http://www.notiziarioanimalista.it/ Iniziative/84&85_comboniani_gesuiti.htm
La prima pagina del numero di gennaio del Notiziario Animalista era stata dedicata ad alcuni segnali molto positivi per gli animali che permettevano di intravedere la possibilità di un futuro “riconoscimento dei diritti degli animali” a pieno titolo anche da parte della religione cattolica. In particolare ci riferivamo alle affermazioni del prof. Paolo de Benedetti.
Questa volta dobbiamo invece aprire con due segnali negativi: il primo – che conoscerete già – proviene da quelli che possiamo definire i nemici “storici” dei diritti degli animali, cioè i gesuiti; storici perché possiamo leggere come già nel 1907 il gesuita tomista Viktor Katherin scriveva in “La morale cattolica esposta nelle sue premesse e nelle sue linee fondamentali”:
Il bruto ( = animale ndr) non possiede diritti di sorta (…) L’uomo non solo non ha verso i bruti dei doveri giuridici ma nemmeno doveri di altro genere (…) Come dovremmo avere dei doveri verso creature che possiamo a nostro capriccio fare a pezzi, arrostire e mangiare? Il motivo intrinseco è che l’animale non è persona ossia non è creatura ragionevole, sussistente per sé, ma semplice mezzo per il nostro fine. (citazione riportata nell’opera di Gino Ditadi, I filosofi e gli animali, Isonomia Editrice).

Molti ricorderanno che dalla rivista dei gesuiti, Civiltà Cattolica, sono partiti in passato altri attacchi contro i difensori dei diritti degli animali e i vegetariani.
Occasione per il nuovo intervento è stata l’approvazione da parte della Camera dei Deputati del progetto di legge sul nuovo articolo 727 relativo ai maltrattamenti agli animali che prevedeva la possibilità dell’arresto in determinati casi.
Viene anche presa in considerazione la Dichiarazione universale dei diritti dell’animale approvata nella sede dell’Unesco a Bruxelles il 27 gennaio 1978, definendo senza senso i due articoli in cui si afferma che tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all’esistenza e che i diritti dell’animale devono essere difesi dalla legge come i diritti dell’uomo.
Ed è in particolare commentando il secondo che ritorna l’asserzione, seppure molto più addolcita, del nostro Viktor Katherin. Leggiamo:
in realtà, gli animali non hanno diritti. Il diritto è una prerogativa dell’essere spirituale. Il motivo profondo è che il diritto è una prerogativa della persona, in quanto essere spirituale, e non soltanto materiale (segue una precisa interpretazione ragionata). In conclusione, i diritti sono legati al carattere spirituale personale dell’uomo. Perciò gli animali, che non sono esseri spirituali personali, non hanno “diritti”. Non si può quindi parlare in assoluto di “diritti degli animali”.
Cambia però adesso, rispetto al gesuita di cent’anni or sono, la considerazione degli animali. Leggiamo infatti nello stesso articolo:
Ciò però non può voler dire che gli animali siano, come pensava Cartesio, macchine senzienti né che siano, come i minerali e le piante, esseri di cui l’uomo possa disporre a suo piacere e suo vantaggio, senza tener conto che essi provano piacere e dolore, gioia e sofferenza, fatica e stanchezza.
Dato che l’uomo non è il padrone della creazione, ma il suo custode, non può esserne il distruttore, aggiungono; seguono poi la spiegazione sulla liceità della sperimentazione, la condanna dei cacciatori per divertimento e la contestazione che vi siano prodotti costosissimi per alimentare e vestire gli animali, prendendo ad esempio la collezione Gucci Dog e affrontandola con i soliti stereotipi dei morti per fame ecc, ma dimenticando di segnalare con altrettanta veemenza che i prodotti di lusso ad uso umano comportano uno spreco molto ma molto maggiore.
Quest’ultima argomentazione, come vedremo, ci ricollegherà ai padri comboniani; prima però notiamo con interesse come i gesuiti abbiano fatto metà del cammino: non possono più dire, nell’attuale contesto sociale, che gli animali sono creature che possiamo a nostro capriccio fare a pezzi, arrostire e mangiare; non possiamo escludere che lo pensino ancora, ma sicuramente si vergognerebbero di dirlo.
Passato, presente e futuro
Molti, nel leggere queste righe, avranno pensato che non ci sarà mai speranza di cambiamento nella Chiesa Cattolica nei confronti degli animali. Non è così. Vi sono tanti esempi di cambiamenti radicali da parte della Chiesa: oggi la Chiesa è contro la schiavitù e il razzismo, è per il rispetto dei diritti della donna, si dichiara contraria alla tortura ed alla pena di morte e negli ultimi decenni ha assunto una posizione di rispetto e dialogo nei confronti della cultura e della religione ebraiche (basti ricordare la “storica” visita di Giovanni Paolo II alla Sinagoga).

Sugli schiavi e sulle donne…
“Con gli schiavi” – Tutti coloro che sono sotto il giogo della schiavitù stimino i loro padroni degni di ogni rispetto, affinché non si dica male del nome di Dio né della sua dottrina. Quelli, invece, che hanno padroni cristiani, non pensino di poterli disprezzare con il pretesto che sono fratelli, anzi, li servano con maggior impegno, proprio perché sono credenti e cari a Dio. Ecco le cose che devi insegnare e raccomandare. .
La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all’uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia”.
Queste le belle cose da insegnare secondo San Paolo, uno dei pilastri spirituali della Chiesa, nella prima lettera a Timoteo. Ve lo immaginate Giovanni Paolo II fare queste belle affermazioni durante la visita nel Sudafrica segregazionista o a un convegno di donne cattoliche?
..dalla pena di morte alla tortura..
