei Cristiani ” : rimarrebbero infatti fuori i Protestanti, che si definiscono Cristiani ma che neanch’essi riconoscono l’autorità del Papa. A proposito, come mai Giovanni Paolo II non ha fatto l’appello all'” unione dei Cristiani ” durante i suoi viaggi negli Stati Uniti ? E come mai addirittura non ha fatto alcun viaggio in Irlanda del Nord, dove veramente un po’ di unione di Cristiani servirebbe ? Forse perché sa che i Protestanti non hanno la pazienza e la classe degli Ortodossi ?

Nonostante la pazienza e la classe è ovvio che Volodymyr ha rifiutato di incontrare quest’uomo, questo provocatore. E cosa ha fatto poi Wojtyla ? Durante la Messa a Kiev ha abbracciato uno che poco tempo prima si era autoproclamato Patriarca di Mosca al posto di Alessio II, col nome di ” Filarete I “, un figuro presumibilmente pagato dall’Occidente ( dal Vaticano o dalla CIA non fa tanta differenza ) e già scomunicato e espulso dall’Ortodossia da Alessio. L’ha riconosciuto quindi : prima ha creato un anti-Alessio e poi l’ha riconosciuto. Dopo di che è andato a Leopoli, dove c’è la minoranza Polacca e Cattolica, a insultare le vittime Russe della seconda guerra mondiale : ha beatificato 27 Ucraini di religione Cattolica, vittime del regime sovietico fra il 1941 e il 1973, che magari ( non so ) erano tutti Polacchi etnici, e non ha neanche nominato i 20.000.000 di Russi ( venti milioni ) vittime dei Tedeschi dal 1941 al 1943. Si vede che non contano niente, perché sono Ortodossi come i Serbi. Ha poi fatto il suo solito numero del coccodrillo : lui ha chiesto perdono per questo e ha chiesto perdono per quello agli Ortodossi, e però intanto solo due anni prima aveva dichiarato Beato Aloisio Stepinac, il loro massacratore, e solo pochi attimi prima aveva cercato di ingannarli con l’antipatriarca Filarete ! Impagabile Wojtyla. Chi immaginava che in Polonia si trovavano fenomeni del genere ?

Come si è inquadrato quel viaggio ? Ha segnato l’inizio del tentativo di disgregare l’Ucraina, la Russia e la Bielorussia con lo stesso sistema adoperato con la Yugoslavia, soffiando sulle differenze religiose che spesso sono anche etniche. Giovanni Paolo II è andato in Ucraina a sobillare Cattolici e Uniati contro gli Ortodossi, a fargli avanzare richieste strane ( quella dell’ ” unione dei Cristiani ” per cominciare ), sempre più esigenti e inaccettabili come fatto in Yugoslavia, sino a provocare disordini, repressioni, sino all’ingresso in campo della NATO. I Cattolici Polacchi di Leopoli potranno anche chiedere la riunificazione con la Polonia, che già rivendica Kaliningrad dalla Russia. Male ha fatto il presidente Ucraino Kuchma a lasciare entrare quell’uomo ; se ne accorgerà. Ciò si deve accompagnare con i disordini già provocati dalla NATO nel Caucaso con i Ceceni, disordini che nelle previsioni si devono estendere di molto.

Mi sembra abbastanza chiaro che quel viaggio è stato concertato con la NATO, e importante indizio dovrebbe essere stato lo strano episodio di Le Bourget, dove si stava svolgendo l’annuale fiera aeronautica militare : il 23 giugno, lo stesso giorno dell’arrivo del Papa a Kiev, le Agenzie davano notizia di due cacciabombardieri Russi ( un Sukhoi 22 e un Mig 29 credo ) che erano decollati improvvisamente per evitare un sequestro giudiziario ordinato dagli Svizzeri e che stava per essere eseguito dai Francesi. Un evento strano, di tipo mai sentito prima ed eccezionalmente umiliante per la Russia, che probabilmente serviva per creare l’atmosfera giusta per l’arrivo di Wojtyla a Kiev, per convogliare il messaggio : la Russia è finita, e anche l’Ortodossia, sputatele pure addosso anche voi.

Tutto ciò, dovesse verificarsi come già si è verificato in Yugoslavia, significherebbe rivolte, guerre, morti e distruzioni in una Europa Orientale che di già dal 1990 è piombata per conto suo in un incubo. L’Ucraina dove questo Papa è andato a seminare la sua zizzania ha una disoccupazione del 40% e una degradazione sociale e umana che peggiora di anno in anno. E in che modo ha seminato questa zizzania ! Con provocazioni plateali, con riconoscimenti pubblici di impostori manifesti come ” Filarete I “, con insulti a milioni di morti. Appunto, in quella tradizione di Papi che sembrava finita per sempre e che lui invece rilancia alla grande.

