Ancora!!! Ancora !!! E chissà quante altre di queste vergogne sono in giro ed aspettano di uscire … Per documentare la barbarie degli USA, di ogni imperialismo, di ogni colonialismo. Inutile dire. Le foto parlano da sole.
Iraq, altre foto. E altri abusi
(da il manifesto del 5 novembre 2004)
Dopo quelle di Abu Ghraib, l’Ap diffonde un nuovo set di foto che mostrano le sevizie contro civili iracheni. Ad opera dei Navy Seals, i corpi speciali della Marina Usa. Il Pentagono apre un’inchiesta ma dice: «Non si tratta di veri abusi»
M.M.
Un macabro scherzo di quelli che si fanno sovente via internet? Il tentativo da parte di qualcuno si spillare soldi per un preteso scoop? Una trappola per farci cader dentro i soliti anti-americani? Con tutta la prudenza del caso, le recenti esperienze nella guerra di Bush «contro il terrorismo» e «i terroristi» – Mazar-i-Sharif in Afghanistan, Guantanamo a Cuba, Abu Ghraib in Iraq – inducono a pensare che il nuovo set di foto diffuso ieri dall’Associated Press sugli abusi commessi da militari Usa contro prigionieri iracheni siano vere. Tutto nasce da un reporter dell’Ap che navigando in internet si è imbattuto in un sito web con dentro un paio di centinaia di foto souvenir messe «in vendita» da una donna che dice di averle avute da suo marito, un militare di ritorno dall’Iraq. Quelle sugli abusi sono una quarantina. L’Ap sostiene che sono state scattate non si sa da chi nel maggio 2003 – sei mesi prima di quelle di Abu Ghraib – dopo un raid in abitazioni civili irachene non si sa dove.
Una mostra un prigioniero steso a terra con uno stivale di un militare Usa piantato sul petto. Un’altra un prigioniero con una pistola puntata alla tempia. Un’altra un prigioniero incappucciato con il sangue che gli cola sul petto da sotto il cappuccio. In molte foto le facce dei prigionieri sono oscurate (perché?). Bei primi piani, invece, per quelle sorridenti e soddisfatte dei militari Usa, che stando a divise e insegne, appartengono ai Seals – i corpi speciali della Marina. La Marina e il Pentagono hanno aperto un’inchiesta. Ma il Pentagono ha già detto alla Cnn che «non si tratta di veri abusi». L’ammiraglio Jeff Bender, portavoce dei Navy Seals, ha riconosciuto che le foto «pongono una serie di problemi sul trattamento etico dei detenuti». Oltre che violare – se ne sarà confermata l’autenticità – la convenzione di Ginevra che proibisce non solo di abusare dei prigionieri ma anche di fotografarli come souvenir.
Ma la convenzione di Ginevra e le torture non sono un problema per Bush & company. Tanto è vero che Donald Rumsfeld, che sembrava bruciato dalle foto di Abu Ghraib, è stato confermato alla Difesa e il consigliere legale di Bush, il mezzo-messicano Alberto Gonzales – quello che gli aveva consigliato la base di Guantanamo per aggirare la convenzione di Ginevra e le leggi americane che proibiscono la tortura- è stato promosso ministro della giustizia.
Curiosamente proprio ieri si sono aperte in Texas le udienze preliminari contro i 7 militari accusati per Abu Ghraib. Poche «mele marce», come le ha definite Rumsfeld. E’ probabile che anche la storia dei Navy Seals torturatori finirà con qualche «mela marcia» da buttare. Perché tutto possa continuare come – e più – di prima.










In questo modo civile, degno della più grande democrazia del mondo, gli USA dovrebbero avviarsi alla VITTORIA.

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