“Giordano del quondam Giouanni Bruni frate apostata da Nola di Regno”, questa la sentenza del 17 febbraio 1600, “eretico impenitente; il quale esortato da nostri fratelli con ogni carità a tutti chiamare due padri di san Domenico, due del Giesu, due della Chiesa Nuova e uno di san Girolamo, i quali con ogni affetto et con molta dottrina mostrandoli l’errore suo, finalmente stette sempre nella sua maledetta ostinatione, aggirandosi il ceruello e l’intelletto con mille errori e vanità, et ansi perseverò nella sua ostinatione che da ministri di giustitia fu condotto in Campo di Fiore e quivi spogliato nudo e legato a un palo fu brusciato vivo, acconpagniato sempre dalla nostra Compagnia cantando le letanie e li confortatori sino al ultimo punto confortandolo al lassar la sua ostinatione, con la quale finalmente finì la sua misera et infelice vita” (Italo Mereu, Storia dell’intolleranza in Europa. Sospettare e punire: l’inquisizione come modello di violenza legale, Milano, Bompiani, 1988).
Come vedete la pena di morte, seppure allietata dalla “compagnia cantante” era ben accetta alla Chiesa e nello stesso volume viene spiegato il “rigoroso esame” (tortura) cui gli inquisitori sottoponevano i malcapitati.
… per finire all’ebraismo
Tempi lontani? Allora prendiamo ad esempio come in campo cattolico veniva considerato l’ebraismo solo alcuni decenni addietro:
Continua, pur facendosi più rara, la difesa della cristianità dall’infezione talmudica. (…). In questi ultimi tempi si son fatti tentativi anche da parte cattolica, anzi ecclesiastica, per smussare e scolorire la fiera lotta di Papi concilii, vescovi, dottori eminenti nel clero contro l’immane pericolo dell’ebraismo rabbinico.
Si noti che queste piacevoli affermazioni non sono il frutto di un qualche cristiano estremista, ma sono un piccolo estratto dell’opera in più volumi Storia sociale della Chiesa, edita dalla Vallardi e scritta da mons. Umberto Benigni nei primi tre decenni del ‘900, cioè solo alcuni decenni or sono. Ogni volume riporta l’imprimatur della Curia di Milano, per cui significa che ne riceveva la piena approvazione!
L’opera, pur condannando gli eccessi di violenza nei confronti dell’ebraismo, esprime innegabilmente un malcelato disprezzo nei suoi confronti: “infezione talmudica” e “immane pericolo dell’ebraismo rabbinico” sono definizioni molto espressive del pensiero dell’autore. Eppure lentamente nel tempo la parte inizialmente minima della Chiesa favorevole alle donne, quella contro la schiavitù, contro la tortura e la pena di morte come quella per il dialogo e il rispetto dell’ebraismo è cresciuta ed è riuscita a scardinare e superare le posizioni dominanti da San Paolo a monsignor Benigni. Ecco quindi un esempio chiaro e concreto del perché possiamo e dobbiamo continuare a lavorare per i diritti degli animali nella società: sicuramente un giorno anche la piccola minoranza esistente nella Chiesa a favore dei diritti degli animali riuscirà a prevalere e le dichiarazioni attuali dei gesuiti sugli animali risulteranno inaccettabili quanto lo sono oggi quelle “storiche” sopra riportate.
…. E COMBONIANI
UNO SPRECO ASSURDO? IL CIBO PER ANIMALI, NATURALMENTE
E veniamo ora ai comboniani. I comboniani sono considerati i più “socialmente progressisti” tra gli esponenti del clero, essendo molto attivi nel contrastare la globalizzazione e per la difesa della pace, come padre Alex Zanotelli. Ma purtroppo, come vedremo, il loro pacifismo non raggiunge gli animali.
Il 20 giugno 2003 ricevo una e-mail che comincia così:
Un caldo abbraccio di Pace dai Missionari Comboniani. Vi scriviamo perchè crediamo nel costruire reti di solidarietà e di cammini per la giustizia e la pace. Vogliamo segnalarvi il nostro sito http://www.giovaniemissione.it, che rappresenta “on-line” quello che è il cammino del G.I.M. (Giovani Impegno Missionario), cammino di spiritualità missionaria che portiamo avanti per e con i giovani.
Si segnala anche una mostra
Tutti giù per terra – provocazioni per uno sviluppo sostenibile. I 14 pannelli a colori (1m x 70cm) presentano: Il nostro mondo oggi – Cambiare rotta – Un mondo diverso è possibile. Destinatari: scuole, biblioteche, parrocchie, centri culturali e associativi, ecc.
un visitatore di questa mostra mi scrisse perché rimase particolarmente sconcertato nelle leggere le voci in un pannello dedicato agli sprechi:
- cosmetici negli USA
- Gelati in Europa
- profumi in Europa e USA
- cibo per animali in Europa e USA
- sigarette in Europa
- alcolici in Europa
- droga nel mondo
- spese militari nel mondo
- pubblicità negli USA
In pratica eravamo al solito pregiudizio che chi dà cibo agli animali commette uno spreco riprovevole; ho allora risposto alla e-mail così, cercando di essere il più “dialogante” possibile:
Vi ringrazio per la comunicazione; sono un attivista del movimento animalista, per lungo tempo nell’Associazione Vegetariana fondata da Aldo Capitini, che ben conoscete a livello di messaggio pacifista.