Non lasciamoci sfuggire l’occasione

C’è solo una ultima cosa da dire. Quei papi del passato non erano delle canaglie per un solo aspetto ; lo erano in tutto, sia per la politica che per gli affari che per la loro vita privata. Alessandro VI è noto soprattutto per la sua vita sessuale scandalosa, ma praticava anche uno sfacciato nepotismo conferendo signorie e somme ai familiari ( ad esempio al duca Valentino, uno dei figli ) e in politica estera favoriva gli Iberici ( era Spagnolo ; con la sua Linea di Demarcazione del 1493 pretese di riservare il continente americano in esclusiva a Spagna e Portogallo ). Stefano II è passato alla storia come fabbricatore di testamenti falsi, ma fu anche apertamente accusato di immoralità sessuale. Giovanni XII è paradigmatico per i vizi privati, ma era anche traditore e spergiuro in politica estera, e fece cavare occhi, orecchie e naso ai sostenitori dell’antipapa Leone VIII, poi Papa. Più o meno così per tutti gli altri Papi della serie, magari essendo qualcuno irreprensibile nella sfera sessuale per via dell’età.

Forse sarebbe il caso di indagare più a fondo negli atti di Giovanni Paolo II, oltre alla sua politica estera. Lasciamo stare quella che come minimo sembrerebbe una predisposizione da falsario, alla Stefano II : durante l’ultima guerra, quando era seminarista a Cracovia, forniva passaporti falsi agli Ebrei, mentre da Papa con calibrate allusioni cerca di farsi passare per l’oggetto del terzo segreto di Fatima e potrebbe anche arrivare a farne stendere un’altro. Lasciamo anche stare l’attrazione che aveva mostrato per la recitazione, calcando liceali scene con la partner fissa Halina, la figlia del preside ( altri parlano di tale Regina Reinsenfeld ) : potrebbe spiegare la successiva teatralità pataccara, da guitto, ma stiamo cercando ben altro che questo.

Limitiamoci al suo papato, un papato che difatti, neanche a farlo apposta, appare ricco di misteri, di cose non risolte. C’è la questione del crac del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, trovato impiccato nel 1982 sotto il Ponte dei Frati Neri di Londra, e dei suoi rapporti con l’Istituto per le Opere di Religione ( IOR, la principale banca del Vaticano ) gestito dal cardinale Paul Marcinkus, che nel 1987 sfuggì a un mandato di arresto. Mi sembra che al tempo un magistrato avesse manifestato l’intenzione di interrogare Papa Wojtyla ( titolare del Soglio dal 1978 ), cosa poi sfumata, sfumata come l’arresto di Marcinkus, tolto dall’inchiesta nel 1992 ed immediatamente sparito ( dovrebbe essere negli USA, il rifugium peccatorum di tutti i delinquenti ). Ci sono voci ricorrenti, fantasiose certo, sul riciclaggio in grande stile di danaro della cocaina eseguito dal Vaticano. Alcuni sono convinti che attraverso il Vaticano si possano reperire cose innominabili, non solo armi e droga ma anche organi umani, forniti da alcune missioni Cattoliche in America Latina, Africa, Asia. Tale convinzione fu espressa anche da Diego Maradona ( accettabile secondo me come vox populi ), che nel luglio del 2000, mentre era a Cuba per una cura antidroga, rilasciò una intervista in questi termini alla televisione argentina Azul ( intervista cui gli accusati, con caratteristica cavalleria ecclesiastica, reagirono evocando la tossicodipendenza di Maradona : ” L’episodio permette di constatare i terribili effetti della droga “ disse il portavoce dell’episcopato argentino G. Marcò – Il Resto del Carlino del 13/7/2000 ). Si sono fatte strane ipotesi, sicuramente ancora più fantasiose, sulla sparizione dal Vaticano di Emanuela Orlandi, allora quindicenne. Anche sulla improvvisa morte di Giovanni Paolo I Luciani si sono fatti discorsi.

Tutte cose che meriterebbero verifiche, chiarimenti, approfondimenti. Le vere biografie dei Papi in genere si riesce a compilarle solo dopo molti anni dalla loro morte. Secondo me con Giovanni Paolo II è il caso di compiere uno sforzo particolare. Studiamolo bene adesso, mentre lo abbiamo sotto gli occhi. Forse c’è del materiale vario e insospettato, da divertirsi.

John Kleeves
Fonte: “lettera_informazione”
24.11.04

E dietro le manovre della Chiesa che sornionamente, per le sue manie egemoniche, spinge il mondo alla guerra, vi sono sempre altri interessi che spuntano. Solo che qui rischiamo tutti. Mai la Russia ha permesso a suoi potenziali nemici di avvicinarsi troppo ai suoi confini e l’Ukraina confina con la Russia, per di più in un punto nevralgico dal punto di vista geopolitico.

R.R.

Repubblica 29/11/2004

Rabbia, slogan e spettacolo, così si crea la rivoluzione perfetta

Un anno fa la stessa organizzazione ha firmato il trionfo di Saakashvili. Una rete clandestina internazionale progetta rivolte contro i regimi autoritari. Ha organizzato anche quella di Kiev.

KIEV-Rivoluzione, istruzioni per l’uso. Ossia: come si progetta e si organizza una insurrezione se si desidera avere successo.

Giampaolo Visetti

Nell’Europa dell’Est, da Solidarnosc alla Serbia, dalla Romania alla Georgia, opera un’organizzazione che mette a disposizione contatti, materiali, persone esperte per sostenere le opposizioni politiche ai regimi autoritari. Sono gli scienziati delle rivolte, i maestri della gestione delle piazze. Stanno traghettando pacificamente verso indipendenza e libertà i Paesi ex sovietici rimasti nell’orbita di Mosca, quelli dove il processo democratico è stato interrotto. Sono ricercati perché le rivolte, per essere gestite senza la forza, richiedono una macchina complessa. Anche i leader della «rivolta arancione» di Kiev, prima dell’estate, si sono messi in contatto con il network che insegna a fare la rivoluzione. «Ci siamo incontrati con alcuni amici di Belgrado – racconta dietro garanzia
dell’anonimato uno dei coordinatori dei dimostranti ucraini – e abbiamo trascorso alcuni giorni assieme».

L’équipe serba ha compiuto numerose spedizioni in Ucraina. Fino a settembre, quando i servizi segreti di Kuchma l’hanno scoperto.

Per i serbi le frontiere sono state chiuse. I ragazzi del movimento «Porà» e gli attivisti dei partiti di opposizione, si sono appoggiati allora a emissari georgiani. Proprio un anno fa, a Tbilisi, la «rivoluzione delle rose» in venti giorni portò Saakashvili al potere. «Il modello- dice l’ideologo degli insorti di Kiev -si adattava perfettamente». Domenica 31 ottobre, il primo turno, era già tutto pronto. «Il capitale primario – spiega – è la folla. Per trascinarla nelle strade, dopo un decennio di sottomissione, servono la rabbia e la certezza della vittoria».

Come in Georgia, si è partiti dalla denuncia dei brogli. «Occorre un innesco clamoroso, ma legale. Il motore poi sono i giovani, gli studenti, la parte più attiva e creativa della società». Tre i passaggi obbligati. Ai manifestanti, dal primo istante, va mostrato lo sviluppo dell’azione: hanno bisogno di avere un piano concreto e chiaro. La protesta va incanalata in parlamento e tribunali, per convincere anche i moderati. Necessaria infine
la pressione internazionale. «Subito dopo – prosegue il padre degli insorti ucraini – occorre un campo di battaglia. Non può che essere la piazza principale della capitale, il simbolo del Paese. Questa diventa la sola fonte delle notizie. Il palcoscenico è il punto più forte e più debole dell’azione». Il propulsore non può fermarsi: una sosta e l’onda si smonta.«La gente ha bisogno di movimento, per non deprimersi e per evitare l’eccesso di eccitazione».
Gli insorti devono sentirsi parte attiva di una organizzazione. Deve sorgere un campo, come la tendopoli sul Kreshiatik, deve arrivare cibo e indumenti, una divisa: di qui le bandiere e le giacche di nylon arancioni. La folla si trasforma in un esercito. «Il simbolo – rivela il capo degli oppositori – è decisivo: l’arancione comunica la forza delle cose alla luce del sole, contro le tenebre della corruzione. Tutto dello stesso colore, fiori compresi».

Occorre alternare impegno politico e spettacolo. Marce e slogan, concerti e canti. Mai spegnere le luci: serve un mix di miti, star del rock e dello sport, simboli popolari, famosi personaggi stranieri. «Abbiamo optato per Walesa e i grandi della politica europea, per i gemelli Klichko campioni del pugilato, per la cantante Irina Ponarovskaia. Così si consolida l’embrione di una società nuova». L’operazione più delicata è dosare paura,
trasgressività, esibizionismo e fiducia.

«La compattezza della rivolta spiega si ottiene con lo spettro della repressione armata, con la possibilità di andare in senso unico suonando il clacson, con i primi piani di persone comuni in mondovisione, con una conquista al giorno: il parlamento, il palazzo presidenziale, il governo». E al culmine del processo, il colpo della svolta. A Kiev si è optato per il giuramento sulla bibbia di Yushenko, autoproclamato presidente in
parlamento.

«Perché infine – dice lo stratega della rivolta – è il senso della storia a fare la differenza. Ogni insorto deve sentirsi protagonista di un passaggio storico, di un evento memorabile ed eroico. Solo questa forza abbatte i regimi e spinge verso la libertà», Quanto costa? «Tanto, ma ne vale la pena se aiuta a cambiare il mondo con la pace».



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