Ritengo anche che quello che viene definito animalismo (in realtà biocentrismo) abbia senso solo se inteso come allargamento della sensibilità verso tutti gli esseri viventi, così come la pace – come diceva Capitini – può cominciare anche dal cibo che mangiamo. In altre parole, la semplice tutela degli esseri non umani rischia di essere sterile se non soggetta da un’adeguata visione spirituale che veda umani e non umani degni di pieno rispetto in quanto espressioni di vita(…)
La Vostra appare una delle sezioni più aperte della Chiesa. Per questo sono rimasto molto dispiaciuto per quanto ricevuto da un nostro socio relativamente alla Vostra mostra “tutti giù per terra”, che riporto sotto, in quanto condivido appieno la sua critica. Prima però di segnalare quanto scrittomi dal socio a tutti gli altri attivisti, vorrei sapere da parte Vostra se avete nel frattempo modificato quanto da Voi inserito nella mostra in tema di “sprechi”. (…)
Resto in attesa di un Vostro gradito riscontro e Vi saluto cordialmente.
caro amico Roberto…
Dopo due mesi, sollecito risposta e scrive allora padre Dario:
Caro amico Roberto, grazie per la sua provocazione. Condividiamo le sue idee riguardo al biocentrismo rispetto all’antropocentrismo. Siamo convinti che una corretta visione biblica metta al centro la Creazione e l’uomo come ‘custode’ e non ‘dominatore’ di essa. In questi tempi è un messaggio più che mai urgente ed è anche uno dei temi chiave della nostra mostra “Tutti giù per terra”.
Riguardo alla vostra protesta relativa al riquadro che cita il ‘cibo per animali’, segnalo che si trova affiancato non solo alle spese per armi o droghe, ma anche per gelati, cosmetici e profumi.
Insomma, è nostro interesse segnalare l’assurda ingiustizia dell’uso dei beni da parte della nostra società. Non condanniamo i gelati, e nemmeno i profumi (!)… ma ci sembrano spese assolutamente secondarie rispetto alle urgenze di un’umanità condannata alla fame. Altrettanto secondarie e assurde ci sembrano le spese per “Cibo per animali”, dato che la natura stessa provvede ai cicli alimentari e una naturale convivenza tra il genere umano e quello animale non dovrebbe portare alla produzione di sofisticati cibi iperproteici in lattina per animali, ma educarci al riutilizzo delle risorse di cui disponiamo.
Ho vissuto anni con cani e gatti e non ho mai sentito il bisogno di nutrirli con Kitekat, Wiskhas o Ciappi, che -tra l’altro- appartengono alla stessa multinazionale (Mars) che fattura più di diecimila miliardi annui. Non accettiamo di alimentare questo tipo di giri di denaro.
Al di là di queste questioni, siamo convinti dell’importanza del cammino insieme a voi, che sostenete la centralità della difesa dell’ambiente e degli animali. Cerchiamo forme di collaborazione, per una creazione che viva in pienezza ed equilibrio!
Grazie per la vostra attenzione e un abbraccio di pace, p. dàrio
dagli amici mi guardi Iddio?
Caro Padre Dario,
(…): il fatto di considerare la spesa per il cibo degli animali una spesa secondaria ed addirittura “assurda” trasmette proprio l’idea di una condanna morale. Il messaggio che risulta dal vostro cartello è che i soldi spesi per dare da mangiare agli animali sono un vergognoso spreco, come per gli altri componenti e si giustifica perfettamente con la visione di esseri inferiori che la quasi totalità della Chiesa ha degli animali.
In realtà chi spende i propri soldi per gelati, cosmetici ecc. lo fa solo per proprio egoismo, per la ricerca del proprio piacere, mentre chi spende soldi per dare da mangiare agli animali lo fa per aiutare un essere vivente, cioè per una forma di altruismo. E’ chiara la differenza?
Lei dice di “riutilizzare” le risorse di cui disponiamo, cioè – in parole più dirette – di dare agli animali “gli avanzi”, come ha fatto – lascia intendere – con i suoi cani e i suoi gatti. Questioni di punti di vista: una persona che gestisce correttamente le proprie risorse non deve creare “avanzi”, perché ogni avanzo di cibo è uno spreco, mentre se si riferisce agli avanzi di ristoranti, mense ecc., tenga conto che ci siamo battuti per anni per riuscire a riutilizzarli nei canili – e finalmente in parte si è riusciti – mentre per gli avanzi cui appare riferirsi Lei (quelli lasciati nel piatto) ci sono ostacoli di natura sanitaria per cui è vietato e chi contravviene lo fa a proprio rischio e pericolo (a proposito, non sarebbe più adatta per il Vostro elenco la spesa enorme – e il relativo spreco – per banchetti, festeggiamenti di fine anno ecc?) .
Per cortesia, si risparmi il discorso delle multinazionali, esistono tantissimi altri produttori di cibo per animali e chi vuole può benissimo acquistare altre marche (è stata proprio recentissimamente stilata una lista in tal senso ); lo spreco più vergognoso, che dovrebbe essere messo bene in evidenza nel vostro cartello, è la spesa per il cibo per gli animali da macello, pari a un terzo della produzione mondiale di cereali (fonte il Sole 24 ore). Quello sì è cibo sottratto agli umani, caro padre Dario. Se quindi voleste essere realmente coerenti con le Vostre critiche nei nostri confronti, dovreste convincere almeno gli esponenti del clero – a partire da Giovanni Paolo II – a praticare un rigoroso vegetarismo, spiegando pure che lo fate solo per rispetto degli umani, a scanso di equivoci filoanimalisti. (…)
Su Famiglia Cristiana scrive don Angelo (9/2002): riusciremo un giorno a vergognarci di come trattiamo oggi gli animali, così come ci vergogniamo dello schiavismo, dell’oppressione delle donne e delle guerre (tutti comportamenti che abbiamo giustificato in nome della religione)? Me lo auguro ma il cammino è lungo.
Vista la Sua risposta, direi che è lunghissimo…
Lei auspica forme di collaborazione, ma si tratta di una collaborazione a senso unico, la cui premessa dev’essere l’accettazione da parte nostra di una visione squalificante degli esseri non umani, per i quali non si possono investire risorse.
Noi invece continueremo a sfamare e a lavorare anche per quelli che Voi considerate esseri inferiori e che noi invece consideriamo fratelli minori, certi che il Cristianesimo più vero e profondo sia quello illustrato dal prof. de Benedetti e da pochissimi esponenti del clero, messo in pratica da Don Nico Valeri (unico prete presumiamo al mondo – e se ne capisce il perché – a gestire un rifugio per persone umane e non umane).
(…) come può vedere sul sito www.progettopersona.org abbiamo dimostrato che nella pratica si può colmare quel solco fra la solidarietà verso gli esseri umani e quelli non umani, che invece cartelli come il Vostro allargano con forza.
Cordialmente.
Nessuna risposta da padre Dario.
http://www.ahimsa.it/ER_giuseppe.html
Cristianesimo e animali
Risposta alla lettera di Giuseppe da Bologna
(Sul rapporto tra religione e animali)
Londra, 25/06/01
Ho letto con grande attenzione la lettera di Giuseppe da Bologna. Una lettera chiara, onesta e rigorosa che non lascia spazi ad interpretazioni fuorvianti. Io sono un agnostico ma rispettoso delle varie fedi, però l’evidenza è quella che è: le religioni che emergono dall’ebraismo sono state per gli animali letali o micidialmente indifferenti.
Continuare a sostenere questa penosa interpretazione del Cristo “sub specie animalista” irrita e sfiora il grottesco. Davanti ad un’evidenza strabiliante di documenti che provano l’assoluta indifferenza del cristianesimo verso gli animali, è inutile continuare a menarla con la figura del Gesù che ama i suoi piccoli fratelli. L’evidenza del tempio, del sangue sparso delle vittime presso il Sancta Sanctorum, le ingiunzioni sugli olocausti, tutta la cornucopia tristissima dei miserandi detti dei Padri della Chiesa riguardo gli animali, indicano che il cristianesimo è una religione antropocentrica che non può, per la sua storia peculiare, trovare aperture verso il mondo degli animali, in quanto con la sua indifferenza e stupidità ne ha per secoli e secoli decretato lo sterminio producendo un flusso incontrollabile di sangue innocente. Un abominio perenne e permanente.
Jahvè, il padre di Gesù, se mi consentite, è il Dio dell’olocausto (Gen.4-3 e 8,20; Es. 10,25.ecc..). Levitico è chiarissimo: offerte di animali, piante, bevande, pane, farina ma soprattutto buoi, pecore, capre, tortore. Gesù non sfida il sistema degli olocausti, ma solo la corruzione della casta sacerdotale del tempio. Immaginate la scena: i sacerdoti del tempio, che sono “de facto” un’élite dominante nel mondo ebraico nei tempi di Gesù, aspergono con il sangue delle vittime l’altare di Jahvè, gli spruzzi del sangue raggiungono la tenda del Sancta Sanctorum. Il sangue dell’innocenza contamina le tende del Sancta Sanctorum. Il sangue di bestie innocenti è spruzzato sull’altare di Jahvè, il padre di Gesù, colui che avrebbe attivato il Big Bang, se mi è consentito chiarirlo. Il dio del fascio delle galassie e dei miliardi di stelle è quello che gode per l’odore di bestie innocenti bruciate. In soldoni: quello che ama l’odore delle bestie bruciate a migliaia è il padre di Gesù. Stessa sostanza. Figlio unigenito.
E Gesù non dice uno straccio di parola contro gli olocausti; almeno il Gesù che conosciamo noi, non quello dei susseguenti profeti. Immaginate carcasse di povere bestie divorate dalle fiamme. Neanche nate, queste povere creature, vengono gettate nel nulla. Perché voi sapete che nella logica delle religioni monoteiste l’anima ce l’ ha solamente il nazista egemone sull’orbe terracqueo: l’uomo. E le bestie l’ immortalità se la sognano. Le religioni monoteiste: Ebraismo, Cristianesimo ed Islam non la concedono. Di conseguenza le bestie uccise finiscono nel nulla. Continuate ad immaginare l’élite sacerdotale che vive di lussi, lavarsi, mondarsi con abluzioni e bagni rituali dalla contaminazione dell’orrore del macello. La casta sacerdotale del padre di Gesù era una corporazione di macellai. Ma nel Sancta Sanctorum c’è il Padre di Gesù (anche se le truppe di Tito non lo trovano durante la distruzione del tempio ), in quel luogo c’è il Dio che è un’unica sostanza, ripeto per evidenziarlo, con il figlio unigenito. Jahvè non è un Dio differente dall’Abba misericordioso di Gesù, ma è lo stesso Dio che trova gli odori degli olocausti piacevoli per le sue narici. Non si scappa. Non c’è via di uscita. Non c’è un Dio che si evolve dal demiurgo Jahvè al padre di Gesù. C’è un unico Dio perché questa intelligenza cosmica non si sviluppa, non evolve ma resta quella che è dall’inizio del tempo sino alla chiusura dei secoli. Semplicemente è nei tempi dei tempi.
Senofane di Colofone diceva che se i buoi potessero immaginarsi un loro dio, quel dio avrebbe le corna, i Traci se lo figurerebbero biondo, gli etiopi nero. Ogni specie egemone proietta le sue illusioni e le proietta oltre l’ orizzonte dello spazio – tempo. O semplicemente, e più vagamente, nell’alto dei cieli. La Genesi è chiara: nel momento dell’armonia edenica l’uomo non divora animali. Vive nel regno isaitico del fanciullo che abbraccia il leoncello. Dopo la caduta si pappa di tutto. Dopo la caduta il mondo diventa un luogo ove gli esseri si divorano, inghiottono, si masticano, si defecano a vicenda.
Gesù, quando fa saltare a calci i tavoli e le gabbie delle tortore, non lo fa per liberare gli animali ma per protesta contro la corruzione della casta sacerdotale del tempio. Masturbarsi mentalmente non è un’attività piacevole. Menarla in eterno con questo Gesù vegetariano è stressante, non regge intellettualmente, e scusatemi è anche offensivo per l’intelligenza. Dire che tutto quello che è riportato dai vangeli è falso mi sembra una cosa inverosimile vicino alla totale assurdità. Per il mondo ebraico le sacre scritture erano e sono la storia di Dio che rivela se stesso. Semplifichiamo: Gesù va molto bene per gli uomini ma non serve assolutamente per riscattare le bestie. Trovatevi qualcos’altro. Ci sono dei in abbondanza.
Un esempio: quando Manoach (Giudici 13-1,25 ) incontra l’angelo, l’angelo rifiuta la carne dell’agnello (perché, forse, per un messaggero iperuranico inghiottirsi pezzi di cadavere di un essere vivente è ripugnante) tuttavia invita Manoach a procedere con l’olocausto. Ed è come dire: io quell’orrore cadaverico non lo divoro, comunque Jahvè accetta il tuo sacrificio. E’ la struttura intellettuale del tempo giudaico che non concede compassione verso il non – umano. Gesù se ne fotteva degli animali come se ne fottono tuttora i palestinesi che fanno saltare gli asini con la dinamite nei cesti. E’ la loro cultura e la morale geografica: cristiani o musulmani non cambia. Un asino equivale ad una lattina vuota di birra, come Max il mio cane, ai loro occhi. Avete un’idea di cosa significava un cane nella Giudea del tempo di Gesù? Un cane era un nulla – impuro. Chiamare qualcuno “cane” era la peggiore delle offese che si poteva fare ad un uomo. E Gesù viveva in quel tempo ed era immerso in quella cultura. Ricordate come reagisce ai cagnolini, ai “kunaria” della Sirofenicia (Marco 7,28)?
Basta l’episodio saggiamente evidenziato da Giuseppe del fico maledetto per dimostrare l’indifferenza brutale verso la natura. Leggevo il brano giorni fa traducendolo dal greco. Nella mia ignoranza e per la mia labile memoria avevo dimenticato un particolare sbalorditivo: Gesù fulmina quel povero albero di fico perché, essendo fuori stagione, – ripeto essendo fuori stagione – non dava fichi. Scrive Marco: “gar en chairos sukon”: perché non era il tempo dei fichi. Il fico che sfama (Ger.5,17 – Ab 3,17), che guarisce (2 re 20,7 e Isaia 38,21) viene punito brutalmente per non dare frutti fuori stagione ! E non basta: il giorno dopo Pietro vede il povero albero e dice: guarda il fico che hai disseccato Rabbi…e Gesù se ne viene fuori con una tirata contorta sulla fede che smuove le montagne: se avrete fede potrete fulminare una pianura ricolma di alberi di fico. Non proprio così ma il significato è quello.
Ero giovanissimo quando lessi la spiegazione di Agostino riguardo la punizione del fico: mi sbellicai dalle risate, ma c’era da piangere. Agostino dice che Gesù non mostra di preoccuparsi per l’uccisione di animali e la distruzione di piante. Afferma, questo grande pensatore cristiano, che preoccuparsi per piante e animali è il massimo della superstizione. I porci posseduti dai demoni e il fico maledetto non avevano peccato, ma dal momento che non contano nulla non possono accampare diritti e possono essere impunemente distrutti. In soldoni: ciò che non ha un’anima immortale può essere massacrato o distrutto. Conta solo l’uomo. Sic et sempliciter.
Lucrezio che cerca di situare l’uomo (dove Heidegger cercherà di ubicarlo più tardi) non come l’epicentro del tutto, ma come parte del tutto è considerato da Calvino uno “sporco cane.” Paolo è chiarissimo quando spiega che Dio se ne strafotte dei buoi. La Chiesa, nella sua storia, è paurosamente distante dal problema della sofferenza animale. Leggere Tommaso d’Aquino riguardo il dolore delle bestie ferisce ed offende. E anche i pagani non scherzavano se si pensa che Tito, l’imperatore giusto – quello che cerca Jahvè nel Sancta Sanctorum, e non lo trova per l’ invisibilità di Dio – assiste nel circo al crudele massacro di 5000 animali. L’imperatore Giuliano l’Apostata, uno dei grandi imperatori – filosofi, colui che cercò di arginare l’avanzata del cristianesimo trionfante, era chiamato “il macellaio” per il grande numero di olocausti che offriva agli dei.
Gli animali pagano sempre per le follie dell’uomo. Ed anche il panteismo di Francesco va analizzato con freddezza: l’episodio di Gionata e la gamba di porco è spaventoso. E poi, mi chiedo, arrivò mai, il Santo di Assisi, a dire: mangiare la carne di fratello manzo è errato? Non mi risulta. Altri tempi dite voi? Eh no… I Catari vegetariani vennero massacrati senza che lui dicesse una sola parola. Chissà se non avesse trionfato il cristianesimo con la sua visione monoteista – trinitaria dove saremmo andati a parare. Forse si sarebbe sviluppata una religione – germoglio, nascente dal tronco del neo – platonismo, molto più attenta al problema della sofferenza animale. Una religione della luce, compassionevole, attenta verso il non – umano. Un buddhismo limato dal tempo senza dei e miracolismi. Porfirio (232- 304 d.C.) allievo di Plotino sosteneva che l’uomo dovesse consumare il minimo necessario sopravvivendo con una dieta di frutta. Celso, che attaccò il cristianesimo, affermava che tutto è stato “creato per gli uomini e per gli animali” mentre Origene, quello che non credeva in un inferno infinito, lo avversava dicendo che la Bibbia sosteneva che tutto era stato fatto per servire l’uomo. Le parole sono macigni. Giordano Bruno per avere intuito la verità fondamentale che siamo microbi persi nell’universo bruciò sul rogo.
Il razionalismo aristotelico è la base del rigetto: se qualcuno pensa che lo schiavo pur rimanendo un essere umano è un articolo di proprietà c’è poca speranza per gli animali. Esistevano capitani di vascelli delle navi schiaviste che, mentre portavano i poveri africani catturati dal regno di Benin verso l’Europa e l’America, avevano una cabina adibita a chiesa. Come il mafioso, catturato pochi mesi fa, gestivano la loro soggettività religiosa nell’orrore. Erano religiosissimi, pregavano e mortificavano la carne mentre nella stiva soffocavano gli schiavi.
Preso atto che il cristianesimo non serve agli animali, e paragonato al Jainismo o al Buddhismo è semplicemente fallimentare per ciò che riguarda il rapporto con il non – umano, cosa resta da fare? Inventarsi un nuovo Gesù.
Una via è quella di Stefano: tutte le scritture sono false. Gesù ha detto cose completamente differenti. Quindi la totale destrutturazione della Bibbia e del Vangelo salvando qualcosa di Isaia, Ezechiele, Geremia ecc.ecc.e sfoderando un nuovo profeta che capovolge completamente il messaggio antropocentrico evangelico offrendo un bellissimo annuncio di amore verso il non – umano: “La Bibbia é stata manipolata coscientemente per secoli e mischiata con i racconti delle caste sacerdotali. Non é più così semplice distinguere in essa cosa sia la vera parola di Dio, rivelata tramite i profeti, e cosa siano invece i racconti del tempo”.
Un’altra via è rimestare tra i vangeli gnostici ed uscirsene con un nuovo Gesù provato da qualcosa tremendamente improbabile come un manoscritto in aramaico del III sec d. C. o cose del genere. Da una parte abbiamo l’evidenza di 1310 pagine di sacre scritture dall’altra il vangelo esseno o qualche spezzone di vangelo gnostico. Quindi, si arriva ad un Gesù = esseno = vegetariano = amante degli animali travisato da apostoli e da evangelisti e tradito dalla Chiesa nascente e in particolare da Paolo.
Era un Esseno Gesù? Forse era stato influenzato dagli esseni, e come il Battista aveva assimilato idee essene ma elaborando una sua dottrina particolare. Bisogna avere un’idea chiara in testa: il movimento esseno era parte del “tourbillon” ebraico ed i monaci di Qumram, non erano il centro del movimento esseno, ma una scheggia di una realtà composita che si agitava nel turbine delle varie sette. Quindi, esisteva un grande movimento esseno con una setta dislocata a Qumram. Nella pentola ebraica che bolliva c’erano tanti movimenti che si lessavano come legumi per un passato di verdure messianico. C’era il movimento enochico, c’erano i farisei, i sadducei e gli esseni.ecc.ecc. C’era di tutto: le idee che bollivano nel calderone, come ho detto, erano molte e varie. Non esisteva un ebraismo monolitico ma un ebraismo frammentato. Quindi Gesù poteva essere stato influenzato dagli esseni senza essere un esseno, come un giovane di oggi può essere influenzato da Marx senza essere un marxista. Gli esseni rispettavano profondamente la legge mosaica, credevano in un dio creatore, nell’assoluta predestinazione, nell’immortalità dell’anima, vivevano da autentici comunisti seguendo codici minuziosi di purezza; nel tempo, assimilando idee gnostiche, assorbirono l’odio per la materia. Si astenevano dal vino e dalla carne come i Terapeuti d’Egitto, dei quali parla Filone Alessandrino, detestavano la corruzione del Tempio, pensavano che non ci fosse giustizia nel mondo e immaginavano – alla maniera platonica del soma – sema – che il corpo fosse una prigione. Parecchie idee di Gesù ma non tutte.
Ma questo non vuol dire che Gesù fosse un vegetariano. Non è possibile che ci sia stato un complotto secolare per tacere il suo amore degli animali per far contenti i macellai, i cacciatori e i francescani armati di doppiette o quelli che organizzano la cucina venatoria. Un complotto immenso e secolare per distruggere la dottrina fondamentale della compassione verso gli altri esseri? Ma nulla di nulla trapela: un silenzio assordante. Qualche sussulto in Isaia ed Ezechiele e nulla più.
Ma poi che importa crearsi nuovi profeti? Il movimento di Stefano fa del gran bene con la sua continua denuncia contro gli orrori perpetrati verso gli animali e le colpe della Chiesa. E’ la prima volta che dei cristiani, capovolgendo la dottrina ufficiale, si battono in difesa delle bestie creando santuari per i poveri animali e sono unici nel farlo. E se una freccia è rossa o nera poco importa se colpisce il bersaglio. Se qualcuno mi dicesse che c’è una torta di cioccolata con panna oltre l’ orizzonte che ha il potere di risolvere il problema della sofferenza animale ma pretende di essere adorata io mi metterei a carponi immediatamente e, semiateo – agnostico che sono, l’adorerei. Certo intellettualmente da fastidio venerare torte di cioccolata con crema e ciliegie e nel cristianesimo abbiamo una chiusura completa verso gli animali mentre in altre religioni esiste un’apertura totale.
E malgrado questo, alcuni continuano ad arrampicarsi sugli specchi cercando di salvare il salvabile. Le visioni del mondo antropocentriche saranno demolite nel terzo millennio poiché ciò che è incurabilmente limitato non sopravviverà, sarà trasceso e finirà nella pattumiera della storia come tutte le idee malsane. Paragoniamo Agostino, Tommaso d’Aquino, i gesuiti di Giuseppe da Bologna ai precetti della dottrina della Ahimsa del Jainismo. Si legga il testo janico del Ayramgasutta: “…tutti i santi..annunciano: non bisogna uccidere né maltrattare, né ingiuriare, né tormentare, né cacciare alcuna specie di esseri, né alcuna specie di creature ecco il puro precetto dei saggi che comprendono il mondo. Niente caccia, niente carne animale, niente violenza verso gli altri esseri, evitare di schiacciare insetti e le bestie che strisciano”.
Il fondatore del Jainismo è Nataputta Vardhamana detto Mahavira che insegna intorno al 500 a.C., è contemporaneo di Gotama Buddha, e vive nel momento magico della storia del mondo quando la terra ospita Senofane, Lao Tzu, Talete, Eraclito, Zaratustra, il secondo Isaia e Geremia. Stefano crede nella reincarnazione, nel karma e tira fuori Gesù che neanche le conosceva queste idee che appartengono ad altri mondi. Questo sorprende. Pensate al Buddhismo che vieta ai monaci di usare coperte di seta perché la lavorazione della seta causa la morte di innumerevoli esseri. Pensate ai precetti, continuamente, ossessivamente ripetuti che invitano il monaco ad “essere misericordioso, compassionevole e desideroso del bene di ogni creatura vivente..” Paragonate i precetti dei monaci taoisti a quello che scrivono i gesuiti di Giuseppe: “Non frusterai animali domestici, non schiaccerai insetti o formiche, non caccerai animali, non strapperai fiori o foglie, non abbatterai alberi.ecc.ecc..” Paragonate i precetti del Buddhismo mahayanico alle interviste allucinanti del prete cacciatore che fa uccidere esseri viventi per non far bestemmiare il suo gregge di cavernicoli – ammazza – passeri: “Che tutte le sofferenze degli esseri possano cessare..esulto al pensiero che tutti gli esseri saranno liberati dalla sofferenza del ciclo delle reincarnazioni”. Tutti gli esseri. Tutti. Paragonate i monaci denunciati dal movimento di Stefano che tengono un maiale in una gabbia di ferro di un metro per un metro, per tutta la sua povera vita, ai precetti dei Bodhisattva: ” la mia salvezza è inutile, prendo su di me il fardello del dolore di tutti gli esseri viventi..in verità è preferibile che io soffra ma che gli esseri tutti fuoriescano dal ciclo della reincarnazione.” La rinuncia al Nirvana per compassione verso le creature. Come dire: o ci entriamo tutti nella Luce Infinita o lasciamo perdere… Io, ad esempio, senza Max non ci andrei. Nichiren ( 1222 – 1282 ) dice che un giorno piante animali e minerali stessi sono destinati ad arrivare allo splendore del Buddha primigenio: alla Luce della Luce.
Con una sola frase di Gesù chissà quanto strazio sarebbe stato risparmiato. Ora Gesù parla attraverso la profetessa di Stefano? Ce ne ha messo di tempo per intervenire.. Pensate alle storie edificanti delle prime reincarnazioni del Buddha: in una di queste vite un giovane che diventerà in un’altra vita “l’Illuminato” decide di concedere il proprio corpo a una tigre affamata che sta per divorare i suoi piccoli. Leggende? Terreno minato, se si pensa che la resurrezione di Lazzaro è riportata da un solo evangelista: Giovanni. Un fatto epocale, unico nella storia del mondo e Luca, Marco e Matteo lo ignorano. Cosmogonie sballate dice Giuseppe da Bologna? Giusto: assolutamente ridicole… ma quale cosmogonia non è sbagliata: forse il sistema tolemaico – biblico era valido? Siamo alla scienza quantica è difficile misurarsi con elefanti che sostengono la terra.
Ha ragione Giuseppe: le ingiunzioni delle religioni orientali non fermano gli stermini, i tibetani soffocano dolorosamente, ostruendo bocca e le narici dei poveri animali, orrori inenarrabili avvengono in Oriente, ne sono consapevole, ma almeno il Buddhismo, il Jainismo ci provano. Ma per cambiare l’uomo ci vuole ben altro: l’orrore può essere limitato, contenuto, mai cancellato. E il cattolicesimo e gli animali? Ma da buttare via per intero, signori. Ha ragione Giuseppe. Bastano le scene grottesche riferite dall’amico di Bologna per bollarlo: il papa con l’agnello squartato, il prete che schiaccia l’insetto. E se mi permettete: il papa che cena con i cacciatori. Una religione che incita a mettere al mondo umani, e di conseguenza demolisce la terra, non è salvabile. Una religione che invita a procreare, in un mondo ove 800 milioni di uomini vivono nella più assoluta miseria e 15-20 bambini muoiono di fame ogni minuto, non può essere salvata. Una religione che invita alla proliferazione delle nascite mentre tre miliardi di umani vivono con due dollari al giorno, e il 23 % della popolazione mondiale con un solo dollaro al giorno non può sopravvivere. Scioglimento dei ghiacci, inquinamento, innalzamento dei mari, alluvione, minaccia alle riserve di acqua, aumento della desertificazione e il Papa invita a procreare. Il 40% della popolazione africana, il 39% di quella asiatica e il 30% di quella sudamericana vivono in zone disperatamente aride e Ratzinger imperversa con le sue ossessioni. La desertificazione minaccia 250 milioni di persone e in modo indiretto 1,2 di persone e loro insistono con le nascite. Una religione che incitando a procreare crea sacche di immensa miseria e grandi serbatoi umani per la prostituzione, il commercio degli organi e altre amenità di quel tipo non può salvarsi. Una religione che invita alla sfrenata riproduzione degli umani per ottuse, criminali, fissazioni dogmatiche non può sussistere.
L’equazione la conosciamo: più umani = più foreste distrutte, più animali massacrati, più inquinamento e avvelenamento del pianeta..ecc..ecc… Pàntote gar toùs prochiùs exete met’eauton…dice il Gesù di Marco: “I poveri li avete sempre con voi”. E anche gli incoscienti dogmatici che seminano l’orrore. Forse mettendo sul trono di Pietro Alex Zanotelli e al posto di Ratzinger il prete che benedice gli animali, don Canciani, qualcosa potrebbe cambiare; altrimenti la Chiesa non ha speranza a causa delle struttura basilarmente e inesorabilmente antropocentrica e assurdamente dogmatica.
Mi domando: ma perché qualcuno, con un po’ d’immaginazione, non ha tirato fuori una manifestazione divina, un’apparizione epifanica o angelica non legata a Cristo, a Geremia, a Buddha, a Maometto, a Isaia, a Ezechiele ma esclusivamente messa in atto dal Dio creatore dell’universo? Quello della pulsazione che proietta spazio – tempo – cose fuori dall’innominabile – se così si può dire – e sembra che resti fuori da tutto? Perché un mistico che medita sulla Luce originale, misericordiosa e infinita, senza intercessioni di alcun profeta, non se ne viene fuori con un incontro – tipo “cespuglio ardente” – ove il Dio della misericordia infinita – che non ha nulla a che fare con Jahvè – gli ingiunge un nuovo comandamento: “Ama tutti gli esseri viventi come te stesso”. Perché Stefano? Con tutte queste madonne piangenti nessuno ha mai pensato a questo? In un mondo ove un distinto signore inglese riempie i teatri per annunciare che il mondo è controllato da una razza di gigantesche lucertole che manipolano come birilli i potenti del mondo: Agnelli, Kissinger, Berlusconi, Bush, Blair, Prodi e D’Alema..tutto è possibile. Se dieci milioni di Mormoni si sono bevuti la rivelazione di John Smith e il Libro di Mormon c’è speranza per tutti. La conoscete la storia dell’angelo Moroni che visita, il 21 settembre del 1823, il povero Joe? Quasi, quasi ci proverei io a ricevere un’apparizione – cum – nuntius..ma sfortunatamente ho fede limitata….
Concludendo questa noiosa tirata io penso, umilmente, che si possano migliorare le cose solo attraverso la costituzione di una grande lobby animalista in grado di spostare politicamente i voti. A livello europeo e nazionale. I vegetariani tra Inghilterra e Germania raggiungono quasi il livello della popolazione della Grecia. Gli amanti degli animali quelli della Francia. Non è possibile, è umanamente offensivo che lobby morenti di 750.000 persone impongano ad una classe politica, nel proprio paese, l’accettazione della barbarie. Osservate la doppiezza dei politici: Berlusconi crea i circoli degli amici degli animali ma non appena vinte le elezioni si scatenano biancofiori e post – fascisti per migliorare i massacri dei cacciatori. Ma si. accoppiamo tutto quello che si muove… tanto… Sono circa 750.000, i cacciatori, ed erano due milioni dieci anni fa, ma riescono ad imporre il loro volere ad una classe politica degenere. Destra o sinistra non cambia. Perché? Perché si sanno organizzare. Ci sono grandi interessi economici dietro? Certo.ma anche nel mondo dei vegetariani e degli animalisti ci sono grandi interessi economici dietro. E come ! Dove vivo, in Inghilterra, c’è una prospera industria del cibo vegetariano. Un esempio: in Inghilterra i vegetariani sono aumentati quattro volte dal 1985. Il 45% della popolazione ha dichiarato di mangiare meno carne e il 25% invece di pensare seriamente di diventare vegetariano. Il 36% della popolazione della Gran Bretagna si è dichiarata contro gli esperimenti sugli animali anche qualora, tali esperimenti, fossero utili per migliorare le condizioni degli umani. I giovani li hanno condannati al 44% e 47% secondo le fasce di età. I vecchi al 25%. E questo fa pensare. Stefano mi scrisse che i vegetariani dopo “Mucca pazza” erano aumentati, in Germania, di due milioni di unità. Il potenziale politico di coloro che rispettano gli animali sta diventando grande.
Bisogna smetterla di ripulire ed aggiustare Gesù non serve a niente bisogna rendersi conto che senza un’autentica lotta politica nulla cambia. Cosa sarebbero i palestinesi senza l”Intifada”? Piangersi addosso non serve e neanche rovistare tra brani di vangeli gnostici, lottare politicamente a livello nazionale e europeo, si . Ero negli Stati uniti ed osservai lobby cambiare drammaticamente le cose attivandosi politicamente. Fu una grande lezione. I Gay, per esempio, dicevano: li volete i nostri voti? Allora fate così e funzionava. I voti andavano dove c’era comprensione e volontà di cambiare il sistema. E’ imponendosi politicamente che sopravvivono le lobby declinanti dei cacciatori nel mondo.
Un’ultima cosa: prima di lasciare l’Italia vidi anch’io i cattolici fanatici attaccare il presidente del ALF, quando scrissi la lettera contro il prete cacciatore furono i cattolici Verdi e del WWF a reagire, preti e cacciatori non risposero, incassarono; ma loro hanno i loro cani che abbaiano. Fu quel programma e la lotta che scaturì contro i cacciatori, dove vivevo, che mi convinse a lasciare l’Italia. Condivido: “Cattolicesimo vuol dire inferno in terra per gli animali”. E non c’è cosa peggiore dei cattolici al servizio dei cacciatori. Certo il presidente del “ALF” poteva essere più duro: con certi amici miei quella trasmissione sarebbe finita male. Sarebbero volati i riflettori e le poltroncine metalliche. Ma io penso che il pacifismo ha i suoi limiti e spesso va trasceso.
Un caro saluto.
Paolo Ricci.
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